martedì 27 giugno 2023

27 giugno - Da ORE 12 Controinformazione rossoperaia del 26/6: Sugli avvenimenti in Russia e l'attuale fase della guerra interimperialista in Ucraina

 

I lavoratori, le masse popolari, devono conoscere quello che sta avvenendo in Russia, nell'attuale contesto della guerra interimperialista accesasi nell'ultima fase con invasione dell'imperialismo Russo dell'Ucraina.

Le truppe della Wagner, dell'esercito mercenario di Prigozhin, sono passate nel campo di Zelensky, degli USA, della NATO, dei governi UE: questa è la sostanza del problema. Al di là delle stesse intenzioni di Prigozhin l'operazione militare - messa in atto dalla Wagner - rappresenta una sorta di tentativo di colpo di Stato volto a minare il potere di Putin e dell'esercito russo che, nel contesto oggettivo di questa guerra interimperialista, significa alimentare l'azione dell'imperialismo USA/ NATO/governi imperialisti europei, con il braccio armato costituito dall'esercito reazionario di Zelensky.

I mercenari sono mercenari e quindi si vendono al maggiore offerente. La montagna di rubli, di soldi, trovati anche nelle stesse casse di Prigozhin, stanno lì a dimostrare anche questo.

I giornali scrivono che la CIA e Biden erano informati dell’operazione. Ma nei rapporti che ci sono in guerre come queste “essere informati” significa condividere, essere informati significa lasciar fare, pronti a vedere l'effetto che fa.

Chiaramente l'imperialismo russo prima arma i mercenari della Wagner per usarli come truppa avanzata nell'invasione dell'Ucraina e poi se li ritrova contro quando il ruolo di questi mercenari cresce al di là del servizio che sono chiamati a svolgere.

E’ sempre così: l'imperialismo americano aveva armato i talebani in funzione anti russa, nei lontani anni

in cui vi è stato l'intervento russo in Afghanistan, poi i talebani si sono ribellati all'imperialismo americano, si sono messi in proprio e sono diventati nemici dell'imperialismo americano, lo stesso è avvenuto con l’Irak di Saddam Hussein, prima sostenuto dall'imperialismo in funzione anti-iraniana - quando in Iran era in corso un rivoluzione - successivamente è divenuto un nemico.

I russi ora si trovano di fronte alla stessa situazione.

Peraltro le ultime notizie informano che l'operazione militare della Wagner non ha avuto alcun successo, è implosa da sé e l'imperialismo ha avuto ragione di questa ribellione in corso che aveva lo scopo di provocare una sorta di golpe anti putiniano e, nello stesso tempo, indebolire l'azione militare russa in Ucraina e favorire, invece, all'ombra della cosiddetta “offensiva Ucraina”, un maggiore intervento diretto dell'imperialismo nei confronti della Russia.

La vicenda Wagner è anche espressione di un'altra questione: l'invasione imperialista russa in Ucraina non ha avuto il successo che Putin pensava. L'imperialismo Russo pensava che, una volta avviata questa operazione, avrebbe trovato - al di là delle regioni controllate dai russi o dai filorussi - un consenso in settori delle masse ucraine; e quindi questo combinato di questioni avrebbe creato una possibile vittoria facile, una possibile controffensiva rispetto al prolungato accerchiamento aggressivo dell'imperialismo USA/NATO/governi europei che durava da anni e che con Zelensky ha puntato ad attaccare direttamente la Russia.

Privato del consenso, l'esercito russo, come ogni esercito invasore, si è trovato in grosse difficoltà nel controllare sia il territorio che l'intera situazione, nella fase iniziale e ancor più nella fase finale. Per di più le atrocità commesse dall'imperialismo russo in territorio ucraino, la presenza come truppe avanzate dei mercenari della Wagner hanno dimostrato per l'ennesima volta che, in caso di invasione di un territorio che diventa ostile anche dal punto di vista della popolazione, è assai difficile vincere il conflitto.
L'imperialismo in questo senso è sempre stato una tigre di carta e sia l'imperialismo americano che l'imperialismo russo possono annotare le diverse sconfitte sul campo, dall'Afghanistan al Vietnam (per quanto riguarda l'imperialismo americano).

