SEDE LEGALE E NAZIONALE TARANTO VIA LIVIO ANDRONICO, 47 tel 099/4792086 347/5301704 slaicobasta@gmail.com
mercoledì 20 novembre 2024
lunedì 18 novembre 2024
GLI OPERAI BELGRAVIA IN SCIOPERO CONTRO AGLI ATTACCHI PADRONALI DECIDONO DI PORTARE LA LORO LOTTA DENTRO LO SCIOPERO GENERALE DEL 29 NOVEMBRE DELLA RIVOLTA SOCIALE
In fabbrica le paghe sono differenziate e basse di partenza per il Ccnl agricolo, che impone un regime di fabbrica dove la produzione industriale è gestita arbitrariamente come produzione agricola, senza la garanzia della continuità lavorativa, e con una paga da fame ridotta rispetto ai CCNL industriali.
Una imposizione basata sulla complicità di Cgil Cisl Uil che assumono le decisioni dei padroni di tagliare la paga e i diritti agli operai applicando un CCNL agricoli e florovivaisti. Per meglio farlo in questo caso hanno strutturato un doppio livello di applicazione del CCNL nazionale, che rafforza il loro ruolo a livello locale nella gestione e controllo dei lavoratori, in stretta collaborazione con i padroni. Che proprio per questo li riconoscono ai tavoli di trattativa senza difficolta’.
Nello sciopero i lavoratori si stanno schierando. Da una parte chi fa il crumiro, chi si illude così di avere qualche riconoscimento speciale dall’azienda tradendo la lotta dei compagni in sciopero (la cronaca e la storia delle lotte su questo dicono che le promesse dei padroni durano molto poco). Per intanto i padroni si vantano di aver ordinato pizza per tutti, straordinariamente fatta arrivare in fabbrica per sfamare gli operai che hanno fatto la doppia giornata in sostituzione degli operai in sciopero, richiamati anche da casa.
Dall’altra chi rompe con la rassegnazione e prende coraggio e nella lotta diventa più precisa anche la denuncia della vita e della produzione nello stabilimento. Pesanti sono le condizioni di lavoro, non per
venerdì 15 novembre 2024
15 novembre - PALERMO: SPARI A SCUOLA, LO SLAI COBAS sc DENUNCIA
Lo Slai Cobas per il sc denuncia come gravissimo quanto accaduto a Palermo nella scuola statale Borsellino, Istituto Comprensivo a Piazza Magione, dove alcuni giorni fa all’interno di una iniziativa didattica per la sicurezza stradale alcuni vigili urbani, simulando un arresto, con l’ausilio di un cane addestrato hanno sparato colpi di pistola a salve davanti ai piccoli alunni della scuola dell’infanzia e della scuola primaria.
I bambini in particolare della scuola dell’infanzia si sono impauriti e hanno iniziato a piangere, si legge in un quotidiano locale “«Papà lo sai questa mattina hanno sparato a scuola per uccidere il cattivo, si è sentito dire un genitore dalla figlia di 4 anni appena tornata dall’asilo. “Lo giuro, per un secondo mi si è gelato il sangue nelle vene – racconta il genitore – poi mi ha spiegato cosa era successo e sono rimasto sconvolto, senza parole» (da La Repubblica Palermo).
E’ paradossale che la Dirigente Scolastica che ha subito preso le distanze dall’iniziativa non sapesse nei dettagli come questa sarebbe stata svolta, così come minimo sono ipocrite le scuse del Comandante dei vigili urbani alle famiglie dei bambini mentre ha fatto presente che da ora in poi queste iniziative non si organizzeranno più nelle scuole di primo grado ma alle superiori si. Per gli studenti delle scuole di secondo grado nella scuola attuale che tanto piace al governo Meloni le esercitazioni militari e poliziesche vanno invece bene!
Ed è stato assolutamente vergognoso utilizzare, per giustificarsi, il fatto che parecchi bambini della scuola primaria abbiano applaudito, ma i bambini sono bambini appunto e in generale seguono gli esempi, le incitazioni che arrivano dai cosiddetti adulti, da chi li dovrebbe educare, vedi alcune maestre che hanno incitato i bambini ad applaudire come si sente nel video pubblicato e diffuso sui mass media.
Da più parti si è sollevato nell’immediato lo stesso interrogativo: cosa c’entrano gli spari, la simulazione di un’azione repressiva con una iniziativa didattica volta alla sicurezza stradale?
E se l’interrogativo è logico e naturale, purtroppo invece non c’è affatto da sorprendersi poiché anche questa negativa “lezione” fatta nella scuola di Palermo si inserisce nella concezione e azione concreta del governo Meloni/Valditara che mentre si riempie arrogantemente la bocca di “legalità” a scuola, di “educazione alla convivenza civile” di “educazione civica” e via dicendo, nei fatti vuole invece sempre più imporre una scuola che deve sempre più essere quella dell’alternanza scuola-lavoro al servizio della logica militare e della guerra, quella in cui agli studenti si insegna come usare il manganello, vedi l’osceno caso di Genova, la scuola del voto in condotta e della repressione, dell’umiliazione degli studenti alla Valditara maniera e contemporaneamente della loro irregimentazione, e come si vede già sin da quando sono piccoli.
Esprimendo solidarietà agli alunni e ai genitori che hanno giustamente protestato, non possiamo che ribadire che questa scuola deve essere rigettata e combattuta ma per farlo occorre lottare ad ampio raggio contro il governo Meloni.
Slai Cobas per il sindacato di classe Palermo
articolo della stampa
Venerdì, 15 Novembre 2024
Gli spari dei vigili a scuola e la simulazione dell'arresto, la preside: "Drammatica sottovalutazione, chiedo scusa a tutti"
UBBIDIRE AI PARONI VUOL DIRE MORTE E MISERIA, ALIMENTIAMO LA RIVOLTA. VERSO LO SCIOPERO DEL 29 NOVEMBRE
L’uomo aveva 54 anni e stava effettuando lavori di ristrutturazione sul tetto di un capannone a Pozzuolo Martesana, all'interno del polo logistico della Dhl. La vittima sarebbe un operaio di una ditta esterna che stava effettuando lavori di ristrutturazione. Per fare i rilievi sono arrivati i carabinieri di Pioltello, il personale di Ats Milano Est e le autorità giudiziarie.
Secondo una prima ricostruzione l'uomo, un operaio di origine argentina, durante un lavoro di rimozione copertura isolante sul tetto e posa della nuova, a causa di un cedimento, è precipitato dal tetto nella tromba delle scale interne. Ha sbattuto violentemente la testa procurandosi una grave lesione al cranio. E' morto sul colpo.
