martedì 21 febbraio 2012

26 febbraio coordinamento nazionale slai cobas sc

comunicato ufficiale
E' convocato coordinamento nazionale slai cobas per il sindacato di classe
a marghera il 26 febbraio 2012
la riunione vedrà rappresentanti di tutte le sedi dalle 9.30 alle 16

all'ordine giorno
-la battaglia e lo stato dello slai cobas per il sindacato di classe dopo lo 
sciopero e la manifestazione del 27 gennaio a roma
-i prossimi passi nazionali per l'unità del sindacalismo di classe e di 
massa e lo sviluppo delle lotte operaie-precari-disoccupati su scala 
nazionale.
-----------------------rete fiat e grandi fabbriche
-----------------------assemblea nazionale precari/disoccupati- blocco città 
al sud- assedio parlamento e ministero del lavoro a roma
-----------------------rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro
-le lotte e l'organizzazione locale

slai cobas per il sindacato di classe
coordinamento nazionale
febbraio 2012
cobasta@libero.it>

28 febbraio: sciopero di massa in India

lo slai cobas per il sindacato di classe in occasione dello sciopero del 28 
febbraio fornirà ai lavoratori e alle realtà sindacali di classe
una in formazione diretta, si invita a far circolare

slai cobas per il sindacato di classe
cobasta@libero.it


alcune informazioni

1
28 febbraio: sciopero di massa in India

Gli operai nelle città indiane hanno una storia incredibilmente militante, e
il momento attuale non è affatto diverso. Ora i leader sindacali dell'India
stanno pianificando un massiccio sciopero il 28 febbraio. Lo sciopero vede
uniti faranno i sindacati rivoluzionari, sindacati riformisti, e i sindacati
i cui membri sono musulmani. Lo sciopero offrirà ulteriori opportunità per
la collaborazione tra le forze rivoluzionarie nelle città e le masse
dalitoppresse dal sistema di caste e le popolazioni tribali. Lo sciopero
vuole essere efficace nel denunciare le fondamenta marce della "splendente
democrazia" dell'India al mondo.

Nota apparsa su The Hindu.

I Sindacati mobilitati per lo sciopero in tutta l'India da Sunny Sebastian

5 febbraio 2012

Il leader del Partito Comunista dell'India e segretario generale del "All
India Trade Union Congress" (AITUC-Congresso generale dei sindacati
dell'India) Gurudas Dasgupta ha definito lo sciopero unitario indetto dai
sindacati per il 28 febbraio come la più grande dimostrazione di unità della
classe operaia e dei poveri.
Tutti i sindacati principali, tra cui il INTUC (Indian National Trade Union
Congress), affiliata al [Partito del] Congresso, e il Bharatiya Mazdoor
Sangh del Bharatiya Janata Party, oltre ai sindacati di sinistra - il CITU
(Centro per i sindacati indiani) e All India Trade Union Congress (AITUC) -
parteciperanno allo sciopero.
"Non sono solo questi sindacati. Il sindacato Shiv Sena in Maharashtra e il
sindacato affiliato alla Lega Musulmana anche in Kerala hanno esteso il loro
sostegno all'appello allo sciopero. Accanto alle organizzazioni a livello
nazionale, centinaia di sindacati non affiliati e sindacati locali si stanno
preparando allo sciopero, che potrebbe essere definito il più grande negli
ultimi tempi ", ha detto Dasgupta.
La "miseria crescente" della gente comune, i salari bassi, i giorni
lavorativi di 10 ore in condizioni miserabili di lavoro, tagli di posti di
lavoro, la disoccupazione enorme e crescente numero di contratti di lavoro
precari sono stati dati come il motivo per chiamare allo sciopero. "Questo è
un segnale di avvertimento per il governo dell'United Progressive Alliance,
le cui politiche di neo-capitalismo hanno portato a questa situazione nel
Paese ", ha detto Dasgupta.