Innanzitutto però non si è trattato di una "guerra civile", ma di un golpe USA/NATO quello a cui si è puntato. E l'esercito mercenario della Wagner, con la direzione di Prigozhin, obiettivamente ha realizzato una sorta di passaggio di campo, ha usato gli stessi argomenti di Zelensky per giustificare questo passaggio di campo e ha pensato, per conto dell'imperialismo, che avrebbe trovato un sostegno abbastanza generalizzato all'interno della stessa Russia da parte sia dei militari sia sul piano sociale, che avrebbe dato forza a questo golpe e portato la Wagner ad arrivare alle porte di Mosca.

Ma anche questo è stato un calcolo sbagliato. È chiaro che esiste ed è diffusa in Russia un'opposizione alla guerra: una parte di essa è tradizionalmente filo-imperialismo e filo-occidentale e si tratta di una forza reazionaria, un’altra invece è legata a masse, a settori proletari e del popolo, anche perché la guerra vede i loro figli impegnati sul fronte o in prospettiva del fronte, con un carico di vittime dell'ordine di 200.000 morti finora - anche se qui i calcoli vanno presi con le pinze in quanto pervenuti da fonti imperialiste e quasi sempre gonfiati a fine di propaganda di guerra.

Nella sostanza ora Putin è obiettivamente indebolito dalla contesa interna e nello stesso tempo l'imperialismo USA/Nato non può certo cantare vittoria perché l'imperialismo e Zelensky che prima avevano definito la Wagner “macellai” e oggi che si rivolge verso Putin ne sostengono direttamente o indirettamente l'azione militare, non hanno alcuna credibilità.

L'imperialismo è una tigre di carta basata su piedi d'argilla e questo riguarda tutti i due fronti imperialisti in atto in questa guerra. Tigre di carta vuol dire che strategicamente perderanno, perderà l'invasione Russia dell'Ucraina come perderà il tentativo dell'imperialismo occidentale di usare la leva Ucraina e il regime al suo servizio di Zelensky come arma per demolire un avversario - in questo caso l'imperialismo Russo - nella contesa interimperialista che avanza; ma tutti sappiamo che sullo sfondo vi è la grande questione dell'altro contendente nello scenario mondiale rappresentato dalla Cina.

Quello che è certo è che queste manovre e contro manovre, cambi di campo, avanzate e ritirate, non fermano il processo che porta in una direzione sola: a un conflitto mondiale distruttivo alla cui ombra crescono i profitti, non solo quelli di prima linea, quelli delle industrie belliche e del complesso militare industriale, quelli dei grandi complessi e energetici, ma in generale tutta l'economia è trasformata in economia di guerra sia nei paesi imperialisti occidentali sia all'interno dell'imperialismo russo, e queste sistemi industriali diventano gli unici beneficiari della guerra, mentre per i popoli, per i proletari e le masse non c'è altra strada che o morire o ribellarsi a questo stato di cose.

In questo contesto però altri fattori sono venuti alla luce: prima di tutto l'argomentazione di Putin. Putin ha chiamato l'azione della Wagner una “pugnalata alle spalle” all'azione militare dell'imperialismo russo, e per cercare di spiegare che cosa intende per “pugnalata alle spalle” ha detto “come nel 1917, anche allora dei traditori colpirono alle spalle la Russia". Questo dimostra la natura di classe, ideologica, storica e politica, di Putin. 
Putin è il rappresentante dell'impero zarista che vuole rinascere. La sua invasione dell'Ucraina, che si muove nella contesa interimperialista, non ha nessun motivo per essere considerata né progressiva né in contrasto con l'imperialismo. Putin è l'ultimo aspirante della controrivoluzione revisionista e capitalista, divenuta poi socialimperialista e oggi imperialista, in Russia, e quindi è "giusto" dal suo punto di vista che consideri la Rivoluzione d'Ottobre come un tradimento, una pugnalata alle spalle, esattamente il punto di vista dell’impero zarista dell'epoca e del governo reazionario. 

Tra l'operazione-sciagura dei mercenari della Wagner e la Rivoluzione d'Ottobre c'è un abisso perché, in realtà, fu proprio la Rivoluzione d'Ottobre che trasformò la guerra imperialista e l'imperialismo zarista e le alleanze di cui faceva parte in una guerra civile rivoluzionaria che permise ai proletari e ai popoli, di rovesciare l'imperialismo e di mettere fine alla guerra, dimostrando che solo rovesciando l'imperialismo all'interno era possibile mettere fine alla guerra, raccogliendo le aspirazioni degli operai, dei contadini e delle masse oppresse in Russia e aprire la strada invece ad un futuro migliore, il futuro socialista.