Anche questo operaio
è stato mandato sul tetto a lavorare da un padrone in appalto, da un
capo che diceva ‘qui comandiamo noi, sappiamo cosa è giusto fare,
tu devi solo ubbidire!!!’ E invece il tetto non ha retto il suo
peso condannandolo a morte.
In questa guerra
quotidiana del profitto, dove a morire sono solo i lavoratori, ci
vuole un cambio di passo. Rispondere,
con fatti piccoli e grossi, da far crescere, da unire in una RETE NAZIONALE. Reagire, ribellarsi.
Lo sciopero
improvviso dell'altro giorno delle operaie in appalto al Salumificio Beretta dello Slai
Cobas, che dopo le offensive e fascisteggianti parole dei capi rivolte alle contestazioni delle operaie sul modo di lavorare
‘andate al Mc Donald se volete fare polemiche, i lavoratori non
hanno diritto di parola nelle decisioni dell’azienda…’ è stato
giusto. E' ancora una goccia nel mare della classe opeaia, ma è un segnale.
Ribellarsi, reagire
è la strada per recuperare dignità, forza e sicurezza nelle fabbriche.
È un esempio che denuncia come la Cgil sia tutto il contrario di così. Cgil che per l’appalto Beretta viene chiamata alla trattativa da Mpm in funzione anti Slai Cobas, perché pronta a firmare un accordo aziendale che porta indietro la tutele e la condizione delle operaie. Dalle operaie che scelgono e fanno il sindacato, torna il modello del sindacato dove le operaie subiscono e non hanno voce né diritto di sapere. Invece che protagonismo, sottomissione. Un sindacato che accetta il sistema dei padroni ‘quello del comando io, voi non avete diritto di parola, noi sappiamo cosa fare…’. Perchè sostanzialmente si comportano allo stesso modo!!
Contestiamo con tutti i mezzi un Accordo Aziendale alle spalle delle operaie, misero e allineato a difesa dell’appalto. Contro padroni e sindacati amici dei padroni vale la stessa lotta, e la porteremo nello sciopero generale nazionale del 29 novembre, perché se Landini ha dichiarato in tv ‘che ci vuole la rivolta sociale’, questa rivolta non può restare una vuota dichiarazione, ci vuole veramente e va alimentata a partire dalle fabbriche.
SLAI COBAS per il sindacato di classe
giovedì 14 novembre 2024
14 novembre - FORMAZIONE OPERAIA: MARX A TARANTO
Invitiamo i lavoratori x giovedì 14 ore 16.30 biblioteca comunale
piazzale Bestat - interviene prof Di Marco ex direttore dipartimento
filosofia università Federico secondo Napoli Nella situazione di oggi sempre più difficile per i lavoratori,
è importante comprendere il perchè attraverso l’analisi scientifica
della crisi del capitalismo e della contraddizione capitale / lavoro un ciclo di formazione marxista rivolta a avanguardie operaie e di
lotta Slai Cobas sc - Taranto
mercoledì 13 novembre 2024
13 novembre - Dal bog di C. Soricelli: Con Salvini al Governo i morti aumentano del 25%
Salvini chieda perdono ai familiari dei lavoratori anziani morti sul lavoro. Ha preso i voti in tutte le ultime elezioni dicendo che avrebbe abolito la Legge Fornero ma lui e il suo partito l'hanno addirittura peggiorata facendo aumentare in modo angosciante i lavoratori morti in tarda età. Un morto si tre sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni, col governo nel quale lui è ministro i morti sul lavoro sono aumentati di oltre il 25% se si considerano morti sul lavoro non solo gli assicurati a Inail ma anche i morti in nero e quelli assicurati a altri Istituti. È su queste cose che si fa opposizione cari Schlein, Conte, Fratoianni e Gribaudo. Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro.
13 novembre - info: ETERNIT BIS, OVVERO I PADRONI NON VOGLIONO PAGARE I LORO CRIMINI
Oggi, in tribunale a Torino, prima udienza del processo Eternit Bis
Ad inizio udienza è stata ricordata con un video la figura di Romana Blasotti Pavesi, storica presidente di Afeva
13.11 ore 17:43. Si è aperto oggi, in una delle maxi aule del Palazzo di giustizia di Torino il processo d'appello Eternit bis per le morti provocate dall’esposizione ad amianto a Casale Monferrato, nell’Alessandrino.
Prima udienza del processo Eternit Bis
Il ricorso è stato presentato dai difensori di Stephan Schmidheiny, in seguito alla sentenza della Corte d'Assise di Novara del 7 giugno 2023, che aveva condannato il magnate svizzero a 12 anni di reclusione per omicidio plurimo aggravato di centinaia di cittadini e lavoratori. Allo stesso tempo il ricorso è pure
da parte della Procura a causa del reato derubricato in omicidio colposo e non doloso.
I procuratori generali Sara Panelli e Gianfranco Colace hanno chiesto la rinnovazione del dibattimento per dimostrare la responsabilità dell’imputato anche su alcuni dei casi per i quali era stato scagionato. I decessi presi in esame nel corso del procedimento sono stati 392. La condanna, a Novara, è stata pronunciata per 147, mentre la prescrizione è stata dichiarata per 199.
Ad inizio udienza è stata ricordata con un video la figura di Romana Blasotti Pavesi, storica presidente di Afeva mancata lo scorso settembre. Si torna in aula mercoledì prossimo.
Processo Eternit Bis, al via il ricorso in appello a Torino
martedì 12 novembre 2024
12 novembre - CLA INFORMAZIONE: VITTIMA, 69 ANNI, SUL LAVORO A LUCCA
Operaio muore travolto da un carrello elevatore alla
cartiera ‘Modesto Cardella’ in via dell’Acquacalda a San
Pietro a Vico
Lucca, 12 novembre. Incidente sul lavoro, questa mattina, poco dopo le ore 9.30.
È un dipendente della cartiera, l'operaio travolto da un carrello elevatore mentre lavorava in un capannone della ditta. A morire, Luca Cavati di 69 anni, residente in provincia di Pistoia.
Sul luogo dell’incidente sono arrivati i parenti dell’operaio deceduto, la moglie e due figlie, che hanno chiesto con insistenza, fra le lacrime, di poter vedere il loro congiunto.
Sul posto, anche il magistrato di turno della Procura di Lucca, che ha disposto la rimozione della salma per il trasporto in obitorio a disposizione dell’autorità giudiziaria.
A causa dell’incidente è stata annullata l’inaugurazione del parcheggio a servizio della scuola di San Pietro a Vico prevista nel pomeriggio alle 14,30.