2
Gli operai della fabbrica Regency Ceramics in India hanno fatto irruzione
nella casa del loro padrone e lo hanno picchiato senza senso con tubi di
piombo dopo che una disputa salariale si era messa male. Gli operai erano
sufficientemente infuriati da uccidere il presidente della Regency KC
Chandrashekhar dopo che giovedì il loro leader sindacale, M. Murali Mohan,
era stato ucciso dalla polizia antisommossa armata di bastoni. La violenza
sul lavoro si è verificata a Yanam, una piccola città dello Stato dell'Andra
Pradesh sulla Costa orientale dell'India. La polizia era stata chiamata in
fabbrica da parte della direzione per sedare una controversia di lavoro. Gli
operai avevano chiesto una paga più alta e la riassunzione di operai
licenziato in precedenza dal mese di ottobre. Murali era stato licenziato
poche ore dopo che la polizia aveva lasciato la fabbrica. La mattina dopo,
alle 06:00 di venerdì, Murali si era recato alla fabbrica insieme ad alcuni
operai cercando di ostacolare il turno del mattino, come riportano i media
locali. I lunghi manganelli, noti come lathis in India, sono stati usati
dalla polizia che ha carica gli operai ferendone almeno 20, tra cui Murali,
il quale è morto sulla strada verso l'ospedale, secondo il Times of India.
Centinaia di operai si sono radunati davanti alla stazione di polizia
chiedendo che gli agenti venissero accusati di omicidio. Il coprifuoco e
altri ordini civili sono stati imposti a Yanam a causa della rivolta che
alla fine ha portato all'uccisione del presidente della Regency. La polizia
ha riferito che i rivoltosi hanno anche incendiato diversi veicoli fuori
alla stazione di polizia. Otto operai della Regency Ceramics di polizia sono
rimasti feriti a causa degli spari che ne sono seguiti; le condizioni di due
di loro sono critiche. Più di 100 manifestanti sono stati arrestati. Gli
operai industriali dell'India sono i meno pagati tra i quattro grandi
mercati emergenti. Il reddito pro capite in India è sotto i 4.000 dollari
l'anno, facendone così il paese più povero dei BRICS, nonostante la sua
economia relativamente in forte espansione. Alla Regency Ceramics, gli
operai hanno scioperato dal 1° gennaio per la controversia dei salari. La
direzione come viene riferito aveva deciso di emettere un ordine restrittivo
su cinque operai e si è data da fare per ottenere un ordine da un tribunale
che diceva che gli operai in sciopero dovevano stare ad una distanza di
almeno 220 metri, oltre la dimensione di due campi da calcio, dalla
fabbrica. Una volta diffusasi la notizia della morte di Murali, gli operai
avrebbero distrutto 50 auto aziendali, autobus e camion dandogli fuoco.
Hanno saccheggiato la fabbrica. Residenti locali si sono uniti con i circa
600 operai, mentre erano in cammino verso la casa di Chandrashekhar.

3
Mozione circolata in alcune fabbriche italiane e in alcune assemblee
proletarie in occasione della campagna internazionale del 2-9 aprile

India, il paese dove "gli operai bruciano i padroni"

Noi lavoratori, operai, lavoratori temporanei, disoccupati, salutiamo la
lotta delle masse indiane contro il regime reazionario indiano supportato
dall'imperialismo.

In India le masse stanno lottando contro i padroni che licenziano e
sfruttano, contro il carovita, la corruzione e il terrorismo di Stato, con
enormi scioperi e manifestazioni, fabbriche occupate, gli attacchi contro i
padroni.
In India il governo ha deciso di vendere le risorse naturali ed umane alle
multinazionali imperialiste occidentali, i nuovi monopoli dei padroni delle
più grandi fabbriche di automobili e acciaio, come la Tata, Essar, Jindal,
Mittal, ecc, che derivano dallo sfruttamento incontrollato dei lavoratori,
spesso donne e bambini, gli utili che consentono loro di diventare azionisti
dei grandi monopoli internazionali in quei settori, spesso in alleanza con i
padroni italiani.

