Un altro agguato ad un operaio della ACCA srl. Il quarto in poche settimane. Questa volta in pieno giorno, mentre Sajid andava a lavoro. A pochi passi dal magazzino di Prato (Macrolotto 2) è stato prima colpito con uno spray urticante e poi preso a bastonate alla testa al corpo. Un agguato di violenza efferata. Sajid è uscito con la testa aperta, senza riuscire a camminare per le bastonate ricevute alle gambe. Sajid aveva appena contestato insieme al sindacato degli errori sull'ultima busta paga.
Solo una settimana fa uomini armati di mazze, tirapugni e un coltello aspettavano sotto casa e aggredivano Arslan, operaio che si era iscritto pochi giorni prima al sindacato.
Il 18 luglio, ad essere aspettato sotto casa da uomini armati di spranghe di ferra invece era stato Ijaz, RSA della ACCA Srl. Zigomo rotto ed ora in attesa di un intervento chirurgico.
Un secondo operai della RSA, Khalil, era già stato aggredito sotto casa alla fine di Aprile, mentre gli operai erano già in agitazione sindacale.
Tra Aprile e Maggio alla Acca Srl i lavoratori insieme al sindacato si ribellavano al lavoro nero, ai turni massacranti sette giorni su sette e alle paghe da fame. Il 10 maggio, dopo una serie di scioperi, un accordo sindacale portava alla regolarizzazione dei contratti, turni 8x5 e la fine dello sfruttamento. Da quel giorno è iniziata un escalation di violenze.
La Acca Srl (tre stabilimenti tra Firenze, Prato e Seano) è un azienda a conduzione cinese che si occupa di logistica e trasporto per il comparto pronto-moda. Dai magazzini ACCA partono per i mercati europei i capi di abbigliamento prodotti nel distretto pratese.
Siamo nel settore già reso noto dall'inchiesta "China Trucks", dove la Procura procede per associazione di stampo mafioso. Siamo in un settore dove imprenditoria e criminalità organizzata si confondono e dove da anni la violenza è all'ordine del giorno. I lavoratori di questo settore da anni già la subiscono, rimanendo incastrati di faide e guerre di mafia con cui non hanno nulla a che fare. Camion fermati e bruciati, sparatorie e agguati nei luoghi di lavoro. Fatti che hanno riempito le cronache locali, ma non hanno mai interrogato questa città e le sue istituzioni quanto avrebbero dovuto. Il principale settore produttivo di questo territorio è ostaggio di criminalità e mafie. I lavoratori di questo territorio, prima di tutti. Non sorprende che si ribella diventa bersaglio di bande criminali di efferata violenza davanti agli occhi di tutti, nel silenzio complice ed assordante di chi governa questo territorio. Texprint, Dreamland. Non sono mai bastati i video delle aggressioni punitive, fatte alla luce del giorno, per avere una presa di posizione chiara dal Sindaco di questa città. Quel silenzio, quelle ambiguità, quelle mezze complicità, continuano a pagarle altri operai colpevoli di essersi ribellati alla schiavitù.
Di fronte invece alle guerre di mafia, è sempre prevalso un discorso non detto del "finché si ammazzano tra loro...". Un discorso indecente che fa di tutta un erba un fascio l'imprenditore criminale e l'operaio che lì semplicemente lavora, carica e scarica camion o guida furgoni. Perché sono stranieri. E in questo territorio gli stranieri - gli operai stranieri - fanno la ricchezza ma non contano, non contano come persone e non contano come lavoratori.
Tutto questo deve finire. Il distretto pratese è un far west. Il distretto pratese è uno scandalo nazionale. Il distretto pratese è ostaggio delle mafie. Bisogna dirlo. Bisogna ripeterlo. Bisogna assumersi la responsabilità di fare qualcosa per cambiarlo.
I lavoratori ci stanno provando, rivendicando diritti e legalità dove diritti e legalità non erano mai esistiti. Per questo stanno finendo all'ospedale.
Tutto il nostro sindacato la scelta l'ha già fatta molto tempo fa. Oggi dalle 18:00 siamo davanti ai cancelli della ACCA di Seano (via Copernico 21). Raggiungeteci!
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