COORDINAMENTO
LAVORATRICI E LAVORATORI AUTOCONVOCATI PER L'UNITA' DELLA CLASSE
domenica 10 novembre 2024
10 novembre - Christian Raimo sospeso dall'insegnamento - lo Slai cobas per il sindacato di classe si unisce alla solidarietà e invita tutti a esprimerla
Insegnante, segretario nazionale dell'Unicobas Scuola & Università
giovedì 7 novembre 2024
7 novembre - Slai Cobas Palermo: "I diritti basilari degli studenti disabili non sono carta straccia"
articolo/comunicato su palermotoday
Mancato affidamento del servizio di assistena igienico - personale specializzata
Nota - Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday
Per le istituzioni i diritti basilari non devono esistere! Continua la vergogna istituzionale dalla Regione Siciliana Schifani/Albano alla Città Metropolitana di Palermo in merito al servizio di assistenza igienico personale specializzato verso gli studenti disabili delle scuole superiori. Una gestione assolutamente indegna del servizio che è stato avviato come ogni anno solo dopo che la scuola era iniziata e a seguito delle proteste messe in campo già dai primi di settembre degli Assistenti in lotta e di genitori, ma che da un lato avanza con mini proroghe inaudite (oggi 31 ottobre scade la seconda proroga) e dall'altro non è ancora garantito per tutti gli studenti disabili. Una gravissima mancata attivazione del servizio ad oggi verso diversi alunni e alunne disabili delle scuole superiori che ne hanno pienamente diritto, segnalati da settimane agli uffici delle Politiche sociali della Città Metropolitana da questa O.S., a seguito di una capillare ricognizione, che risponde e si giustificherebbe con motivazioni assurde in merito a documentazioni ancora mancanti, inaccettabili perchè non solo non si può e non si deve arrivare a fine ottobre con la documentazione ancora non a posto ma soprattutto perchè le problematiche di comunicazione e collaborazione con le scuole, le Asp ecc si devono risolvere a monte, in modo preventivo, prima che inizi la scuola e su questo invece non vi è alcuna seria programmazione così come dalla Regione non si risolve vergognosamente la questione delle risorse.
E' in atto pertanto nei confronti degli studenti ancora senza servizio l'ennesima interruzione di pubblico servizio mentre restano ancora senza lavoro Assistenti specializzati che non sono rientrati ad oggi nelle scuole, siamo di fronte all'ennesima operazione per risparmiare di fatto risorse ma solo sulla pelle di studenti, famiglie e operatori. Immediata deve essere l'attivazione del servizio di assistenza igienico personale specializzato per tutti gli alunni che ne hanno diritto, ricordiamo che si tratta di servizi essenziali che devono rispettare il carattere vincolante del PEI per ogni alunno e che non possono essere sottoposti a vicoli di bilancio così come previsto dalle sentenze della Corte Costituzionale fino alla più recente sentenza del Tribunale di Torino del 15 ottobre 2024. in caso di mancato sblocco a breve della situazione riprenderà dalla prossima settiamana la mobilitazione, difendere e affermare diritti basilari è necessario e giusto.
7 novembre - LA LUNGA LISTA DI MORTI, ASSASINI, DI LAVORATORI SUL BLOG DI C. SORICELLI, DOVE EMERGE L'AUMENTO DI LAVORATORI CHE DOVREBBERO ESSERE IN PENSIONE E LAVORATRICI/OPERAIE
giovedì 7 novembre 2024
Orribile morte di Alfonso Pannullo che a 64 anni doveva essere in pensione
Terribile morte di ALFONSO PANNULLO un autotrasportatore salernitano di 64 anni, morto nel ferrarese alle 4 di mattina mentre trasportava merce: esce di strada con il camion, che si incendia con lui dentro che morto bruciato vivo. E' il 127esimo autotrasportatore che è morto quest'anno, un'autentica impennata dei morti in quest'ambito: la deregolamentazione, il precariato, la possibilità di non andare in pensione in tarda età hanno provocato questa utentica ecatombe, purtroppo anche di donne che muoiono guidando camion e furgoni
mercoledì 6 novembre 2024
Sylvia Pallischeck è una donna che guida un autoarticolato
La parità di genere L'autotrasportatrice Sylvia Pallischeck di 61 anni muore nel piazzale di una ditta nel padovano, travolta da un camion di un collega. Le donne muoiono numerosissime sulle strade
Spariscono in Toscana nei primi 9 mesi del 2024 oltre la metà dei morti sul lavoro: i 30 sono i morti di INAIL ma altrettanti, più itinere spariscono nel nulla, siamo a questa mattina a 81 morti complessivi
Tra Gennaio e Settembre in Toscana si sono verificate 30 morti sul lavoro. INAIL...
mercoledì 6 novembre 2024
martedì 5 novembre 2024
5 novembre - Da Taranto: Massima solidarietà agli operai della Hiab in lotta
Lo Slai Cobas per il sindacato di classe esprime la massima solidarietà agli operai della Hiab in lotta da diverse settimane per difendere il lavoro, a fronte della decisione dell'azienda di chiudere la fabbrica e trasferire parte della produzione nello stabilimento di Minerbio e la delocalizzazione negli altri siti di Spagna e Polonia. Oggi vi è un nuovo incontro al Mimit, che potrebbe essere decisivo. Ma, come dicono gli operai: siamo pronti a proseguire la mobilitazione qualora non dovessero emergere soluzioni.
Riportiamo un articolo apparso su Il Manifesto:
Occupata la Hiab, “la Ferrari delle gru” «No a chiusura e delocalizzazione» La Hiab è un’azienda svedese che produce attrezzature per la movimentazione dei carichi su strada. Fa parte di un conglomerato finlandese, la Cargotec, nata nel 2005 da uno scorporo della Kone, per consentire la quotazione in borsa dei due rami. La storia si sta ripetendo oggi: la Cargotec vuole infatti scorporare i suoi tre rami, la MacGregor, la Kalmar e la stessa Hiab. A luglio, Kalmar è stata scorporata e quotata alla borsa di Helsinki, mentre MacGregor sarà presto venduta, rendendo così Hiab una società autonoma più snella e appetibile, chiudendo qualche stabilimento e mandando a casa i suoi lavoratori. La scelta è ricaduta sulla fabbrica tarantina, dove 103 tra operai specializzati (tanti) e impiegati (pochi) producono gru di piccola e media portata ad alto livello e componenti per le gru di grossa portata a Minerbio (Bologna). A FABBRICA DI STATTE assieme a quella di Minerbio facevano parte della Effer, azienda italiana che Hiab ha acquisito nel 2018. Col marchio Effer gli operai tarantini hanno continuato a produrre quelle che a loro dire sono considerate «le Ferrari delle gru». I NUMERI DANNO LORO RAGIONE: nel 2022 Hiab ha registrato ordinativi record. Tuttavia, approfittando del fisiologico calo degli ordini nel 2023, l’azienda ha prima lasciato a casa gli oltre 100 lavoratori interinali e poi a luglio ha comunicato una riduzione dell’organico poco inferiore al 40% (soglia massima consentita dai decreti anti-delocalizzazione per non restituire i contributi percepiti negli ultimi 10 anni). Parte della produzione sarà trasferita a Minerbio assieme a 25 unità lavorative, mentre per altre 7 si aprirà la strada del prepensionamento. Per gli altri lavoratori, con età media sui 50 anni, l’azienda non ha dato risposte. Tutto lascia però presagire che lo stabilimento di Statte sarà presto delocalizzato negli altri siti in Spagna e Polonia.
