mercoledì 30 giugno 2021

30 giugno - LO SBLOCCO DEI LICENZIAMENTI CHIAMA TUTTI I LAVORATORI ALLA LOTTA!

Si racchiude in una decina di righe quello che hanno chiamato accordo tra le parti sociali:

"Le parti sociali alla luce della soluzione proposta dal Governo sul superamento del blocco dei licenziamenti - è scritto nel testo - si impegnano a raccomandare l'utilizzo degli ammortizzatori sociali che la legislazione vigente ed il decreto legge in approvazione prevedono in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro. Auspicano e si impegnano, sulla base di principi condivisi, ad una pronta e rapida conclusione della riforma degli ammortizzatori sociali, all'avvio delle politiche attive e dei processi di formazione permanente e continua". (Ansa)

Si tratta, quindi, di un invito alle aziende a usare (gratis) tutto ciò che è previsto dall’attuale legislazione (dalla cassa integrazione…) prima di attivare i licenziamenti. E se un’azienda non ne tiene conto? non è

prevista nessuna sanzione! Insomma, la montagna dell’incontro questa volta non ha partorito nemmeno il famoso topolino!

Sulla pelle di milioni di lavoratori è andato in onda nel pomeriggio di ieri l’incontro tra governo e sindacati confederali sullo sblocco dei licenziamenti, presentato come un intervento in extremis per salvare il salvabile.

Non è stato un caso, è in linea con il ruolo che Cgil Cisl Uil hanno nella gestione della pace sociale e produttiva: agire a tutti i livelli per evitare risposte di massa dei lavoratori ai piani dei padroni, condividere le linee di ristrutturazione di Confindustria. Che scarica la crisi economica e pandemica sui lavoratori per uscirne rafforzata e recuperare margini di profitto.

Il cerchio così si chiude ma per riaprirlo questa dinamica va compresa a fondo, la generica critica alle burocrazie sindacali nulla cambia, nell’eterno esercizio improduttivo di ‘cambiare dall’interno’ che solo riproduce una mini burocrazia parallela funzionale alla tenuta di quella che conta e agisce.

I fatti esprimono i contenuti, fondare la sorte dei lavoratori su di un incontro all’ultimo giorno con il governo e a fabbriche ferme, quando da molto tempo la scadenza del 30 di giugno è all’ordine del giorno, esprime chiaro che per Landini e soci, il punto non sia ribaltare il tavolo, ma per il tramite del governo ‘chiedere’ benevolenza ai padroni perché diluiscano gli esuberi nei prossimi tre mesi con una nuova cig gratuita, mentre gli effetti delle ristrutturazione attraverso la cassa covid, sostituire lavoratori meglio tutelati o con anzianità e usura sulle spalle con braccia fresche precarie e sottopagate, marciano senza ostacoli.

Ma questa trattativa, come altre decine che si consumano senza prospettive al Mise per le aziende in crisi, non può portare risultati non solo perché i dirigenti dei sindacati confederali sono passati armi e bagagli dall’altra parte ormai da una vita, ma perché conservano la direzione su quella che rimane, nonostante il suo stato attuale, la più grande organizzazione di massa dei lavoratori esercitata all’insegna della pace sociale non del conflitto.

E’ questo potere che permette loro di compiere tutti i crimini ai danni dei lavoratori.

E’ questo sostanzialmente un aspetto incompreso nei posti di lavoro o opportunisticamente ignorato, dalle tante tendenze riformiste in simbiosi con la ‘burocrazia sindacale’ che criticano.

Un punto importante da portare apertamente tra gli operai delle grandi fabbriche. Nella lotta di classe i rapporti di forza si consolidano sviluppando l’organizzazione delle forze operaie, ma anche attaccando e demolendo le forze del campo avversario.

Non ci rassegniamo certo a subire i piani dei padroni, non diamo certo per persa la battaglia contro questa ristrutturazione per l’uscita dalla crisi delle aziende!

LO SBLOCCO DEI LICENZIAMENTI CHIAMA TUTTI I LAVORATORI ALLA LOTTA!




martedì 29 giugno 2021

L'UNICA ASSOCIAZIONE A DELINQUERE: STATO E PADRONI! Se toccano uno toccano tutti!

 Solidarietà al compagno Eddy... SE TOCCANO UNA/O TOCCANO TUTTI/E! CONTRO LA REPRESSIONE DI QUESTO STATO BORGHESE NON UN PASSO INDIETRO!

Lavoratori e lavoratrici Slai Cobas sc
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Negli ultimi anni e in questi mesi di pandemia decine di procedimenti giudiziari e amministrativi si sono accumulati sulle spalle di disoccupati, attivisti, studenti e lavoratori. È evidente ora a tutti l'escalation repressiva di questi mesi.
In questi giorni un militante del Laboratorio Politico Iskra, Eddy, membro dell'esecutivo nazionale del Si Cobas e tra i portavoce del Movimento di Lotta Disoccupati 7 Novembre, è stato informato dai nostri legali di un'indagine a suo carico per Associazione a delinquere (articolo 416 del codice penale) in cui sarebbe coinvolto e che risulta tuttora in corso.
Non entriamo nel merito di un’indagine di cui sappiamo ancora molto poco ma iniziamo a sottolineare la cornice politica entro cui si attua questa azione repressiva. L’utilizzo dell’associazione a delinquere è un capo d'imputazione usato più volte contro i movimenti di lotta. Qui a Napoli la Procura, con questa fattispecie di reato utilizzata spesso contro i disoccupati organizzati, ha provato a distruggere queste esperienze di lotta collettive, utilizzandolo come un monito chiaro per chiunque avverta la necessità di mobilitarsi in difesa del diritto ad un salario.
Il fatto che gli sfruttati e le sfruttate stiano provando ad organizzarsi a più livelli e in maniera sempre più convinta non fa dormire sonni tranquilli ai padroni la cui unica esigenza diventa quella di prevenire e poi reprimere ogni tentativo di lotta che metta in discussione questo sistema sociale ed economico. Per evitare che ciò possa accadere stato e sfruttatori ricorrono ai tanti strumenti repressivi in loro possesso e affinati nel corso di decenni di controrivoluzione, colpendo soprattutto le avanguardie di lotta più combattive.
La criminalizzazione dei movimenti di lotta, la depoliticizzazione degli stessi, l’uso indiscriminato dei reati associativi, disegna una pericolosa strategia volta a risolvere il conflitto sociale sul piano dell’ordine pubblico, spesso in maniera preventiva, nel tentativo di sbarazzarsi di chiunque osi organizzarsi per rivendicare i più basilari diritti come quello al lavoro, alla casa, alla salute, alla bonifica.
L’unica possibilità concreta che abbiamo oggi è unirsi attorno ad un programma politico di lotta capace di fare da ponte tra le rivendicazioni immediate e la prospettiva rivoluzionaria ed anticapitalista, che sia in grado di parlare alle emergenze ed esigenze sociali in un’ottica di trasformazione politica, sociale ed economica.
Se è vero che una lotta contro questi meccanismi repressivi non può essere slegata da una lotta quotidiana contro il sistema economico e sociale che li produce, tra le esigenze immediate resta centrale la necessità di fare quadrato attorno a chi viene represso perché prova a rovesciare lo status quo.
E’ da tempo che siamo scesi in campo e continueremo ad allargare il fronte unico degli sfruttati pronti a farvi tremare e rovesciarvi e non saranno teoremi fantasiosi, denunce, fogli di via o multe a fermarci.
Come urliamo ogni giorno dalle piazze, il messaggio chiaro a chi mette in atto queste montature è uno solo: se toccano uno, toccano tutte e tutti noi. Giù le mani da Eddy! Giù le mani da chi lotta!
i compagni del Laboratorio Politico Iskra

lunedì 28 giugno 2021

28 giugno - COMUNICATO da Taranto

 

Il compagno dirigente di proletari comunisti e coordinatore provinciale dello Slai Cobas nella giornata del 25 giugno ha avuto un infarto, ha subito un intervento serio e ora è in terapia intensiva.

