USB:
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Ilva. Tre opzioni prospettate. La scelta a AM, Governo immobile
Un’ora e mezza di confronto non è servita a nulla, se non a rimandare a una nuova data, l’8 gennaio, quando si terrà la nuova assemblea dei soci e quando, a dire del Governo, bisognerà prendere una decisione definitiva.
Tre le opzioni prospettate: la prima è che il socio privato decida di investire; la seconda, exit strategy, è che si concluda un accordo per accompagnare Arcelormittal fuori e per sostituirlo con un altro socio provato; la terza è, in caso di mancato accordo, l’amministrazione straordinaria.
La cosa che più ci preoccupa è che, in ogni caso, la decisione viene lasciata proprio ad Arcelormittal. Il Governo non riesce a fare altro che ribadire ancora una volta che questa situazione è frutto della cattiva gestione della vertenza ad opera dei precedenti Governi.
Noi riteniamo che questo non può continuare ad essere l’alibi per non fare nulla, e per non lavorare in maniera incisiva ad una soluzione.
Noi siamo estremamente preoccupati perché alcune aziende non hanno ancora pagato le tredicesime, perchè ci sono migliaia di lavoratori in cassa integrazione e ordini degli appalti scaduti e non ancora rinnovati.
Quindi rischiamo che l’8 la trattativa venga affrontata con un carico non indifferente sulle spalle del Governo. Governo che non ha assolutamente preso in considerazione la possibilità di una quarta ipotesi, quella suggerita da noi, e quindi di rescindere il contratto immediatamente e di allontanare subito, senza se e senza ma, Arcelormittal.
Le organizzazioni sindacali verranno nuovamente convocate il 9 o
il 10 al massimo, per essere messe al corrente dell’esito dell’assemblea dell’8 gennaio.
Slai Cobas per il sindacato di classe:
Diciamo chiaro che noi non pensiamo affatto che l’incontro
dell’8 gennaio uscirà con una soluzione. Certo, qualcosa sarà più
chiaro, almeno delle intenzioni effettive del governo, non le ipotesi
che si succedono sui giornali.A nostro giudizio è “l’accordo
segreto” Fitto/Mittal che andrà avanti, ma certamente senza una
soluzione vera; e il proseguio di questo è che Invitalia farà un
passo indietro.Per dirla brutale: non è la Morselli che se ne va ma
Bernabè.L’alternativa per loro è una sola, non la
nazionalizzazione ma l’amministrazione straordinaria.Ove Mittal non
ottenesse il risultato previsto dall’”accordo segreto” con
Fitto, che poi è Meloni, secondo i particolari ampiamente illustrati
dalla stampa, l’Amministrazione straordinaria – come peraltro
sono costretti a dire i dirigenti dei sindacati confederali, sarà
senz’altro un rimedio peggiore del male in materia di tutela degli
interessi dei lavoratori.
I lavoratori, al di là delle
dichiarazioni dei segretari dei sindacati confederali e dei loro
megafoni sui posti di lavoro, non hanno voce in capitolo. La verità
è che dal 1° gennaio parte la nuova cassaintegrazione unilaterale,
e i sindacati confederali non sono riusciti neanche a produrre un
congelamento di essa, in attesa di…
Drammatica resta la situazione dell’appalto, qui le aziende AIGI hanno chiesto un incontro urgente ai sindacati per comunicare una cassintegrazione generalizzata. Pur essendo differenziate le situazioni nell’appalto, come lo sono state e lo sono tuttora in relazione agli stipendi e 13°, è chiaro che tutte le Ditte dell’appalto a macchia d’olio, a catena, possono trovarsi nelle stesse situazioni, sia nella zona industriale che al porto.Alla Castiglia gli operai organizzati dallo Slai cobas stanno continuando a battersi comunque per la proroga dei contratti in corso almeno ad un anno e passaggio a tempo indeterminato il più presto possibile, all’interno della difesa del contratto metalmeccanico - contro contratti multiservizi voluti dai padroni e sottoscritti dai sindacati.
Comunque per noi la settimana 8/12 gennaio è quella dello sciopero, della non accettazione di alcun ricatto, né di Acciaierie né dei padroni dell’appalto, e meno che mai come garanzia “paracadute” offerta dal governo.
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