giovedì 27 febbraio 2025

27 febbraio - GENDER GAP: IN ITALIA IL DIVARIO TRA UOMO E DONNA RIMANE PREOCCUPANTE IN TUTTI GLI AMBITI.....A partire dal lavoro

 

In Italia le donne continuano a vivere condizioni di reale svantaggio in ambito lavorativo, familiare e sociale. A dirlo, il Rendiconto di genere 2024 presentato, lunedì 24 febbraio, dal Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV) dell’Inps.

Si tratta di un documento che, giunto alla sua seconda edizione, “intende offrire un quadro articolato e aggiornato sulla condizione delle donne in Italia, attraverso l’analisi dei dati che rappresentano le opportunità e le criticità nei diversi contesti sociali ed economici, ripercorrendo le principali fasi del ciclo di vita delle persone”. In altre parole, un documento che restituisce una fotografia del cosiddetto gender gap nel nostro Paese, e la fotografia che restituisce per l’anno 2024 (basata su dati del 2023) è impietosa.

Guardando al solo ambito lavorativo si scopre, per fare qualche esempio, un divario di quasi 18 punti, tra uomini e donne, nel tasso di occupazione (nel 2023 lavorava il 52,5% delle donne e il 70,4%), ma anche una retribuzione media più bassa di circa il 20% rispetto a quella degli uomini (ma si toccano punte del 32% in meno nelle attività finanziarie) e pensioni pressoché dimezzate: rispetto a quelle maschili sono più basse del 44%.

Il report fa emergere, inoltre, come nonostante le donne abbiamo in media livelli di istruzione più alti, questa “superiorità” nel percorso di studi non porti quasi mai a nulla, tantomeno a “posti fissi” o a posizioni apicali. Sono donne infatti solo il 21% dei dirigenti e il 32,4% dei quadri.  In questa prospettiva, il 29,4% delle occupate risulta così “sovraistruita” rispetto al lavoro che fa, una percentuale che supera il 40% nella fascia compresa tra i 25 e i 34 anni. E si potrebbe continuare.

In sintesi, ciò che emerge da tutti questi dati, numeri e tabelle è la profondità di questo divario, nonché il suo carattere strutturale e discriminatorio.
Secondo le analisi dell’Inps, incidono infatti su questi numeri il maggiore utilizzo delle donne del part time, i più bassi livelli di qualifica e il minor ricorso agli straordinari. In altre parole, pesano l’assenza di politiche welfare e di reali servizi pubblici alla famiglia (es. gli asili nido), ovvero ciò che può sollevare le donne dal lavoro di cura. Un lavoro che lo stesso Rendiconto di genere 2024 conferma essere ancora quasi totalmente a carico loro: nel 2023 le giornate di congedo parentale utilizzate dalle donne sono state 14,4 milioni, contro gli appena 2,1 milioni usate dagli uomini.



Nessun commento:

Posta un commento