insieme si parte, insieme si torna
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martedì 22 ottobre 2013
con sara e celeste,liberi tutti
*A ROMA 18 E 19 OTTOBRE, PER LO SCIOPERO DELLE DONNE*
Sia il 18 che il 19 ottobre a Roma, in occasione delle 2 importanti
manifestazioni nazionali a Piazza San Giovanni sotto un sole splendente
si è svolta l'assemblea nazionale delle donne, proposta dalle compagne
del Mfpr, per discutere insieme della giornata dello /sciopero delle
donne/ prevista per il 25 novembre prossimo. *Ma è stato fatto anche
tanto altro...*
Tante compagne, operaie di fabbrica, precarie, studentesse, donne
impegnate nei movimenti, come No Muos, nei coordinamenti precarie
scuola, compagne di associazioni di sostegno alle donne, ecc. di varie
città, dal sud e dal nord, tra cui Roma, Bologna, Ferrara, l'Aquila,
Taranto, Pavia, Modena, Brescia, Palermo, Lecce, Milano, Latina, Nocera,
ecc. - circa un centinaio - hanno partecipato nei 2 giorni; alcune
avevano già partecipato alla mobilitazione nazionale del 6 luglio contro
femminicidi e stupri, molte altre lavoratrici, ragazze, sono venute in
questa occasione, ed per alcune era la prima volta che partecipavano a
questo tipo di iniziativa.
incidente all'Ilva di Taranto, sei operai intossicati
Un nuovo incidente all'interno dello stabilimento Ilva di Taranto dimostra quanto la situazione sia ancora gravissima. Sabato sera sei operai dell’Ilva sono rimasti intossicati mentre lavoravano nel reparto CCO1 (Colata Continua) dell’Acciaieria 1 dello stabilimento tarantino. Gli operai sono stati soccorsi nell’ infermeria e per fortuna non hanno riportato gravi conseguenze.
A denunciarlo è la sezione locale dell’Unione sindacale di base secondo la quale l’intossicazione sarebbe dovuta all’inalazione “di monossido di carbonio e chissà quali altre sostanze, sprigionate nel capannone senza che nessun tipo di allarme abbia avvertito le maestranze”. Secondo il sindacato di base "tali sostanze invece di finire in qualche cappa di aspirazione, sicuramente in avaria, sono finite nei polmoni dei lavoratori".
Il coordinatore provinciale dell'Usb Francesco Rizzo osserva in una nota che "l'Acciaieria e le Colate continue 1 e 5 necessitano di grandi e immediati interventi, partendo dalla salvaguardia della salute e sicurezza di chi ci lavora, che allo stato delle cose non viene garantita". Il Sub-commissario Ronchi a giugno, in concomitanza della fermata di Acciaieria 1, precisa Rizzo, "aveva dichiarato che avrebbero approfittato della fermata di Acciaieria 1 per fare i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria. Noi - conclude il dirigente Usb rivolgendosi a Ronchi - approfittiamo per dire che nella fermata di Acciaieria 1 di ordinario e straordinario c'erano solo le sue chiacchiere".
A denunciarlo è la sezione locale dell’Unione sindacale di base secondo la quale l’intossicazione sarebbe dovuta all’inalazione “di monossido di carbonio e chissà quali altre sostanze, sprigionate nel capannone senza che nessun tipo di allarme abbia avvertito le maestranze”. Secondo il sindacato di base "tali sostanze invece di finire in qualche cappa di aspirazione, sicuramente in avaria, sono finite nei polmoni dei lavoratori".
Il coordinatore provinciale dell'Usb Francesco Rizzo osserva in una nota che "l'Acciaieria e le Colate continue 1 e 5 necessitano di grandi e immediati interventi, partendo dalla salvaguardia della salute e sicurezza di chi ci lavora, che allo stato delle cose non viene garantita". Il Sub-commissario Ronchi a giugno, in concomitanza della fermata di Acciaieria 1, precisa Rizzo, "aveva dichiarato che avrebbero approfittato della fermata di Acciaieria 1 per fare i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria. Noi - conclude il dirigente Usb rivolgendosi a Ronchi - approfittiamo per dire che nella fermata di Acciaieria 1 di ordinario e straordinario c'erano solo le sue chiacchiere".
Pubblicato da tarantocontro a 18:32 21-10-2013
I lavoratori OM non mollano!
ottobre 18, 2013
E' arrivato il momento di ri-prenderci il lavoro, la dignità, i nostri
diritti! Riprendiamoci le fabbriche!
MANIFESTAZIONE h 16.30 Giovedì 31 ottobre - Piazza Umberto, Bari
La vicenda delle ingiustizie subite dai lavoratori dell'Om Carrelli è ben
nota. E oggi accomuna tanti e tante altri lavoratori e lavoratrici! Dopo la
chiusura della fabbrica e le mancate reindustrializzazioni ci siamo
autorganizzati con un Presidio permanente davanti ai cancelli dello
stabilimento per rivendicare semplicemente un diritto che ci appartiene.
Impedire l'uscita dei carrelli, prodotti con l'inganno, per noi significa
continuare a lanciare un messaggio chiaro a tutti: le nostre vite non si
barattano sull'altare dei profitti dei padroni!
E' arrivato il momento di ri-prenderci il lavoro, la dignità, i nostri
diritti! Riprendiamoci le fabbriche!
MANIFESTAZIONE h 16.30 Giovedì 31 ottobre - Piazza Umberto, Bari
La vicenda delle ingiustizie subite dai lavoratori dell'Om Carrelli è ben
nota. E oggi accomuna tanti e tante altri lavoratori e lavoratrici! Dopo la
chiusura della fabbrica e le mancate reindustrializzazioni ci siamo
autorganizzati con un Presidio permanente davanti ai cancelli dello
stabilimento per rivendicare semplicemente un diritto che ci appartiene.
Impedire l'uscita dei carrelli, prodotti con l'inganno, per noi significa
continuare a lanciare un messaggio chiaro a tutti: le nostre vite non si
barattano sull'altare dei profitti dei padroni!
SCIOPERO DEI LAVORATORI DIPENDENTI DELLA BOMMARTINI A SOAVE
Nell'ambito dello stato di agitazione che perdura da un anno, e a due
settimane dal processo fissato a Verona per cinque lavoratori della
Bommartini che sono a casa da mesi senza lavoro né retribuzione quale
ritorsione per le loro denunce della situazione aziendale, si è ricostituita
con successo l'unità dei lavoratori dell'Azienda.
settimane dal processo fissato a Verona per cinque lavoratori della
Bommartini che sono a casa da mesi senza lavoro né retribuzione quale
ritorsione per le loro denunce della situazione aziendale, si è ricostituita
con successo l'unità dei lavoratori dell'Azienda.
LE 2 GRANDI GIORNATE DI ROMA
leggi il blog
http://proletaricomunisti.blogspot
LE 2 GRANDI GIORNATE DI ROMA
Non è che l'inizio... ma che sia un nuovo inizio.
E' giusto ribellarsi! Le idee di rivolta non sono mai morte!
Ma ora facciamo tutti ciò che è giusto e necessario per la rivolta
proletaria e popolare.
La rivoluzione è l'unica soluzione!
*****
Il 18 ottobre
50mila complessivamente hanno partecipato allo sciopero generale e alla
grande manifestazione di Roma, in cui il sindacalismo di base e di classe ha
detto innanzitutto
Basta con precarietà, attacchi ai salari, ai posti di lavoro, alle
condizioni di vita, ai diritti, imposti dai padroni, dai governi dell'Europa
del capitale che scaricano la crisi sulle masse in Italia come in tutta
Europa.
Basta coi sindacati confederali complici che servono i padroni e tolgono i
diritti ai lavoratori.
Basta con i partiti di questo parlamento che si riempiono le tasche dei
soldi dei cittadini e sono inamovibili, che pensano alle poltrone e al
potere, mantengono in piedi Berlusconi, e sono tutti contro i lavoratori e
le masse popolari.
Uno sciopero che ha espresso tutta la grande solidarietà proletaria agli
immigrati, affogati, uccisi, sfruttati, e ha rivendicato con forza quello
che con espressione infelice si chiama "un nuovo welfare" ma che vuol dire
riprendiamoci i diritti elementari messi in discussione: case, scuole,
sanità, reddito ai senza lavoro, la salute e il diritto alla vita in
territori inquinati e devastati; ha rivendicato la riduzione d'orario di
lavoro 'lavorare meno lavorare tutti', e ha chiamato alla lotta l'intero
mondo del lavoro.
Ora allo sciopero bisogna dare reale continuità, non come è successo tutte
le altre volte in cui la continuità è rimasta sulla carta e poi è cominciato
il solito tran-tran anche nei sindacati di base.
Dopo la manifestazione di Roma noi diciamo:
E ora sciopero per davvero!
E ora organizziamo e rafforziamo il sindacalismo di base e di classe nelle
fabbriche!
E ora una piattaforma reale, generale e particolare contro padroni e
governo!
E ora unità e patto di unità di azione del sindacalismo di base e di classe!
E ora contro la legge fascista sulle Rsu boicottaggio del sindacalismo
confederale e presentazione unitaria, là dove è possibile!
