Con il popolo palestinese e la sua resistenza, la speranza dei senza speranza, che nella grande ondata di questi giorni con le mobilitazioni, gli scioperi, il ‘blocchiamo tutto’, fino al milione di Roma, sono la prospettiva per i lavoratori contro il sistema di sfruttamento oggi sempre più di guerra, si è scioperato a Belgravia. Uno sciopero scattato contro la repressione padronale, a difesa dei delegati sindacali (due Slai Cobas e uno Uil) in questi giorni oggetto di ‘pressioni ed avvertimenti’ perchè si sono rifiutati di firmare un documento aziendale ‘implementazione del protocollo Grasp’, di cui l’azienda per altro nega una copia per un esame preventivo, che in buona sostanza certificherebbe il buon stato della ditta in termini di inquadramento contrattuale, buste paga, condizioni di lavoro. Tutto il contrario della lotta in corso. Belgravia è una industria che applica il contratto sottoapagato e ultra precario Agricolo, come tante altre fabbriche del settore difese dagli accordi di Cgil Cisl Uil, con uno sfruttamento che per molti tratti riporta ai braccianti.
Quindi stavolta una sorta di certificazione richiesta da alcuni clienti ma non solo, dato che è diventato chiaro il tentativo mascherato di coinvolgere i delegati a rappresentare il buon funzionamento dell’azienda come ‘delegato Grasp’. In sostanza dietro la foglia di fico della certificazione per il cliente, un piano buono per un’immagine rinnovata e spendibile magari in sede di ispezioni e ricorsi ed al tempo stesso per realizzare una forma di controllo sulle mobilitazioni cercando di coinvolgere con l’inganno prima e con le pressioni poi i delegati in una sorta di sindacato padronale da usare in alternativa.
Rappresentanti sindacali che hanno respinto e smascherato questo piano. Poi è scattato lo sciopero con un messaggio chiaro ‘giù le mani dai delegati’ e nell’assemblea che ne è seguita gli operai hanno fornito testimonianze su alcune riunioni convocate dall’azienda nominalmente per informare i lavoratori a proposito di questo protocollo. Una esposizione sommaria che non ha minimamente tenuto conto delle barriere linguistiche (la stragrande maggioranza degli operai sono immigrati) e del grado di comprensione effettivo. Con l’obiettivo concreto ed esclusivo di ottenere le firme presenza dei lavoratori all’incontro, raccolte senza scrupoli, come in maniera dettagliata hanno ricostruito i lavoratori descrivento le modalità con cui sono stati portati a firmare.
E soprattutto sono state decise nuove iniziative di lotta.
L'azienda accusa il colpo e cerca di pescare nel mucchio qualche operaio disponibile a seguirla nell'avventura del sindacato parallelo, organizzando da se una elezione per il 'rappresentante dei lavoraratori Grasp'. Una buona parte dei lavoratori in fabbrica non partecipa agli scioperi, tra questi i precari sempre abbondanti. L'azienda naturalmente fa leva su questa fetta di lavoratori per garantire omertà e la produzione essenziale durante le mobilitazioni. Ma forte e generale è il malcontento. Per la paga, per gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei ritmi che obbligano ad es gli operai a movimentare casse di verdura dal peso doppio. Lavoratori che poche settimane fa hanno mandato deserta un'assemblea sindacale convocata da Cgil Cisl Uil per propagandare il rinnovo del CCNL Agricolo, su indicazione dello Slai Cobas.


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