Il compagno come sempre, come ogni giorno, anche il 25 era pienamente impegnato nella sua attività militante, in particolare nella lotta in corso contro i licenziamenti e repressione, a sostegno dei lavoratori colpiti; una battaglia che vive con intensità ideologica, e fisica, senza risparmiarsi.

Così è stato anche ieri.

Tornerà presto al suo posto di lotta su tutti i fronti

proletari comunisti

Slai Cobas per il sindacato di classe

  

TANTI SALUTI, AUGURI DA OGNI PARTE AL COMPAGNO DIRIGENTE


Da tantissime lavoratrici e lavoratori di Palermo - riportiamo solo alcune frasi dei tanti messaggi

FORZA DA TUTTI NOI! LA LOTTA DI CLASSE TI ASPETTA PIU' FORTE DI PRIMA

I miei migliori auguri anche perché hai ancora molto da dirci, sei la nostra guida

Siamo con te e lottiamo con te forza che ti vogliamo presto con noi

Da Taranto

Da lavoratrici e lavoratori della ex Pasquinelli - Voi siete unici. Maestri di vita e di lotte su i diritti dei lavoratori. Unici.

Da compagni di varie lotte - abbraccia il Comandante e digli che noi stiamo sempre con i pugni in alto e ben chiusi, impazienti di  scardinare il "trono di carta"... nell'attesa che il Comandante si riprenda e ci mostri la tattica più  efficace.

Da operai ex Ilva cigs - noi tutti abbiamo bisogno di Ernesto, siete merce rara, prendetevi cura di voi stessi ogni tanto, siate anche un pò egoisti. Fatelo per noi.

Da lavoratrici degli asili - Ci dispiace tanto ma sono certa che si riprenderà grazie alla forza e alla tenacia che lo contraddistinguono... e tornerà presto al suo posto tra noi lavoratori come leader ed amico... Grande stima...

Altri tantissimi attestati di stima, affetto da lavoratrici e lavoratori Slai Cobas sc - in particolare dai lavoratori del cimitero, operai ArcelorMittal,  Ispettorato del lavoro

Ma anche da medici, avvocati

Un augurio particolare dal Cobas confederazione e da tutti i suoi compagni

Dalla Redazione di "pennatagliente" Alessandria - la Redazione al completo porge i suoi migliori auguri al compagno dirigente nazionale perché si riprenda e possa tornare al più presto al lavoro e alla lotta quotidiana.

Da Mfpr Milano - i migliori auguri per una pronta guarigione e ripresa. Con stima e affetto

Da SRP L'Aquila - Un forte abbraccio. Che il compagno si riprenda subito e torni presto a lottare con il sostegno di tutti noi. Con amore di classe e solidarietà.

e altri


domenica 27 giugno 2021

26 GIUGNO IN MIGLIAIA A NOVARA, PER TENERE VIVO E ALTO NELLE LOTTE IL RICORDO E LE IDEE DI ADIL, PER DIRE CHE NON DIMENTICHIAMO, CHE CHI LO HA UCCISO E I SUOI MANDANTI DEVONO PAGARE.

 

pugni chiusi per Adil

Alta la tensione in tanti posti di lavoro e nelle piazze in questi giorni, con un buon numero di scioperi anche nelle fabbriche, spontanei o delle singole Rsu, per protestare contro l’uccisione di Adil, durante lo sciopero generale al magazzino Lidl.

La manifestazione di Novara del 26 ha chiuso questa settimana di mobilitazioni ma solo per dare forza alle prossime iniziative di lotta nei singoli posti di lavoro, come per lo sciopero generale, chiamato negli interventi e nei cartelli del corteo; un percorso che dobbiamo far vivere come contagio sociale dello sciopero della logistica che si deve estendere in tutti i luoghi dello sfruttamento e della precarietà, nell’unità delle fabbriche in lotta, delle masse popolari e dei movimenti sociali e di lotta sul territorio.

Quella di Novara è stata una manifestazione ‘di lavoratori combattivi’ di fatto attaccata come Adil al picchietto, da un grande schieramento di polizia carabinieri e guardia di finanza, che hanno

Manifestazione a Novara per Adil, operaio ucciso per il profitto: prime immagini

  La Stampa

Sindacalista travolto e ucciso a Biandrate, attesi in 1500 da tutta Italia a Novara alla manifestazione per Adil

Oggi centro città blindato: il corteo partirà alle 15,30 dalla stazione degli autobus e arriverà fino in piazza Martiri

Sono attese 1. 500 persone da tutta Italia oggi a Novara per la manifestazione nazionale indetta dal Si Cobas dopo la tragedia avvenuta venerdì scorso a Biandrate dove il sindacalista Adil Belakhdim è stato travolto e ucciso da un camion che ha forzato il blocco del picchetto. Il corteo partirà alle 15,30 dall’autostazione e percorrerà i baluardi Lamarmora e Massimo d’Azeglio, largo Bellini e arriverà in piazza Martiri: lungo il percorso sono previste misure straordinarie di sicurezza e il centro sarà blindato per tutto il pomeriggio. 





sabato 26 giugno 2021

Le giuste lotte non si processano! Precarie e precari Assistenti di Palermo in lotta

Rinviato al 15 dicembre il processo penale contro 25 Assistenti igienico personale specializzati di Palermo, processati per interruzione di pubblica gara.

Allora i precari più che giustamente protestarono contro quella gara che metteva sul piatto illegittimamente 70 tagli ai posti di lavoro degli Assistenti che la Città Metropolitana di Palermo voleva fare arrogandosi il diritto illegale di sostituire gli Assistenti con i collaboratori scolastici statali.

La lotta degli Assistenti palermitani si è rivelata più che giusta perchè i tagli non furono fatti in quanto il bando di gara fu poi modificato grazie a questa lotta e protesta, così tutti gli Assistenti in quell'anno scolastico sono rientrati al lavoro nelle scuole.
Ma i palazzi del potere borghese che non hanno alcuno scrupolo ad attaccare lavoratori, lavoratrici e diritti basilari si sono voluti vendicare e hanno denunciato gli Assistenti dello Slai, gli unici come sempre a lottare per tutti, che sono stati rinviati a giudizio.

Bene! Per noi questo processo fa parte anche della lotta che portiamo avanti da anni, lottare in difesa del nostro lavoro, che oggi ci è stato di nuovo illegalmente scippato dai veri delinquenti che stanno dentro i palazzi del potere, e in difesa dei diritti degli studenti disabili NON E' REATO! e COMBATTEREMO senza paura perchè siamo nel giusto!