*****
Il 19 ottobre 100mila hanno invaso Roma e assediato i Palazzi del potere. Il
Ministero dell'Economia è stato attaccato, quello delle Infrastrutture
presidiato, ma è tutto il potere statale e governativo che ha dovuto sentire
il grido e il "fiato sul collo" di proletari, senza casa, immigrati,
giovani, donne, delle espressioni delle popolazioni No Tav, No Muos,ecc che
sono stati a Roma non per fare una sfilata ma per ribellarsi e promuovere
ribellione; con mille slogan, striscioni, ma soprattutto con la loro
massiccia presenza fisica, con le loro facce, per rivendicare davvero casa,
reddito, basta Tav, Muos, discariche, inceneritori,basta con scuole e
università sempre più care e sempre più fabbriche di disoccupazione e
precarietà, basta con una vita che non si può più accettare, mentre i ricchi
diventano sempre più ricchi, i ladri di Stato sempre più ladri, gli
assassini di operai e di cittadini in fabbriche e territori sempre più
impuniti. Tanti immigrati, donne, molte con i loro bambini in carrozzella,
sono emersi, non come vogliono i padroni e i razzisti di Stato ma come una
massa proletaria che rivendica diritti, e impone la propria dignità di
fronte ad un sistema e i suoi rappresentanti che li vogliono morti affogati
o schiavizzati.
E dentro questa marea di partecipanti, la gioventù ribelle proletaria e
studentesca ha innervato con azioni di attacco la forza della
manifestazione, che tutti insieme, tranne qualche squallida eccezione, ha
rivendicato, dicendo che non ci sono "buoni e cattivi", perchè noi siamo
tutti buoni e voi siete tutti cattivi! E che di fronte al vostro apparato
repressivo arrogante, criminalizzante, infame e infamante, ai vostri
giornali dediti alla disinformazione e all'essere megafono del Ministro
degli Interni, siamo tutti ribelli! Tutti noi vi vogliamo spazzare via!
Vogliamo subito tutti liberi!
Lo stesso assedio di Porta Pia ha voluto dire che "vi assediamo per
sempre",che
la lotta non finisce in una manifestazione nazionale ma ogni luogo di
lavoro, ogni università, scuola, ogni quartiere, ogni città, è luogo di
scontro di classe e di massa, di assedio alle vostre fortezze blindate della
ricchezza, della speculazione, della corruzione,dello sfruttamento.
Una manifestazione in cui, a differenza di altre, le anime e gli animi si
sono fusi.
Una giornata preziosa, da valorizzare, difendere e sviluppare, via via in
un'unica direzione, la rivolta sociale generale; non quella finta del voto,
ma quella vera dello scontro di classe, della guerra di classe, della
rivolta proletaria e popolare.
Una giornata che chiama tutti a fare la propria parte, che chiama noi ad
essere sempre più nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le
masse, ad essere strumento utile dell'organizzazione e
dell'autorganizzazione della lotta dei proletari e delle masse; con spirito
critico e autocritico contro tendenze e teorie fumose e confuse nel
movimento e contro la logica "movimento è tutto e il fine è nulla", così
come contro il parassitismo politico di partiti e gruppi falso comunisti,
falso rivoluzionari, e di ceti politici in eterno riciclo.
Quello che deve avanzare è il 'partito della rivoluzione', il fronte unito
dei proletari e delle masse popolari, la forza combattente, indispensabile e
necessaria, fusa ed espressione delle masse in lotta.
Proletari comunisti - PC m Italia
pcro.red@gmail.com
22.10.13
domenica 20 ottobre 2013
sciopero e manifestazione a roma 18 ottobre - piattaforma,linea e azione dello slai cobas per il sindacato di classe
volantino per roma
Padroni, Finanza, Banche e il loro governo - oggi Letta/Alfano/Berlusconi -
negano a tanti disoccupati, precari, in particolare al sud, il lavoro per
mantenere dignitosamente la famiglia, e tanti ormai sono senza alcun
reddito; dilagano licenziamenti e cassaintegrazione nelle fabbriche,
attaccano salari e stipendi dei lavoratori e masse popolari rendendo più
cari sanità, scuola, casa, servizi sociali e il costo della vita i; la
salute e la vita è negata e sempre più a rischio, in fabbrica e in
particolare in territori inquinati come Taranto, dove si si fanno decreti
solo a favore di Riva e nulla per il lavoro, la sicurezza, la salute; mentre
trovano subito soldi per spese militari, navi da guerra, aerei F35 c mentre
muoiono nelle nostre acque centinaia di immigrati in fuga da fame e guerra.
Nella crisi i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri
sempre più poveri!
i può accettare tutto questo? Si può fare questa vita?
Noi pensiamo che operai, disoccupati, precari, giovani, donne, masse
popolari si debbano ribellare, organizzarsi per difendere le condizioni di
vita e lottare per il lavoro e la salute con lo sciopero generale e la
rivolta generale.
Il 18 ottobre è una prima proposta di sciopero generale e manifestazione
contro padroni, governo e sindacati confederali complici per questo siamo
qui. Ma noi non riteniamo che la attuale piattaforma e forma organizzata del
sindacalismo sia sufficiente a raggiungere risultati effettivi
piattaforma
Riduzione di orario di lavoro a parità di salario
NO ai licenziamenti, NO a Cig senza fine, NO a contratti di solidarietà, per
spartirsi la miseria e non intaccare i profitti dei padroni.
Riduzione d'orario a partire dalle fabbriche in crisi, ma con estensione in
tutte le fabbriche e posti di lavoro con processi di ristrutturazione in
corso
"Decreto operaio" per l'Ilva e situazioni similari
NO alla falsa e interessata alternativa tra lavoro e salute, basta coi
decreti pro-padroni, vogliamo un decreto che stabilisca che nessun posto di
lavoro si deve perdere, che gli operai devono essere impiegati nella messa a
norma delle fabbriche, che 20 anni di lavoro bastano in una fabbrica a
rischio salute e vita per il profitto
Per la sicurezza, postazioni ispettive fisse
nelle fabbriche e nei lavori a rischio infortuni
Contratto nazionale per gli operai della logistica
NO allo schiavismo verso i lavoratori immigrati delle cooperative legate ai
partiti di governo e parlamentari, NO alle discriminazioni salariali e
normative, all'attacco ai diritti sindacali
Lavoro o salario garantito ai disoccupati e a chi ha perso il lavoro
Vogliamo una legge per un piano immediato di lavoro di massa, e di
formazione retribuita per l'occupazione, in particolare, nella raccolta
differenziata, nelle bonifiche territoriali;
esenzione dal pagamento di tasse, tariffe, ticket, ecc
Clausola sociale negli appalti pubblici per assunzioni e contro la
precarietà
NO ad appalti al massimo ribasso, NO a contratti a termine con orari e
salari da fame, anche in violazione di CCNL e principi della Costituzione
Rappresentanza sindacale decisa dai lavoratori
Tutte le organizzazioni sindacali, di base, decise dai lavoratori devono
essere riconosciute e avere i diritti previsti dallo Statuto dei lavoratori,
in proporzione ai numero di iscritti in ogni realtà lavorativa.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Una folta rappresentanza dello slai cobas per il sindacato di classe porta
a roma i rappresentanti delle lotte e vertenze operaie Ilva, dalmine,
immigrati della logistica, cooperative sociali di palermo e taranto,
lavoratori della sanità, precari delle pulizie statali ecc.
Lo slai cobas per il sindacato di classe è la componente di classe, fondata
sulla lotta di massa
autorganizzata del sindacalismo di base e di classe che contando sulle
proprie forze come principio e linea d'azione, con una posizione autonoma di
classe e chiara tra le masse per una alternativa nazionale non solo al
sindacato confederale ma agli stessi sindacati di base.
Ma non c'è ancora una forza nazionale sufficiente per rappresentare questa
alternativa, per questo c'è bisogno di queste manifestazioni per portare a
livello nazionale le lotte e la piattaforma.
per questo a Roma la rappresentanza dello slai cobas per il sindacato di
classe si concentra in piazza della repubblica, partecipa al corteo con uno
spezzone e avrà un punto di assemblea e incontro a piazza s.giovanni
mentre a fine manifestazione una delegazione andrà al ministero del lavoro.
lo slai cobas per il sindacato di classe è alla manifestazione con spirito
aperto combattivo e dialogante.
La manifestazione nazionale non sarà molto grossa, nonostante i numeri
sparati prima durante e dopo dalla USB, che è l'organizzazione nettamente
maggioritaria alla manifestazione, ma è la più grossa possibile oggi contro
il governo da parte del sindacato di base per questo lo slai cobas per il
sindacato di classe non poteva
mancare.