Contro tutto questo le masse indiane si sollevano e sviluppano una guerra
popolare diretta dal partito della classe operaia in India, il Partito
Comunista d'India (Maoista).

Il governo indiano e l'imperialismo hanno scatenato la repressione contro le
masse, sotto il nome di "Operation Green Hunt", con massacri, esecuzioni
sommarie, raid contro interi villaggi e tutta la popolazione tribale,
cercando di eliminare quella che chiamano "la più grave minaccia interna e
un pericolo per il sistema internazionale ", la guerra popolare, che ha come
obiettivo quello di stabilire un nuovo potere basato sull'unità dei
lavoratori e dei contadini, rovesciando imperialisti, la borghesia e le
classi feudali.

La lotta per i diritti dei lavoratori e del popolo, la lotta per
l'occupazione, salari, condizioni di vita, la lotta per la libertà, la
democrazia, per rovesciare il potere dei padroni e stabilire un potere nelle
mani dei lavoratori e delle masse, è una lotta internazionale che ci unisce
in tutto il mondo.

Per questo motivo esprimiamo la massima solidarietà alle masse indiane e al
Partito che le dirige, e ci auguriamo che esse resistano agli attacchi del
nemico e avanzino verso la vittoria.

csgpindia@gmail.com

Palermo: invito incontro nazionale 10 marzo lavoratrici, compagne...

Nell'ambito delle iniziative previste per la settimana del 8 marzo, a
Palermo nel pomeriggio di Sabato 10 marzo è organizzato un incontro
nazionale pubblico delle lavoratrici, precarie, disoccupate dello Slai cobas
per il
sindacato di classe, insieme alle compagne del Mfpr su:

donne/lavoro - la doppia lotta delle donne contro governo, padroni, Stato,
pone la necessità di uno sciopero delle donne

Sin dal suo insediamento, ci siamo mobilitate contro il "nuovo" governo
antiproletario e antipopolare Monti che, al servizio di padroni e banche,
nell'ambito di un pesante attacco alle generali condizioni di lavoro e di
vita, sta marciando rapido nel colpire doppiamente la maggioranza delle
donne.

Siamo tra le donne che dovranno continuare a lavorare, ad esaurirsi in
fabbrica e nei posti di lavoro fino a 65 anni e oltre; siamo tra le tante
che non vedranno mai un lavoro vero e la pensione; tra quelle che dovranno
caricarsi ancora di più del peso del carovita, dei tagli alle spese sociali…
Governo e padroni si affannano per uscire, loro!, dalla crisi ma questo per
noi donne significa più doppio sfruttamento sul lavoro, che sempre più è
precario, e in casa, più doppia oppressione, più “uccisione” del futuro, più
discriminazione, più humus da moderno medioevo, ideale brodo di cultura
anche per le violenze sessuali e le uccisioni delle donne!

Se le ministre tecniche alla Fornero, le dirigenti sindacali alla Camusso,
le tante riformiste legate ai partiti borghesi ora parlano di noi donne, non
ci ingannano! parlano di “tutele”, mentre preparano o appoggiano
provvedimenti che ci fanno tornare decenni indietro.
E' ora, quindi, che noi scateniamo la nostra rabbia e organizziamo la nostra
lotta.

Già il 27 gennaio scorso, allo sciopero generale dei sindacati di base e di
classe a Roma, abbiamo portato in piazza la nostra ribellione e
determinazione ma occorre andare molto più avanti, è necessario che le tante
realtà di lotta delle donne lavoratrici, precarie, disoccupate, licenziate
convergano e si uniscano, rimanere delimitate solo intorno alla propria
lotta è inefficace e impotente.
Ad un attacco complessivo, dobbiamo contrapporre una lotta complessiva che
intrecci la questione di classe alla questione di genere. La nostra lotta
sul doppio fronte, e la nostra determinazione, la combattività e creatività
che riusciamo a mettere in campo quando lottiamo, se siamo unite, possiamo
essere una forza potente.