"Di certo gli Assistenti dello Slai Cobas sc resistono e lottano forse altri si sono arresi senza nemmeno cominciare, la lotta è sacrificio e dura prova di resistenza" ha detto una delle nostre combattive precarie ... PER NOI LA LOTTA CONTINUA!
Precarie e Precari Assistenti igienico-personale Slai Cobas sc Palermo

giovedì 24 giugno 2021

ADIL VIVE NELLE LOTTE- CON I SUOI COMPAGNI DI LAVORO RIVENDICHIAMO CHE GLI ASSASSINI DEVONO PAGARE -NO ALLA GIUSTIZIA BORGHESE CHE AVALLA LA VERSIONE DELL'AUTISTA DELLA CASUALITÀ

LIDL DALMINE, MERCOLEDÌ. TRA I CLIENTI SBIGOTTITI DAL FORTE SPIEGAMENTO DELLE FORZE DELL'ORDINE A DIFESA DEL PROFITTO (non pochi hanno evitato di entrare nel parcheggio) ABBIAMO RICORDATO COME ADIL NON SIA MORTO PER CASO, BEN OLTRE LA MANO OMIDICA DELL'AUTISTA, GUIDATA DA UN CRESCENTE ATTACCO REPRESSIVO, POLIZIESCO MAGISTRATURA MAZZIERI, ALLE LOTTE AL DIRITTO DI SCIOPERO, AI PROLETARI CHE SI RIBELLANO A QUESTO SISTEMA DI SFRUTTAMENTO

MOLTI HANNO CONDIVISO COMMENTI SDEGNO RABBIA. ABBIAMO PORTATO LE VOCI DEL CORTEO DI ROMA, ROSSO E PROLETARIO CHE HA DATO UNA GRANDE RISPOSTA ALL'ASSASSINIO DI ADIL 

PER DIRE CHE LA REPRESSIONE DI STATO E PADRONI NON FERMA LE LOTTE MA LE ALIMENTA, CHE È NECESSARIO UNIRE LE LOTTE, CHE SE TOCCANO UNO TOCCANO TUTTI

 

21 giugno - 🔴 SPAZIANO AI DOMICILIARI! 🔴 LO STATO REPRIME IN MANIERA SPIETATA CHI LOTTA PER I PROPRI DIRITTI E ASSOLVE GLI ASSASSINI!

 

Abbiamo appena appreso che il Gip del Tribunale di Novara, a seguito dell'interrogatorio di convalida dell'arresto, ha emesso l'ordine di scarcerazione nei confronti di Alessio Spaziano, responsabile dell'omicidio di Adil, disponendo gli arresti domiciliari. Non avendo mai avuto fiducia in uno stato e nelle sue istituzioni "democratiche" sul libro paga dei padroni, non nutrivamo molte illusioni sulla possibilità che il Tribunale di Novara potesse far "giustizia" del barbaro assassinio di Adil: l'esito giudiziario dell'omicidio di Abd El Salaam nel 2016 fuori ai cancelli Gls di Piacenza, conclusosi con l'assoluzione dell'autista, è in tal senso un precedente indicativo di quale sia l'orientamento della magistratura nel merito e di come per lo stato il valore della vita di un operaio sia prossimo allo zero! D'altronde, già il fatto che l'accusa fosse stata derubricata da omicidio volontario a omicidio stradale, portava nella direzione di una minimizzazione del fatto.
Siamo oramai abituati a simili obbrobri nelle aule di giustizia, vedi (solo per restare alla storia recente) alle assoluzioni nei confronti dei padroni-carnefici dell'Ilva o della Thyssen Krupps o per i manager di stato responsabili delle stragi di Viareggio e del Ponte Morandi… Non intendiamo entrare nel merito della sfilza di falsità e di calunnie contenute nella difesa di Spaziano riguardo alla dinamica dei fatti di venerdì mattina fuori al magazzino Lidl di Biandrate: di questo si occuperanno i nostri legali. Ora non è da escludere che tra qualche settimana Spaziano sarà messo in libertà, libero di ammazzare altri operai e soprattutto legittimato come esempio da seguire per altri crumiri esaltati, i quali saranno spinti dai padroni a fare altrettanto e a sentirsi autorizzati a schiacciare i lavoratori in sciopero coi loro camion... Tanto le pene sono minime, e il gioco vale la candela!!! E magari, tra non molto, Spaziano e i padroni saranno trasformati da carnefici a vittime: magari tra non molto lo stato deciderà di risarcirlo per il "trauma" da lui subito alla vista dei lavoratori in sciopero alla Lidl, e, perché no, i suoi padroni saranno nominati "cavalieri del lavoro" con il merito di aver fatto giustizia a fronte degli intollerabili picchetti del SI Cobas, per di più opera di immigrati che potevano restare "a casa loro" senza rompere le scatole!!! D'altronde, se il premier Draghi chiedeva di "fare luce sulla vicenda", e se, come ha brillantemente evidenziato Marco Revelli, il premier la luce dovrebbe innanzitutto accenderla in casa propria, ne deriva che l'unico modo per evitare che la fogna venga a galla e investa i vertici dello stato, delle forze dell'ordine e dei padroni, è quello di spegnere la luce su questi ultimi e spostare tutti i riflettori sul SI Cobas e sulla criminalizzazione dei picchetti operai. Poiché non siamo nati ieri e conosciamo fin troppo bene il mondo della logistica e le fitte trame d'affari che legano padroni, politica e criminalità organizzata, sappiamo bene che Spaziano è solo l'ultimo anello di una catena che lo vede come mero esecutore di un atto criminale i cui reali mandanti andrebbero ricercati in ambiti ben più "alti"… In quest'ottica, è evidente che la riduzione della pena al minimo per l'esecutore ha come primo effetto quello di escludere a monte ogni possibile coinvolgimento dei padroni della vicenda. I fatti parlano chiaro: la pena dei domiciliari ricevuta da Spaziano per l'omicidio di Adil è uguale a quella comminata nei confronti di Carlo e Arafat a Piacenza per aver bloccato pacificamente le merci fuori ai cancelli FedEx di Piacenza. Come volevasi dimostrare: i profitti valgono più delle vite umane! Per noi la parola giustizia assumerà un reale significato solo quando la mobilitazione di classe riuscirà a liberare i lavoratori da quella moderna schiavitù salariata contro la quale Adil ha lottato e ha sacrificato la vita!

Avanti verso lo sciopero generale!

SI Cobas nazionale

21 giugno - la grande manifestazione di Roma - il comunicato del SI COBAS

19 giugno: abbiamo invaso Roma con la nostra rabbia. Violenze e omicidi padronali non fermeranno la lotta dei lavoratori

Giugno 21, 20210 

19 GIUGNO:

ABBIAMO INVASO LE VIE DI ROMA CON LA NOSTRA RABBIA.

LE VIOLENZE E GLI OMICIDI PADRONALI

NON FERMERANNO LA NOSTRA LOTTA.

IL SACRIFICIO DI ADIL NON SARÀ VANO!

Sabato pomeriggio in migliaia abbiamo attraversato le vie di Roma.

Una manifestazione che era stata convocata per dar seguito allo sciopero nazionale dell’ logistica, e che invece si è tramutata, nei fatti, in un corteo di sdegno e di dolore per il barbaro e inaccettabile omicidio del nostro coordinatore di Novara Adil, travolto nella mattina di venerdì dalla folle e criminale corsa di un camion crumiro fuori ai cancelli di Lidl.

Siamo giunti a Roma ancora sconvolti, confusi, increduli e atterriti di fronte al più grave, al più irreparabile tra gli innumerevoli atti di violenza che hanno colpito il SI Cobas nella sua breve ma intensa storia.

Man mano che la piazza ha iniziato a riempirsi, lo sconforto ha lasciato il posto alla convinzione di dover riaffermare con forza le ragioni che hanno portato alla morte di Adil, e il silenzio si è trasformato in un solo, gigantesco urlo di rabbia.