Molti hanno preferito fare in questo caso manifestazioni regionali e locali,
ma lo fanno in generale per mentalità di bandiera, opportunista e localista,
perchè verso i lavoratori fanno solo vertenze legali e iniziative locali,
per povertà di linea e di progetto e allora sanno bene che per portare
lavoratori a roma devono fare un lavoro doppioche non vogliono e non sanno
fare seminando illusioni che a livello locale son forti possono ottenere
risultati ecc, quando questo è solo una parte della verità.. oggi se non si
riesce a fare una battaglia nazionaleseria e determinata, a livello locale
si raccolgono le briciole, ma non si contribuisce con una battaglia
prolungata a cambiare realmente le cose e i rapporti di forza
Lo sciopero nazionale del 18 lo fanno ancora in pochi a livello nazionale -
tranne alcune eccezioni settoriali, epochissimi in fabbrica perchè esso non
è ancora maturo, al di là di quello che dice l'USB, ma se non si lancia
proclamandolo non si fa mai e non si contribuisce a svilupparne la
necessità. obiettivi e forme di lotta - non si ha autonomia dal sindacalismo
confederale e si vive in funzione solo della sua dialettica
E' quindi al di là della riuscita qua e là - uno sciopero propaganda ,
necessario ma non sufficiente e questo occorre dirlo anche a roma per dirlo.
slai cobas per il sindacato di classe
coordinamento nazionale
18 ottobre 2013
la piattaforma della delegazione di massa al ministero del lavoro
su emergenza lavoro, nel Sud in particolare, che investe centinaia di
migliaia di disoccupati, precari, lavoratori che hanno perso il lavoro, a
cui si aggiungono lavoratori ultraprecari soprattutto negli appalti pubblici
che hanno occupazioni ridotte a pochi mesi, addirittura settimane e con
orari da vergogna anche di 45 minuti di lavoro al giorno (in contrasto con
ogni CCNL e con i principi dell'art. 36 della Costituzione).
.
Sono tre i temi principali
Primo, chiediamo che al problema sempre più vasto delle fabbriche in crisi
(che spesso non sono affatto in crisi, ma chiudono per cercare lidi più
convenienti) non si risponda solo con ammortizzatori sociali, ma con una
RIDUZIONE DELL'ORARIO DI LAVORO A PARITA' DI SALARIO, alternativa ai
Contratti di solidarietà; in questo caso l'intervento dell'Inps potrebbe
coprire non le ore di "solidarietà" bensì la riduzione d'orario per
mantenere il salario degli operai al 100%
Secondo, per i disoccupati, in particolare al Sud, occorre un intervento
legislativo che porti subito all'occupazione di centinaia di migliaia di
disoccupati - un esempio che vogliamo ricordare è in questo senso la Legge
n.285 del 1.6.1977. Ci sono settori di attività assolutamente necessari che
devono creare occupazione. Parliamo di un PIANO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA
PORTA A PORTA' all'interno della questione più generale del ciclo dei
rifiuti, che coniughi lavoro-ambiente; insieme ad un piano di SOSTEGNO ALLE
BONIFICHE AMBIENTALI per farne una risorsa lavorativa, in città in cui essa
assume anche un significato di risarcimento sociale, a fronte del pesante
inquinamento che ha provocato e provoca tuttora tante vittime, malattie
professionali, degrado territoriale (vedi Taranto).
Nello stesso tempo chiediamo - come accade nella maggiorparte dei paesi
europei - nelle more di attività lavorative, l'istituzione anche in Italia
del SALARIO MINIMO GARANTITO per i disoccupati e coloro che hanno una
difficile ricollocazione lavorativa. Questo potrebbe coniugarsi ad un piano
di FORMAZIONE FINALIZZATA AL LAVORO e di LAVORI SOCIALMENTE UTILI.
Terzo, chiediamo che negli appalti pubblici, da un lato sia posto un LIMITE
AL "MASSIMO RIBASSO", dall'altro si ponga nei capitolati di appalto una
CLAUSOLA SOCIALE che obblighi le ditte vincitrici ad assumere dal bacino dei
disoccupati della realtà in cui si svolgono i lavori e al rispetto dei CCNL.
slai cobas per il sindacato di classe
coordinamento nazionale
Padroni, Finanza, Banche e il loro governo - oggi Letta/Alfano/Berlusconi -
negano a tanti disoccupati, precari, in particolare al sud, il lavoro per
mantenere dignitosamente la famiglia, e tanti ormai sono senza alcun
reddito; dilagano licenziamenti e cassaintegrazione nelle fabbriche,
attaccano salari e stipendi dei lavoratori e masse popolari rendendo più
cari sanità, scuola, casa, servizi sociali e il costo della vita i; la
salute e la vita è negata e sempre più a rischio, in fabbrica e in
particolare in territori inquinati come Taranto, dove si si fanno decreti
solo a favore di Riva e nulla per il lavoro, la sicurezza, la salute; mentre
trovano subito soldi per spese militari, navi da guerra, aerei F35 c mentre
muoiono nelle nostre acque centinaia di immigrati in fuga da fame e guerra.
Nella crisi i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri
sempre più poveri!
i può accettare tutto questo? Si può fare questa vita?
Noi pensiamo che operai, disoccupati, precari, giovani, donne, masse
popolari si debbano ribellare, organizzarsi per difendere le condizioni di
vita e lottare per il lavoro e la salute con lo sciopero generale e la
rivolta generale.
Il 18 ottobre è una prima proposta di sciopero generale e manifestazione
contro padroni, governo e sindacati confederali complici per questo siamo
qui. Ma noi non riteniamo che la attuale piattaforma e forma organizzata del
sindacalismo sia sufficiente a raggiungere risultati effettivi
piattaforma
Riduzione di orario di lavoro a parità di salario
NO ai licenziamenti, NO a Cig senza fine, NO a contratti di solidarietà, per
spartirsi la miseria e non intaccare i profitti dei padroni.
Riduzione d'orario a partire dalle fabbriche in crisi, ma con estensione in
tutte le fabbriche e posti di lavoro con processi di ristrutturazione in
corso
"Decreto operaio" per l'Ilva e situazioni similari
NO alla falsa e interessata alternativa tra lavoro e salute, basta coi
decreti pro-padroni, vogliamo un decreto che stabilisca che nessun posto di
lavoro si deve perdere, che gli operai devono essere impiegati nella messa a
norma delle fabbriche, che 20 anni di lavoro bastano in una fabbrica a
rischio salute e vita per il profitto
Per la sicurezza, postazioni ispettive fisse
nelle fabbriche e nei lavori a rischio infortuni
Contratto nazionale per gli operai della logistica
NO allo schiavismo verso i lavoratori immigrati delle cooperative legate ai
partiti di governo e parlamentari, NO alle discriminazioni salariali e
normative, all'attacco ai diritti sindacali
Lavoro o salario garantito ai disoccupati e a chi ha perso il lavoro
Vogliamo una legge per un piano immediato di lavoro di massa, e di
formazione retribuita per l'occupazione, in particolare, nella raccolta
differenziata, nelle bonifiche territoriali;
esenzione dal pagamento di tasse, tariffe, ticket, ecc
Clausola sociale negli appalti pubblici per assunzioni e contro la
precarietà
NO ad appalti al massimo ribasso, NO a contratti a termine con orari e
salari da fame, anche in violazione di CCNL e principi della Costituzione
Rappresentanza sindacale decisa dai lavoratori
Tutte le organizzazioni sindacali, di base, decise dai lavoratori devono
essere riconosciute e avere i diritti previsti dallo Statuto dei lavoratori,
in proporzione ai numero di iscritti in ogni realtà lavorativa.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Una folta rappresentanza dello slai cobas per il sindacato di classe porta
a roma i rappresentanti delle lotte e vertenze operaie Ilva, dalmine,
immigrati della logistica, cooperative sociali di palermo e taranto,
lavoratori della sanità, precari delle pulizie statali ecc.
Lo slai cobas per il sindacato di classe è la componente di classe, fondata
sulla lotta di massa
autorganizzata del sindacalismo di base e di classe che contando sulle
proprie forze come principio e linea d'azione, con una posizione autonoma di
classe e chiara tra le masse per una alternativa nazionale non solo al
sindacato confederale ma agli stessi sindacati di base.
Ma non c'è ancora una forza nazionale sufficiente per rappresentare questa
alternativa, per questo c'è bisogno di queste manifestazioni per portare a
livello nazionale le lotte e la piattaforma.
per questo a Roma la rappresentanza dello slai cobas per il sindacato di
classe si concentra in piazza della repubblica, partecipa al corteo con uno
spezzone e avrà un punto di assemblea e incontro a piazza s.giovanni
mentre a fine manifestazione una delegazione andrà al ministero del lavoro.
lo slai cobas per il sindacato di classe è alla manifestazione con spirito
aperto combattivo e dialogante.
La manifestazione nazionale non sarà molto grossa, nonostante i numeri
sparati prima durante e dopo dalla USB, che è l'organizzazione nettamente
maggioritaria alla manifestazione, ma è la più grossa possibile oggi contro
il governo da parte del sindacato di base per questo lo slai cobas per il
sindacato di classe non poteva
mancare.