lunedì 4 novembre 2024
venerdì 1 novembre 2024
PONTERANICA E PER TUTTE LE MORTI DEL PROFITTO, SERVE LA RIBELLIONE OPERAIA E UNA RETE NAZIONALE DELLA SICUREZZA
Il vecchio muro di contenimento di sassi e cemento che per anni ha retto il peso della collina ora è gravato del peso del cantiere della metropolitana leggera, poi le forti piogge che hanno allagato gli scavi, a giugno la zona è stata interessata da una grossa inondazione, ripetuta in modo più grave ed esteso a settembre che ha pesantemente messo sott’acqua e fango auto case negozi cantieri con danneggiamenti alle strutture immediati e potenziali...
La morte di Valentin
Forian Palade di 44 anni, residente a Brescia e fino al mese scorso
in un cantiere veneto, ha messo in moto le domande del giorno dopo
che portano al fatto di come fosse possibile per Valentin lavorare da
solo in quella posizione e condizione.
Ma nei media sono appunto gli interrogativi del giorno dopo, quelli che accompagnano la tragedia. Agitata nella maggior parte della stampa questa parola suona come una campana a morto, trasformata in un sinonimo di ‘fatalità’. Il dramma vero è quello che colpisce le famiglie, il dolore che investe gli amici, i conoscenti e i lavoratori in generale perché il profitto uccide un loro fratello di classe.
I muri non crollano da soli, gli operai non vengono investiti da materiale inanimato, ma come un'ancora di salvezza tutti quelli coinvolti, dai padroni ai sindacalisti si buttano sui tecnici del servizio Psal di Ats che sta indagando 'per accertare le reali cause e se fossero applicate tutte le misure di sicurezza’. E intanto ci dicono le statistiche un altro cantiere diventerà una tomba, un altro operaio sarà colpito da un pezzo di metallo...
giovedì 31 ottobre 2024
31 ottobre - DA PALERMO IN LOTTA
La nostra dignità lavorativa non è in svendita! No agli incentivi elemosina del PNRR per imporci nuovi adempimenti che non ci spettano come Nuova Passweb
Siamo passati dagli annunci del MIM di aprile scorso sul liberare le segreterie scolastiche delle scuole dalla gravosa incombenza di "Nuova Passweb" dell'INPS in merito alla lavorazione delle cessazioni dei dipendenti, all'annuncio di oggi del Consiglio dei Ministri che all'interno di un incremento del FMOF di 13.7 milioni di euro a sostegno delle azioni PNRR ci sarebbe un riconoscimento economico per il personale amministrativo per la gestione delle pratiche pensionistiche, usando obbligatoriamente l'applicativo "Nuova Passweb": 160 euro lordi annui per scaricarci adempimenti che non ci competono affatto.
La nostra dignità lavorativa non è in svendita!
Non sono questi incentivi, peraltro da offensiva elemosina, la soluzione a problemi che non fanno che aggravare la già pesante condizione lavorativa delle segreterie scolastiche a cui negli anni si è scaricato in termini di adempimenti tutto e il contrario di tutto. Noi non ci stiamo!
E alla beffa si unisce anche il danno visto che il governo Meloni/Valditara si accinge a tagliare nuovamente sugli organici ATA, vedi la legge di Bilancio prevista per il 2025!
Continuiamo a lotta perché il MIM deve prendere una netta e chiara posizione in merito alla condizione di lavoro del personale Amministrativo a partire dall'implementare in maniera significativa gli organici, dal porre in atto le assunzioni in ruolo per tutti i precari, dal liberare una volta e per tutte le segreterie da incombenze che non sono previste nè per legge nè da contratto, come appunto "Nuova Passweb" esclusiva dell'Ente INPS.
COMITATO Assistenti Amministrativi segreterie scolastiche AA.PP Palermo e Prov oggi intervengono allo sciopero scuola e del pubblico impiego
mercoledì 30 ottobre 2024
30 ottobre - info: LORENZO PARELLI, MORTO A 18 ANNI AL SUO ULTIMO GIORNO DI ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO. CONDANNE IN PRIMO GRADO. Una sentenza vergognosa che non rende giustizia..
a Lorenzo, a Giuliano e Giuseppe, assassinati dallo sfruttamento a costo zero che l'alternanza scuola/lavoro produce e l'impunità per imprese e governo che legifera
Sono arrivate le condanne in primo grado per l’omicidio sul lavoro dello studente Lorenzo Parelli, morto a 18 anni in un’azienda mentre svolgeva l’ultimo giorno di PCTO, lo stage scolastico.
Tre anni di reclusione per Claudio Morandini, l’operaio che quel giorno era affiancato allo studente e che si era allontanato dalla postazione, e due anni e quattro mesi per Emanuele De Cillia, il tutor aziendale, assente il giorno dell’incidente a causa del Covid. Accettato il patteggiamento di tre anni per l’imprenditore Pietro Schneider e una sanzione di 23 mila euro per la sua azienda.
Era il 21 gennaio 2022 quando Lorenzo Parelli, uno studente di soli 18 anni, all’ultimo giorno di alternanza scuola/lavoro, moriva in un’azienda di Lauzacco (Udine). Lorenzo venne schiacciato da una putrella cadutagli addosso durante dei lavori di carpenteria metallica.
Non fu “solo” l’ennesimo omicidio sul lavoro. Da lì a pochi mesi morirono altri due studenti durante i PCTO, la cosidetta “alternanza scuola-lavoro”: Giuliano De Seta, 18 anni, studente al quarto giorno di stage lavorativo, moriva mentre si trovava dentro la Bc Service, di Noventa di Piave (Venezia) schiacciato da una pesante lastra di ferro; Giuseppe Lenoci, 16 anni, moriva a bordo di un furgone impegnato in un percorso di formazione professionale svolto al CFP di Fermo per un’azienda termoidraulica quando a Serra de Conti (Ancona).