Il futuro socialista e il rovesciamento della guerra imperialista sono i nemici giurati di Putin.

Una cosa, quindi, è l'analisi oggettiva che mostra la funzione che le truppe mercenarie di Prigozhin hanno avuto e stanno avendo nel contesto nella guerra in corso, altra cosa è equivocare, anche minimamente, sulla natura del regime in Russia. Tutti coloro che nel nome dell'antimperialismo sostengono in qualche maniera l'imperialismo russo non sono parte del movimento comunista, perché sostengono il nemico giurato del movimento comunista rappresentato dal regime di Putin, un nemico storico che ha portato a termine la controrivoluzione anti-proletaria che ha portato alla trasformazione della Russia da un paese socialista ad una tenebrosa dittatura fascista e a un obbrobrioso imperialismo.

Morte all'imperialismo russo! Morte a ogni tipo di imperialismo! Chi non adotta queste parole d'ordine non fa parte del campo del proletariato e delle masse popolari.

Una cosa è combattere tutti gli imperialisti a seconda del loro ruolo nel contesto stesso della guerra, concentrare la denuncia proletaria su uno dei contendenti; una cosa è analizzare da un punto di vista oggettivo la natura della guerra e dello scontro in atto, non facendo di tutta l'erba un fascio e un’altra cosa è invece appoggiare in qualsiasi forma il fascio-imperialismo che domina la Russia ed è rappresentato da Putin.

Putin e tutta la stampa mondiale hanno evocato lo spettro della guerra civile. E’ chiaro che non si tratta di una guerra civile ma di una contesa all'interno del regime imperialista russo. La guerra civile è altro. Noi siamo per la guerra civile, in Russia come in Ucraina, perché se il regime di Putin è una tenebrosa dittatura al servizio dell’oligarchia imperialista russa, altrettanto vero è che il regime di Zelensky è un regime reazionario della borghesia e dell’oligarchia ucraina che ha legato le sue sorti, mani e piedi, all'imperialismo Usa e aspira, e agisce attivamente, ad essere parte integrante del blocco imperialista, per far parte della UE, della NATO, e ad essere in seno alla UE e alla NATO la componente più guerrafondaia e più reazionaria. Il regime di Zelensky eredita il peggio del periodo precedente dell'Ucraina: il nazismo. Si parla della Wagner ma sappiamo - e anche la stampa non ha potuto negarlo - come non solo esiste il Battaglione Azov che è formato organicamente da nazisti ma tutti sanno come l'esercito ucraino sia infestato di nazisti anche a livello di comando, così come il governo ucraino è un governo obiettivamente rappresentante delle frazioni più reazionarie della stessa oligarchia borghese ucraina.

I proletari in Russia come in Ucraina hanno tutto da perdere da questa guerra e nulla da guadagnare. I proletari sono utilizzati, in divisa e non, come carne da macello.

Il governo reazionario capitalista di Zelensky, gli imperialisti USA/NATO/UE e il regime imperialista del nuovo Zar Putin e dei suoi mercenari fascisti al servizio del miglior offerente, sono i nemici mortali dei proletari e dei popoli; e quindi l'unica voce che deve venire dai proletari, dalle masse popolari di tutto il mondo che amano la pace, è un messaggio di fratellanza, di unità internazionale ai proletari e alle masse oppresse, in Ucraina come in Russia; l'aspirazione che i soldati smettano di spararsi in questa guerra fratricida e fraternizzino. Perché la guerra si può fermare se i soldati ucraini e russi fraternizzano e se rivolgono le loro armi contro chi li considera carne da macello o al massimo truppe mercenarie - che lo siano anche come status o no è secondario, anche le truppe ucraine sono truppe mercenarie quando servono gli interessi dell'imperialismo occidentale, degli Stati Uniti, della NATO.

Noi siamo per l'unità internazionalista tra i proletari di tutto il mondo per mettere fine a questa infame carneficina, per mettere fine a questa marcia che sembra quasi inarrestabile verso un terzo conflitto mondiale che, nel contesto degli attuali armamenti, non potrebbe che essere anche un conflitto nucleare.

In tutto questo va guardata la nostra parte: l'imperialismo italiano.