Molti hanno preferito fare in questo caso manifestazioni regionali e locali,
ma lo fanno in generale per mentalità di bandiera, opportunista e localista,
perchè verso i lavoratori fanno solo vertenze legali e iniziative locali,
per povertà di linea e di progetto e allora sanno bene che per portare
lavoratori a roma devono fare un lavoro doppioche non vogliono e non sanno
fare seminando illusioni che a livello locale son forti possono ottenere
risultati ecc, quando questo è solo una parte della verità.. oggi se non si
riesce a fare una battaglia nazionaleseria e determinata, a livello locale
si raccolgono le briciole, ma non si contribuisce con una battaglia
prolungata a cambiare realmente le cose e i rapporti di forza
Lo sciopero nazionale del 18 lo fanno ancora in pochi a livello nazionale -
tranne alcune eccezioni settoriali, epochissimi in fabbrica perchè esso non
è ancora maturo, al di là di quello che dice l'USB, ma se non si lancia
proclamandolo non si fa mai e non si contribuisce a svilupparne la
necessità. obiettivi e forme di lotta - non si ha autonomia dal sindacalismo
confederale e si vive in funzione solo della sua dialettica
E' quindi al di là della riuscita qua e là - uno sciopero propaganda ,
necessario ma non sufficiente e questo occorre dirlo anche a roma per dirlo.
slai cobas per il sindacato di classe
coordinamento nazionale
18 ottobre 2013
la piattaforma della delegazione di massa al ministero del lavoro
su emergenza lavoro, nel Sud in particolare, che investe centinaia di
migliaia di disoccupati, precari, lavoratori che hanno perso il lavoro, a
cui si aggiungono lavoratori ultraprecari soprattutto negli appalti pubblici
che hanno occupazioni ridotte a pochi mesi, addirittura settimane e con
orari da vergogna anche di 45 minuti di lavoro al giorno (in contrasto con
ogni CCNL e con i principi dell'art. 36 della Costituzione).
.
Sono tre i temi principali
Primo, chiediamo che al problema sempre più vasto delle fabbriche in crisi
(che spesso non sono affatto in crisi, ma chiudono per cercare lidi più
convenienti) non si risponda solo con ammortizzatori sociali, ma con una
RIDUZIONE DELL'ORARIO DI LAVORO A PARITA' DI SALARIO, alternativa ai
Contratti di solidarietà; in questo caso l'intervento dell'Inps potrebbe
coprire non le ore di "solidarietà" bensì la riduzione d'orario per
mantenere il salario degli operai al 100%
Secondo, per i disoccupati, in particolare al Sud, occorre un intervento
legislativo che porti subito all'occupazione di centinaia di migliaia di
disoccupati - un esempio che vogliamo ricordare è in questo senso la Legge
n.285 del 1.6.1977. Ci sono settori di attività assolutamente necessari che
devono creare occupazione. Parliamo di un PIANO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA
PORTA A PORTA' all'interno della questione più generale del ciclo dei
rifiuti, che coniughi lavoro-ambiente; insieme ad un piano di SOSTEGNO ALLE
BONIFICHE AMBIENTALI per farne una risorsa lavorativa, in città in cui essa
assume anche un significato di risarcimento sociale, a fronte del pesante
inquinamento che ha provocato e provoca tuttora tante vittime, malattie
professionali, degrado territoriale (vedi Taranto).
Nello stesso tempo chiediamo - come accade nella maggiorparte dei paesi
europei - nelle more di attività lavorative, l'istituzione anche in Italia
del SALARIO MINIMO GARANTITO per i disoccupati e coloro che hanno una
difficile ricollocazione lavorativa. Questo potrebbe coniugarsi ad un piano
di FORMAZIONE FINALIZZATA AL LAVORO e di LAVORI SOCIALMENTE UTILI.
Terzo, chiediamo che negli appalti pubblici, da un lato sia posto un LIMITE
AL "MASSIMO RIBASSO", dall'altro si ponga nei capitolati di appalto una
CLAUSOLA SOCIALE che obblighi le ditte vincitrici ad assumere dal bacino dei
disoccupati della realtà in cui si svolgono i lavori e al rispetto dei CCNL.
slai cobas per il sindacato di classe
coordinamento nazionale
CAMBIO TUTA: INCREDIBILE SCORRETTEZZA DEL USB
Tutti gli operai all'Ilva sanno che la battaglia per il cambio tuta contro azienda e sindacati confederali l'ha fatta e lanciata lo Slai cobas per il sindacato di classe, già prima dell'accordo truffa di dicembre 2011 e soprattutto dopo sia sul piano aziendale che legale, facendo assemblee, raccolta firme, ricorsi ed esposti. Tutti sanno che questa battaglia lo slai cobas l'ha portata avanti da solo e che la stessa l'Usb non ha detto in tutto questo periodo una parola sulla questione. Tutti sanno che lo slai cobas ha fatto anche l'esposto penale sull'argomento, alimentato da una inchiesta dell'Ispettorato del lavoro che lo slai cobas fa tutto per accelerare e portare a buon fine, è ora sul tavolo della Giud. Todisco, per essere valutato.
E anche su questo l'Usb non dice nulla.
Ora, improvvisamente, dopo la sentenza della Cassazione, e dopo il rilancio da noi fatto
all'Ilva per i ricorsi di massa, anche da parte di quegli operai che avevano firmato
la transazione, e per riprendere l'iniziativa contro l'accordo, facendo su questo volantinaggi
alla fabbrica, assemblea, diffondendo a chi lo chiede il testo della sentenza, viene fuori l'Usb.
Legittimo, anzi, diremmo, finalmente anche un sindacato di base fa questa battaglia per il
cambio tuta. E logica vorrebbe che l'Usb a questo punto si unisse a chi da anni la sta
portando avanti.
Come l'INPS copre i padroni - come solo la lotta serve - il caso della EFFER srl di Taranto
Questa mattina siamo venuti a conoscenza che la Direzione dell'INPS, annullando e in contrasto con i suoi stessi accertamenti e conclusioni fatti da due ispettori, ha riconosciuta legittima la cassintegrazione straordinaria richiesta dalla Effer srl, azienda metalmeccanica, produttrice di gru industriali, da dicembre 2011 a dicembre 2012 che aveva portato tanti dei 100 operai a stare per settimane, mesi a casa, e che era stata gestita anche in forme discriminatorie non applicando neanche la rotazione prevista.
Nel maggio 2012 lo Slai cobas, da poco organizzato in questa fabbrica, contro questa cigs, accettata invece in pieno da Fim, Fiom, Uilm, aveva subito presentato
mercoledì 16 ottobre 2013
natuzzi puglia -CONSIDERAZIONI IN MERITO A MISTIFICAZIONI SINDACALI
Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal Uil hanno rilasciato dichiarazioni agliorgani d’informazioni, riguardo agli accordi sottoscritti presso i Ministeri
dello Sviluppo Economico e del Lavoro il 10 ottobre 2013 con la Natuzzi, che
non si possono che definire fantasiosi o addirittura vaneggianti. E’ bastato
che i rispettivi verbali fossero accessibili, infatti, per scoprire che la
realtà è abbastanza difforme da come la si narra. Qualcuno, poi, si è anche
inventato che nelle assemblee sindacali convocate in precedenza, i
lavoratori si sarebbero espressi a favore della firma, con oltre il 90% dei
consensi. Niente di più falso, negli stabilimenti non c’è stata nessuna
votazione e pressoché tutti gli intervenuti durante le assemblee hanno
espresso parere negativo.
Prima di motivare le affermazioni sopra citate, però, è necessario
premettere che i pessimi accordi raggiunti sono consequenziali all’atteggiamento
di resa che le OO.SS. hanno assunto dopo la prima decade di Luglio, quando,
le stesse si sono assunte la responsabilità di rifiutare ogni richiesta
proveniente dai lavoratori di intensificare la lotta contro gli esuberi
dichiarati. Mentre, viceversa, l’azienda ha mantenuto aperte le procedure di
mobilità consapevole che il trascorrere del tempo giocava tutto a suo
favore. Dunque, si è lasciato che la Natuzzi conducesse le trattative con,
sul tavolo, puntata la pistola dei licenziamenti.
Ma entrando più nel merito dei protocolli: ad essere estromessi dal ciclo
produttivo saranno 1800 unità, quindi un numero maggiore delle 1726 per cui
erano state avviate le procedure secondo la Legge 223/1991 e potranno
aumentare sino ad un massimo di 2000. Questi verranno collocati in Cigs a
zero ore, secondo una selezione sostanzialmente aziendalista. Su quest’ultimo
punto, tuttavia, non c’è niente di nuovo, considerando che è dal 2004 che il
sindacato firma accordi di Cassa integrazione con simili contenuti.
I soli parametri che la Natuzzi si prefissa per ritornare a competere
attengono soltanto all’aumento della produttività e la riduzione del costo
del lavoro. Questa è nei fatti la conferma che l’industria santermana,
ancora una volta, sceglie di puntare sull’offerta di un bene non di qualità
fatto da artigiani dotati di professionalità e anni d’esperienza, ma
appetibile solo per il prezzo contenuto. Si continua, dunque, a perseverare
la strada che ha portato alla quasi estinzione del già fu Polo del mobile
imbottito.