Abbiamo così deciso che di fronte all’assassinio di un nostro compagno non potevamo accettare passivamente il canovaccio di un corteo di poche centinaia di metri così come ci era stato imposto dalla Questura di Roma, e abbiamo con forza preteso che la manifestazione marciasse in direzione di quei Ministeri (Lavoro e Mise) che riteniamo a tutti gli effetti complici e corresponsabili del clima di intimidazioni e di violenze padronali che ha portato alla morte di Adil.

Dopo alcuni minuti di confronto ravvicinato con le forze dell’ordine, queste ultime sono state costrette a retrocedere e a consentire la variazione del percorso in direzione Barberini.

Pur avendo chiarito fin dal primo momento alla Questura che in una simile giornata di lutto non eravamo di certo interessati ad avere incontri istituzionali, la determinazione della piazza ha strappato una nuova convocazione del Ministero del Lavoro entro la prossima settimana, a seguito della quale il corteo ha ripreso il suo percorso iniziale in direzione di piazza Vittorio dove era stata montata l’amplificazione e il palco gli interventi.

Nel mentre si svolgeva la manifestazione, siamo venuti a conoscenza (per ora solo verbalmente) della disponibilità del viceministro dello sviluppo economico Alessandra Todde a prendere parte al suddetto tavolo: staremo a vedere nelle prossime ore se l’esponente pentastellata sarà coerente con i buoni propositi che in passato sono stati ripetutamente enunciati dal suo partito rispetto alla volontà di frenare le illegalità e lo strapotere dei padroni della logistica, o se invece le logiche di potere e la “ragion di stato” borghese avranno ancora una volta la meglio…

Per quanto ci riguarda, siamo pronti, come abbiamo già fatto per 3 volte negli ultimi mesi, a tornare a Roma sotto ai ministeri con la forza e la determinazione dei lavoratori, e senza chiedere il permesso.

Tanto più in queste ore, è per noi essenziale che i ministri del governo si assumano nei fatti, e non solo a chiacchiere, la piena responsabilità per ciò che sta accadendo nella logistica: non accetteremo mai che la morte di Adil venga strumentalizzata da chi in questi mesi non ha mosso un dito per impedire la chiusura dalla sera alla mattina dell’hub FedEx di Piacenza gettando 280 famiglie per strada, che (soprattutto il Mise di Giorgetti) rifiutando sistematicamente ogni confronto tra le parti su questa durissima vertenza, ha spianato la strada al clima di intimidazioni e di violenze contro i lavoratori in lotta, e che nel mentre piange lacrime di coccodrillo si appresta, tra l’altro, ad imprimere una nuova stretta al diritto di sciopero con l’allargamento del campo di applicazione della legge 146 anche al settore del trasporto merci e logistica.

Tornando alla manifestazione, oltre alla determinazione e ai numeri imponenti dei lavoratori del SI Cobas, va segnalato come elemento estremamente positivo la partecipazione consistente di numerose realtà politiche, sindacali e sociali.

Si può dire senza ombra di dubbio che ieri in piazza era presente la quasi totalità delle esperienze di lotta presenti nel nostro paese: Usb, Adl Cobas, Cub, Slai Cobas, USI, minoranze della Cgil, movimenti per il diritto all’abitare di Roma, delegazioni di operai Stellantis e Gkn, collettivi studenteschi, comitati di lotta di immigrati, disoccupati 7 novembre, una delegazione del movimento No-Tav, partiti e collettivi politici (Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria, Csa Vittoria, Fronte Comunista, Pcl, Pap, Prc, Pci, Fir, Ccc, RdC, ecc.), ma soprattutto una grande quantità di giovani, su tutti il FGC che da mesi sta dando un supporto alle lotte fuori ai magazzini e che ha messo a disposizione molti suoi militanti nell’organizzazione della manifestazione.

Sabato pomeriggio abbiamo assistito (come già anche nello sciopero nazionale di venerdì) a una convergenza reale di tutte le realtà che in Italia provano a resistere all’offensiva dei padroni e del governo Draghi.

Si tratta di un patrimonio prezioso, che non può e non deve limitarsi allo sdegno per la morte di Adil e per le innumerevoli violenze contro gli scioperi, ma che deve invece costituire la base di partenza per la costruzione del più ampio fronte di lotta da contrapporre alle politiche di macelleria sociale del governo, allo sblocco dei licenziamenti e ai tentativi padronali di imporre una generale e pesantissima ristrutturazione sulla pelle e sul sangue di milioni di proletari.

Un fronte di lotta che deve farsi carico, nel più breve tempo possibile, di indire un vero sciopero generale.

Torniamo da Roma ancora più convinti di questa necessità: per questo nelle prossime ore lanceremo un appello a tutte le realtà del sindacalismo di base e combattivo per costruire una grande assemblea nazionale per il prossimo 11 luglio.

Proseguire la lotta ed estenderla in tutti i settori e in tutti i rivoli delle contraddizioni aperte dalla crisi capitalistica; continuare a combattere i padroni con l’arma che gli fa più paura, lo sciopero e i picchetti; fronteggiare con l’autodifesa operaia gli attacchi repressivi e le violenze delle bande armate al servizio dei padroni: questo è l’unico modo per far davvero sì che il sacrificio di sangue compiuto da Adil non sia avvenuto invano!

SI Cobas nazionale

TROVATA NELLE REGISTRAZIONI DELLO SCIOPERO DI ITALTRANS DI CALCIO LA VOCE INFAME DI UNO SGHERRO DEL PADRONE CHE ESULTA ALLA NOTIZIA DELLA MORTE DI ADIL

 
SONO I SERVI DEL PADRONE, SECURITY, PICCHIATORI, COOPERATIVE, AUTISTI DA SFONDAMENTO... CHE NELLO SCONTRO DI CLASSE AGISCONO COME UNA FORZA PRIVATA MERCENARIA ALL’ATTACCO DEI LAVORATORI IN LOTTA PER DIFENDERE IL SISTEMA DI SFRUTTAMENTO NEOSCHIAVISTA DEI MAGAZZINI, PER DIFENDERE I PROPRI PRIVILEGI, DIMOSTRANDO DI ESSERE ASSASSINI COME A NOVARA, DISPOSTI AD UCCIDERE COME A TRUCAZZANO, COMUNQUE INFAMI E PERICOLOSI COME VISTO A CALCIO.

IL MODERNO CAPORALATO DEGLI APPALTI È UN SISTEMA RETTO SU DI UNA STRUTTURA PARAMILITARE PER IMPORRE LA LEGGE DELLA PAURA TRA I LAVORATORI, PORTANDO ALLE ESTREME CONSEGUENZE LA TOTALE MANCANZA DI DIRITTI PREVISTA NEGLI APPALTI E NELL’ACCORDO NAZIONALE DELLA LOGISTICA APPENA FIRMATO DA CGIL CISL UIL SINDACATI SERVI DEI PADRONI.

UN SISTEMA GARANTITO DALLA COMPLICITÀ DEL GOVERNO E DELLO STATO, CHE REPRIME IL DIRITTO DI SCIOPERO E DI LOTTA DEI LAVORATORI, DIFENDE CON DENUNCE E MANGANELLI ALLA MANO SOLO LA LIBERTÀ DI CIRCOLAZIONE DELLE DEI TIR, DELLE MERCI E DI PROFITTO PER I PADRONI.

 


ADIL CONTRO QUESTO STAVA LOTTANDO!