L'imperialismo italiano, nonostante il suo zelo con cui subito ha sostanzialmente appoggiato, amplificato, il tentativo di colpo di Stato della Wagner e ha subito gridato - e continua a gridare - attraverso la sua stampa nel descrivere un regime russo ormai la frutta e diviso e sbrandellato al suo interno, alla fine è stato trattato come l'ultimo lacchè nella contesa.

Tutti i giornali hanno messo in evidenza che appena l'imperialismo occidentale USA/NATO ha cominciato a vedere come poteva sfruttare la situazione, che valutazione dare, alla fascistella della Garbatella che è capo del nostro governo non è stato concesso neanche una telefonata, nonostante lo zelo da servi che, come sempre, i fascisti dimostrano.

Ebbene l'imperialismo italiano ha confermato con i suoi ministri tutto il suo sostegno militare all’Ucraina e di come siano orgogliosi e contenti che le armi fornite anche dall'imperialismo italiano stiano servendo effettivamente all'Ucraina ad accendere la guerra e renderla eterna e permanente, facendola diventare sempre di più un focolaio di una guerra imperialista mondiale. Crosetto da New York ha subito detto che l’Italia manterrà tutti gli impegni e il primo impegno è l'aumento massivo delle spese militari, che innescano una trasformazione dell'economica generale in economia di guerra a guida delle grandi multinazionali imperialiste nel nostro paese, dalla Leonardo all’Eni, con spese e costi scaricati sulle masse popolari e proletarie del nostro paese.

Ogni giorno, in ogni fronte, i proletari e le masse popolari vedono peggiorare la loro condizione di vita: dal lavoro, ai salari ridotti sempre di più e per i poveri ridotti a miseria, con la cancellazione di fatto, il ridimensionamento del reddito di cittadinanza; per non dire dei tagli che toccano ancora e sempre la Sanità, le scuole, la casa e tutto ciò che diventa utile e necessario alla vita quotidiana delle masse popolari e dei proletari.

Giustamente vi sono delle manifestazioni ancora piccole ma significative di lavoratori che scendono in piazza contro l'aumento delle spese militari, contro la loro ricaduta sulle spese sociali e sui salari.

In questo fronte mancano i sindacati confederali che invece non hanno fatto neanche un'ora di sciopero sul problema della guerra, nonostante sappiano benissimo come essa ricada sui proletari e sulle masse popolari. I sindacati confederali si sono arruolati di fatto alla guerra, perché ci si arruola assumendo un ruolo di prima fila, cioè diventando soldati e mercenari di questa guerra, e ci si arruola anche nelle retrovie, mantenendo alto il consenso e la pace sociale in un paese imperialista in guerra, in spregio anche dell'articolo 11 della Costituzione.

Noi dobbiamo invece dare il nostro contributo alla lotta per la pace, dobbiamo dare il nostro contributo alla lotta contro l'imperialismo che è guerra, dobbiamo lottare contro l'imperialismo italiano, contro il governo della guerra Meloni, alleato e al servizio dell'imperialismo USA/NATO/UE, dobbiamo lottare contro l'economia di guerra e dobbiamo sviluppare altamente tra i lavoratori la coscienza nei proletari di tutto il mondo. Esistono al mondo due classi, i borghesi e i proletari e queste due classi si fronteggiano su scala mondiale, i proletari non hanno patria, sono italiani, francesi... ma la loro patria è il mondo intero perché sono sfruttati in ogni parte del mondo e lottano in ogni parte del mondo contro gli stessi padroni, grandi, medi e piccoli, a seconda dello sviluppo ineguale del sistema imperialista.

Quindi lotta contro la guerra, lotta per la difesa rigida delle condizioni di vita delle masse e lotta che possa indebolire il nostro imperialismo, perché la sconfitta del nostro imperialismo è una vittoria per i proletari e le masse. In una guerra è la sconfitta degli eserciti imperialisti e in particolare del proprio imperialismo che avvicina la pace e rafforza gli oppositori delle guerre e dell'imperialismo.

Anche dalla vicenda in corso in Russia viene questo messaggio forte, questa urgenza di unirci e costruire un movimento reale contro la guerra imperialista su scala mondiale, in unità con tutti coloro che combattono la guerra imperialista in ogni latitudine; il messaggio di intensificare la lotta contro il nostro imperialismo, il nostro governo, la nostra classe dominante, la sua partecipazione alla guerra, la sua economia di guerra, i suoi profitti.


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