Innanzitutto mi unisco all’abbraccio a Carlo e Arafat e a tutti i lavoratori della Fedex, parto dalla questione repressione per esprimermi sulle proposte all’odg: concordo con quanto espresso da Sergio, BG, e Carlo sulla necessità di allargare il fronte contro la repressione, che la grande mobilitazione messa in campo ha mostrato essere possibile, nella direzione di unire tutte le realtà colpite dalla repressione. Condivido anche coinvolgere e costruire una rete di avvocati non tanto come una maggiore “incidenza” tecnicista, ma perché la repressione che colpisce le lotte, le avanguardie, etc, è parte stessa della lotta di classe e quindi terreno di lotta e organizzazione.
Sono d’accordo con una manifestazione nazionale il 1° maggio e in presenza nel centro dello scontro in questa fase, Milano/Piacenza, e se non ci sono le condizioni due manifestazioni, una al nord e una al sud.
Sul 17: parto da quanto detto da Michelino che mi ha preceduto, è importante per rimettere al centro al centro la battaglia per salute e sicurezza sui posti di lavoro e territorio. L’incontro non solo deve essere informativo/formativo invitando quanti più esperti, da Fabrizio Chiodo e medici a comitati per il diritto alle cure, perché è importante il contributo degli esperti nella direzione di rafforzare l’azione dei lavoratori in questo ambito. Ma è importante anche per mostrare da un lato la continuità col governo Conte2, in peggio, nella gestione della pandemia e dall’altro introducendo una una militarizzazione, un generale al comando, in piena sintonia con quanto fatto in Lombardia dalla Lega: faccio un esempio per spiegarmi meglio. È partita una campagna per punire gli operatori sanitari che non si vogliono vaccinare. Dico subito che se in questo paese vi fosse un governo operaio questo provvedimento sarebbe giusto e sacrosanto, ma così non è. Questa operazione va nella direzione di rovesciare il piano e mettere sul banco degli imputati i lavoratori e giustificare l’azione di governo e Regioni, per continuare indisturbati. Ma il 17 deve essere anche l’avvio di un processo per rompere l’ingabbiamento/repressione e la cappa di silenzio dei lavoratori della sanità repressione che va avanti da un anno, fatto di provvedimenti disciplinari/licenziamenti, ma anche di mancate nuove e massicce assunzioni, turni massacranti che tolgono letteralmente il fiato, e riallacciandomi a quanto ricordato da Michelino in merito al risultato del 1978 (SSN) ricordo che questo risultato fu anche il frutto della lunga e dura battaglia fatta dai lavoratori della sanità, che prendendo esempio dal protagonismo operaio del biennio 68/69, ruppero gli argini dell’inerzia e rompendo, principalmente, le regole della lotta concertativa furono parte di un grande movimento di classe. Ecco il 17 deve essere anche questo perché oggi come ieri senza questo lavoro tra i lavoratori della sanità, manca un pezzo e non secondario nella battaglia generale.
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