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I lavoratori della Esfahan Steel Company, una delle più grandi fabbriche metalmeccaniche, in sciopero |
LA SCESA IN CAMPO DEGLI OPERAI DA LA
NECESSARIA IMPRONTA DI CLASSE ALLA
RIVOLTA
Da Il Manifesto
«In seguito alla morte di Mahsa Amini, molte manifestazioni hanno avuto luogo in quartieri modesti di grandi città come Teheran, Shiraz e Isfahan e gli operai di varie industrie hanno dato avvio a scioperi. Vi sono state astensioni dal lavoro in parte dell’industria petrolchimica, nonché in diverse fabbriche in varie località. In Iran gli scioperi sono solitamente motivati da vertenze locali (stipendi bassi, spesso pagati in ritardo).
In queste settimane, nei cortei degli scioperanti sono invece stati scanditi slogan antiregime e a sostegno
della protesta nazionale innescata dall’uccisione della ventiduenne curda. Si tratta di iniziative autonome, prive di coordinamento a livello nazionale...».
...in Iran «non esistano sindacati giuridicamente indipendenti. Negli ultimi quindici anni ne sono emersi alcuni, su base locale, i cui membri sono stati spesso perseguitati dalle autorità. È il caso degli autisti dei bus pubblici Vahed a Teheran e dei dipendenti dello stabilimento Nishekar Haft Tappeh nel Khuzestan (sudovest). Recentemente è stato fatto un tentativo per costituire un sindacato unificato, la Etehad-e Kargaran-e Azad-e Iran (https://www.etehad-e.com)».
OLTRE A SCIOPERARE, i ceti operai della Repubblica islamica prendono parte alle proteste...
«In base alle notizie che abbiamo ricevuto dalle fabbriche e da importanti industrie, coloro che sono assunti a progetto nella società petrolchimica statale a Bushehr e Assaluyieh hanno organizzato diverse giornate di sciopero in maniera indipendente. Da ultimo, è attualmente in corso uno sciopero di alcuni lavoratori presso la fabbrica di pneumatici Iran Tyre. Duranti gli ultimi giorni hanno effettuato uno sciopero anche i lavoratori di un’altra fabbrica importante nell’indotto automobilistico, la Cruise»...
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