Per questo al centro dell'incontro nazionale del 10 marzo è la discussione,
l'organizzazione, l'attività per costruire uno sciopero delle donne!
Autorganizzato come lavoratrici, operaie, precarie, disoccupate, giovani,
uno sciopero che abbia nelle sue ragioni l'insieme della condizione di
lavoro o non lavoro come l'insieme della condizione di vita di noi donne.

L'incontro è aperto e invitiamo altre lavoratrici, compagne a partecipare.

*****
Per chi è disponibile a raggiungerci da altre città è possibile
l'organizzazione del pernottamento per la sera del Sabato. A chi non potesse
venire chiediamo di mandare contributo scritto.

Per informazioni, partecipazione, invio di materiale: mfprpa@libero.it 
lavoratriciprecariedisoccupate@gmail.com - 340/8429376 (Donatella)

Le lavoratrici, precarie, disoccupate Slai Cobas per il sindacato di classe
Le compagne del movimento femminista proletario rivoluzionario
_______________________________________________
Tavolo4flat mailing list
Tavolo4flat@inventati.org
https://www.autistici.org/mailman/listinfo/tavolo4flat

Pomigliano - discriminazioni slai cobas e fiom

Discriminazioni a Pomigliano, si inasprisce la polemica. Operai divisi: ci 
sono ex Fiom al lavoro. La replica: costretti a lasciare sindacato. 
Granillo: smettano di piangersi addosso

NAPOLI - Mentre i sindacati firmatari dell'accordo esultano per il 
superamento in anticipo del 40% di lavoratori riassunti nella newco di 
Pomigliano (la quota era prevista da Fiat per luglio), la Fiom torna a 
denunciare la discriminazione dei propri iscritti da parte dei Lingotto. 
Parlando in occasione dell'assemblea dei delegati del sindacato, il 
segretario delle tute blu della Cigl sottolinea: "Il problema non è 
semplicemente che la Fiom non ha l'agibilità sindacale, bisogna raccontare 
cosa sta succedendo alle persone in carne ed ossa che in Fiat non hanno più 
diritti sindacali". In particolare, denuncia, "a Pomigliano su quasi duemila 
dipendenti non c'è un iscritto alla Fiom". Per il segretario Fiom "il più 
grande gruppo industriale può dire che un sindacato non c'è e, davanti a 
questo, la politica e le istituzioni stiano in silenzio". "Non solo le forze 
politiche, ma i ministri, il governo e le più alte cariche dello Stato 
devono dire se la Costituzione esiste allora la si deve far rispettare anche 
dalla Fiat".

POLEMICA TRA I LAVORATORI - Sul tema si inasprisce la polemica anche tra i 
lavoratori. L'Ansa scrive che alcuni addetti dello stabilimento di 
Pomigliano d'Arco negano discriminazioni, sostenendo che c'è chi ha votato a 
favore dell'accordo ed ancora è in cassa integrazione, mentre anche ex 
iscritti Fiom oggi possono contare sulla busta paga della newco. "Non è vero 
che la Fiat sta discriminando gli iscritti Fiom, la verità è che da gennaio 
non c'è più trattenuta sulla busta paga per i sindacati che non hanno 
firmato l'accordo. In Fip ci sono ex iscritti, e stanno lavorando già da 
qualche settimana", è uno dei pareri raccolti dall'Ansa.

COLPA DELLA TRATTENUTA ELIMINATA? - "Nel nuovo contratto - spiega 
all'agenzia di stampa Gerardo Giannone chiamato da Fiat a fare il test 
driver della nuova Panda - che ho avuto modo di leggere, c'è scritto che i 
sindacati non firmatari dell'accordo, non hanno diritto alla trattenuta in 
busta paga, quindi non risulta nessun iscritto Fiom. Ma in Fip ci sono 
persone che avevano la tessera fino a dicembre scorso, e che ora se vogliono 
possono tranquillamente iscriversi alla Fiom, ma pagare di persona il 
sindacato, non potendo più contare sulla trattenuta".