LE SUE IDEE, IL SUO ESEMPIO E CORAGGIO LO ABBIAMO GRIDATO IN MIGLIAIA A ROMA SABATO, VIVONO NELLA NOSTRA LOTTA, COMBATTIVA, ANCORA PIÙ DECISA, PIÙ FORTI DEGLI SFRUTTATORI E DEI I LORO SERVI.

QUELLA LOTTA CHE GLI SCIOPERI DEI LAVORATORI SI COBAS E SLAI COBAS HANNO PORTATO ANCHE A CALCIO, NEL CUORE DEL SISTEMA ITALTRANS, DECINE DI MAGAZZINI PER UN IMPERO CRESCIUTO ENORMEMENTE E SINGOLARMENTE TROPPO IN FRETTA

UN GIGANTE CON I PIEDI D’ARGILLA, CHE HA CONCENTRATO NEI SUOI MAGAZZINI MIGLIAIA DI SFRUTTATI CHE OGGI RAPPRESENTANO OGGETTIVAMENTE UNA POLVERIERA PIENA DI CONTRADDIZIONI E DIFFICILE DA CONTROLLARE, CHE GLI SCIOPERI E L’ESEMPIO DI TANTI LAVORATORI CORAGGIOSI VOGLIONO INNESCARE

20 giugno - IL GRANDE CORTEO DI ROMA NELLA VALUTAZIONE DELLO SLAI COBAS per il sindacato di classe

 

Diverse migliaia di lavoratori in un corteo rosso e proletario che si è progressivamente ingrossato, con forte presenza di giovani e studenti e grande delegazioni di disoccupati in lotta di Napoli, ha dato una grande risposta all'assassinio di Adil, ai padroni assassini e al governo complice che ne sono corresponsabili.

Si è sentita forte e chiara e si è incarnata la parola d'ordine gridata: “Adil è vivo e lotta insieme a noi”, in cui si sono fuse commozione e rabbia, ma su una linea di lotta, determinazione che si è espressa prima nel lungo fronteggiamento con la polizia che voleva bloccare il corteo combattivo in direzione del Ministero e che poi è diventato un fiume che ha attraversato le strade di Roma fino alla grande assemblea finale in piazza Vittorio.

Un corteo in cui era importante esserci, fondersi con i lavoratori in lotta, perchè è una pagina importante e un segnale significativo per tutti i lavoratori della logistica e per tutta la classe operaia e gli sfruttati del nostro paese.

La repressione omicida, niente affatto casuale e frutto del clima di aggressione alla lotta dei lavoratori, che non ha esitato ad usare mazzieri del padrone con la polizia che stava a guardare, non ha fermato la lotta, anzi ha alimentato la ribellione, la chiarezza della posta in gioco e del valore generale per il movimento sindacale di classe nel nostro paese e per l'insieme dell'opposizione politica e sociale alla Confindustria, al governo e allo Stato del capitale che scaricano la crisi sui proletari e le masse popolari, e vogliono lo sblocco dei licenziamenti, l'intensificazione dello sfruttamento, lo schiavismo contro i nostri fratelli di classe migranti sui posti di lavoro come nei campi.

Per lottare contro tutto questo è morto Adil e giornalmente hanno rischiato anche la vita operai e attivisti sindacali Si.Cobas che stanno lottando e rispondendo alla FedEx e in tanti altri posti di lavoro.

Il corteo di ieri si è fuso con lo sciopero della logistica del 18 che si va estendendo, costituendo una risposta non solo ai padroni della logistica ma ai sindacati confederali che firmando il contratto della logistica e con il loro comportamento quotidiano complice sono coinvolti nella guerra ai lavoratori in lotta. E non saranno le parole ipocrite dopo la morte di Adil a cancellare questo dato di fatto.

L'assemblea finale di piazza Vittorio ha alzato il tiro della denuncia, della continuità della lotta, dell'appello alla lotta generale.

I lavoratori vogliono giustizia per Adil e vogliono che le rivendicazioni per cui si batteva insieme ai suoi compagni di lavoro vengano accolte e diventino il segno di una vittoria di classe che in questi tempi così duri e difficili incida e indirizzi il cambiamento dei rapporti di forza.

Lo Slai Cobas per il sindacato di classe ha fatto ogni sforzo necessario per portare nei luoghi, dove non c'è il Si.Cobas e non c'è un adeguato livello di lotta, da Palermo, all'ex Ilva di Taranto, agli appalti comunali, a città come Ravenna, L'Aquila, dove il vento della lotta in corso è portato essenzialmente dallo Slai Cobas per il sindacato di classe, alle fabbriche di Bergamo dove ha sostenuto, partecipato nei limiti delle sue forze allo sciopero generale della logistica.

Nella manifestazione la combattiva rappresentanza dell'assemblea donne/lavoratrici ha svolto un'azione visibile con il foglio, lo striscione/cartelli il ruolo che le lavoratrici stanno svolgendo nella battaglia generale per rompere le doppie catene perchè tutta la vita deve cambiare.

La rappresentanza di questa battaglia si è fusa con le migliaia dei lavoratori nella manifestazione; così come è stata una voce netta e chiara per la guerra di classe, la lotta per il potere operaio, che è l'unico sbocco inevitabile e necessario della battaglia dei lavoratori; così come abbiamo sostenuto che il fronte unico da realizzare è con gli operai delle fabbriche, le masse povere del sud e delle periferie, il movimenti di lotta per la casa, i lavoratori delle campagne in lotta, i movimenti di lotta sul territorio, dai No Tav ai No Tap fatti segni anch'essi della repressione di Stato. Questa è l'estensione che vogliamo e non i generici appelli a scioperi generali o ai Landini che dovrebbero scegliere da che parte stare.

La manifestazione di Roma è chiaramente solo una tappa. Lo sciopero dei lavoratori della logistica continua e va sostenuto fino a risultati concreti contro licenziamenti, repressione, condizioni di lavoro, per diritti e contratti veri.

Il contagio sociale di questo sciopero si deve estendere in tutti i luoghi dello sfruttamento, della precarietà.

La morte di Adil pesa come un macigno che dobbiamo scagliare contro il capitalismo, il suo Stato e il suo sistema.


Slai Cobas per il sindacato di classe

coordinamento nazionale

20 giugno 2021

18 giugno - Ci vogliono schiacciare sotto i camion ma loro non vinceranno ci dovranno schiacciare tutti!!!

Siamo in mano a dei criminali ma quale Costituzione ma quale Repubblica democratica non ci sono più diritti questa è la verità!

Hanno ucciso Adil e hanno ucciso tutti! Ci vogliono schiacciare sotto i camion ma loro non vinceranno ci dovranno schiacciare tutti!!!

Precarie e precari Assistenti igienico personale Palermo Slai Cobas sc



18 giugno - Padroni assassini - viva lo sciopero - piangiamo di rabbia per adil - pagherete caro pagherete tutto -slai cobas sc taranto


SUCCESSO UNA COSA GRAVISSIMA IL NS COODINATORE DI NOVARA ADIL È  STATO UCCISO DA UN CAMIONISTA DAVANTI ESSELUNGA DI BIANDRATE PASSANDOCI SOPRA  CON LE RUOTE. ASPETTIAMO D CONOSCERE I FATTI




 

18 giugno - Padroni assassini e i loro servi

 Nei magazzini galera gli autisti come squadre di"assalto.

