Lettera aperta ai lavoratori, alle Rsu e alle organizzazioni sindacali
La situazione alle Acciaierie d’Italia, alle Ditte dell’appalto e
alle realtà industriali di Taranto e provincia peggiora sempre più.
Dilaga la cassintegrazione covid, ordinaria e straordinaria, anche
quando non ce ne sarebbe bisogno dati i livelli di produzione e la
situazione effettiva delle aziende. Si estendono nel silenzio
licenziamenti individuali e collettivi, chiusure e minacce di
chiusure delle fabbriche. Il salario viene pesantemente falcidiato, a
cui si aggiunge il grave e inaccettabile problema di non pagamento di
salari e stipendi e di ritardi del pagamento della cig che già porta
a un taglio del salario di più del 40%. Le condizioni di sicurezza
sul posto di lavoro sono sempre in pericolo per lo stato della
manutenzione e gestione degli impianti – gli unici interventi sono
per la produzione -, come l’attacco alla salute proveniente dal
permanente inquinamento, dalla pandemia e dall’estendersi di
malattie professionali. C’è un peggioramento generale dei servizi
sociali, con la drammatica situazione nella sanità, nelle scuole,
nei trasporti. Mentre lo straordinario e inaccettabile aumento delle
bollette, le tasse rimaste alte produce in generale carovita
scaricato sui proletari e le masse più povere, a cui si aggiunge
l’annunciata ondata degli sfratti che si unisce alla mancanza di
case. La disoccupazione, che si è aggravata, la precarietà e gli
appalti al massimo ribasso rendono il lavoro, le condizioni di lavoro
in tutta la nostra provincia un esempio nazionale dello scaricamento
della crisi e della pandemia sulle nostre spalle. Hanno ragione gli
studenti che stanno protestando sulle condizioni delle scuole ora che
sono giustamente aperte – Chiamiamo a sostenere il loro sciopero e
uniamo studenti e lavoratori. Il governo Draghi con tutti i partiti
dentro e la ruota di scorta dell’”opposizione” della Meloni,
legata mani e piedi a Salvini e Berlusconi, al di là delle parole,
promesse, dei mirabolanti fondi europei e italiani annunciati, a
Taranto l’unica cosa chiara e netta che ha fatto è l’incredibile
spostamento dei fondi previsti per le bonifiche nella disponibilità
dei padroni reali dell’Acciaieria. A fronte di tutto questo,
bisogna andare alla lotta prolungata, allo sciopero generale
prolungato che permetta a tutti i lavoratori e alle masse popolari di
far sentire la loro protesta, ribellione e richieste urgenti per
fronteggiare le emergenze generali.
Sindacati confederali
e anche strutture sindacali minori non possono continuare con la
strategia del “lamento”, la richiesta permanente di incontri che
non danno alcun risultato, e intanto proseguire sui posto di lavoro
in un tran tran collaborazionista che permette tutto ai padroni e
toglie tutto ai lavoratori.
Mentre a livello regionale,
provinciale e cittadino gli Enti locali sono in preda alla costante
corruzione, giochi politici per le poltrone e incapacità di
risolvere alcun serio problema di lavoratori e masse popolari. Gli
operai in presidio permanente e autorganizzati della Tessitura Albini
di Mottola, chiusa non per crisi ma per la delocalizzazione della
produzione in Repubblica Ceca e in Egitto per fare più profitti,
fanno appello a tutti i lavoratori grandi e piccoli della nostra
provincia ad unirsi nella lotta, a non restare isolati, posto di
lavoro per posto di lavoro, a mettere fine alle chiacchiere e alle
divisioni e ad unirsi in un fronte unico di classe contro il fronte
unico di padroni, governo e istituzioni. La lotta in corso alla
Leonardo, che sosteniamo nell’interesse collettivo dei lavoratori,
esige la mobilitazione generale. Da tutti questi posti di lavoro
viene la richiesta di un sindacalismo classista e combattivo, come
quello espresso, là dove è presente, dallo Slai Cobas sc, ma che
riguarda e interessa tutti i lavoratori e delegati che stanno
lottando realmente, qualunque sia la sigla sindacale. Bisogna,
attraverso assemblee, iniziative, raccolte di firme arrivare ad unire
lavoratori, organizzazioni sindacali e masse popolari in una
battaglia reale per cambiare le cose, difendere seriamente i nostri
interessi collettivi, aprire la strada ad un futuro che domanda un
cambio di governo, un cambiamento dello Stato e della società a
favore e delle mani dei lavoratori e delle masse popolari. Una
rivoluzione nella sostanza. Dato che nessuna fiducia possiamo avere,
sulla base della verifica e dell’esperienza che abbiamo fatto anche
a Taranto, nell’ammucchiata dei partiti parlamentari sempre al
servizio dei padroni, della finanza, dei ricchi nel nostro paese e in
Europa.
Sulla base di una piattaforma operaia e popolare che
assicura il minimo - l’integrazione del salario al 100% per i
cassintegrati; il salario minimo garantito per i precari e i
disoccupati; il rifiuto di ogni licenziamento e chiusura dei posti di
lavoro, la fine degli appalti al massimo ribasso; il lavoro ai
disoccupati per fronteggiare l’emergenza salute, sicurezza, scuole,
sanità, bonifiche - avviamo da subito, posto di lavoro per posto di
lavoro la campagna di iniziativa e lotta per uno sciopero generale
che non può andare oltre marzo e che contribuisca ad un vero
sciopero generale nazionale.
Operai Tessitura Albini
Mottola - Ilva AS cigs - Cemitaly - precari appalti comunali TA
SLAI COBAS per il sindacato di classe
Taranto via L. Andronico, 47 tel 3475301704 - WA 3519575628 - blog tarantocontro
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