Il sindaco Bitetti continua con dichiarazioni fasulle e di attacco a chi giustamente protesta - inaccettabili!
(leggere dichiarazioni di Bitetti su GdM e TG 24)
Su dichiarazioni del sindaco Bitetti:
Primo, si vanta di non aver firmato: "non ho firmato nulla. Sono senza penna". Ma è pura demagogia! Ieri al Tavolo del Mimit non è stata più richiesta firma, da parte di alcuno; il tutto è stato rinviato al 12 agosto;
secondo, parla di aver presentato un piano che porterebbe all'eliminazione dell'area a caldo - ma di quale piano parla non si sa; fermo restando che la sua proposta è quella di 3 forni elettrici e un impianto Dri, e sul gas e la nave rigassificatrice...? Non ne ha parlato...
Sulla continuazione dell'attacco alla legittima protesta del 28/7 - Dice il Sindaco: «Mi sono dimesso, al netto - spiega - di quello che dicono tanti leoni da tastiera, per testimoniare con un gesto eclatante che il linguaggio delle intimidazioni e delle offese, delle violenze verbali, che può trasformarsi in violenza fisica, non deve prevalere. Con le minacce e le aggressioni (il riferimento è alla contestazione di lunedì scorso da parte di un gruppo di attivisti dopo un confronto sull'ex Ilva a Palazzo di città, ndr) non si costruisce mai nulla di buono. Questa mattina mi sono recato in Questura per sporgere denuncia contro ignoti per i fatti incresciosi del 28 luglio scorso».
I cittadini e le associazioni hanno già risposto al sindaco su questo nelle due iniziative tenutesi lunedi 28 - a cui rimandiamo con i relativi video e audio - ma ora il sindaco passa alle denunce e quindi alla criminalizzazione del dissenso e della protesta. Questo non lo può fare e non passerà!
Chi semina vento raccoglie tempesta - la repressione non ferma ma alimenta la ribellione.
Noi auspichiamo che la protesta continui e che nessuno all'interno di essa faccia il gioco del sindaco e della questura sul dividere tra buoni e cattivi
Bitetti sostiene inoltre di essersi «dimesso per sollecitare le forze sane della città a reagire e a far sentire la loro voce in questo momento storico particolare. La risposta è arrivata forte e chiara: da più parti sono stato invitato a tornare sui miei passi perché fortunatamente a Taranto esiste anche una maggioranza che non grida, che si esprime con il voto e che dal sindaco e dall’amministrazione comunale si aspetta molto. A questo appello non potevo rimanere indifferente: ciò che mi ha spinto a ritirare le dimissioni».
Il sindaco incita le forze sane a far sentire la loro voce - questi sono i soliti appelli di tutti i reazionari, appelli da 'guerra civile'; per il sindaco esiste solo il voto e chi lo vota. A parte che proprio sul piano tecnico lo ha votato una minoranza dei cittadini di Taranto, con questa logica si dice che la protesta popolare non conta niente. Questa è una concezione elettorale/partitocratica da palazzo che di democratico ha ben poco - anche questo non può e non deve passare!
Da Corriere di Taranto - Gianmario Leone
Ex
Ilva, intesa con il governo slitta ancora
Nel frattempo sarà
bandita la nuova gara con l'obbligo dei forni elettrici
Un
ulteriore rinvio per ritrovarsi al ministero delle Imprese e del Made
in Italy il prossimo 12
agosto, tempo
nel quale sarà aggiornata la gara ancora in corso per la vendita
dell’ex Ilva e si
svolgerà il consiglio comunale monotematico a Taranto.
Queste le notizie principali emerse dall’incontro a Roma tra il
governo e gli enti locali in relazione alla sottoscrizione
dell’Accordo di Programma Interistituzionale sul futuro produttivo
dell’ex Ilva di Taranto (giorno nel quale è stato approvato in via
definitiva alla Camera l’ultimo decreto che assegna altri 200
milioni di euro per la prosecuzione dell’attività del
siderurgico).
Erano presenti rappresentanti del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del Ministero della Salute, del Ministero dell’Interno, della Regione Puglia, della Provincia di Taranto, del Comune di Taranto, del Comune di Statte, dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio – Porto di Taranto, di ILVA S.p.A. in Amministrazione Straordinaria, di Acciaierie d’Italia S.p.A. in Amministrazione Straordinaria.
Il MIMIT, sulla base di quanto emerso nella riunione in ordine agli obiettivi di piena decarbonizzazione condivisi da tutti i rappresentanti istituzionali, ha quindi dato mandato ai Commissari di Acciaierie d’Italia in Amministrazione Straordinaria affinché tali obiettivi siano recepiti nell’aggiornamento della gara in corso con la previsione di termini perentori e rappresentino per gli aggiudicatari la base del riesame sostanziale dell’Autorizzazione Integrata Ambientale.