È necessario comprendere il livello dello scontro per poter reagire adeguatamente


17 giugno - SOLIDARIETÀ PER I LICENZIATI DI TARANTO

 La solidarietà dei lavoratori della Confederazione Cobas Taranto con i lavoratori ex Pasquinelli/ARCA/AMIU licenziati a Taranto



15 giugno - da Taranto: INFO E APPELLO ALLA SOLIDARIETÀ, verso la manifestazione del 19

 

comunicato stampa


Nella giornata di ieri sono stati effettuati due presidi presso Comune e Prefettura per segnalare la gravissima situazione creatasi per iniziativa della presidenza AMIU nei confronti dei lavoratori iscritti allo Slai Cobas – licenziati dalla coop L’Arca appaltatrice Amiu con motivazioni assurde e illegittime per l’arrogante attacco senza precedenti della presidenza Amiu contro lo Slai Cobas e la sua coordinatrice provinciale Margherita Calderazzi; fermo restando che stiamo naturalmente procedendo per vie legali a tutela dei lavoratori e dello Slai Cobas. Riteniamo che questa vicenda debba andare all’attenzione di tutti i lavoratori, delle istituzioni locali e nazionali, la magistratura e l’opinione pubblica perché la si esamini e si prenda posizione contro questi licenziamenti e comportamenti antisindacali intollerabili – che ricordano quelli in atto alla ex Ilva verso il lavoratore Riccardo Cristello ed altri operai e altre vicende gravissime a livello nazionale - vedi i lavoratori della FedEx licenziati e aggrediti a Lodi/Piacenza/Milano, ecc. Per questo abbiamo informato con i testi allegati Comune e Prefettura e sono in cantiere varie iniziative perché su tutto questo si arrivi alla chiarezza e al ritiro dei licenziamenti e al ripristino delle libertà sindacali e democratiche e non si faccia dei lavoratori le vittime di inaccettabili rappresaglie.

Il 19 saremo a Roma nella manifestazione nazionale da noi indetta insieme a SI.COBAS e altre realtà sindacali, associative nazionali contro licenziamenti e repressione.

SLAI COBAS per il sindacato di classe

347-1102638

15.6.21

Al Sig. PREFETTO di Taranto

TA. 9.6.21

La scrivente O.S., Slai Cobas per il sindacato di classe chiede un incontro, al più presto possibile a fronte di una grave e illegittima situazione di perdita del lavoro di una parte dei lavoratori ex Pasquinelli, dipendenti della Soc. Coop. L'Arca arl, su decisione dell'Amiu.

Si tratta di un provvedimento di attacco al lavoro mai accaduto in questo modo nella nostra città negli appalti pubblici.

8 lavoratrici e lavoratori improvvisamente dal 13 maggio sono a rischio licenziamento, viene loro negato di continuare il lavoro che fino a tale giornata hanno svolto per conto dell'Amiu con la Coop. L'Arca, non per ragioni oggettive, non per fine o riduzione dell'appalto, ma per esplicita dichiarata ritorsione da parte del Presidente dell'Amiu verso lavoratori che hanno avuto l'unica “colpa” di essere andati il 10 maggio all'inaugurazione di una parte dell'impianto pasquinelli, dove questi lavoratori hanno lavorato per 5 anni e attendevano di essere richiamati, come gli altri loro 13 colleghi.

In un incontro convocato dall'Arpal su richiesta sindacale il Presidente dell'Amiu per giustificare questo cessazione del lavoro ha fatto dichiarazioni, a parere della scrivente, molto pesanti nei confronti dello Slai cobas e della sua coordinatrice – che ugualmente era presente il 10 maggio alla Pasquinelli - spiegando questo improvviso e assurdo provvedimento verso gli 8 lavoratori al solo fine di voler “punire” e liberarsi dello Slai Cobas.

E possibile che per questo, 8 lavoratori monoreddito, le loro famiglie sono senza lavoro, senza salario, dopo 10 anni che attendono di avere un lavoro stabile col rientro nel loro precedente lavoro sull'impianto di selezione – peraltro previsto da un “Avviso pubblico” comprensivo di clausola sociale?

Noi pensiamo che questi “licenziamenti” siano un'aperta ingiustizia, un'azione illegittima.

Quanto sta accadendo, inoltre - anche questo mai accaduto prima negli appalti pubblici - viola il normale rapporto tra ente appaltante, appaltatore e lavoratori impiegati nell'appalto; viola la normale attività e democrazia sindacale; è un atto discriminatorio tra i 21 lavoratori, tenendo conto che gli altri 13 invece continuano a lavorare. Tutto questo con il “blocco dei licenziamenti” tuttora in corso e in una città in cui tanto ci si adopera per la salvaguardia dei posti di lavoro.

Questa situazione sta provocando, altresì, un blocco dell'avvio completo dell'impianto di selezione con l'instaurazione del 2° turno - che doveva impiegare tutti i 21 lavoratori ex Pasquinelli occupati dall'Arca - con conseguente danno per la cittadinanza.

La scrivente OS, dopo aver espletato i dovuti passaggi presso Arpal, purtroppo senza risultato finora, chiede un incontro urgente al Sig. Prefetto perchè si adoperi nell'ambito delle sue competenze affinchè cessi al più presto questa incresciosa e preoccupante situazione.

In attesa, con osservanza

SLAI COBAS per il sindacato di classe

Calderazzi Margherita

3475301704 - slaicobasta@gmail.com

Al Sig. SINDACO di Taranto

all'att.ne Ass. Castronovi

TA. 14.6.21


Mentre sembra andare a soluzione la situazione di 6 lavoratori della Coop. L'Arca ex Pasquinelli, per cui il lavoro era cessato al 13 maggio, 2 lavoratori hanno ricevuto venerdì 11 giugno un avviso di licenziamento immediato, su espressa intimazione da parte dell’Amiu alla cooperativa, e ora rischiano di perde la loro unica fonte del reddito per cui hanno lottato per 10 anni, e il loro diritto di ritornare a lavorare nell’impianto attualmente in funzione alla pasquinelli, come gli altri loro 13 colleghi.

Questo licenziamento viene fatto non per ragioni oggettive o per violazioni normative durante il rapporto lavorativo ma per esplicita dichiarata ritorsione da parte del Presidente dell'Amiu verso lavoratori che hanno avuto l'unica “colpa” di essere andati il 10 maggio all'inaugurazione di una parte dell'impianto Pasquinelli, dove questi lavoratori hanno lavorato per 5 anni e attendevano di essere richiamati, dato che fino ad allora alcuna data certa era stata loro comunicata.

E possibile che per questo, 2 lavoratori monoreddito, le loro famiglie ora sono senza lavoro, senza salario, dopo 10 anni che si sono battuti con lo Slai Cobas per la raccolta differenziata, per l'avvio dell'impianto di selezione, e attendevano da tempo di avere un lavoro stabile?

Noi pensiamo che questi “licenziamenti” siano un'aperta ingiustizia – e comunque siano totalmente sproporzionati rispetto a quanto accaduto in alcuni momenti il 10 maggio, dovuti unicamente a stanchezza per l'attesa e i rinvii.

Di questa ingiustizia, chiediamo al Comune di non farsi corresponsabile, dopo che in tanti incontri è stato dichiarato che neanche un lavoratore rimaneva in “mezzo ad una strada”.

Quanto sta accadendo non è mai accaduto prima negli appalti pubblici.

Il Comune di Taranto, e la sua partecipata Amiu non devono passare come coloro che con il “blocco dei licenziamenti” tuttora in corso, abbiano invece proceduto a licenziamenti; tra l'altro in una città in cui tanto ci si adopera per la salvaguardia dei posti di lavoro.