Il 2022 fu un anno segnato da ampie proteste studentesche all’interno degli istituti scolastici italiani, piegati dal peridio pandemico della didattica a distanza. Le morti dei giovanissimi studenti durante i PCTO innescarono una serie di occupazioni e manifestazioni che chiedevano l’abolizione dell’alternanza scuola/lavoro. La risposta fuorono manganellate, arresti e denunce.
martedì 29 ottobre 2024
29 ottobre - info solidale 2: Prato Operaio preso a bastonate nella Piana toscana...ma non solo
...ma anche una perquisizione pretestuosa ai rappresentanti del Sudd Cobas che stavano andando a prendere l'operaio all'ospedale
“Sappiamo che sei stato al sindacato”. E giù bastonate, alle braccia e al volto, a un operaio pakistano di 22 anni che aveva denunciato al Sudd Cobas turni di 12-14 ore al giorno, lavoro nero e abusi di ogni genere da parte dell’azienda e del caporale che ne gestisce la forza lavoro. Questa volta è successo a Quarrata, ai confini occidentali del “distretto parallelo” del settore del pronto moda, del tessile e delle confezioni, perlopiù a conduzione cinese, che si è via via allargato in tutta la Piana fiorentina, pratese e pistoiese.
La risposta dei lavoratori e del sindacato di base non si è fatta attendere. Dopo che Tahla, l’operaio aggredito, si è fatto medicare (sette i giorni di prognosi) al pronto soccorso dell’ospedale Santo Stefano di Prato, sotto l’azienda Vot International è partita la contestazione: “Sciopero, sciopero. Toccano uno, toccano tutti”. La mobilitazione non ha riguardato solo la Vot International, dove si confezionano divani. Anche in altre due aziende del pistoiese, riconducibili agli stessi proprietari, i lavoratori sono entrati in agitazione e hanno incrociato le braccia.
Il sindacato di base ricorda che l’azienda di Quarrata “è stata oggetto recentemente di controllo da parte dell’Ispettorato del lavoro, che aveva avuto modo di riscontrare diverse irregolarità. Ma lo sfruttamento in fabbrica è proseguito già dal giorno dopo il controllo, proprio come avveniva prima”.
Appena quattro giorni fa il Pd di Prato aveva organizzato la sua assemblea provinciale a Seano, dove all’inizio del mese c’era stata un vera e propria aggressione squadrista a un presidio di protesta nell’ambito dello Strike Day, mobilitazione messa in cantiere dal Sudd Cobas per chiedere il rispetto dei contratti collettivi nazionali di settore e orari regolari di lavoro, 40 ore la settimana e non 70 come molto spesso accade nella maggior parte delle aziende del comprensorio.
Nell’occasione il segretario pratese dei dem Marco Biagioni aveva lanciato un appello: “Siamo chiamati a fare tutti gli sforzi possibili per salvaguardare il distretto e le tante imprese che operano nella legalità, combattere la concorrenza sleale, tutelare chi lavora. Non ci voltiamo dall’altra parte: il fenomeno dello sfruttamento nel nostro territorio esiste, va riconosciuto e combattuto con tutte le nostre forze”.
Impietosa l’analisi della situazione: se in Toscana oltre il 9% dei lavoratori è irregolare, nella Piana della Toscana centrale la percentuale del lavoro nero, grigio e a cottimo si alza in maniera impressionante. Di qui l’esigenza di contrastare l’illegalità e lo sfruttamento con maggiori controlli, come ha scandito il presidente regionale Eugenio Giani: “Occorre una forte azione di controllo da parte delle forze dell’ordine, così come già avvenuto anche in passato grazie al progetto ‘Lavoro sicuro’”.
Al tempo stesso, visto che i soli controlli non bastano almeno a giudicare dalla puntuale denuncia del Sudd Cobas, dall’assemblea dem è emersa anche la necessità, quanto mai urgente, di incentivare la formazione dei lavoratori, quasi tutti migranti, assicurando loro i più elementari diritti civili e sociali a partire dalle regolarizzazioni. In parallelo, il Pd propone di “sostenere la buona impresa anche attivandoci per offrire sgravi fiscali a chi assume lavoratori che hanno presentato denunce di sfruttamento”.
Sudd cobas Prato Firenze
PERQUISIZIONE “ANTIDROGA”… O ANTISCIOPERO? Domattina tuttə a Quarrata!
Mentre insieme a un lavoratore della Vot International e un’altra attivista del sindacato ci recavamo a Pistoia per andare a trovare l’operaio aggredito ancora in ospedale, siamo stati fermati dai Carabinieri.
I nostri corpi e la nostra auto sono stati stata perquisiti alla “ricerca di armi ed esplosivi”. L’intervento avvenuto alle 2 del pomeriggio in una strada trafficata è stato giustificato - si legge dai verbali rilasciatici - “in quanto la presenza non appariva giustificabile, in relazione a specifiche e concrete circostanze di tempo e di luogo”. Alle 16:00 era convocato lo sciopero alla Vot.
Invece di individuare e punire immediatamente i caporali responsabili della gravissima aggressione a colpi di bastoni di oggi, i carabinieri provano a intimidire i sindacalisti.
Siamo nella Repubblica italiana nel 2024 o nell’Italia fascista del 1922? Il problema sono lo sfruttamento selvaggio fatto di lavoro nero, i turni di 12 ore e le spedizioni punitive a colpi di bastonate… oppure il sindacato che lotta per opporsi a tutto questo? Qualcuno dovrà dare spiegazioni.
29 ottobre - info solidale: ARMI ALL’AEROPORTO (CIVILE) DI MONTICHIARI: SEI GIORNI DI SOSPENSIONE CONTRO LAVORATORE BRESCIANO DELL’USB
da radio onda d'urto
Sei giorni di sospensione ai danni di Luigi Borrelli, Rsu e Rls dell’Unione sindacale di base all’aeroporto civile di Montichiari (Brescia), al centro da mesi di iniziative sindacali e politiche contro il materiale bellico che transita, secondo il sindacato di base, dallo scalo bresciano.
Il tutto a un paio di settimane dalla conferenza stampa di Usb Brescia a Montichiari, seguita proprio alla comunicazione di una contestazione disciplinare nei suoi confronti per aver denunciato il carico e scarico di materiale militare presso l’aeroporto civile bresciano, anche ai nostri microfoni.
A denunciarlo la stessa Usb, che in una nota fa sapere: ” A seguito delle denunce e delle iniziative sindacali intraprese dai lavoratori dell’aeroporto civile Montichiari di Brescia negli ultimi mesi, contro l’invio di armi belliche, contro tutte le guerre e per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e della popolazione dei comuni limitrofi all’aeroporto, lunedì pomeriggio (28 ottobre) la direzione della GDA Handling, a seguito della contestazione disciplinare, ha fatto pervenire a Luigi Borrelli un provvedimento disciplinare di sei giorni di sospensione.
domenica 27 ottobre 2024
27 ottobre - info da Taranto: Le lavoratrici di pulizia/ausiliariato asili di nuovo in sciopero!
Si avvicina il secondo sciopero, questa volta del 30 e 31 ottobre per pesare di più.