"COSTRETTI A LASCIARE FIOM DALL'AZIENDA" - Una spiegazione che, però, non 
sembra logica a chi è ancora iscritto alla Fiom: "E' vero - ha confermato 
Sebastiano d'Onofrio, rsu del sindacato metalmeccanici della Cgil al Vico - 
ci sono alcuni lavoratori che erano iscritti al sindacato e che sono stati 
assunti, ma in alcuni casi sono stati costretti dall'azienda a lasciare la 
Fiom per entrare in Fip. E la trattenuta sulla busta paga è solo una scusa, 
in quanto avrebbero potuto tranquillamente continuare a pagare il sindacato 
a parte, ma sono stati invitati a fare disdetta se volevano uscire dalla 
lunga cassa integrazione in cui versano i lavoratori del Vico. Di iscritti, 
nella newco, non ce n'è nessuno".

SLAI-COBAS: LA FIOM SI PIANGE ADDOSSO, CON FIAT UNA GUERRA - Da sinistra 
arriva l'attacco a Landini di esser colpevole della fuga degli iscritti: se 
si sentono discriminati, dice Vittorio Granillo del coordinamento nazionale 
Slai Cobas, cambìno strategia. Il sindacalista di base è convinto che i 
lavoratori iscritti alla Fiom ritengano che l'organizzazione "si pianga 
addosso senza cercare però una soluzione al problema". Nella newco Fabbrica 
Italia Pomigliano, non c'è neanche un iscritto al sindacato di base, ma non 
per questo "ci si piange addosso", accusa Granillo. E' Landini, prosegue, 
"che con il suo atteggiamento determina la fuga dei suoi iscritti. Da due 
anni non fanno che piangere e lamentarsi. Ma azioni concrete non se ne sono 
viste. Noi siamo impegnati in lunghe battaglie anche legali, e qualche volta 
vinciamo altre perdiamo. Quella con la Fiat è una 'guerra', è vero, ma 
proprio per questo ci sono battaglie che si vincono ed altre che si perdono, 
e piangendo la sensazione che si dà ai propri iscritti, è quella di un 
sindacato debole che non sa difenderli". Per Granillo "i lavoratori scelgono 
di andare via perché non si sentono tutelati".

"UN PROTOCOLLO DI DELAZIONE ANONIMA" - Dal sindacato di base lamentano anche 
la presenza della pretesa dell'azienda di un "vero e proprio protocollo di 
delazione anonima per eventuali o presunte violazioni del codice di condotta 
aziendale". Nel codice di condotta aziendale che i neoassunti della newco 
devono accettare, si legge che se un dipendente "vuole segnalare una 
violazione al codice, deve contattare il suo diretto superiore". "Qualora - 
si legge ancora - la segnalazione non dia esito o il lavoratore si senta a 
disagio, il dipendente ne riferià al competente Compliance officer, o 
utilizzerà un qualsiasi meccanismo di segnalazione anonimo o prestabilito". 
Una richiesta che, secondo lo Slai Cobas, non è accettabile: "Tragico - 
concludono dal sindacato di base - che queste cose sono promosse e 
sottoscritte dai sindacati confederali ed avallate, con inspiegabile 
silenzio omissivo, dalla Fiom. Noi non ci stiamo, ed abbiamo quindi 
impugnato il recente Ccsl e le correlate iniziative illegittime che violano 
i diritti dei lavoratori e quelli sindacali".


sabato 18 febbraio 2012

Abbiamo occupato la Fabbrica Rsi Italia.