Infine, sono stati parecchio enfatizzati gli effetti salvifici che la
costituzione di una New Co. avrà sul versante occupazionale, arrivando ad
anticipare l’organico che questa conterà sino al 2018, grazie al rientro di
commesse attualmente prodotte in Romania. Ora, prima di spendersi in
valutazioni sindacali o politiche, urge porsi una domanda esclusivamente
logica: può un’impresa che ancora non esiste impegnarsi per l’avvenire? Se
la risposta è affermativa, è evidente che l’autore di questa ha poteri
paranormali.
Se, invece, si vuole restare nell’ambito del razionale, si può solo asserire
che, ci sono 101 milioni di euro messi a disposizione dalle istituzioni
attraverso l’Accordo di programma del 8 febbraio 2013, per chi assume
personale collocato in Cigs e nelle liste di mobilità o di disoccupazione,
nell’ex bacino del mobile imbottito. Natuzzi è molto interessato a questi
soldi, ma per usufruirne dovrebbe assumere, non dichiarare esuberi. Da qui,
allora, si inizia a comprendere le motivazioni che spingono ad attivarsi in
favore di una nuova società, a cui sarà sufficiente riprendere anche solo
una parte dei cassintegrati per attingere al fondo sopra citato. Inoltre, a
coloro che eventualmente fossero assunti dalla futura New Co. si potrà
tranquillamente applicare un contratto di lavoro d’ingresso, senza
riconoscere gli avanzamenti retributivi maturati in passato. D’altronde, le
premesse sono che devono competere con i loro colleghi rumeni, si può allora
provare ad immaginare quali saranno le prossime condizioni di vita per i
lavoratori.
A conclusione di queste considerazioni, pare proprio il caso di aggiungere
che siamo arrivati al paradosso per cui i lavoratori hanno necessità di
organizzarsi e tutelarsi dagli accordi che le OO.SS. stipulano per loro.
La Rete 28 Aprile, pertanto, invita tutti i lavoratori a ricostituire, già a
partire dal prossimo congresso della Cgil, un sindacato di classe, che
faccia della democrazia e del conflitto la sua pratica quotidiana e non
disposto a farsi rappresentare dai tanti esperti venditori di fumo che si
spacciano per sindacalisti. Questa è l’unica soluzione per difendere e
riscattare la dignità del lavoro.
FELICE DILEO GIOVANNI RIVECCA
RETE 28 APRILE-OPPOSIZIONE CGIL
PUGLIA E BASILICATA
I morti sul lavoro sono molti di più
Egr. Presidente dell'ANMIL Dott. Franco Bettoni, sulle morti perinfortuni sul lavoro continuate a scrivere che le morti sono in continuo
calo, addirittura del 30% dal 2008. *MA DI COSA STATE PARLANDO?* Dal 2008 i
morti sui luoghi di lavoro sono praticamente invariati. Probabilmente
prendendo per buono quello che si legge nei comunicati annuali,
mal'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro può dimostrare
che ciò non è vero. Anche se si guarda come monitorate i morti sul lavoro
si capisce che non siete aggiornati e non li monitorate tutti. Per quali
ragioni? Superficialità, scarsa applicazione, eppure siete una struttura
con enormi risorse economiche. Come mai sui luoghi di lavoro ne avete
monitorati* 318* al 2 ottobre 2013, tra l'altro ci sono anche diverse
morti in itinere mentre l'Osservatorio ne ha monitorati a quella data* 454*?
Mi spieghi per favore questa differenza, chi sono i 136 morti che
l'Osservatorio Indipendente di Bologna ha monitorato in più? Sono morti sul
lavoro "fantastici" o di serie B? Tra l'altro molto più grande la
differenza se si tolgono dalle vostre liste i morti in itinere e quelli
morti per infarti ecc...che l'Osservatorio non inserisce tra gli infortuni.
Ed è così tutti gli anni. Purtroppo le vostre campagne, come quelle
dell'INAIL servono solo a
lanciare messaggi sbagliati ai cittadini italiani, far credere all'opinione
pubblica, ma anche alle nostre massime Istituzioni, quali la Presidenza
della Repubblica, la Presidenza della Camera e del Senato e a tutti i
parlamentari che il fenomeno è in calo mentre non è così, e sono pronto ad
un confronto pubblico con L'ANMIL e l'INAIL, sprando anche che qualche
parlamentare veramente libero s'interessi di questi drammatici problemi .
Un lieve calo c'è stato, ma non si parla mai che ciò è dovuto
esclusivamente all'itinere, e che sui luoghi di lavoro i morti sono
addirittura aumentati se si pensa ai milioni di posti di lavoro persi. Non
potete organizzare manifestazione in tutto il paese e non sapere bene
qual'è la reale situazione, è solo propaganda che serve solo per la vostra
immagine. Tutti gli anni si assiste a questa sottovalutazione del fenomeno
che fa solo danni. Fa diminuire l'attenzione per la Sicurezza sui luoghi
di lavoro, la politica toglie risorse per i controlli ecc..*Adesso diciamo
basta*. Vedendo che fino ad ora tutto il lavoro volontario fatto
dall'Osservatorio è stato inutile nonostante le migliaia di mail mandate,
che mai vengono prese in seria considerazioni le considerevoli differenze
nella rilevazione delle morti avevamo pensato di chiudere l'Osservatorio,
ma centinaia di persone e anche politici ci hanno incoraggiato a
continuare, che la nostra è informazione vera, non condizionata da nessun
interesse, e questo è stato un forte stimolo a continuare. Chiederò un
incontro al Presidente Napolitano, alla Presidente della camera e del
Senato per esporre i dati raccolti,che vengano confrontati coni vostri e
quelli dell'INAIL. Questa mail sarà mandata alle migliaia di persone che
sono nella lista dell'osservatorio, oltre che ovviamente al Presidente
Giorgio Napolitano, alla Presidente della Camera e del Senato e ai
giornalisti di nostra conoscenza. Cordiali saluti. Carlo Soricelli
curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
alle lavoratrici per 18 ottobre
Lettera aperta alle lavoratrici, alle delegate, e a tutte le donne, chesaranno a Roma il 18 ottobre
E ORA SCIOPERO DELLE DONNE! Il 25 Novembre
Contro governo, Stato, padroni, uomini che odiano le donne
Più di 100 donne sono state uccise dall'inizio dell'anno. Tante altre
ferite, stuprate, molestate, perseguitate. Non si tratta di casi
individuali, ma di una guerra di bassa intensità, sistemica contro le donne,
che ha come teatro principale la "sacra famiglia" (osannata dai padroni del
"mulino bianco" al governo, alla Chiesa che, pure con il nuovo Papa, su di
essa non ha "innovazioni" da fare), e che è mossa da un "odio" verso le
donne che vogliano decidere della propria vita.
Nei giorni scorsi il parlamento ha varato un decreto sul femminicidio
all'interno di un "pacchetto sicurezza" e in una logica di aumento del
controllo e repressione che si tradurrà non in più libertà ma in meno
libertà per le donne.
Già questi femminicidi che, peggio di una vera guerra, assassina 1 donna
ogni 3 giorni, è una ragione oggi urgente di una risposta forte delle donne:
LO SCIOPERO DELLE DONNE!
Ma sappiamo bene dietro queste uccisioni, stupri contro le donne, c'è
l'intera condizione delle donne e che questo sistema sociale capitalista, il
suo Stato, i suoi governi, non sono la soluzione ma sono IL PROBLEMA!
Per questo le ragioni dello sciopero delle donne partono dalle
manifestazioni più terribili della nostra vita ma si estendono e si
intrecciano con l'intera condizione di oppressione/doppio
sfruttamento/attacchi alla dignità delle donne.
Le ragioni sono nelle nostre realtà quotidiane di lavoro e di vita: nella
nostra permanenza e peggioramento dei lavori precari, sottopagati, sempre a
rischio di essere cacciate, in cui si arriva alla oscenità di proporre al
sud - come alle lavoratrici delle pulizie delle scuole - contratti di 45
minuti di lavoro al giorno e 150 euro al mese; nei licenziamenti in aumento
dalle grandi fabbriche alle piccole, tra le lavoratrici precarie nei call
center come nei centri commerciali; dall'innalzamento dell'età pensionabile
che non riconosce il nostro doppio lavoro di almeno 60 ore settimanali, alla
leggi sulla scuola che ci colpiscono doppiamente sia come lavoratrici che
come madri e non negano un presente e impongono già un futuro segnato alle
studentesse; dalle illegali dimissioni in bianco per "liberarsi" di donne in
maternità, alle vecchie e nuove nuove discriminazioni che vogliono far
tornare indietro le donne; alla pesante condizione a nero e razzista delle
tante donne immigrate...
Per noi donne tutto questo si traduce immediatamente in peggioramento delle
nostre condizioni di vita: i tagli dei servizi sociali vengono scaricati su
di noi, aumenta il lavoro di cura, ci vogliono rinchiudere di più in casa al
servizio della famiglia e ci tolgono quel minimo di indipendenza che
costituisce il lavoro esterno. Ma anche sui posti di lavoro questi attacchi
si traducono in un clima più oppressivo, ricattatorio, che spesso per noi
donne ha il drammatico volto del mobbing, delle molestie sessuali, fino a
violenze sessuali da parte di padroni, capi, ecc.
E' ora quindi che noi donne prendiamo il posto in "PRIMA FILA" nella lotta.
