Sul grave evento (**) verificatosi alla Piaggio di Pontedera
Sostegno pieno allo sciopero operaio
Partiamo da quello che sappiamo:
– un evento verificatosi alle ore 7 del mattino
– colpita una operaia quarantenne con contratto a termine.
Evento non vissuto come imprevedibile (“fulmine
a ciel sereno”) ma verificatosi in un clima di sovraccarico
lavorativo con distress e preceduto da “discussioni” tra operai e
dirigenza proprio su tema della sicurezza (gli operai hanno
indirizzato una chiara contestazione sul “tema” ).
Altri
eventi che presentano qualche analogia si sono recentemente
verificati in Toscana: per esempio ad Altopascio presso la Bama group
il 5 luglio (alle 6 del mattino!); d’altra parte i dati generali
INAIL (ancorché sempre sottostimati come ci ricorda Carlo Soricelli
con il suo Osservatorio indipendente) mostrano un incremento oggi di
lesioni ai danni dei lavoratori – inclusi eventi mortali –
rispetto a precedenti e all’analogo periodo del 2021.
Che
fare? Auguri di guarigione e ripristino integrale della salute
psicofisica della salute alla operaia colpita dall’evento; se, come
possiamo dedurre dalle cronache, la prognosi comporterà una
condizione di malattia superiore a 40 giorni la magistratura dovrà
avviare una indagine per “lesione colposa”.
Sacrosanto lo
sciopero indetto dagli operai che ci auguriamo abbia una adesione
massiccia; vogliamo ribadire una proposta: che, a indagine conclusa,
nel caso di evidenza di omissione di misure di prevenzione, lo
sciopero non comporti detrazioni dalla busta paga; i lavoratori non
possono pagare con la decurtazione del reddito le loro lotte per la
sicurezza.
Che l’evento sia occasione per una revisione
critica del DVR (documento di valutazione del rischio) al fine di:
verificare le misure di prevenzione e di sicurezza incluse le
condizioni di distress lavorativo; chiarire se esiste un nesso (in
termini di carenza di “formazione”) fra l’evento e lo stato di
precarietà (lavoro a termine); chiarire se c’è un collegamento,
nell’ambito della valutazione realistica del distress fra l’evento
– o futuri possibili eventi – e il rispetto dei ritmi fisiologici
e circadiani di lavoratrici/lavoratori; le “promesse” derivanti
dall’uso della sensoristica, dalla analisi dei near miss (quasi
incidenti), dall’uso della robotica eccetera mostrano come questi
nuovi strumenti, quando esistono, sono finalizzati più – o solo-
all’aumento della produttività che alle garanzie di effettiva
speranza di salute dei lavoratori ; SI TORNI, PER LA VALUTAZIONE DEL
RISCHIO ALLE ASSEMBLEE OPERAIE DI GRUPPO OMOGENEO.
Se vi saranno
condizioni ed opportunità : costituiamoci parte civile
nell’eventuale procedimento per lesione colposa (se , come è
verosimile, dovesse “partire”).
(*) Vito Totire, medico del
lavoro, è coordinatore pro-tempore della «RETE NAZIONALE LAVORO
SICURO» che terrà il suo convegno a Firenze il 23 settembre.
(**)
Nell’assemblea di fondazione della «Rete lavoro sicuro», il 26
maggio, abbiamo proposto di evitare il termine “infortunio” che
letteralmente indica – fin dai tempi di Cecco Angiolieri –
“mancanza di fortuna”; è una parola che rischia di mistificare
la natura di eventi non attribuibili alla fortuna ma invece
all’omissione delle misure di prevenzione e sicurezza.
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