 Oggi lunedì 20 febbraio, noi lavoratori della RSI Italia SpA (Rail Service 
Italia, ex Wagons Lits), in Cassa Integrazione straordinaria da 6 mesi (dopo 
2 di ordinaria) abbiamo deciso di occupare la fabbrica di via Umberto 
Partini a Roma. Siamo 59 operai (33 metalmeccanici, 26 dei trasporti), 
addetti alla manutenzione dei Treni Notte. Da mesi non percepiamo il reddito 
che ci è dovuto e a settembre, quando scadrà la Cassa Integrazione, 
rischiamo di rimanere senza lavoro. La nuova proprietà (Barletta Srl) ha 
bloccato la produzione e vuole dismettere la fabbrica per realizzare 
abitazioni e centri commerciali.
1. Vogliamo i nostri soldi. Siamo stanchi di aspettare! Nonostante gli 
accordi e le denunce Barletta srl non ci ha mai pagato l’anticipo della 
Cassa Integrazione ordinaria e impedisce l’anticipazione da parte dell’INPS 
della Cassa Integrazione straordinaria. Siamo da 7 mesi senza soldi.
2. Vogliamo il ripristino dei Treni Notte. La responsabilità strategica 
della nostra crisi è di Trenitalia. La scelta dell’AD Moretti di investire 
solo sull’Alta Velocità e di chiudere il servizio dei Treni Notte ha dato il 
via al licenziamento di 800 persone in tutta Italia. Per questo dal 24 
novembre stiamo sostenendo i lavoratori che hanno occupato lo stabile di RSI 
di via Prenestina a Roma e i colleghi che a Milano sono saliti  sulla torre 
della Stazione Centrale. La nostra è una lotta comune.  Chiediamo il 
ripristino dei Treni Notte, per un trasporto pubblico per  tutti, per 
continuare il nostro lavoro.
3. Vogliamo un futuro.  Impediamo la dismissione della fabbrica e del nostro 
lavoro. Barletta  srl ha rilevato l’azienda nel 2008 e, nonostante il lavoro 
non  mancasse, ha deciso di cessare l’attività. Vogliono fare una 
speculazione edilizia per fare profitti facili, distruggendo il nostro 
lavoro. Grazie al cosiddetto “Piano Casa”, approvato da Governo,  Regione 
Lazio e Comune di Roma, nelle aree industriali oggi è possibile costruire a 
fini residenziali senza oneri concessori (senza spese per cambi di 
destinazione d’uso). Vogliono distruggere delle officine storiche, ancora 
funzionanti, per costruire palazzi e realizzare un grande affare. Tutto ciò 
a ridosso della Nuova Stazione Tiburtina che, invece di rilanciare il lavoro 
dell’indotto ferroviario, produce solo speculazione e disoccupazione. Noi 
abbiamo un’altra idea. Impedire il cambio di destinazione d’uso. Salvare le 
Officine di via U. Partini, per salvare il lavoro e impedire un’altra 
speculazione.
4. Vogliamo risposte. Non promesse Durante i tavoli di trattativa sindacale 
con il Ministero dello sviluppo economico e con il Comune di Roma abbiamo 
ricevuto rassicurazioni e impegni sulla tutela dell’area di via U. Partini e 
sul nostro futuro occupazionale. Ma fino a oggi sono solo promesse e nessuna 
certezza. Le istitituzioni stanno lasciando libera l’azienda di distruggere 
un patrimonio comune. Non possiamo aspettare che sia troppo tardi. Vogliamo 
risposte chiare subito!
5. Vogliamo unirci. L’occupazione è sostenuta anche da altri lavoratori e 
cittadini, movimenti e associazioni. Studenti, precari e lavoratori dei 
Treni notte uniti, perché la solidarietà oggi è fondamentale. La crisi e la 
disoccupazione dividono e scoraggiano. I governi invece di chiedere serietà 
alle imprese nella definizione dei piani insustriali, intendono smantellare 
i sistemi di tutela del lavoro conquistati negli anni (pensioni, ART. 18, 
Cassa integrazione straordinaria).
Oggi dicono che è colpa dei lavoratori se i giovani sono precari e non 
trovano lavoro. Noi ci uniamo per dimostrare il contrario. Per rafforzare la 
nostra lotta e perché la nostra lotta può essere importante per la nostra 
città, per impedire che la speculazione e la rendita finanziaria-immobiliare 
distruggano definitivamente il lavoro e il territorio.
OCCUPA/RSI via U. Partini (angolo Via Portonaccio) 
http://occuparsi.wordpress.com/

manifestazione no tav 25 febbraio

lo slai cobas per il sindacato di classe aderisce alla manifestazione no tav
nella forma di presidi informativi
per il 25 nelle città in cui è presente