La gara sarà riaperta la prossima settimana e si chiuderà, almeno queste sarebbero le interazioni del governo, entro settembre. La novità rispetto a quella bandita lo scorso anno, consta nel fatto che vi sarà per il futuro acquirente l’obbligatorietà della decarbonizzazione da attuare con l’installazione dei tre forni elettrici rispetto agli attuali tre altoforni a carbone entro 7/8 anni, mentre nella precedente era soltanto prevista come opzione.
Il Ministero, d’intesa con le Istituzioni presenti, ha quindi deciso di fissare un incontro il 12 agosto per consentire agli enti locali, come da loro richiesta, di riunire gli organi assembleari al fine di esprimere compiutamente le loro posizioni sul Piano di decarbonizzazione ed anche, eventualmente, in merito alla migliore collocazione del Polo del DRI per garantire la sostenibilità dello stabilimento e l’autonomia strategica del Paese.
Durante la riunione odierna, è stato presentato un documento dal sindaco del Comune di Taranto riguardo ad un’ulteriore opzione del Piano di decarbonizzazione (la così detta opzione C, che dovrebbe prevedere tre forni elettrici e un impianto DRI). Stessa cosa ha fatto il Ministro Urso nel corso della riunione, un documento che tiene conto di quanto espresso nelle precedenti riunioni, descrittivo dello scenario di piena decarbonizzazione degli impianti siderurgici dell’ex Ilva, con forni elettrici che saranno alimentati con il preridotto fornito, ove necessario, dagli impianti DRI, sulla base delle richieste dei soggetti aggiudicatari nella gara internazionale in corso.
Anche oggi è stato ribadito che nel bando di gara sarà indicato che gli impianti DRI saranno realizzati dallo Stato attraverso la società DRI d’Italia (controllata al 100% da Invitalia e nel cui capitale sociale potranno entrare anche i privati secondo quanto stabilito dal decreto approvato oggi alla Camera) e che quindi il preridotto necessario alla produzione dei forni elettrici installati a Taranto sarà fornito dallo Stato ai futuri acquirenti. Questo anche per garantire la produzione di un acciaio di alta qualità, è stato ribadito durante l’incontro odierno, ai settori nevralgici dell’economia italiana. Che il polo italiano di produzione del DRI sorgerà a Taranto o meno, dipenderà dalle scelte finali del Comune di Taranto, che il governo si aspetta di ricevere nel prossimo incontro.
La riunione non ha registrato particolari momenti di tensione, se non in merito alla questione relativa alla concessione dell’AIA all’ex Ilva per i prossimi 12 anni, rilasciata dal ministero dell’Ambiente la scorsa settimana, nonostante la contrarietà degli enti locali. Che potrebbero presentare ricorso al TAR, qualora gli uffici legali riscontrassero gli estremi per farlo.
Da Sole 24 ore
«Daremo indirizzo ai commissari» di Acciaierie di Italia «di aggiornare subito la gara ai fini della piena decarbonizzazione. Cosa che accadrà nella prossima settimana». Lo ha spiegato il ministro delle Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso al termine dei tavolo con gli enti locali sulla decarbonizzazione. All’incontro non c’è stata la firma dell’accordo di programma: «Abbiamo rinviato alla riunione del 12 agosto, consentendo agli enti locali di esprimersi in maniera compiuta. Nel frattempo siamo riusciti grazie al consenso emerso durante la riunione ad avere tutti gli elementi per indirizzare pienamente i commissari nell’aggiornamento della gara, che deve assolutamente avvenire nella prossima settimana.
Da Gazzetta del Mezzogiorno
Secondo
quanto viene riferito da fonti presenti al tavolo, i ministri Urso e
Pichetto Fratin, con il presidente Emiliano e gli altri attori
istituzionali hanno pazientemente atteso l’arrivo del sindaco
Bitetti per circa un’ora.
