giovedì 17 aprile 2025

17 aprile - info Processo Eternit bis: ridotta la pena a Stephan Schmidheiny in appello, prescritti alcuni reati. Giustizia infinita=Giustizia negata

La Corte di Torino ha condannato l'imprenditore svizzero per omicidio colposo: dai 12 anni del primo grado a 9 anni e 6 mesi

La corte d'Assise d'appello di Torino ha confermato la condanna per omicidio colposo per Stephan Schmidheiny, condannandolo a 9 anni e 6 mesi, rispetto ai 12 anni del primo grado, nell'ambito del processo Eternit bis. La Corte ha riconosciuto la prescrizione per alcuni reati. L'imprenditore svizzero era accusato della morte di 392 persone a Casale Monferrato, tra cittadini e lavoratori, per effetto dell’amianto.

"La conferma della condanna è il dato più rilevante, 9 o 12 anni è un dato relativo: questo significa che la giustizia si afferma. Siamo soddisfatti", commenta a LaPresse Bruno Pesce, cofondatore dell'Associazione dei familiari delle vittime dell'amianto AFeVa, parte civile nel procedimento. "Aspettiamo le motivazioni per capire il perché delle esclusioni ma è importante che sia stata confermata la condanna. Ora - conclude Pesce - ci auguriamo che tenga anche in Cassazione".

Eternit bis, Stephan 

Schmidheiny condannato a 

9 anni e 6 mesi

La Corte d’Assise d’Appello ha emesso la sentenza oggi, giovedì 17 aprile, ridimensionata rispetto a quella di primo grado

Adelia Pantano

Stephan Schmidheiny, magnate svizzero e unico imputato nel processo Eternit bis, è stato condannato a 9 anni e 6 mesi di reclusione per omicidio colposo. Lo ha deciso oggi, giovedì 17 aprile, la Corte d’Assise d’Appello di Torino che lo ha assolto per 28 casi a cui se ne sono aggiunti 27 andati in prescrizione. Dei 147 casi del primo grado sono rimasti 92 morti per cui è stato condannato in Appello.

È stata così ridimensionata la sentenza pronunciata in primo grado a Novara a giugno 2023 quando l’imputato era stato condannato a 12 anni di reclusione per omicidio colposo aggravato per 147 morti su 392 inizialmente considerati.

Eternit, 392 vittime ma solo dodici anni per Schmidheiny

Davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Torino l’accusa aveva chiesto una condanna per omicidio volontario con dolo eventuale: per la morte di 392 persone a Casale Monferrato la procura generale aveva chiesto un’altra volta l’ergastolo.

A loro avviso, Schmidheiny era consapevole dei rischi e li ha accettati pur di continuare a guadagnare. Nella requisitoria Panelli ha invitato l’imputato a ricorrere alla «giustizia riparativa», un’occasione «per dimostrare di essere il filantropo che sostiene di essere», incontrando i famigliari delle vittime. la tragedia dell’amianto

Eternit bis, nel giorno della sentenza la difesa insiste: “Diagnosi di mesotelioma non attendibili”

Giulia Di Leo, Adelia Pantano

Per la difesa, rappresentata dai legali Astolfo Di Amato e Guido Carlo Alleva, «il processo penale non è lo strumento adeguato per affrontare la questione dell’amianto». Il cuore dell’arringa è ruotato attorno a due parole: oggettività e nesso causale. «Serve rigore – ha insistito Alleva –. Sulla diagnosi di mesotelioma non possiamo permetterci dubbi. Ma soprattutto serve dimostrare che l’esposizione sia collegata direttamente all’attività dell’imputato».

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