APPELLO PER UNA NUOVA MARCIA NO TAV IN VALLE DI SUSA

DA BUSSOLENO A SUSA - SABATO 25 FEBBRAIO 2012

RITROVO DALLE ORE 13 IN PIAZZA DELLA STAZIONE A BUSSOLENO

Il popolo NO TAV scenderà ancora una volta in strada per ribadire il proprio
rifiuto al progetto inutile e devastante della nuova linea ferroviaria
Torino-Lione.

La manifestazione è stata organizzata in collaborazione con la Comunità
Montana e l'assemblea dei sindaci della val Susa e val Sangone per ribadire
l'unità del territorio nel respingere quest'opera.

Sarà un' occasione per rilanciare la mobilitazione e sancire la legittimità
della resistenza in corso da mesi contro il cantiere di Chiomonte, area
militarizzata.

Esprimeremo anche in questa giornata la nostra vicinanza e solidarietà nei
confronti delle persone arrestate e inquisite per aver lottato al nostro
fianco e invitiamo tutte le loro famiglie a partecipare con noi a quella che
sarà una grande giornata di testimonianza e gratitudine.

Saranno bene accetti anche questa volta tutti coloro che giungeranno in
valle per supportare le istanze del movimento NO TAV che sempre più sta
diventando simbolo di riscossa per chi lotta contro i poteri forti e
riferimento per le idee di un altro mondo possibile.

Vi aspettiamo numerosi e determinati.

IL MOVIMENTO NOTAV

venerdì 17 febbraio 2012

CONTRO FORMIGONI, CONTRO PROFUMO

Le " Misure per la crescita, lo sviluppo e l'occupazione" presentate da 
Formigoni e approvate dalla Giunta lombarda sono un grave attacco, da un 
lato, ai diritti di migliaia di precari, pesantemente sfruttati, che da anni 
garantiscono il funzionamento delle scuole e costituisce il presupposto per 
un ulteriore peggioramento della loro condizione, dall'altro rappresenta un 
salto di qualità nel processo di aziendalizzazione nelle scuole. Tra 
l'altro, infatti, prevede: "..a partire dall'anno scolastico 2012/2013, le 
istituzioni scolastiche statali possono organizzare concorsi differenziati a 
seconda del ciclo di studi, al fine di reclutare personale docente 
necessario a svolgere le attività didattiche annuali [...] E' ammesso a 
partecipare alla selezione il personale docente del comparto scuola che 
conosca e condivida il progetto e il patto per lo sviluppo professionale, 
che costituiscono parte integrante del bando di concorso di ciascun istituto 
scolastico", cioè significa vedere aumentare la discrezionalità, fenomeni di 
clientelismo da parte dei dirigenti scolastici. Ma è anche un forte attacco 
alla libertà di insegnamento, obbligando anche ad aderire a scelte 
confessionali, ideologiche e mina alla base il principio costituzionale di 
una scuola uguale per tutti.




Prontamente il ministro Profumo ha dato il suo assenso e si è detto 
disponibile a "sperimentare nuovi modelli di reclutamento".

E' una nuova guerra dispiegata contro i lavoratori, una nuova guerra tra 
poveri. Dopo tagli di migliaia di posti di lavoro, precarizzazione, 
modifiche di classi di concorso, aumento di carichi di lavoro.