E' L'ORA DELLO SCIOPERO TOTALE DELLE DONNE che intrecci la questione di
classe alla questione di genere, che sia inconciliabile e radicale; che
parta dai posti di lavoro ma investa le scuole, i quartieri.
QUESTO SCIOPERO DELLE DONNE E' STATO GIA' INDETTO E CI SARA' IL 25 NOVEMBRE.
Il 18 ottobre a Roma, dopo la manifestazione dei sindacati di base, terremo
un'assemblea nazionale in piazza S. Giovanni, alle ore 17.
Invitiamo tutte le lavoratrici, delegate, disoccupate, compagne che saranno
a Roma a incontrarci in piazza S. Giovanni.
COSA NON VOGLIAMO:
- NO all'intensificazione della presenza/controllo di Forze dell'ordine:
polizia, carabinieri, ecc. nelle città, nelle strade - non vogliamo che gli
stessi che nelle carceri, nei Cie, usano anche stupri e
molestie, offese sessuali contro le donne, che ci manganellano nelle lotte,
siano messi a "difenderci";
- NO a Task force che alimentano un clima securitario, di controllo sociale
che si traduce in minore libertà, meno diritti per le donne. SI, invece, ad
"illuminare" e rendere luoghi pieni di vita, ogni zona
delle città e dei paesi, favorendo l'apertura 24 ore su 24 di locali,
centri, parchi, e la gestione libera di essi da parte di
organismi di donne.
- NO alla trasformazione dei processi per stupro in atti d'accusa e indagine
sulla "morale" delle donne;
- NO a consultori o centri confessionali trasformati in luoghi di
controllo/repressione delle scelte delle donne
E COSAVOGLIAMO:
- "case delle donne" in ogni città, e quartiere di grande città, gestiti
dalle donne, di denuncia e di lotta, con servizi gratuiti di avvocati,
medici, psicologi, esperti scelti dalle donne.ì
- interventi immediati contro i maschi denunciati per violenze, stalking,
molestie sessuali, maltrattamenti.
- Via subito dai posti di lavoro, da posti istituzionali chi esercita
molestie, violenze sessuali.
- Divieto di permanenza in casa di mariti, conviventi, padri, fratelli
denunciati per violenze, maltrattamenti;
- Procedura d'urgenza nei processi per stupro e femminicidi e accettazione
delle parti civili di organizzazioni di donne - patrocinio gratuito per le
donne - Classificazione del reato di stupro tra i
reati più gravi del sistema penale
- Semplificazioni e procedure d'urgenza per le cause di separazione e
divorzi, patrocinio gratuito alle donne
- Divieto dell'uso del corpo femminile a fini pubblicitari e dell'uso
sessista del linguaggio
- Abolizione nelle scuole e università di testi sessisti, con contenuti
discriminatori, via i professori che li propagandano.
Contro le discriminazioni, oppressioni che sono alla base delle violenze
sessuali e femminicidi
- Lavoro per tutte le donne - Reddito minimo garantito a tutte le donne,
perchè la dipendenza economica non sia di ostacolo alla rottura di legami
familiari
- Trasformazione a tempo indeterminato dei contratti precari - Pari salario
a pari lavoro
- Divieto di indagine su condizione matrimoniale, di maternità, di
orientamento sessuale, per assunzioni o licenziamenti
- Diritto di cittadinanza e uguali diritti lavorativi, salariali e normativi
per le donne immigrate
- Riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario - abbassamento
dell'età
pensionabile delle donne, come riconoscimento del doppio lavoro
- Nessuna persecuzione delle prostitute, diritti di tutte ai servizi sociali
e al reddito minimo garantito
- Difesa e ampliamento del diritto di aborto, abolizione nella L.194
dell'obiezione
di coscienza e gratuità degli interventi e delle strutture, consultori laici
gestiti e controllati dalle donne.
- Accesso gratuito per le donne ai servizi sanitari e sociali
- Socializzazione/gratuità dei servizi domestici essenziali: asili, sanità,
servizi di assistenza per anziani, ecc.
Lavoratrici/disoccupate Slai cobas per il sindacato di classe
Movimento femminista Proletario Rivoluzionario
mfpr.naz@gmail.com
14.10.13
lunedì 14 ottobre 2013
slai cobas con gli immigrati di lampedusa
FATE CIRCOLARE E SOTTOSCRIVERE QUESTA MOZIONE
Noi lavoratori dello Slai cobas per il sindacato di classe esprimiamo il
nostro profondo dolore per la morte di più di 500 (tra il 3 el'11
ottobre) dei nostri fratelli e sorelle immigrati e dei tanti bambini.
Esprimiamo tutta la nostra rabbia e denuncia per uno Stato, un governo
che con le loro leggi, col considerare gli immigrati tutti clandestini e
quindi criminali (anche i bambini!), con la politica dei respingimenti e
del rinchiudere gli immigrati nei lager dei CIE, con i pochi e ritardati
soccorsi, col lasciare da soli gli abitanti di Lampedusa, sono
responsabili di queste stragi.
Spendono miliardi per le missioni militari, partecipano alle guerre nei
paesi da cui questi immigrati fuggono, e poi respingono gli immigrati
appena arrivano nel nostro paese e non mettono mezzi e fondi adeguati
per salvarli dalla morte.
Noi lavoratori diciamo Basta con le ipocrisie, le lacrime da coccodrillo
di questi giorni.
Noi lavoratori esprimiamo tutta la nostra solidarietà per gli immigrati
che arrivano in Italia, scappando dalle guerre, dalla fame, dalla
repressione -- sappiamo bene cosa significa essere immigrati, tanti dei
nostri padri l'hanno fatto e ora anche noi e i nostri figli abbiamo
ricominciato a farlo.
Esprimiamo anche la nostra solidarietà alla gente di Lampedusa, che con
la sua umanità sta mostrando la distanza enorme che c'è tra il popolo
italiano e chi ci comanda.
Chiediamo interventi immediati:
ABOLIZIONE DELLA LEGGE BOSSI-FINI
CONSENTIRE IL TRANSITO LIBERO DEGLI IMMIGRATI CHE VOGLIONO ANDARE IN
ALTRI PAESI EUROPEI, attraverso un permesso di soggiorno umanitario
(come accadde a Manduria dopo la rivolta nel campo di immigrati, da
noi sostenuta)
METTERE SOLDI E MEZZI PER UN'IMMEDIATO SOCCORSO AGLI IMMIGRATI IN MARE
ORGANIZZARE UN CORRIDOIO UMANITARIO TRA I PAESI DI PARTENZA E
L'ITALIA, andandoli a prendere con le nostre navi
CHIUSURA DEI CIE E SOGGIORNO TEMPORANEO IN STRUTTURE CIVILI
DIRITTO DI CITTADINANZA PER TUTTI GLI IMMIGRATI IN ITALIA
domenica 13 ottobre 2013
Bari, 17 ottobre a quarant'anni dal golpe in Cile
-->L’associazione culturale Angelus novus e l’associazione SimonBolivarpropongono Giovedì 17 ottobreore 18.00II strada privata Borrelli 32,
Bari Il nostro 11 settembre…a quarant’anni dal golpe in Cile Ken LoachL' 11
settembre che nessuno ricorda (10’43”) Andrea Catone America Latina 40 anni
dopo: il golpe non ferma la marcia dei popoli Confesso che ho vissuto di
PabloNeruda letto daSalvatore Marci Il Canto general di PabloNeruda
musicato daMikis Theodorakis Llueve sobre Santiago 112’ “Piove su Santiago”
di Helvio Soto (1930-2001) è stato il primo film importante sul colpo di
stato del 1973. Girato nel 1975 a Parigi e in Bulgaria, ha avuto il concorso
di grandi talenti come il compositore Astor Piazzola, responsabile per la
musica originale e gli attori francesi Jean-Louis Trintignant e Annie
Girardot. Tranne Soto, regista e sceneggiatore, e l'attrice Patricia Guzman,
la maggior parte del cast e dei tecnici erano europei. Il bulgaro Naicho
Petrov interpreta il ruolo di Salvador Allende e il francese Henri Poirier
quello di Augusto Pinochet. Il film è un omaggio a Unità Popolare, a
Salvador Allende e al giornalista Augusto Olivares.
***************************************************************Cile:
Skarmeta ricorda golpe, 'piove a Santiago'di Margarita Bastias SANTIAGO DEL
CILE - ''I miei ricordi di quel giorno? La frase che ci doveva avvisare del
golpe, 'piove su Santiago'. E il fatto che Salvador Allende voleva fare un
plebiscito per abbassare la tensione in una societa' spaccata in due''.
Cosi' Antonio Skarmeta, il famoso scrittore cileno, racconta il colpo di
stato in Cile e la morte del presidente socialista quarant'anni fa. Quell'11
settembre del '73, l'autore di 'Il postino di Neruda' aveva 32 anni. Era
sabato 12 ottobre 2013
18 a roma con lo slai cobas per il sindacto di classe
PER IL 18 OTTOBRE
PIATTAFORMA DELLO SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE
Riduzione di orario di lavoro a parità di salario
NO ai licenziamenti, NO a Cig senza fine, NO a contratti di solidarietà,
per spartirsi la miseria e non intaccare i profitti dei padroni.
