giovedì 25 maggio 2023

26 maggio - info solidale: Rider licenziato per essere andato in Emilia-Romagna a spalare il fango

Marco Santacatterina, studente universitario, aveva avvisato con alcuni giorni di anticipo il datore di lavoro di voler partire come volontario per i territori colpiti dall’alluvione. In cambio è stato licenziato con un messaggio su WhatsApp e avrebbe ricevuto gli insulti della pizzeria dove lavorava come rider

Nei giorni in cui l’Emilia-Romagna è stata gravemente danneggiata da un’alluvione, ha voluto rinunciare al suo lavoro da rider a chiamata per andare ad aiutare, volontariamente, la popolazione colpita dal maltempo. Per questo Marco Santacatterina, studente universitario della provincia di Vicenza che il fine settimana consegna pizze a domicilio, è stato licenziato con un messaggio su WhatsApp. La sua storia, raccontata da diverse testate locali, è quella di un giovane di 24 anni che ha sottoscritto un contratto a chiamata con una pizzeria di Thiene. Come molti ragazzi della sua età, durante il weekend lavora per guadagnare qualche soldo, circa 30 euro a sera. Giovedì scorso, dopo aver visto le immagini di una Romagna devastata dall’acqua, ha deciso di avvisare il suo datore di lavoro che quel fine settimana non ci sarebbe stato: «Vado a fare il volontario tra gli sfollati». Una decisione nobile che gli è costata un licenziamento in tronco: «Sei un coglione, un buffone, mi fai ridere. Vai pure ad aiutare, io mi troverò qualcun altro. Bye bye». Raggiunto da La Stampa, Marco ha così spiegato ciò che l’ha spinto a recarsi nelle zone alluvionate: «Non ho mai fatto volontariato in vita mia e non frequento i social network. Del disastro me l’ha detto mia madre, mi ha fatto vedere le immagini in televisione. Una cosa simile è successa anche qua in Veneto nel 2010, dove abito io. Ero un bambino ma ricordo quei giorni. Vedendo il dramma dell’Emilia Romagna ho pensato: ora sono grande, posso fare qualcosa. Così mi sono rimboccato le maniche». Si è quindi messo in contatto con la Protezione civile di Bologna ma, non essendo iscritto, non poteva aggregarsi. È stato quindi rimbalzato su un gruppo Telegram di volontari, si è messo è d’accordo direttamente con i residenti e insieme a sua sorella Sara è partito per Cesena.

«Quelle giornate mi hanno ripagato molto più di un compenso economico»

«Erano solo due giorni di volontariato per aiutare gente che ha perso tutto. Ho visto album di ricordi galleggiare nell’acqua mista a fango, le foto dei bambini ridotte a carta straccia. È una delle immagini che porto con me e che mi fa capire che ho fatto la cosa giusta», ha raccontato al suo ritorno non senza manifestare l’amarezza per la decisione del suo datore di lavoro – anche alla luce, secondo il suo racconto, della disponibilità che ha sempre dimostrato fermandosi oltre l’orario e coprendo turni festivi. «Non voglio sputare sul piatto in cui ho mangiato, lavoravo lì da inizio marzo e non ho mai avuto problemi. Ma da quando in qua i soldi sono più importanti della gente che sta male? Quelle due giornate mi hanno ripagato molto di più di un compenso economico. Lì le persone avevano sempre il sorriso, nonostante avessero perso tutto. Si è creata una situazione paradossale: loro cercavano di tirare su il morale a me», ha aggiunto.

I sindaci pronti ad aiutarlo

Al di là di com’è finita, ha dichiarato al Gazzettino, Marco rifarebbe tutto e anzi, è già pronto a tornare in Romagna il prossimo fine settimana con due amici. Il giovane è stato anche contattato telefonicamente dai sindaci di Thiene Giampi Michelusi e di Marano Marco Guzzonato (ndr è il suo paese di residenza), che si sono attivati per cercare di aiutarlo a trovare un nuovo lavoro.

da tag43


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