"Le parti sociali alla luce della soluzione proposta dal Governo sul superamento del blocco dei licenziamenti - è scritto nel testo - si impegnano a raccomandare l'utilizzo degli ammortizzatori sociali che la legislazione vigente ed il decreto legge in approvazione prevedono in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro. Auspicano e si impegnano, sulla base di principi condivisi, ad una pronta e rapida conclusione della riforma degli ammortizzatori sociali, all'avvio delle politiche attive e dei processi di formazione permanente e continua". (Ansa)
Si tratta, quindi, di un invito alle aziende a usare (gratis) tutto ciò che è previsto dall’attuale legislazione (dalla cassa integrazione…) prima di attivare i licenziamenti. E se un’azienda non ne tiene conto? non è
prevista nessuna sanzione! Insomma, la montagna dell’incontro questa volta non ha partorito nemmeno il famoso topolino!
Sulla pelle di milioni di lavoratori è andato in onda nel pomeriggio di ieri l’incontro tra governo e sindacati confederali sullo sblocco dei licenziamenti, presentato come un intervento in extremis per salvare il salvabile.
Non è stato un caso, è in linea con il ruolo che Cgil Cisl Uil hanno nella gestione della pace sociale e produttiva: agire a tutti i livelli per evitare risposte di massa dei lavoratori ai piani dei padroni, condividere le linee di ristrutturazione di Confindustria. Che scarica la crisi economica e pandemica sui lavoratori per uscirne rafforzata e recuperare margini di profitto.
Il cerchio così si chiude ma per riaprirlo questa dinamica va compresa a fondo, la generica critica alle burocrazie sindacali nulla cambia, nell’eterno esercizio improduttivo di ‘cambiare dall’interno’ che solo riproduce una mini burocrazia parallela funzionale alla tenuta di quella che conta e agisce.
I fatti esprimono i contenuti, fondare la sorte dei lavoratori su di un incontro all’ultimo giorno con il governo e a fabbriche ferme, quando da molto tempo la scadenza del 30 di giugno è all’ordine del giorno, esprime chiaro che per Landini e soci, il punto non sia ribaltare il tavolo, ma per il tramite del governo ‘chiedere’ benevolenza ai padroni perché diluiscano gli esuberi nei prossimi tre mesi con una nuova cig gratuita, mentre gli effetti delle ristrutturazione attraverso la cassa covid, sostituire lavoratori meglio tutelati o con anzianità e usura sulle spalle con braccia fresche precarie e sottopagate, marciano senza ostacoli.
Ma questa trattativa, come altre decine che si consumano senza prospettive al Mise per le aziende in crisi, non può portare risultati non solo perché i dirigenti dei sindacati confederali sono passati armi e bagagli dall’altra parte ormai da una vita, ma perché conservano la direzione su quella che rimane, nonostante il suo stato attuale, la più grande organizzazione di massa dei lavoratori esercitata all’insegna della pace sociale non del conflitto.
E’ questo potere che permette loro di compiere tutti i crimini ai danni dei lavoratori.
E’ questo sostanzialmente un aspetto incompreso nei posti di lavoro o opportunisticamente ignorato, dalle tante tendenze riformiste in simbiosi con la ‘burocrazia sindacale’ che criticano.
Un punto importante da portare apertamente tra gli operai delle grandi fabbriche. Nella lotta di classe i rapporti di forza si consolidano sviluppando l’organizzazione delle forze operaie, ma anche attaccando e demolendo le forze del campo avversario.
Non ci rassegniamo certo a subire i piani dei padroni, non diamo certo per persa la battaglia contro questa ristrutturazione per l’uscita dalla crisi delle aziende!
LO SBLOCCO DEI LICENZIAMENTI CHIAMA TUTTI I LAVORATORI ALLA LOTTA!