Riduzione d'orario a partire dalle fabbriche in crisi, ma con estensione in
tutte le fabbriche e posti di lavoro con processi di ristrutturazione in
corso - es. Fiat
"Decreto operaio" per l'Ilva e situazioni similari
NO alla falsa e interessata alternativa tra lavoro e salute, basta coi
decreti pro-padroni, vogliamo un decreto che stabilisca che nessun posto di
lavoro si deve perdere, che gli operai devono essere impiegati nella messa
a norma delle fabbriche, che 20 anni di lavoro bastano in una fabbrica a
rischio salute e vita per il profitto
Per la sicurezza, postazioni ispettive fisse
nelle fabbriche e nei lavori a rischio infortuni
Contratto nazionale per gli operai della logistica
NO allo schiavismo verso i lavoratori immigrati delle cooperative legate ai
partiti di governo e parlamentari, NO alle discriminazioni salariali e
normative, all'attacco ai diritti sindacali
Lavoro o salario garantito ai disoccupati e a chi ha perso il lavoro
Vogliamo una legge per un piano immediato di lavoro di massa, e di
formazione retribuita per l'occupazione, in particolare, nella raccolta
differenziata, nelle bonifiche territoriali;
esenzione dal pagamento di tasse, tariffe, ticket, ecc
Clausola sociale negli appalti pubblici per assunzioni e contro la
precarietà
NO ad appalti al massimo ribasso, NO a contratti a termine con orari e
salari da fame, anche in violazione di CCNL e principi della Costituzione
Rappresentanza sindacale decisa dai lavoratori
Tutte le organizzazioni sindacali, di base, decise dai lavoratori devono
essere riconosciute e avere i diritti previsti dallo Statuto dei
lavoratori, in proporzione ai numero di iscritti in ogni realtà lavorativa.
Su questa piattaforma, nello sciopero e manifestazione del 18 ottobre, oltre
il 18 ottobre, costruiamo una mobilitazione unitaria organizzata
/lotte/vertenze, a livello nazionale e in ogni realtà di lavoro e
territoriale, dandoci strumenti collettivi di rete, FINO A RISULTATI
CONCRETI.
18 ottobre 2013
SLAI COBAS per il sindacato di classe
sede legale via Rintone 22 Taranto - slaicobasta@gmail.com - T/F
0994792086 - 3475301704
attacchi a studenti docenti in india
Giù le mani da Jayeeta Das, Hem Mishra, da tutti gli studenti eintellettuali indiani progressisti!
Il Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India
condanna fermamente l'arresto degli studenti e attivisti culturali Hem
Mishra, Pandu Narote e Mahesh Tirki e del giornalista Prashant Rahi da parte
delle forze di polizia indiane lo scorso 23 Agosto.
Lo stato in indiano sta costruendo una campagna mediatica di
comitato India lo slai cobas per il sindacato di classe aderisce
info-materiali-adesionicsgpindia@gmail.com
Il Comitato Internazionale di sostegno alla Guerra Popolare in India nelle
riunione del 21 settembre a Milano ha espresso il suo entusiasta appoggio al
documento del compagno Ganapathy per la conferenza Internazionale di Amburgo
del 24 novembre 2012 "In alto la bandiera dell'internazionalismo
proletario!".
Si è fatto un bilancio molto positivo del successo della Giornata
Internazionale di Azione del 1° luglio 2013 in molti paesi in tutto il mondo
e sono state decise nuove azioni:
1. dare la massima diffusione in tutte le lingue possibili e studiare il
documento di Ganapathy;
2. lo sviluppo sul piano organizzativo e politico in tutti i paesi dei
comitati e coordinamenti nazionali di tutte le forze che sostengono la
guerra popolare in India con l'obiettivo di sviluppare campagne prolungate
nei prossimi sei mesi, sull'esempio del Mese di Solidarietà indetto dal PC
delle Filippine;
3. la nascita di un nuovo completo sito web internazionale di informazione e
controinformazione mondiale con testi tradotti in inglese e spagnolo e nelle
lingue originali, pronto per il 25 novembre 2013;
4. il lancio di una nuova campagna internazionale unificata, che parte il 5
ottobre 2013, contro gli attacchi del governo indiano contro il prof.
Saibaba, Students for Resistence, artisti e intellettuali. Questa campagna
sarà sviluppata in tutte le università, scuole e tra gli intellettuali in
ciascun paese;
5. la programmazione di una nuova Giornata Internazionale in solidarietà coi
4000 prigionieri politici maoisti e di organizzazioni popolari e per la
liberazione di alcuni dirigenti maoisti. La data sarà decisa dopo il 25
novembre, previa consultazione internazionale;
6. per il 2014 il Comitato Internazionale svilupperà un lavoro pianificato
per una delegazione internazionale in India di militanti solidali,
intellettuali, personalità etc. per denunciare e opporso alla Operazione
Green Hunt e tutte le forme di repressione contro il popolo indiano in lotta
per la rivoluzione di nuova democrazia;
7. decisione più importante: per il 10° anniversario della nascita PCI
(Maoista) il Comitato Internazionale di sostegno alla Guerra Popolare in
India, insieme a tutti le forze maoiste, rivoluzionarie, antimperialiste
organizzerà una Seconda Conferenza Internazionale di sostegno. La
convocazione di questa nuova conferenza sarà pubblicata nella primavera
2014.
8. il Comitato Internazionale di sostegno alla Guerra Popolare in India
sostiene la lotta di liberazione delle Filippine e partecipa a tutte le
iniziative di sostegno. Il comitato sostiene tutte le guerre popolari e
lotte armayte antimperialiste nel mondo;
9. il Comitato Internazionale afferma che il miglior sostegno alla guerra
popolare in India è fare la rivoluzione di nuova democrazia e proletaria in
tutti i paesi;
10. il Comitato Internazionale afferma che l'avanzamento dell'unita
internazionale dei partiti e organizzazioni comuniste dà più forza al
sostegno alla guerra popolare in India in tutto il mondo.
Lal salaam!
Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India
csgpindia@gmail.com
21 settembre 2013
ilva -bondi supercommissario, serve la vera alternativa politica e sindacale
situazione all'ilva taranto ora .. dal blogtarantocontro
Ilva/Riva: l'attuale situazione e i nostri compiti
Mentre sono in via di conversione e applicazione i decreti precedenti, anche
l'ultima crisi dell'Ilva con il ricatto della chiusiura degli stabilimenti
'Riva Acciai' ha avuto il suo decreto.
Lo hanno richiesto insieme Riva-Bondi e sindacati confederali al loro
servizio,
nonostante ci sia stata una soluzione che, per quanto provvisoria, permette
il ritorno al lavoro degli operai della 'Riva Acciai' e, a quanto pare,
anche il pagammento dei fornitori.
Si sono blindati i poteri di
Riva-Bondi e di garantire la parte che a loro interessa di tutta la vicenda
Ilva, vale a dire, mano libera alla produzione per i profitti e
eventualmente usare questi profitti per pagare il tutto: materie prime,
fornitori, stipendi, circolazione delle merci, messa a norma, ecc. ecc.
Basta elencare queste fonti di spesa per capire che padroni e governo qui
vogliono che si affermi innanzitutto il principio di chi comanda in fabbrica
e di come si usano i soldi, dato che è evidente che in questa situazione dai
ricavi della produzione non potranno certo venire tutti i fondi necessari.
Questo vuol dire che si userà l'argomento del funzionamento della produzione
per il profitto per giustificare tutto in azienda, ristrutturazione, tagli,
mancata osservanza dei tempi dell'Aia, ecc.; per riproporre continuamente il
ricatto occupazionale e la pressione sul governo.
Questa storia ha un finale segnato, e non certo dalla "nazionalizzazione che
salva lavoro e ambiente", come propongono i riformisti anche estremi, ma
dalla continuità sotto qualsiasi veste dell'attacco al lavoro, al salario,
alle condizioni di sicurezza e salute.
In fabbrica serve la trincea del sindacato di classe, alternativo al
sindacalismo neocorporativo e complice, Fiom compresa, ma diverso anche nel
programma, linee di lotta e forme organizzative dal sindacalismo di base,
peraltro attualmente presente solo all'Ilva di Taranto.
Un sindacato di classe diverso nella piattaforma generale, che è inquadrata
dalla proposta dello Slai cobas per il sindacato di classe dai punti del
'decreto operaio', a cui rimandiamo; diverso, perchè servono i cobas e il
coordinamento di essi tra i vari stabilimenti; diverso, perchè deve avere
una chiara prospettiva politica su cui lottare alternativa ai padroni e al
governo dei padroni, perchè pensare che questa vertenza possa risolversi
solo con la lotta sindacale è una pia illusione.
Petrolchimico Marghera
In data di giovedì 10 ottobre c.a. si è avuto un episodio che getta una luce
inquietante
sulla tanto conclamata e benemerita attività lavorativa delle “bonifiche”
delle strutture
chiuse del Petrolchimico a Marghera.
