Una rappresentanza di lavoratrici della scuola e di lavoratori ex Ilva sarà presente a portare solidarietà e un appello/proposta
Anche contro questi assassinii sul lavoro: studenti/lavoratori uniti nella lotta
taranto si prepara la mobiliatazione davanti a diverse scuole
slai cobas per il sindacato di classe sostiene
si prepara anche da taranto la riunione nazionale per la rete nazionale sicurezza e salute sui posti di lavoro e territorio info bastamortesullavoro@gmail.com
Basta morti per il lavoro: Appello/proposta
Le lavoratrici e i lavoratori esprimono la massima solidarietà alla lotta degli studenti contro i responsabili - padroni, Governo, Stato - della assurda e inaccettabile morte di Lorenzo.
Nel 2021, in Italia, sono morti 1404 lavoratori sui posti lavoro, con un aumento del 18% rispetto all’anno precedente. E in questo dato non sono conteggiati i lavoratori deceduti per infortuni da Covid.
Mai come in questo caso la parola “guerra” è il termine più appropriato per descrivere questa realtà, propria di questo sistema fondato sul profitto dei padroni.
Noi li chiamiamo “assassinii” sul lavoro, essi sono la diretta conseguenza del fatto che sempre più i padroni ottengono tutto e i lavoratori non ottengono nulla. I governi fanno leggi per i padroni, in parlamento nessuno difende gli interessi e la vita degli operai, degli studenti, e spesso dagli stessi Tribunali escono sentenze favorevoli all’impunità dei padroni.
Abbiamo bisogno di unirci in questa lotta.
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Il via libera a questa corsa ai profitti, alla “legale” violazione delle norme di sicurezza, alla liberalizzazione degli appalti, l’ha data il governo Draghi. Cosa ha portato soprattutto nell’edilizia, drogata dal bonus del 110% che ha alimentato un gigantesco ed opaco giro di appalti e subappalti in cui si spremono i lavoratori con ritmi, condizioni e carichi di lavoro insostenibili? Decine di morti, quasi ogni giorno; a fine anno in un giorno, 3 morti e tre feriti in un cantiere a Torino e l’anno nuovo si è aperto con la morte del giovane stagista di 18 anni, Lorenzo.
Il 25 ottobre il governo Draghi ha emesso un nuovo DL con alcune modifiche del TU sulla Sicurezza che prevede solo un multa che varia da 2500 euro per le aziende che hanno fino a 5 lavoratori a nero a 5000 euro per quelle che li superano; sei mesi di carcere al padrone solo se, nonostante l’imposizione della sospensione dell’attività, continua la produzione. Così le aziende preferiranno pagare le multe anziché mettersi in regola.
Poi con la legge sulla liberalizzazione dell’appalto, ha fatto rientrare alla grande il subappalto e il “massimo ribasso” (che inevitabilmente viene compensato dai padroni scaricandolo sui lavoratori con più intensità del lavoro e taglio dei costi della sicurezza). E i padroni continuano a fare profitti record.sulla pelle degli operai!
Occorre partire dall’unità delle realtà che si battono concretamente nei luoghi di lavoro e portare la lotta sul piano nazionale.
Uniamoci in questa lotta lavoratori e studenti
perchè la morte di Lorenzo non sia dimenticata.
Intervenire subito, come si è fatto per Lorenzo, quando avvengono gli omicidi sul lavoro, dargli una visibilità a livello nazionale e superare la rassegnazione che avviene sempre dopo, quando si spengono i riflettori.
Dobbiamo promuovere una larga aggregazione di energie per condurre una battaglia che è anche di civiltà contro la barbarie della guerra quotidiana dei padroni assassini. La lotta contro le morti sul lavoro, come la la lotta contro precarietà, cassintegrazione, contro la scuola insicura, una scuola finalizzata a preparare solo braccia e menti da sfruttare domani, l’attacco al diritto di sciopero, la rappresaglia padronale e poliziesca, sono tutte lotte che attaccano la radice del modo di produzione capitalistico e va fatta sul piano nazionale.
Dobbiamo costruire il potere dal basso degli Rls, con operai che intendono metterci la faccia e il proprio impegno, indipendentemente dalle tessere sindacali e votati da tutti i lavoratori.
Abbiamo bisogno di postazioni permanenti di nuclei di ispettori e presidii sanitari nelle fabbriche e nelle zone industriali, nelle campagne, nelle scuole per un intervento continuo e preventivo.
I processi consideriamo li come parte di questa guerra, anch’essi richiedono la mobilitazione dei lavoratori.
La proposta discussa nella assemblea NAZIONALE AUTOCONVOCATA DELL'8 gennaio
è STATA DI LAVORARE ALLA COSTRUZIONE della RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO E TERRITORIO a partire da un’ASSEMBLEA NAZIONALE A FEBBRAIO/MARZO.
info bastamortesullavoro@gmail.com
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