Nella
giornata di lotta del 20 maggio, interna allo sciopero dichiarato da
diversi sindacati di base a livello nazionale, lo Slai cobas per il
sindacato di classe ha sviluppato due iniziative:
-
una campagna alle Acciaierie e all’Appalto, con striscioni e
volantini concentrati sulla mozione contro la guerra già
sottoscritta da circa 200 operai e lavoratori; una massiccia presenza
di striscioni e locandine centrate sulla continuità dello sciopero,
dopo la riuscita giornata di sciopero del 6 maggio con la forte
contestazione operaia dell’Amm. Del. Morselli - forti della
convinzione che non si può arrivare ad un vero sciopero nazionale
generale senza che ci sia sciopero nella grandi fabbriche del nostro
paese, che richiede un percorso di scioperi e mobilitazioni legate
alle condizioni e alle problematiche che sono interne alla politica
di padroni e governo e hanno ora un nesso stretto e profondo con la
guerra, come è per l’acciaio e le fabbriche siderurgiche.
L’iniziativa
alla fabbrica è stata accolta con interesse e certamente non si
esaurisce con la giornata del 20.
Rileviamo,
però, ancora una volta che l’Usb, che pure risulta tra le
organizzazioni promotrici dello sciopero del 20, non ha fatto
assolutamente nulla in questa giornata alle Acciaierie d’Italia,
appalto.
-
La seconda iniziativa è stata un presidio di tutte le rappresentanze
dello Slai cobas sc alla Prefettura. Presenti operai rappresentanti
della Tessitura di Mottola, degli appalti comunali, lavoratori
cimitero, lav. ex pasquinelli, pulizie scuole e un forte contingente
di lavoratrici degli asili; presenti la Fgc, Sinistra
anticapitalista.
Al
presidio ha partecipato l’Usb ma solo con un gruppo della Cemitaly
e solo per la loro vertenza, peraltro entrata in una fase ambigua, di
stampo ambientalista/giudiziario e elettorale
Durante
il presidio, disertato dalla stampa locale, ormai tutta schiacciata
sulle elezioni e le campagne elettorali, i lavoratori hanno
socializzato le lotte in corso e rafforzato la solidarietà e
l’autorganizzazione.
In
uno
spikeraggio di denuncia della guerra, che è guerra tra predoni
imperialisti che vogliono spartirsi il mondo, si è denunciato il
legame tra guerra, aumento delle spese militari e peggioramento delle
condizioni di vita e di lavoro, salari delle lavoratrici e
lavoratori: la miseria di 200 euro una tantum per i lavoratori e 26
miliardi per le spese militari; mentre il governo Draghi pensa a ar
passare in fretta e furia un decreto sulla “concorrenza”, che
mette uno stop alle internalizzazioni e dà via libera agli appalti
al massimo ribasso,peggiorando così le condizioni di centinaia di
lavoratrici a Taranto.
Al
presidio ha partecipato l’Usb ma solo con un gruppo della Cemitaly
e solo per la loro vertenza, peraltro entrata in una fase ambigua, di
stampo ambientalista/giudiziario e elettorale
Durante
il presidio, disertato dalla stampa locale, ormai tutta schiacciata
sulle elezioni e le campagne elettorali, i lavoratori hanno
socializzato le lotte in corso e rafforzato la solidarietà e
l’autorganizzazione.
In
uno
spikeraggio di denuncia della guerra, che è guerra tra predoni
imperialisti che vogliono spartirsi il mondo, si è denunciato il
legame tra guerra, aumento delle spese militari e peggioramento delle
condizioni di vita e di lavoro, salari delle lavoratrici e
lavoratori: la miseria di 200 euro una tantum per i lavoratori e 26
miliardi per le spese militari; mentre il governo Draghi pensa a ar
passare in fretta e furia un decreto sulla “concorrenza”, che
mette uno stop alle internalizzazioni e dà via libera agli appalti
al massimo ribasso,peggiorando così le condizioni di centinaia di
lavoratrici a Taranto.
Il
presidio delle lavoratrici degli asili si è spostato compatto dalla
prefettura al Comune, interlocutore diretto, anche se attualmente
commissariato, delle loro rivendicazioni.
Nell’incontro
la richiesta dello Slai cobas è di coprire con il lavoro almeno 1
mese dei due di sospensione estiva, anche a fronte del peggioramento
della condizione salariale delle lavoratrici per carovita, aumento di
bollette conseguenza dell’economia di guerra scaricata sui
lavoratori e lavoratrici. Inoltre il
Comune ha convenuto sulla
legittimità della richiesta di internalizzazione da riprendere in
termini concreti, verificando insieme i percorsi possibili, con la
prossima nuova Amministrazione.
Una
giornata di lotta utile nella prospettiva dell’opposizione alla
guerra, della continuità della lotta per lavoro e salario, nella
prospettiva di un vero sciopero generale.
Durante
il presidio i lavoratori sono stati invitati ad un incontro di
Formazione operaia teorico-politico, centrato su un libricino degli
anni ‘70 di raccolta di scritti di Lenin, affrontato e commentato
in un opuscolo, sui sindacati, gli scioperi e la lotta
all’economicismo.
Durante
il presidio è stato anche annunciata l’iniziativa in preparazione,
anche con la realtà cittadine non presenti oggi, del 2 giugno, dove
l’opposizione alla guerra si concentrerà verso la grande Base
navale della Marina e della Nato e contro le grandi manovre
guerrafondaie degli eserciti imperialisti/Nato in atto proprio in
questi giorni in tutta l’arco dello Jonio e del Mediterraneo
prossimo a Taranto.
Report
a cura dello Slai Cobas per il sindacato di classe.