Per questo chiediamo al Sig. Sindaco, all'Assessore Castronovi che da anni segue la vicenda dei lavoratori ex Pasquinelli, di adoperarsi affinchè o due lavoratori rientrino al più presto al lavoro.

In attesa, distinti saluti

SLAI COBAS per il sindacato di classe

Calderazzi Margherita

3475301704 - slaicobasta@gmail.com

domenica 13 giugno 2021

SI INTENSIFICA ASSUMENDO MILLE FORME LA VIGLIACCA REPRESSIONE DI STATO E PADRONI. CRESCE LA RISPOSTA DEI LAVORATORI, IL 19 GIUGNO TUTTI A ROMA.


A SOLI TRE GIORNI DALLA MANIFESTAZIONE ALLA ITALTRANS DI CALCIO, CON UNA IMPROBABILE DIMOSTRAZIONE DI EFFICIENZA DELLA GIUSTIZIA, SONO ARRIVATI I PRIMI AVVISI DI INDAGINE ‘PER IL REATO DI CUI ART 610 C.P.’

LA GIUSTIZIA BORGHESE SI MUOVE RAPIDA CONTRO I LAVORATORI AL SERVIZIO DI UN PADRONE CHE SI ILLUDE DI RIALZARE IL MURO DELLA PAURA DAVANTI AL MAGAZZINO E FERMARE LE MOBILITAZIONI

MA NON SONO I LAVORATORI CHE LOTTANO I COLPEVOLI, LO SONO I PADRONI CHE SFRUTTANO, COME NELLA LOGISTICA USANDO IL SISTEMA DEL MODERNO CAPORALATO DEGLI APPALTI CHE PER FORME E METODI VA CHIAMATO PARAMILITARE.

DENTRO IL MAGAZZINO DI CALCIO CENTINAIA DI LAVORATORI DIVISI FRAMMENTATI E CONTROLLATI IN DECINE DI COOPERATIVE, TENUTI ALLA CATENA DI WHATSAPP, CON I TURNI E IL CAMBIO ORARIO COMUNICATI ALL’ULTIMO, UNA PRASSI VIOLENTA PER COLPIRE NEL PRIVATO IL LAVORATORE E OTTENERE SOTTOMISSIONE, UBBIDIENZA E PRESTAZIONI

DOVE IL RISULTATO SONO 12 ORE E PIÙ DI LAVORO ALLA GUIDA DEI CARRELLI, PERICOLOSAMENTE PER SE E PER GLI ALTRI NEI REPARTI, OBBLIGATI A RITMI SOSTENUTI PER CONSEGNARE FINO A 24 PALLETS ALL’ORA! O DUECENTO COLLI PER I LAVORATORI ADDETTI AGLI ORDINI AL DETTAGLIO CON IL TRASPALLETS ELETTRICO, A TERRA.

QUESTO È IL SISTEMA ITALTRANS, DIFESO, OLTRE CHE DALLO STATO, DAL NUOVO CONTRATTO NAZIONALE DELLA LOGISTICA FIRMATO DA CGIL CISL UIL CHE CONSOLIDA IL CAMBIO APPALTO COME UNA FORMA DI SELEZIONE REPRESSIONE VERSO I LAVORATORI E MEZZO PER PEGGIORARE LE CONDIZIONI DI ASSUNZIONE E LA PAGA; UN CONTRATTO CHE MANTIENE UN BASSO SALARIO E I DIRITTI INDIVIDUALE E SINDACALI DEI SOCI LAVORATORI, PRATICAMENTE A ZERO.

UN SISTEMA NEOSCHIAVISTA DA COMBATTERE, UN CONTRATTO TOTALMENTE DA RICONQUISTARE, CON LA LOTTA LA MOBILITAZIONE L’ORGANIZZAZIONE DI CLASSE DEI LAVORATORI.

18 GIUGNO SCIOPERO NAZIONALE DELLA LOGISTICA

19 GIUGNO MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA


13 giugno - Solidarietà agli operai Fedex-Sicobas dalle operaie della Montello in lotta contro gli stessi nemici: la ristrutturazione dei padroni e gli accordi Cgil

OGGI ALLE CALDE PORTINERIE DELLA MONTELLO ASSEMBLEE PER PREPARARE LA RISPOSTA A PADRONI E GOVERNO CHE POSSIAMO FERMARE SOLO  CON LA RIPRESA DELLA LOTTA SUI POSTI DI LAVORO, CHE DEVE CRESCERE PER ESSERE GENERALE E PROLUNGATA 

CONTRO I LORO PIANI DI LICENZIAMENTI E REPRESSIONE, CONTRO IL CONTRATTO BIDONE DELLA LOGISTICA FIRMATO DAI CONFEDERALI, CONTRO I PIANI DI RISTRUTTURAZIONE CHE COLPISCONO LE OPERAIE SULLE LINEE CON ESUBERI E AUMENTO DEI RITMI '  GRAZIE AGLI ACCORDI DELLA CGIL. 

PER QUESTO NON POTEVA MANCARE LA SOLIDARIETA' DI CLASSE AI LAVORATORI SICOBAS-FEDEX CHE  QUESTA LOTTA LA STANNO GIA' FACENDO A TESTA ALTA E NON STANNO MOLLANDO E PER QUESTO IL PADRONE ORA TENTA DI FERMARLI USANDO LA VIOLENZA SQUADRISTA DI PICCHIATORI RAZZISTI E FASCISTI CONTRO GLI SCIOPERI, 

PER DIRE FORTE E CHIARO, CHE DOBBIAMO UNIRCI E CHENOI SIAMO PIU' FORTI DI LORO, COME LA STORIA DELLA RESISTENZA E DEL  MOVIMENTO OPERAIO CI HA INSEGNATO.PERCHE' QUELLO CHE SUCCEDE A VOI E' PARTE DI UN ATTACCO GENERALE AI DIRITTI E ALLE CONDIZIONI DI VITA DI TUTTI I LAVORATORI.

LOTTARE PER DIFENDERE IL LAVORO NON E' REATO.

CRIMINALI SONO PADORNI E GOVERNO   CHE VOGLIONO SCARICARE LA CRISI SUGLI OPERAI, CON L'AVVALO DEI SINDACATI CONFEDERALI 




COMUNICATO 

A TUTTI I LAVORATORI DELLA MONTELLO

 Domenica 12 giugno, assemblea al cambio turno 

Ordine del giorno situazione nazionale e ristrutturazione aziendale alla Montello

Perchè la Cgil non dice niente che il 17 maggio ha firmato il rinnovo del contratto nazionale di lavoro del settore trasporto merci e logistica che riguarda anche i lavoratori della cooperativa alla Montello?

Perchè non vengono a spiegare ai lavoratori che “è un importante risultato” come hanno sbandierato nei loro comunicati?

Perchè lo Slai Cobas avrebbe dimostrato invece che è un contratto fregatura che non porta niente ai lavoratori e da tutto ai padroni:

Sul SALARIO: dopo un anno e 6 mesi, una miseria di 10 euro nette in busta paga, quindi non un aumento ma una presa in giro a fronte del carovita.

Sui DIRITTI: niente garanzie del posto di lavoro ma sempre rischio licenziamenti e precarietà con gli accordi di cambio di appalto, sempre piu’ rischiosi grazie anche al decreto del governo per la loro liberalizzazione.

Non dimentichiamo che anche alla Montello le operaie e gli operai, grazie a questo sistema legittimato dai contratti di cgil-cisl-uil, invece di avere il contratto diretto dell’industria sono inquadrati con il contratto della logistica con meno salario e diritti, con risparmi milionari per i padroni di aziende e cooperativa.

