Bologna. 350 lavoratrici de La Perla senza salario. Basta con le speculazioni dei fondi di investimento nell’industria
di Redazione
Da questo mese le 350 lavoratrici della fabbrica bolognese La Perla di Bologna, che produce abbigliamento intimo di lusso, non riceveranno il loro salario. Le lavoratrici già ricevevano una busta paga più “povera” in seguito a un accordo di solidarietà, parte di un piano di rilancio concordato tra i sindacati e la proprietà, anche in questo caso un fondo di investimento: il Fondo olandese Tennor, guidato dal finanziere tedesco Lars Windhorst.
L’azienda bolognese di lingerie controllata dal fondo Tennor ha bloccato i pagamenti agli oltre 200 dipendenti rimasti in organico. Il mancato versamento degli stipendi arriva a meno di due mesi dallo stato di agitazione proclamato all’indomani della non attuazione del piano di finanziamento da 60-70 milioni di euro promesso da Lars Windhorst, presidente della holding che nel 2018 ha acquisito il marchio dell’azienda bolognese dalla Pacific global management di Silvio Scaglia.
Il Fondo Tennor non avrebbe rispettato gli accordi presi mesi fa con la Regione e i dipendenti. Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha convocato per martedì 5 settembre 2023 un tavolo sulla crisi del gruppo. All’incontro sono stati invitati i rappresentanti dell’azienda, delle parti sociali e i sindacati.
La vicenda de La Perla è l’ulteriore conferma – come in altre, ed ormai troppe, occasioni – che le operazioni dei fondi di investimento in materia di acquisizioni industriali in Italia sono una jattura da evitare, perché questi fondi non hanno alcun interesse alle politiche industriali, ma troppo spesso vengono ritenuti credibili come “compratori” per aziende che alla fine vengono chiuse.
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