Non è certo di "nuovi modelli di reclutamento" che c'è bisogno, ma di 
assumenre in maniera stabile le migliaia di precari che lavorano sui tanti 
posti vacanti, di ritirare la riforma Gelmini, di bloccare le odiose "nuove 
classi di concorso"

Occorre una nuova, forte unità tra tutti i lavoratori della scuola: abbiamo 
già pagato duramente anche per il peso del pesante precariato con: blocco 
degli scatti, le odiose trattenute per malattia, niente rinnovi 
contrattuali, le ancora più odiose riforme delle pensioni e il continuo 
fantasma della premialità, finanziamenti alle scuole private.

Occorre costruire un fronte comune perchè se toccano uno toccano tutti. In 
primis le giovani generazioni spinte in una scuola sempre più classista.

Per questo lo Slai COBAS per il sindacato di classe partecipa, a Milano, 
all'assemblea promossa dal coordinamento3 ottobre, come prima risposta alla 
ipocrisia delle "Misure per la crescita, lo sviluppo e l'occupazione" che 
nulla ha a che vedere con crescita, sviluppo ed occupazione, ma è un 
tassello dell'attacco generale ai lavoratori. Ma è necessario costruire 
l'assedio di regione lombardia per cominciare a spazzare via questo 
provvedimento e cominciare a strappare risultati concreti.

Slai COBAS per il sindacato di classe- scuola

cobasdiclasse.mi@gmail.com

Milano, 16.2.2012

ILVA come ETERNIT: assediato tribunale

Una marea di migliaia di persone, con una massiccia partecipazione 
studentesca ha assediato oggi per diverse ore il tribunale di taranto;
tutta la zona è stata praticamente bloccata, polizia in assetto antisommossa 
per impedire che si entrasse in massa in Tribunale, come sarebbe stato anche 
giusto.
Cosa ha provocato tutto questo ? Un processo per inquinamento e devastazione 
ambientale nei confronti di Riva ed alti dirigenti dello stabilimento;
c'era l'incidente probatorio ordinato dalla giudice Partizia Todisco per 
convalidare una perizia che è molto pesante sulle responsabilità dell'ilva
in materia di ambiente, un passo processuale importante per affrontare 
questo processo con dati di fatto che inchiodino le responsabilità.
Per questo erano in tanti stamattina, studenti, associazioni ambientaliste, 
operai e sopratutto ex-operai ilva, cittadini, ecc. Presente in maniera 
combattiva e visibile tra le organizzazioni sindacali solo lo slai cobas per 
il sindacato di classe, che da sempre unisce nella sua lotta la difesa di 
classe degli operai in fabbrica  della loro salute e sicurezza dentro e 
fuori il lavoro, con la lotta contro la devastazione ambientale che colpisce 
innanzitutto i quartieri proletari contigui la grande fabbrica. I suoi 
cartelli ILVA come ETERNIT, padron Riva come i padroni svizzeri recentemete 
pesantemente condannati al processo di Torino, per chè sapevano i danni  che 
provocavano e perchè hanno trascurato le misure di sicurezza.. esattamente 
come i padroni Italsider prima, Ilva di padron Riva oggi.
Il sindacalismo confederale, i sindacati confederali metalmeccanici non 
c'erano, tranne qualche iscritto o singolo esponente a titolo personale... 
anche se poi pretendono come la fiom di costituirsi parte civile,, massima 
ipocrisia: è la loro linea aziendalista e filopadronale che come non tutela 
gli interessi  operai in fabbrica,non tutela le masse nei confronti della 
devastazione ambientale proprio, unendosi a difesa degli interessi di padron 
Riva che agita il ricatto occupazionale.
Quella di oggi è stata una manifestazione di forte protesta che mostra una 
rinnovata combattività cittadina e che trova nel sindacalismo di classe la 
sponda e lo strumento per unire operai e masse in un fronte anti Riva e 
anticapitalista.

slai cobas per il sindacato di classe taranto
cobasta@libero.it
347-5301704
17 febbraio 2012