martedì 27 settembre 2022

27 settembre - INTERVENTO COMPAGNI VITERBO ALL'ASSEMBLEA PROLETARIA ANTICAPITALISTA 17 SETTEMBRE ROMA

 

COMITATO DI LOTTA VITERBO -

I compagni presenti a Roma hanno risposto questa assemblea che è un'assemblea di proletari comunisti, quindi siccome siamo i comunisti siamo qualcosa in più rispetto al semplice tra virgolette lavoratore nel senso che i compagni che stiamo ci si riconosce non soltanto come proletari ma anche come comunisti, perchè noi siamo per la conquista del potere, la distruzione del capitalismo, per la formazione di una nuova società.

La situazione che ci troviamo di fronte oggi è evidente se noi parliamo delle mobilitazioni contro la guerra imperialista. Al di là di qualche slogan roboanti della serie “guerra alla guerra”, ecc., che poi lasciano il tempo che trovano, perché “guerra alla guerra” è una cosa seria, cioè la guerra alla guerra l'hanno fatta chi nel 1917 ha fatto la rivoluzione e c'era una struttura che ha permesso di far veramente guerra alla guerra. Ora se noi oggi diciamo “guerra alla guerra” l'intervento come va calibrato su quello che la classe esprime oggi. Ovviamente il quadro concettuale è chiaro che occorre guerra alla guerra con tutte le sue articolazioni, però bisogna pure capire quello che uno fa oppure che non può fare, perché se uno fa delle enunciazioni di principio poi rimane e enunciazione principio e non riesce a calarsi in quella che è effettivamente la realtà. Noi come comunisti, e visto l'ambiente qui siamo, diamo per scontato che serve la guerra alla guerra in una guerra inter imperialista, quindi non mi dilungo, tutti riconosciamo che quella in corso è una guerra imperialista.

Detto questo, se noi vogliamo provare a intervenire in maniera unitaria da qualche punto materiale bisogna partire, perché ovviamente viene prima il fatto e poi la riflessione sul fatto, quindi bisogna partire da quella che è la condizione materiale degli sfruttati e quindi da lì costruire una battaglia politica che unisca insieme questioni economiche e politiche perché oggi l’economico si trasforma direttamente in politica,. Dobbiamo avere l'orizzonte aperto, per non morire nella propria fabrichetta, nel proprio comitato, nel proprio piccolo tempio di quartieri, ma coniugare nello stesso tempo l'intervento microscopio con la prospettiva, anche con la prospettiva comunista.

Allora noi diciamo di costruire una campagna unitaria che appunto vada al di là delle bandiere, bandierine di ognuno ma si coniughi su tutti i territori, a partire da quello che è il riflesso nella guerra. Quindi prendendo lo spunto su questo possiamo fare una campagna che parte dal carovita, aumento delle bollette, aumentano i prezzi alimentari, aumento generalizzato; poi ci sta pure che parliamo del comunismo, di tutti i discorsi che in parte già sono stati praticati in volantini e che noi abbiamo fatto già a Viterbo in varie occasioni.

Pensiamo appunto di proporre a tutti i compagni che stanno qui ma anche domani in cui c'è l'assemblea a Bologna dei lavori combattivi dove faremo naturalmente la stessa proposta, di partire da quelle che sono le condizioni materiali di vita; può essere l'occasione per una campagna di opposizione che metta insieme proletari di fabbriche con proletari di quartiere, con disoccupati, quindi tutte le varie figure sociali che possono unirsi su una questione che comunque tocca tutta la classe proletaria, tocca tutti quanti gli sfruttati che sono occupati, giovani precari, ecc.

Questa campagna guarda per l'appunto a tutti quanti i compagni senza che ognuno debba per forza piantare la propria bandierina perché noi crediamo che non sia il momento oggi di andare dietro alle bandierine ma che ci sia un avanzamento del fronte di classe che possa far tornare nella classe alcuni principi, alcuni concetti che sono stati dimenticati perché qui noi subiamo una sconfitta quarantennale dalla fine anni 70 in poi; quindi una serie di ragionamenti nell'ottica di ampliare la coscienza che ogni singola lotta è inserita nell'ambito della lotta generale contro il capitalismo. Faccio un piccolo esempio su Viterbo. Questa è una piccola città di provincia, in cui magari le cose sono anche più facile farle bene piuttosto che nelle città più grandi in cui ci sono incrostazioni sedimentate, alcune giuste e che vanno ancora oggi messe perché alcuni comportamenti non sono mai accettabili, altri invece con lo scorrere del tempo si dovrebbero anche sorpassare.

A Viterbo dentro un organismo di base che interviene sul territorio in un'ottica che partendo da una serie di vertenze che sono state fatte con lavoratrici scolastiche in due diverse fasi, che tra l'altro non sono state ancora vinte, hanno comunque inserito dentro una singola vertenza l'ottica della battaglia generale e quindi pensiamo che nel nostro piccolo questa esperienza possa essere riprodotta.

L'ultima cosa è la questione della sanità. Anche questa è un esempio che parte dal basso, la prossima a Roma è un'iniziativa sotto la Regione Lazio, e anche questa nasce da tutto un'insieme che non riguarda però soltanto la sanità, perché anche la questione sanità è inserita in tutto il discorso più generale di classe, sulla questione appunto sfratti, carovita, bollette, ecc. quindi anche la questione sanità è inserita in un discorso generale anticapitalista, una lotta particolare inquadrata nel quadro generale della lotta al capitalismo.


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