Sono quello che lo Slai cobas per il sindacato di classe e gli operai Ilva e appalto, lavoratori del cimitero, abitanti quartiere Tamburi, Paolo VI e familiari da esso organizzati come parte civili chiedevano e che sono stati gli unici sempre presenti alle udienze del processo, mentre gli altri vengono ora a farsi pubblicità anche elettorale e a riscuotere-
Ringraziamo gli avvocati torinesi Bonetto, Vitale, Pellegrin e gli avvocati di Taranto Silvestre e Lamanna per l'importante lavoro svolto.
Una sentenza che può essere storica se non rimane nelle aule giudiziarie ma diventa fattore di forza nella lotta per salute e il lavoro in sicurezza per operai e masse popolari a Taranto e a livello nazionale
La sentenza non dimostra affatto che l'ilva va chiusa, dimostra che la produzione capitalistica per il profitto producono morte e devastazione ambientale;
non dimostra che la fabbrica in quanto tale a Taranto è nociva, ma che i padroni e i loro servi calpestano la vita operaia e la vita umana del territorio stravolgendo leggi e attaccando diritti di opposizione e resistenza agli attacchi alla salute e all'inquinamento, imponendo il loro potere in fabbrica e sul territorio;
dimostra invece che era possibile che anche una fabbrica siderurgica non producesse inquinamento, morti e malattie, se non fosse stata gestita con una politica "criminale" - come hanno detto gli stessi PM;
ci indica che fabbrica e produzione devono essere nelle mani dei lavoratori e svolgersi in uno stato, governo e società che siano al servizio del popolo.
Questa battaglia va fatta qui e ora nella fase in cui si decidono i destini di Acciaieria d'Italia e di migliaia di operai.
Domani, Martedì alle 17.30 presso sede Slai cobas via Livio Andronico, 47 conferenza stampa con la presenza di parte delle parti civili per fare il punto delle iniziative da prendere subito nella gestione della sentenza e per i risarcimenti, mentre un convegno nazionale si terrà non appena ci siano le condizioni
Slai cobas per il sindacato di classe Taranto e le parti civili operaie e popolari
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