OLTRE INFLAZIONE NIENTE AUMENTI SICURI MA LEGATI A FLESSIBILITA’ SU ORARIO
Facciamo il punto su quello che si sta profilando nel rinnovo del contratto per il settore metalmeccanico con oltre 1 milione e mezzo di lavoratori, settore determinante dell’economia industriale, che nel 2022 hanno prodotto il 45% delle esportazioni.Una trattativa che è iniziata il 30 maggio 2024 per poi terminare dopo 5 mesi il 12 novembre con la rottura del tavolo, che è stato riaperto il 15 luglio 2025 dopo 40 ore di sciopero da allora si susseguono incontri tra sindacati fiom-fim-uilm e Federmeccanica che ora passeranno da 2 a settimana a ben 3, come riprendono articoli dell’area alternativa alla Cgil: “Ci saranno altri due incontri il 13 e 14 novembre e poi dal 19 novembre è prevista la non stop fino alla firma. Che ormai non ci sia più possibilità di rottura del tavolo lo esplicita la segreteria della FIOM quando dice alla delegazione trattante che “se non si chiude ora non è che possiamo fare altre 40 ore di sciopero (sic!), semplicemente non ci sarà il contratto”. Come a dire “o mangi questa minestra o salti dalla finestra”, poi continuano dicendo che: “una linea alla quale ci opporremo nella Fiom e soprattutto nelle fabbriche”. Ma come sempre a babbo morto e subordinata alle logiche di corrente e non degli operai…
Mentre nelle fabbriche si è ritornati alla normalità con la fine dello stato di agitazione sindacale e del blocco degli straordinari, con gli operai da mesi non più in lotta e la trattativa tenuta lontana dai cancelli e dai reparti, con comunicazioni fatte da brevi e sintetici video spot..
Ad esempio nelle assemblee di Tenaris Dalmine del 12 novembre, invece di fare assemblee generali fiom-fim-uilm, hanno fatto ognuno una assemblea separata di organizzazione, con un discorso del segretario della Fiom che in sostanza è questo: oggi i padroni vogliono stare nelle regole previste degli accordi inter-confederali con il patto per la fabbrica e quindi come nel 2021 dove abbiamo fatto la modifica dell’inquadramento professionale volgiamo trovare un meccanismo che stando nelle regole di mettere in campo una modifica di contrattuale per andare oltre IPCA e quindi propongono di lavorare sull’orario di lavoro nel senso di trovare strumenti di innovazione contrattuale, nel senso che vogliono trovare a condividere con noi una serie di modifiche sull’orario pluri-settimanale, volgarmente parlano di flessibilità…
Ma anche qui solo lo slai cobas ha posto chiaramente: dove si vanno a prendere le altre parti dal salario fisso? Viene scambiato con la flessibilità? Siete d’accordo con la Cisl e con il patto di fabbrica che ha portato peggioramenti in questi anni nelle fabbriche?
Mentre il delegato della fiom dell’opposizione ha detto, negando l’evidenza: portiamoci a casa un contratto nazionale buono dove ci sia salario e riduzione d’orario!!!
Praticamente ha tradotto in sindacalese quello che venerdì 14 novembre, Federmeccanica e Assistal hanno scritto: “Abbiamo dato risposte al sindacato e abbiamo fatto proposte per sostenere la competitività delle imprese metalmeccaniche e della installazione di impianti. Rimangono distanze e la volontà di trovare un equilibrio sui singoli temi e complessivamente”.
In questo caso Federmeccanica pretende maggiore flessibilità dell’orario di lavoro, l’esatto opposto della richiesta sindacale di riduzione dell’orario. Nello specifico i padroni vogliono avere una maggiore quantità di ore utilizzabili nella cosiddetta “plurisettimanalità”, ovvero che secondo la loro esigenza ci siano settimane in cui si lavora fino a 48 e altre fino a 32 ore. Oggi sono 80 ore all’anno, già una enormità. L’altra pretesa è stata che i permessi a utilizzo individuale, ossia utilizzabili secondo esigenza dal lavoratore, dagli attuali 8 scendano a 5 mentre passino da 5 ad 8 quelli il cui uso collettivo va concordato con l’impresa. Inoltre le aziende pretendono di gestire unilateralmente i permessi che dopo 18 mesi non siano stati utilizzati.”
NEL CONTESTO DELLA CRISI DI SOVRAPPRODUZIONE DEL SISTEMA CAPITALISTA-IMPERIALISTA I PADRONI PER MANTENERE I LORO MARGINI DI PROFITTO VOGLIONO PRENDERE ALTRO TEMPO DI VITA DEGLI OPERAI PER LA PRODUZIONE E ATTACCARE ORARIO SALARIO CONDIZIONI DI LAVORO E DI VITA DEGLI OPERAI
Per questo il nostro lavoro di organizzazione della lotta su basi autonome dalle linee ideologiche/riformiste dei sindacati confederali a partire dalle grandi fabbriche e dalle battaglie per il salario di cui è parte fondamentale anche la formazione marxista, necessaria per la ripresa della lotta sindacale di classe per aumenti salariali sicuri, sicurezza, lavoro, all’interno della lotta più generale contro il sistema dei padroni e il governo fascista Meloni che alimenta guerra, miseria, repressione per la maggioranza della popolazione.
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