SI Cobas Prato e Firenze
173 € di multa per “occupazione di suolo pubblico”. E' quella notificata ieri agli operai licenziati della Iron&Logistics dalla Polizia Municipale del Comune di Prato. Il corpo del reato sarebbe un bagno chimico noleggiato per il presidio permanente che va avanti da ormai venti giorni.
“Ordini dall'alto” hanno detto i due agenti – non poco imbarazzati – mandati sul posto a notificare la sanzione.
A fatti indecenti come questi il Comune di Prato ci ha già abituato. Vi ricordato la multa – sempre per occupazione di suolo pubblico – agli operai Texprint in sciopero della fame?
L'unico risultato ottenuto da queste multe è sempre stato quello di riempire di vergogna una giunta comunale debole con gli sfruttatori e forte con gli sfruttati. E sarà così anche questa volta.
Siamo lontani anni luce dai tempi in cui le giunte di sinistra difendevano gli operai. I tempi, ad esempio, dell'epica lotta del Lanificio Balli di Montemurlo. Era il 1969 e gli operai bloccano tutta la produzione occupando lo stabilimento per richiedere un aumento salariale come condizione di migliore favore rispetto al contratto nazionale. Il Pretore dell'epoca ordinò lo sgombero della fabbrica. Il Consiglio Comunale in quel caso approvò un documento in cui “esprime la propria solidarietà ai lavoratori della Balli in lotta” oltre ad “affermare la convinzione che simili controversie non debbano essere risolte tramite il ricorso all'autorità giudiziaria, o con l'intervento delle forze di polizia” e poi “impegnare l'amministrazione comunale a disporre eventuali forme di solidarietà concreta in favore dei lavoratori in lotta”. Eppure anche a quei tempi – come un disco rotto pronto a ripartire ad ogni sciopero – i padroni parlavano di “picchettaggi illeciti, agitazioni ed intimidazioni” e rivendicavano “il pieno rispetto del contratto nazionale”.
I tempi sono cambiati, si dirà. Certo. Ma è stato un salto all'indietro e non certo in avanti. E infatti oggi in questo distretto gli operai non scioperano per aumenti salariali superiori a quanto stabilito dai CCNL, perchè devono scioperare per lavorare otto ore invece che dodici, per il riposo settimanale, per il diritto alle ferie e alle malattie pagate. Oppure presidiare i cancelli di una fabbrica per settimane intere dopo essere stati licenziati in tronco poiché “colpevoli” di essersi iscritti al sindacato. E questi stessi operai, oggi, sono ritenuti dal Comune di Prato colpevoli di essere rimasti davanti ai cancelli di quella fabbrica. Colpevoli di non accettare l'invisibilità a cui questo distretto li ha condannati da due decenni. Colpevoli di esiste e colpevoli... di fare la pipì.
E' la giunta “di sinistra” che a parole “non vuole prendere le parti né dell'azienda né dei lavoratori” - nemmeno quando si parla di supersfruttamento – e nei fatti da quattro anni fa la guerra solo a chi sciopera per i diritti minimi.
I diritti degli operai a Prato, si sa, sono tornati all'ottocento. E questa politica non può essere la soluzione perchè – semplicemente – è parte del problema.
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