Nelle due giornate di sciopero faremo presidi
sotto Palazzo di città, dalle ore 9,30.
Chiamiamo tutte a
scioperare e venire in piazza! Se siamo in tante otterremo dei
risultati, perché è solo con la nostra lotta che abbiamo anche
in passato conquistato dei miglioramenti, e così sarà anche ora.
Ma dobbiamo farci vedere, farci sentire, pesare.
Chi si volta dall’altra parte non merita rispetto, perché si comporta come una serva della ditta e del Comune e sfrutta lo sciopero delle altre. Se si pensa realmente ai propri figli, alla propria famiglia, allora anche per loro bisogna scioperare! per andare avanti, per dignità, per dare un esempio che le lavoratrici, le donne soprattutto, non si possono far mettere i piedi in testa.
Noi con lo stato di agitazione, con lo sciopero del 7 ottobre abbiamo già smosso la situazione:
- è in corso una ispezione dell’Ispettorato del lavoro in tutti gli asili per verificare le nostre condizioni di lavoro e sicurezza;
- la nuova assessora ai “servizi educativi” sta facendo un giro negli asili – come da noi sempre richiesto, perché il Comune si renda conto di come dobbiamo lavorare, di come siamo sfruttate e per pochi soldi;
- la ditta questa volta ha dovuto fare un passo indietro rispetto al tentativo di ostacolare lo sciopero, con provvedimenti disciplinari alla delegata dello Slai Cobas;
- intanto sono in corso esposti e ricorsi collettivi.
Con lo sciopero del 30 e 31 ottobre dobbiamo cominciare a vedere dei risultati.
Vogliamo l’aumento dell’orario di lavoro.
Non vogliamo più tutte le sospensioni estive e a natale e pasqua (ci devono ridare il mese che si hanno scippato quest’estate).
Vogliamo un aumento del salario – un “salario minimo” di almeno 9 euro nette all’ora.
Vogliamo sicurezza e difesa della nostra salute:
strumentazione elettrica e meccanica per le pulizie, materiali
idonei, basta con imporci ordini e mansioni che non ci competono.
Vogliamo rispetto!
Dalle lavoratrici in sciopero
26.10.24
venerdì 25 ottobre 2024
giovedì 24 ottobre 2024
24 ottobre - info da tarantocontro: La Procura generale di Taranto non ha accolto (per incompetenza) l'istanza dei nostri avvocati di parte civile - La riformuleremo alla Procura di Potenza
Nello stesso tempo la stessa Procura di Taranto ha scritto che la questione relativa alla competanza può essere prospettata da Potenza o da noi stessi con ricorso alla Cassazione - E SICURAMENTE LO FAREMO!
Dalla risposta della Procura di Taranto (che riportiamo integralmente sotto):
"...le sentenze che possono dar luogo a conflitti di giurisdizione o di competenza a norma dell'art. 28 cod. proc. pen., pur non essendo impugnabili, non si sottraggono all'ulteriore controllo giurisdizionale, perche, qualora diano concretamente luogo al conflitto, questo viene sottoposto, per la risoluzione, alla Corte di Cassazione dal giudice di merito che lo rileva d'ufficio o su denuncia di parte, mentre nel caso che non diano luogo al conflitto, la questione relativa alla competenza, come ipotizzato dagli stessi proponenti, può essere liberamente prospettata davanti al giudice che procede e dedotta anche come motivo di appello e, successivamente, di ricorso per cassazione, laddove il giudice investito non scelga di sollevare il conflitto..."
24 ottobre - Il collasso del Servizio Sanitario Nazionale: un rapporto dettagliato che parla in primiss a tutti gli operatori sanitari....MA
...ma non solo, e che ci dice che è l'ora di combattere contro le bugie e dati falsati del governo fascista Meloni, le sue elemosine, la sua arroganza e repressione (vedi il DDL 1660) che colpisce i diritti (di scioperare; dissentire; di difesa del posto di lavoro; della salute e sicurezza), che continua a finanziare la sanità, per ricchi, privata, che non crea nuove assunzione ed espone gli operatori sanitari alle continue aggressioni da parte di chi è esasperato dal fatto di non poter curarsi e ricevere assistenza, che continua a finanziare le industria delle armi e militarizza gli ospedali. Che ha portato la Sanità Pubblica al collasso mettendo in discussione il diritto universale alla cura per tutti i lavoratori i proletari i migranti le donne e le classi più povere. È ORA DI RIBELLARSI ORGANIZZARSI CACCIARE QUESTO GOVERNO FASCISTA/RAZZISTA/GUERRAFONDAIO. BENE CHE I MEDICI HANNO DECISO DI SCIOPERARE, MA DEVONO ESSERE TUTTI I LAVORATORI, GLI OPERATORI SANITARI E QUELLI DEGLI APPALTI, A SCENDERE IN CAMPO E SCIOPERARE
Slai Cobas sc Sanità
rapporto della Fondazione Gimbe
Il 7° Rapporto della Fondazione Gimbe lancia l’allarme sul futuro del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). I dati su carenza di personale, disparità territoriali e spese sanitarie sempre più a carico delle famiglie evidenziano una situazione di emergenza nazionale. In sintesi: 4,5 milioni di persone hanno rinunciato alle cure nel 2023, di cui 2,5 milioni per motivi economici; c’è un divario di 889 euro di spesa sanitaria pubblica pro capite rispetto alla media dei Paesi OCSE in Europa per un totale di 52,4 miliardi di euro; tra il 2010 e il 2019, sono stati sottratti 37 miliardi di euro alla sanità pubblica, compromettendo gravemente il sistema; la spesa diretta delle famiglie è aumentata del 10,3% solo nel 2023. L’accesso alle cure è sempre più difficile per milioni di italiani e ciò mette a rischio i principi di universalità ed equità sanciti dalla Costituzione. Il 23 dicembre 1978 il Parlamento approvava a larghissima maggioranza la legge 833 che istituiva il SSN in attuazione dell’art. 32 della Costituzione. Un radicale cambio di rotta nella tutela della salute delle persone, un modello di sanità pubblica ispirato da princìpi di universalismo, uguaglianza ed equità, finanziato dalla fiscalità generale, che ha permesso di ottenere eccellenti risultati di salute, che tutto il mondo continua a guardare con ammirazione e che ci ha permesso di superare gli anni bui della pandemia. Ma oggi la tenuta del SSN è prossima al punto di non ritorno e riguarda 60 milioni di persone: non a caso tutti i sondaggi testimoniano che la sanità è diventata la priorità del Paese. Infatti, i princìpi fondanti del SSN sono stati traditi e numerosi problemi condizionano la vita quotidiana delle persone, in particolare delle fasce socio-economiche più deboli:
mercoledì 23 ottobre 2024
23 ottobre - Strage sul lavoro a Bologna: 2 operai morti e 11 feriti gravi.