IL SINDACO DI TARANTO: «NON FIRMO
ACCORDO»
«Sono a Roma per rappresentare la città di Taranto. Al
ministro dirò che l’accordo di programma, così come strutturato,
non ci soddisfa e pertanto io non lo firmerò, così come hanno detto
gli altri rappresentanti degli enti territoriali ai quali va il mio
sentito ringraziamento. Parlo del presidente della Provincia, della
Regione, del sindaco di Statte per la vicinanza che mi hanno
dimostrato in queste ore». Piero Bitetti conferma di aver ritirato
le dimissioni rassegnata lunedì scorso dopo una contestazione da
parte di un gruppo di attivisti. «Voglio dire - aggiunge Bitetti -
che il cambiamento non si predica, ma si realizza con proposte
concrete e sostenibili. E sono qui anche per presentare un
piano che consente di abbattere drasticamente i livelli di
inquinamento nel percorso che ci porterà, che ci deve portare alla
decarbonizzazione dell’ex Ilva, e quindi alla eliminazione
dell’area a caldo. Questo è l’impegno che abbiamo preso
con i tarantini e questo e ciò che va fatto. Chiederò perciò al
ministro e agli altri soggetti firmatari di aggiornare la riunione
affinché si possano valutare altre proposte».
Intanto, osserva
Bitetti, «dico che è finito il tempo delle scelte calate dall’alto
che umiliano Taranto rendendola zona di sacrificio. Di sacrifici ne
abbiamo fatti fin troppi e la salute e l’ambiente non possono
essere mortificati sull'altare del profitto e dell’interesse
nazionale. Per cambiare e conseguire risultati apprezzabili ci vorrà
del tempo ma questo lo sapevamo».
«Basta anche alla demagogia di
chi sostiene in malafede che il sindaco può chiudere il Siderurgico,
questo non è vero. Il nostro ordinamento assegna a governo, Regioni
e Comuni funzioni e responsabilità diverse e io rispondo delle mie
scelte perché sono il primo cittadino di Taranto e gli altri
dovranno rispondere delle loro».
«Mi sono dimesso, al netto -
spiega - di quello che dicono tanti leoni da tastiera, per
testimoniare con un gesto eclatante che il linguaggio delle
intimidazioni e delle offese, delle violenze verbali, che può
trasformarsi in violenza fisica, non deve prevalere. Con le minacce e
le aggressioni (il riferimento è alla contestazione di lunedì
scorso da parte di un gruppo di attivisti dopo un confronto sull'ex
Ilva a Palazzo di città, ndr) non si costruisce mai nulla di
buono. Questa mattina mi sono recato in Questura per sporgere
denuncia contro ignoti per i fatti incresciosi del 28 luglio
scorso».
Bitetti sostiene di essersi «dimesso per
sollecitare le forze sane della città a reagire e a far sentire la
loro voce in questo momento storico particolare. La risposta è
arrivata forte e chiara: da più parti sono stato invitato a
tornare sui miei passi perché fortunatamente a Taranto esiste anche
una maggioranza che non grida, che si esprime con il voto e
che dal sindaco e dall’amministrazione comunale si aspetta molto. A
questo appello non potevo rimanere indifferente: ciò che mi ha
spinto a ritirare le dimissioni». E, conclude, «dunque non solo non
abbandono la nave ma intendo esserne il comandante. Per onorare il
mandato rivenuto dai tarantini, la mia presenza qui è un segno
inequivocabile del fatto che sono più convinto e motivato di prima».
TG
24
Il ministero delle Imprese e del Made in Italy, "sulla
base di quanto emerso nella riunione in ordine all'importanza degli
obiettivi di piena decarbonizzazione condivisi da tutti i
rappresentanti istituzionali, dà mandato ai commissari di Acciaierie
d'Italia in Amministrazione straordinaria affinché tali obiettivi
siano recepiti nell'aggiornamento della gara in corso". È
quanto si legge nel verbale della riunione sull'ex Ilva che si è
tenuta al Mimit.
Il
sindaco di Taranto ritira le dimissioni. Poi avvisa: "Non firmo
l'accordo di programma, vogliamo la chiusura dell'area a
caldo"
Bitetti: "Non ho firmato nulla. Sono senza
penna. Abbiamo rinviato il confronto al 12 agosto per poter
approfondire la nuova bozza di accordo di programma, così da
consentire ai consiglieri comunali di valutare con attenzione".
"Ci hanno consegnato la bozza ma non ho avuto modo di leggerla
ancora, sono documenti che richiedono un approfondimento serio con
persone competenti", ha spiegato.
Emiliano:
"Decarbonizzazione sancita con il consenso di tutti..".
"Siamo tutti d'accordo - dice Emiliano -, poi si erano
verificati una serie di equivoci... Tutto il resto lo si vedrà
successivamente. Sarebbe utile chiedere al governo, oltre alla
decarbonizzazione, anche le misure non strettamente collegate alla
fabbrica, ma utili per rilancio complessivo di Taranto".
Emiliano ha sottolineato che "la mancata firma dell'accordo di
programma, allo stato, ci impedisce di chiedere altre compensazioni,
nel senso non abbiamo potuto negoziare la garanzia per i
livelli occupazionali. Speriamo di riuscirci il 12 agosto".


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