Riuscito sciopero delle operaie Slai Cobas dell’appalto al Salumificio Beretta di Trezzo. Non solo per le conseguenze produttive, ma per la sorpresa di un partecipato sciopero, quando i padroni dell’appalto e della fabbrica pensavano di aver la situazione pienamente sotto controllo.
Un controllo che classicamente marcia su piani diversi. L’abuso di potere, per una forma di repressione strisciante, capi che urlano per avere ragione e usano le maldicenze per creare diffidenza tra le operaie; i diritti trasformati in mercato con permessi, turni favorevoli, mansioni e linee a scelta, ‘mi fai il sabato ti do il permesso…’ dove lo scambio di favori mira ad ottenere la fedeltà produttiva da una parte di lavoratrici in cambio di concessioni mirate, penalizzando le operaie scomode per staccarle dal sindacato.
Dividere e scoraggiare le operaie per contenere gli episodi di ribellione, che non si sono mai fermati.
Per imporre la produzione di Beretta, penalizzante per tutte le operaie, amiche o ribelli, per i ritmi, la flessibilità, le conseguenze sulla salute, dove persino i problemi tecnici finiscono per investire le operaie, ad esempio con i nuovi prodotti. Prima la produzione, le linee non si devono fermare, e le operaie con la ‘paga dimezza’ dal meschino Multiservizi dell’inconsistente appalto, si devono arrangiare a trovare soluzioni, facendo le veci dei tecnici strapagati di Beretta.
Aumenta inevitabilmente lo stress, la fabbrica è diventata invivibile. Lo sciopero ne è stato un segno.
Attualmente oltre alle operaie Slai Cobas una parte è iscritta alla Cgil che si è degnamente sostituita alla Uil nella collaborazione produttivistica e nella sottomissione sindacale ai padroni. Uil chiamata in fabbrica per firmare il cambio appalto e un accordo che ha ridotto il salario alle operaie e poi sparita ‘prendi i soldi e scappa’. Allo sciopero e in generale alle rivendicazioni, dividendo le operaie non partecipa la Cgil, che invece in occasione della recente contestazione dei sabati straordinari tramite le sue delegate ha raggiunto un intesa di 20 eu in tikets, buoni spesa, per incentivare i sabati e fermare la protesta.
Condizioni di lavoro che si aggiungono al rifiuto di Beretta Spa e Mpm Spa, alle legittime richieste di incontro delle lavoratrici e dello Slai Cobas per il rinnovo del contratto integrativo aziendale concluso il 6.08.2021 tra Slai Cobas la coop The Workers, con la garanzia con la clausola al punto 7 -controfirmata da Beretta Spa e Fresco Food- del posto di lavoro al Salumificio F.lli Beretta di Trezzo, alle operaie in appalto. Contratto in scadenza il 30.09.24.
Con le sue parole un’operaia ha reso l’idea molto bene ‘la pazienza è finita’ oggi sciopero.
Per
le richieste di incontro ignorate, contro l’autoritarismo, le
condizioni di lavoro sempre al limite che scaricano tensioni,
problemi produttivi, fatica sulle operaie rendendo il reparto
invivibile, hanno quindi innescato lo sciopero del 6 settembre per tutta la giornata e i reparti dell'appalto.
Come provvedimento di urgenza a tutela della salute e dei diritti delle operaie chiediamo l’applicazione immediata e comunque fino al raggiungimento di un nuovo accordo aziendale, delle velocità e delle condizioni di lavoro esibite durante le visite clienti.
In secondo luogo che venga aperta ora la trattativa con Slai Cobas sc per il rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale, base normativa per le condizioni di lavoro in fabbrica, e per risolvere la discriminante, medioevale, vergognosa questione dell’appalto, con diritti e paghe differenziate, per fare lo stesso lavoro nello stesso reparto sulle stesse macchine.
Che significa meno 400 euro mese per le operaie Mpm rispetto alle colleghe Beretta!!
Stessa fabbrica? Lavoro uguale?
Uguaglianza nei diritti, nelle paghe, assunzione Beretta per tutte/i.
SLAI COBAS per il sindacato di classe
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