martedì 2 dicembre 2025

2 dicembre - da Taranto: Ripresi scioperi e blocchi interni all'ex Ilva e sulla statale Appia - Ma nessuna illusione sulla Meloni

 

E' bene che siano ripresi scioperi e blocchi a fronte di un incontro sempre inconcludente di Roma.

Ma ogni nuovo eventuale incontro deve vedere PRIMA il ritiro del piano del governo, altrimenti sarebbe una nuova presa in giro. L'incontro deve servire a mettere sul Tavolo una piattaforma operaia che, comunque vada la vendita, deve vedere la difesa, con piani concreti, fondi, tempi, dei posti di lavoro, del salario, della salute/sicurezza e dell'ambiente.

Parlare di "tavolo permanente sull'ex Ilva presso la presidenza del Consiglio, con la presenza della presidente Giorgia Meloni" è buttare illusione; Meloni e Urso sono la stessa cosa.  

Sull'incontro unico per impedire spezzatini, trattamenti differenti Genova-Novi Ligure e Taranto, l'ostacolo principale sono i sindacati confederali di Genova che non lo vogliono e accompagnano la posizione del governo; i sindacati a Genova, e in primis la Fiom, vogliono la loro salvezza, parlano di salvaguardia del "Nord" (sembrano dei leghisti), non fanno un discorso unitario e in questo modo danneggiano gli operai dell'Ilva di Taranto. Vedi intervista: https://tarantocontro.blogspot.com/2025/12/sindacati-dellilva-di-genova-basta-che.html

Senza far fuori dalla moblitazione queste posizioni corporative, non ci sarà incontro unico.  

 *****

Da GdM - Ex Ilva, sciopero a oltranza dei sindacati contro il Piano del governo. Bloccata la Statale 100 a Taranto, a partire dalle ore 12 di oggi e fino a nuova comunicazione,. 
Fim, Fiom, Uilm e Usb proclamano la mobilitazione dalle ore 12 di oggi chiedendo un tavolo unico a Palazzo Chigi per garantire diritti, sicurezza e futuro ai lavoratori dello stabilimento di Taranto. Usb chiede tavolo permanente a Palazzo Chigi.

La mobilitazione, spiegano le sigle in una nota congiunta, ha l’obiettivo di richiedere un incontro urgente per l’apertura di un unico tavolo a Palazzo Chigi, finalizzato a ottenere il ritiro del Piano e ad avviare "un confronto serio e costruttivo" sui diritti, sulla sicurezza e sul futuro dei lavoratori. Lo sciopero viene definito «un momento fondamentale per difendere i diritti di tutti i lavoratori e garantire stabilità e dignità».
Nello stabilimento siderurgico Acciaierie d’Italia in As (ex Ilva) di Taranto, oltre allo sciopero immediato proclamato dalle ore 12 da Fim, Fiom, Uilm e Usb, sono in corso blocchi e cortei di lavoratori. I blocchi riguardano strade interne e binari. Questo, spiegano fonti sindacali, sta comportando anche il fermo dei carri siluro.
La protesta è iniziata dalla direzione aziendale, con presidi all’interno e all’esterno del perimetro dello stabilimento ed è proseguita con il blocco dei binari nell’area compresa tra la zona ghisa e l’area acciaieria. «Il blocco - spiegano le sigle metalmeccaniche - ha determinato il fermo produttivo dell’Afo 4». Considerata la natura improvvisa dell’arresto e il rischio di possibili emissioni diffuse e fuggitive, le organizzazioni sindacali hanno deciso «di spostare il blocco nell’area spedizioni».
Alla luce «delle tensioni sociali esplose nei territori» dopo la presentazione del piano denominato «ciclo corto», Usb ha formalmente richiesto l'istituzione di un tavolo permanente sull'ex Ilva presso la presidenza del Consiglio, con la presenza della presidente Giorgia Meloni. Nel documento inviato alla presidenza, il sindacato chiede «il ritiro immediato del 'piano corto' e la sospensione delle operazioni di spegnimento delle batterie 7-8-9-12», oltre "all’invio dei coils a Genova, Novi Ligure e Racconigi da Taranto per garantire la continuità produttiva». Tra le altre richieste figurano il «no a ulteriore allontanamento dei lavoratori dalle fabbriche per effettuare formazione senza prospettiva lavorativa» e «l'avvio di un vero piano di manutenzione degli impianti».
Alcuni lavoratori dell’ex Ilva e delegati sindacali hanno attuato un blocco stradale sulla statale 100 Taranto-Bari nell’ambito delle iniziative di mobilitazione che erano partite questa mattina con la proclamazione dello sciopero e l’occupazione della fabbrica.
«Siamo qui - hanno dichiarato - per lanciare un monito alla presidenza del Consiglio. Urge convocare un tavolo unico a Palazzo Chigi perchè la vertenza è una e si tiene con tutti i lavoratori, che siano del Nord, del centro o del Sud. Va riaperto il confronto per l’intero gruppo».
Ribadiscono che «il piano presentato dal governo va respinto e ritirato perchè rappresenta la chiusura di tutti gli stabilimenti. Non si può continuare così. Il sindacato chiede un forte intervento pubblico perchè la vertenza deve garantire una decarbonizzazione piena, salvaguardare i livelli occupazionali anche attraverso strumenti straordinari.Alla transizione ecologica, digitale e ambientale - concludono - va garantita una transizione sociale per tutti i lavoratori e per le loro famiglie».
«I primi drammatici effetti del piano di chiusura dell’ex Ilva di Taranto decretato dal ministro Urso e dal governo Meloni si abbattono sui lavoratori»... nel pomeriggio la Semat Sud srl ha annunciato «la cessazione delle attività lavorative - riferiscono - con il conseguente licenziamento di 220 lavoratori edili, storicamente impegnati nell’appalto del siderurgico nelle manutenzioni e negli interventi di risanamento».
Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil di Taranto chiedono inoltre al presidente della Regione Puglia Antonio Decaro, al sindaco di Taranto Piero Bitetti, al presidente della Provincia Gianfranco Palmisano e a tutti i parlamentari ionici «di intervenire a sostegno delle mobilitazioni dei lavoratori e per scongiurare i licenziamenti annunciati da Semat Sud srl».
Il documento è firmato dalle segreterie territoriali: Ivo Fiore (Feneal Uil), Gianmarco Passiatore (Filca Cisl) e Francesco Bardinella (Fillea Cgil).



Nessun commento:

Posta un commento