Questa sera, intorno alle 17, 2 operai sono morti sul lavoro nella fabbrica Toyota Material Handling a Borgo Panigale (Bologna) e 11 feriti sono ricoverati in gravi condizioni.
Si chiamavano Lorenzo Cubello, di 37 anni, e Fabio Tosi che aveva 34 anni, entrambi di Bologna.
Lo Slai Cobas per il sindacato di classe di Ravenna esprime la sua solidarietà e la sua vicinanza ai lavoratori e alle famiglie degli operai di questa fabbrica uccisi dalla logica del profitto padronale.
La manutenzione nelle fabbriche è un costo per i padroni che così creano le condizioni perchè gli operai si infortunino o rischiano la propria vita lavorando nelle aziende!
E' una guerra contro i lavoratori e i lavoratori devono considerarla come tale per dare risposte di lotta adeguate a questa situazione.
L’esplosione si è sentita a molti chilometri di distanza ed è avvenuta all’interno del capannone di questa azienda che si occupa della progettazione e produzione di carrelli elevatori elettrici, montanti e traslatori. Secondo le prime ricostruzioni, la causa dell’infortunio mortale sarebbe da ricondurre al malfunzionamento di un compressore, che, esplodendo, ha provocato il crollo parziale della struttura. L'azienda è una delle principali aziende del distretto meccanico bolognese e occupa circa 850 persone.
Era previsto uno sciopero per la sicurezza proprio per domani, indetto dai confederali, due ore a fine turno. "Qui - denuncia un'operaia interinale - ci sono sempre problemi, soprattutto alla linea 1. Si fanno spesso tanto male, in molti. Si vede da quando uno entra che c'è qualcosa che non va".
Non è possibile cavarsela solo con 2 ore di sciopero, quindi, l'esposizione al rischio-sicurezza degli operai era talmente grave in quella fabbrica. Se i confederali erano arrivati a proclamare uno sciopero per domani addirittura prima che avvenisse la strage vuol dire che questa è ancora una volta una strage annunciata.
Giovedì 24 ottobre le Segreterie Provinciali di FIM, FIOM e UILM hanno indetto una conferenza stampa per spiegare le ragioni dello sciopero del settore metalmeccanico proclamato per l’intera giornata di venerdì 25 ottobre. Per la stessa data il sindacato Sgb ha indetto uno sciopero generale di 24 ore e un presidio sotto la prefettura di Bologna.
Ma su questa strage è sconcertante il comunicato dell'Usb che dice: "La nostra organizzazione, anche per rispetto delle famiglie dei lavoratori coinvolti, non vuole dare ancora giudizi affrettati sugli eventi, rimaniamo in attesa delle indagini sulle dinamiche di questa tragedia" (Sasha Colautti dell'esecutivo nazionale dell'Unione Sindacale di Base).
La difesa della vita degli operai nei luoghi di lavoro ha bisogno di un'altra prassi che non sia solo in ambito aziendale e territoriale. Per portare avanti la loro logica criminale dei profitti, i padroni agiscono all'interno di un sistema che porta avanti i loro interessi, con i governi, con le istituzioni, con i sindacati complici che lavorano per loro. E' ora che gli operai prendano in mano la lotta contro tutto questo sistema criminale basato sul profitto e uniscano attorno ad essi tutti coloro che si impegnano concretamente su questo terreno su di un piano nazionale.
CONTRO LE OPERAIE RIBELLI SLAI COBAS, ALLA BERETTA CGIL E PADRONI SI ACCORDANO. UN PASSO AVANTI DEL FASCISMO PADRONALE.
Martedi 22 ottobre assemblea delle operaie appalto Beretta. Un’assemblea complicata e frazionata dall’introduzione del nuovo turno 6x6, ma necessaria perché dentro una fabbrica nulla si può dare per scontato. Il tempo non basta mai, c'è fretta, ma guai a non guardare dentro il quadro generale della crisi e della guerra, a non vedere che lo sciopero del gruppo Stellantis del 18 ottobre ha fatto incontrare gli operai dopo almeno 15 anni nella manifestazine di Roma e ciò rappresenta un elemento di interesse per l'intera classe operaia. C'è modo anche di tornare sul DDL 1660 in discussione al senato, alle mobilitazione del 18/19 ottobre, di sciopero e di piazza in 32 città, che hanno aperto la campagna che in ogni settore, giovanile, sociale, dei lavoratori, in ogni fabbrica siamo chiamati a sostenere contro un disegno legge repressivo, scritto per vietare l'opposizione che il governo non approva, frutto della natura fascista del governo Meloni e proprio per questo non potrà essere fermato senza porsi l'obiettivo della caduta del governo.
E poi si parla della Cgil, per chiarire che ha preso il posto della Uil al Salumificio F.lli Beretta scappata dopo aver reso ai padroni il favore di due firme vergognose sul cambio appalto e sul ‘taglio’ del premio per le operaie (700 euro per 3 anni tolti alle operaie), ma va nella stessa direzione. Per restare a quanto avviene in azienda, Cgil è la stessa che organizza la maggioranza delle operaie dirette Beretta, con una alta percentuale di precarie, con contratti brevi, un forte turn over e dure condizioni di lavoro. Siamo al punto che la fama presso le agenzie di somministrazione ormai è ‘alla Beretta? No grazie’, o ‘dove mi hai mandato?’. Cgli è la stessa cieca per anni verso l’appalto e complice per le condizioni delle operaie dell’appalto, visto che il loro lavoro dipende direttamente dagli accordi sindacali di produttività, suglati al Salumidicio, dai tempi e ritmi delle operaie Beretta. Nel reparto unico, le linee e le mansioni simili per tutte, l'appalto ingustificato è un espediente per togliere diritti e paga alle operaie, almeno 400 euro al mese, con il CCNL Multiservizi.
Lo sciopero Slai Cobas nell'appalto di settembre, a sorpresa contro le peggiorate condizioni di lavoro, l’autoritarismo e le discriminazioni mirate, di fatto una crescente repressione in fabbrica, per il rinnovo dell’Accordo Integrativo Aziendale e la fine dell’appalto con l’assunzione di tutte le operaie a Beretta, ha smosso la Cgil che si è scoperto dopo, si è incontra con l'azienda per vedere il da farsi. Ma l'ordine di Beretta per introdurre anche nell'appalto su di una linea il turno 6x6 provoca la contrarietà delle operaie che vogliono opportune garanzie, economiche e nella pianificazione dei nuovi turni. Questo porta ad un nuovo sciopero partecpato voluto di fatto da tutte le operaie del reparto come unico. Slai Cobas mantiene i punti del precedente sciopero e rivendica una piattaforma discussa nelle assemblee, e una trattativa con i sindacati scelti liberamente dalle operaie.