Questo succede perchè i sindacati confederali come la cgil avvallano a livello nazionale le scelte di governo e Confindustria per far pagare la crisi ai lavoratori, e sono sempre attivi nelle aziende per far passare i piani del padrone.

Cosi alla Montello invece di migliorare le condizioni di lavoro e di paga si accettano le ristrutturazione per mantenere alti i profitti, colpendo in primis le operaie sulla linee, che hanno pagato sulle loro pelle prima la cassa covid e poi gli accordi per mandarle a casa con incentivo per cancellare anni di sfruttamento, e ora prosegue con il via libera della Cgil con un accordo ad aprile per dei corsi che vengono spacciati come formazione professionale…

Ma perchè la cooperativa non vuol coinvolgere e spiegare la finalità di questi corsi allo Slai Cobas? 

Questi corsi cosa servono? Per continuare la cassa integrazione mascherata e andare avanti con gli esuberi e peggioramenti? È una riqualificazione dei lavoratori prima di metterli fuori, prima del licenziamento per trovare un altro lavoro? E poi quando è finito questa lista dei corsi dove va?

Quando i piani vengono fatti da cgil e padrone sei sicuro che ti fregano….

Per tutte queste ragioni il sindacato invita i lavoratori e in particolare le operaie a non aspettare nuove fregature ma a rispondere con la mobilitazione e la lotta 

VENERDI’ 18 GIUGNO SCIOPERO NAZIONALE DELLA LOGISTICA

Contro il contratto bidone di cgil-cisl-uil per forti aumenti salariali

Basta cooperative, contratto dell’industria per tutti i lavoratori della Montello

No ai piani di ristrutturazione nella logistica e difesa del lavoro delle operaie sulle linee. 


SABATO 19 GIUGNO MANIFESTAZIONE A ROMA 

Contro il via libera ai licenziamenti del governo, contro la repressione padronale e poliziesca delle lotte, per il diritto di sciopero e le libertà sindacali

Patto d’Azione Anticapitalista, per il Fronte Unico di Classe

a Bergamo SLAI COBAS per il sindacato di classe





 

13 giugno - la repressione fascista di padroni, mazzieri coperta da polizia, governo e dirigenze sindacali confederali non passerà! nostro comunicato e info SI COBAS

 

 comunicato congiunto 

unità di lotta ai presidi e iniziative di lotta dei 

lavoratori Fedex  ovunque è possibile

estendere la lotta negli altri posti di lavoro e la 

solidarietà da lavoratori a lavoratori ovunque

sciopero del 18 nella logistica - iniziative di 

solidarietà sugl altri posti di lavoro in quella 

giornata

a Roma manifestazione nazionale il 19 giugno


Slai Cobas per il sindacato di classe 

coordinamento nazionale

proletari comunisti

soccorso rosso proletario

movimento femminista proletario rivoluzionario

 

13 giugno 2021

Il tentato omicidio ad opera di Zampieri non deve restare senza conseguenze. Fermiamo la nuova “strategia della tensione” anti-operaia

Giugno 12, 20210 

IL TENTATO OMICIDIO AD OPERA DI ZAMPIERI NON DEVE RESTARE SENZA CONSEGUENZE.

FERMIAMO LA NUOVA STRATEGIA DELLA TENSIONE CONTRO I LAVORATORI IN LOTTA!

Nel pomeriggio di oggi il nostro compagno Abdelhamid ha lasciato l’ospedale di Lodi con una prognosi di 15 giorni, fratture al naso e il volto tumefatto. Ma poteva andare molto peggio!

Le immagini dell’agguato avvenuto nella notte di giovedì, pubblicate sulla nostra pagina e veicolate nelle scorse ore su tutti i media nazionali, svelano inequivocabilmente che chi ha armato la mano delle squadracce in azione a Tavazzano, lo ha fatto col chiaro intento di uccidere. Il goffo tentativo operato da Zampieri e da ambienti della Questura di derubricare l’accaduto come una semplice rissa scatenata dal malcontento dei lavoratori per i continui scioperi, si sta rivelando un boomerang clamoroso nei confronti dei padroni, di chi li protegge e dei mafiosi che fungono da loro braccio armato. I video in nostro possesso (alcuni dei quali saranno pubblicati nelle prossime ore) mostrano chiaramente come l’azione armata sia stata sollecitata dai responsabili di Zampieri e preordinata con tanto di preparazione e deposito dei bastoni all’interno del magazzino. Che Zampieri abbia assoldato nelle sue fila qualche operaio disperato alle sue dipendenze imponendogli di aggregarsi alle squadracce di mercenari dietro il ricatto del mancato rinnovo del contratto non lo escludiamo: già in occasione della precedente aggressione avvenuta a San Giuliano Milanese lo scorso 24 maggio, alcuni lavoratori pakistani hanno ammesso di essere stati spinti allo scontro “perché siamo assunti a tempo determinato con paghe di 30 euro a notte, e se non si fermano gli scioperi Zampieri non ci rinnova il contratto”. Quel che è certo è che a guidare la manovalanza armata sono sempre gli uomini di Zampieri e i bodyguard della famigerata agenzia di intelligence Skp!

Il SI COBAS NON CONSENTIRÀ CHE QUESTA VICENDA FINISCA NEL DIMENTICATOIO!

È ORA DI DIRE BASTA ALL’UTILIZZO DI MERCENARI E AGENTI PRIVATI PER ASSALTARE I LAVORATORI IN SCIOPERO!

È ORA DI FERMARE CON OGNI MEZZO NECESSARIO QUESTA ESCALATION DI VIOLENZA CONTRO LE LOTTE OPERAIE!

Per più di 10 anni il nostro sindacato ha sempre manifestato e scioperato fuori ai cancelli dei magazzini in maniera completamente pacifica e a mani nude: ma se questo vuol dire esporre i lavoratori a rischiare la vita per reclamare i propri diritti e subire passivamente la violenza e la furia padronale, allora si rende necessaria e non più rinviabile l’organizzazione dell’autodifesa operaia e proletaria!

SE SI CONSENTE A FEDEX E A ZAMPIERI DI AGGREDIRE INDISTURBATI E ATTENTARE ALLA VITA DEI LAVORATORI, ANCHE GLI ALTRI PADRONI SARANNO SPINTI A FARE ALTRETTANTO E AD ASSOLDARE ORDE DI MAZZIERI AL LORO SERVIZIO!

Il 18 giugno sciopereremo in tutta la logistica e il 19 saremo a Roma per respingere una volta e per tutte questi attacchi, e per denunciare le connivenze e le complicità tra i padroni, le forze dell’ordine e il governo Draghi nel costruire una nuova strategia della tensione contro i lavoratori in lotta.

Per parte nostra, continuiamo ad insistere sulla necessità immediata di un tavolo istituzionale a Roma col ministro dello sviluppo economico Giorgetti per risolvere la vertenza-Fedex e consentire il ritorno al lavoro dei 272 facchini di Piacenza. Nell’immediato, diamo indicazione a tutti i Cobas di rifiutarsi di lavorare merce proveniente dai magazzini Zampieri, e invitiamo tutti i solidali a costruire una campagna immediata per il boicottaggio di FedEx in contemporanea con l’imponente campagna pubblicitaria condotta da quest’ultima in occasione degli europei di calcio.

Solo la lotta paga!

Toccano uno – Toccano tutti

SI Cobas nazionale