Il giorno dopo Cgil incontra separatamente l’azienda e firma alle spalle di tutte le operaie un brutto accordo per il 6x6, tradendo lo stesso sciopero, senza alcun mandato e discussione per le richieste tra le
martedì 22 ottobre 2024
23 ottobre - dal blog tarantocontro: Contro sentenza d'appello processo "Ambiente svenduto" depositata istanza dagli avvocati delle parti civili organizzate dallo Slai Cobas e di Medicina Democratica
I nostri avvocati di Torino e Taranto e lo Slai Cobas abbiamo ritenuto che è giusto fare ogni passo possibile per evitare l'annullamento totale del processo di 1° grado, il trasferimento e soprattutto di iniziare da zero, con le prevedibili prescrizioni; questo lo dobbiamo alle parti civili. La nostra impressione è che la Corte d'appello abbia voluto "lavarsi le mani", dando ragione a dei cavilli e a una loro interpretazione giuridica sfavorevole. Quindi, questo non può passare impunemente. Probabilmente non ci riusciremo, ma è necessario mettere delle "zeppe" e mostrare agli operai, ai lavoratori tutti, ai cittadini dei quartieri inquinati che noi non ce ne stiamo fermi comunque; perchè noi e gli avvocati non durante questi anni di processo non hanno mai fatto interventi puramente di articoli di legge, ma hanno posto problemi di giustizia dei lavoratori. Questa differenza, anche con gli altri avvocati delle parti civili continua anche in questa fase.
ISTANZA PRESENTATA ALLA PROCURA GENERALE DI TARANTO
L'istanza integrale si può richiedere allo Slai Cobas WA 3519575628
ALLA PROCURA GENERALE DELLA REPUBBLICA DI TARANTO
ISTANZA EX ART. 572 C.P.P.
Gli scriverti avvocati Sergio Bonetto
del Foro di Torino, Fabrizio Lamanna del Foro di Taranto, Enzo
Pellegrin del Foro di Torino, Antonietta Ricci del Foro di
Taranto,Gianluca Vitale del Foro di Torino... chiedono con la
presente ai sensi dell'art. 572 c.p.p. che codesta Procura Generale
presso la Corte di Appello di Taranto voglia proporre ricorso per
Cassazione avverso la sentenza n. 6/2024 della Corte di Assise di
Appello di Taranto del 13 settembre 2024, con la quale è stata
annullata la sentenza della Corte di Assise di Taranto n. 1/2021 del
31.05.2021 e ordinata la trasmissione degli atti alla Procura della
Repubblica presso il Tribunale di Potenza.
IN PUNTO RICORRIBILITA' PER CASSAZIONE
Con la sentenza avverso la quale si chiede che codesta Procura Generale voglia proporre ricorso per Cassazione la Corte di Assise di Appello di Taranto ha accolto il motivo di appello proposto dalle difese degli imputati e relativo alla nullità delle ordinanze con le quali era stata rigettata l'eccezione di incompetenza ex an. 11 c.p.p., con conseguente annullamento della sentenza di primo grado e ordine di trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica presso il giudice tabellarmente competente (la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza). Il primo quesito da risolvere è se tale pronunzia sia definitiva (come annotato in calce dal Direttore, che indica la data di passaggio in giudicato in relazione agli artt. 568 n. 2 e 11 cpp nella data del deposito) ovvero se essa possa essere oggetto di ricorso per Cassazione. La soluzione di tale quesito - che solo in apparenza si presenta come univoca - non è priva di conseguenze sull'iter procedimentale: nel primo caso una eventuale impugnazione rimetterebbe immediatamente la decisione (definitiva) sulla competenza alla Suprema Corte; nel secondo il processo (rectius: il procedimento, essendo stati gli atti trasmessi, come insegnato dalle Corte Costituzionale, alla Procura della Repubblica presso il giudice ritenuto competente) riprenderebbe avanti l'autorità giudiziaria indicata oggi come tabellarmente competente ma la questione rimarrebbe “aperta” potendo essere riproposta avanti a1“nuovo” giudice di merito (ed, eventualmente, riproposta nei successivi gradi di giudizio ove da questi rigettata). E, infatti, ben potrebbe il GUP di Potenza sollevare conflitto di competenza e rimettere, solo in quella nuova fase processuale, gli atti alla Suprema Corte per la decisione in merito a tale eccezione.
Il motivo addotto per questa grave decisione è che Raimo, dal palco della festa nazionale di Alleanza Verdi-Sinistra, durante un dibattito pubblico sulla scuola e non durante una lezione in classe (e questo è un particolare molto importante per giudicare nel modo giusto questo fatto), aveva criticato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, della Lega.
Aveva detto che “dentro l’ideologia del ministro [c’è] tutto il peggio, la cialtronaggine, la recrudescenza dell’umiliazione”, oltre che “un evidente classismo, sessismo”; per questo, aveva aggiunto Raimo, il
Criticò Valditara: Christian Raimo sospeso per 3 mesi dall’insegnamento. Proteste di Pd, M5s e Cgil: “Clima di controllo e intimidazione”
La questione può apparire delicata, ma se le parole del prof. Raimo, pronunciate al di fuori dell’esercizio delle proprie funzioni, si configurassero “come un’offesa che viola i principi fondamentali di rispetto reciproco e dialogo civile”, il ministro Valditara avrebbe dovuto, ritenendosi offeso e diffamato, semplicemente denunciarlo e a quel punto sarebbe entrata in gioco la magistratura a decidere, con tutte le garanzie proprie del processo penale.
Ma certamente il comportamento del docente, per di più anche esponente politico (essendosi presentato alle ultime elezioni europee per Alleanza Verdi-Sinistra) e che come tale ha espresso la propria opinione, non può essere sanzionato dall’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, grazie ad un codice “di comportamento” (accettato anche dai sindacati “maggiormente rappresentativi”) che lascia nelle mani un qualunque impiegato dell’ex Provveditorato il diritto di infliggere sanzioni per delle semplici opinioni!
Ecco quindi che la sospensione di Raimo per tre mesi appare abnorme e ingiusta e, se è vero che il dissenso è il cuore della democrazia, tale provvedimento rischia di ledere pesantemente la libertà di opinione nella scuola e nella società e costituisce un precedente inquietante; un tentativo, neanche troppo nascosto, di intimidire chiunque osi criticare il governo e i suoi esponenti.
Non ci resta quindi, anche in nome del sindacato Unicobas che rappresento, che esprimere piena solidarietà a Christian Raimo e alle studentesse e agli studenti che oggi sono scesi in piazza in suo sostegno, con la consapevolezza che la mobilitazione è appena iniziata per resistere culturalmente a qualcosa che somiglia sempre più ad un regime