Un lavoratore esperto in saldatura a filo, già operante in questa area per
vari anni con
la Berengo, in queste due settimane ha operato per conto della Idromacchine
all’interno
della zona Solvay in un reparto dedito all’acido fluoridrico. È rimasto
intossicato da
sostanze nocive nel corso di questo lavoro. È stato trasportato e sottoposto
a controlli medici
nel pomeriggio di ieri in Ospedale a Mestre, e ne avrà per 4 giorni.
La mansione per cui è stato assunto per 10 giorni in relazione ad una
“fermata tecnica”
di un reparto della Solvay, era quella di compiere operazioni di
ristrutturazione di lamiere
mediante saldatura di un serbatoio cilindrico di circa 20 metri di
lunghezza, serbatoio
dedito a produrre una sostanza attraverso il surriscaldamento di acidi.
Alcune cose vanno denunciate con forza:
Il fatto che questo lavoratore, pur già esperto, non sia stato ben
informato sui
rischi delle operazioni lavorative affidategli, e che non gli sia stato
comunicato
nemmeno il piano di rischio né i D.P.I. né alcuna maschera di respirazione,
dato
che gli hanno dato solo un casco e un grembiule da saldatore.
il fatto che questo lavoratore sia stato posto ad operare in regime di
subappalto
e senza avere in mano nemmeno la copia del contratto di lavoro, che
risulterebbe comunque registrato per 10 giorni a tempo determinato.
Il fatto che abbia dovuto penare assai per essere poi trasportato all’Ospedale
Tutte queste cose fanno capire che il rischio Petrolchimico è ancora vivo e
permane la
prassi irresponsabile ed esclusivamente legata al profitto, delle Aziende
che vi operano.
Riteniamo che tutta l’area delle bonifiche debba essere trasparente nelle
operazioni e
posta in sicurezza ogni singola lavorazione.
Riteniamo che le leggi Fornero e Zanonato, nonché decreto Sacconi, siano
corresponsabili di rapporti di lavoro troppo brevi e facili per garantire il
lavoro sicuro e la
salute.
Riteniamo che questi episodi non siano isolati e che solo in rari casi
vengano alla luce,
come in questo visto che il lavoratore è un ns.iscritto e si è rivolto a noi
telefonicamente
appena ha iniziato a sentirsi male.
Cobas Raffineria-Petrolchimica
Slai Cobas per il Sindacato di Classe – coordinamento provinciale di Venezi
a
inquietante
sulla tanto conclamata e benemerita attività lavorativa delle “bonifiche”
delle strutture
chiuse del Petrolchimico a Marghera.
Un lavoratore esperto in saldatura a filo, già operante in questa area per
vari anni con
la Berengo, in queste due settimane ha operato per conto della Idromacchine
all’interno
della zona Solvay in un reparto dedito all’acido fluoridrico. È rimasto
intossicato da
sostanze nocive nel corso di questo lavoro. È stato trasportato e sottoposto
a controlli medici
nel pomeriggio di ieri in Ospedale a Mestre, e ne avrà per 4 giorni.
La mansione per cui è stato assunto per 10 giorni in relazione ad una
“fermata tecnica”
di un reparto della Solvay, era quella di compiere operazioni di
ristrutturazione di lamiere
mediante saldatura di un serbatoio cilindrico di circa 20 metri di
lunghezza, serbatoio
dedito a produrre una sostanza attraverso il surriscaldamento di acidi.
Alcune cose vanno denunciate con forza:
Il fatto che questo lavoratore, pur già esperto, non sia stato ben
informato sui
rischi delle operazioni lavorative affidategli, e che non gli sia stato
comunicato
nemmeno il piano di rischio né i D.P.I. né alcuna maschera di respirazione,
dato
che gli hanno dato solo un casco e un grembiule da saldatore.
il fatto che questo lavoratore sia stato posto ad operare in regime di
subappalto
e senza avere in mano nemmeno la copia del contratto di lavoro, che
risulterebbe comunque registrato per 10 giorni a tempo determinato.
Il fatto che abbia dovuto penare assai per essere poi trasportato all’Ospedale
Tutte queste cose fanno capire che il rischio Petrolchimico è ancora vivo e
permane la
prassi irresponsabile ed esclusivamente legata al profitto, delle Aziende
che vi operano.
Riteniamo che tutta l’area delle bonifiche debba essere trasparente nelle
operazioni e
posta in sicurezza ogni singola lavorazione.
Riteniamo che le leggi Fornero e Zanonato, nonché decreto Sacconi, siano
corresponsabili di rapporti di lavoro troppo brevi e facili per garantire il
lavoro sicuro e la
salute.
Riteniamo che questi episodi non siano isolati e che solo in rari casi
vengano alla luce,
come in questo visto che il lavoratore è un ns.iscritto e si è rivolto a noi
telefonicamente
appena ha iniziato a sentirsi male.
Cobas Raffineria-Petrolchimica
Slai Cobas per il Sindacato di Classe – coordinamento provinciale di Venezi
a
Termini Imerese la situazione allo stesso punto
Fiat, sit-in a Palazzo d'Orleans
per la cassa integrazione in deroga
Trecento lavoratori si sono radunati davanti a Palazzo d'Orleans per
incontrare il governatore Rosario Crocetta
Lo leggo dopo
Sono tornati a manifestare a Palermo gli operai della Fiat e dell'indotto di
Termini Imerese. Circa 300 lavoratori, secondo la stima dei sindacati, si
sono radunati davanti a Palazzo d'Orleans, sede della presidenza della
Regione e chiedono un incontro con il governatore siciliano Rosario Crocetta
e garanzie sulla copertura economica degli ammortizzatori sociali in deroga
per il prossimo anno. Da 21 mesi, circa 1.500 operai tra Fiat e indotto sono
in cassa integrazione per cessazione attività, il processo di
riqualificazione del polo industriale termitano non è ancora partito e i
lavoratori temono che già questa settimana la Fiat possa avviare le
procedure di licenziamento collettivo per tutto il personale se non sarà
assicurata la cassa integrazione in deroga per il 2014. Intanto, per l'11
ottobre prossimo è in programma a Roma una riunione al ministero dello
Sviluppo economico tra esponenti del governo nazionale, regionale e i
sindacati per discutere degli ammortizzatori sociali in deroga per il
prossimo anno.
per la cassa integrazione in deroga
Trecento lavoratori si sono radunati davanti a Palazzo d'Orleans per
incontrare il governatore Rosario Crocetta
Lo leggo dopo
Sono tornati a manifestare a Palermo gli operai della Fiat e dell'indotto di
Termini Imerese. Circa 300 lavoratori, secondo la stima dei sindacati, si
sono radunati davanti a Palazzo d'Orleans, sede della presidenza della
Regione e chiedono un incontro con il governatore siciliano Rosario Crocetta
e garanzie sulla copertura economica degli ammortizzatori sociali in deroga
per il prossimo anno. Da 21 mesi, circa 1.500 operai tra Fiat e indotto sono
in cassa integrazione per cessazione attività, il processo di
riqualificazione del polo industriale termitano non è ancora partito e i
lavoratori temono che già questa settimana la Fiat possa avviare le
procedure di licenziamento collettivo per tutto il personale se non sarà
assicurata la cassa integrazione in deroga per il 2014. Intanto, per l'11
ottobre prossimo è in programma a Roma una riunione al ministero dello
Sviluppo economico tra esponenti del governo nazionale, regionale e i
sindacati per discutere degli ammortizzatori sociali in deroga per il
prossimo anno.
e non vi vergognate ?: [(n)PCI] La situazione è grave e costringerà ognuno ad assumere maggiori responsabilità!
avete votato e fatto campagna elettorale per grillola responsabilità ve la siete gia assunta !
LA SITUAZIONE È GRAVE E COSTRINGERÀ OGNUNO AD ASSUMERE MAGGIORI
RESPONSABILITÀ!
Il rifiuto di usare per mobilitare le masse popolari italiane la forza
conferitagli dalle elezioni di febbraio farà emergere in primo piano i
limiti del M5S o la gravità della situazione lo porterà a superarli?
Questa è la domanda che pongono anche le vicende di questi giorni,
relative all'emendamento fatto approvare giovedì 9 ottobre dai senatori
M5S nella Commissione Giustizia del Senato.
È scontato che i personaggi e i gruppi che, anche se si dicono di
sinistra, hanno paura che l'irruzione del M5S sconvolga il loro quieto
vivere e le loro idee fisse e che di fatto si oppongono all'effettiva
rivoluzione di cui le masse popolari italiane hanno bisogno e possono
fare, esultino rassicurate perché trovano nelle miserabili
argomentazioni di Grillo e Casaleggio la conferma delle loro speranze:
che dal M5S non verrà niente che sconvolga il corso delle cose.
Ma è proprio quello che invece sta avvenendo. L'emendamento che sopprime
il reato di clandestinità è stato approvato e questo è merito dei
senatori M5S. Purtroppo non ha valore di legge ma serve già a
sconvolgere i giochi del teatrino della politica della Repubblica
Pontificia. Il deputato M5S Riccardo Fraccaro che agli onorevoli
deputati della RP annuncia: "Continueremo a chiamarvi ladri!" rafforza
l'intervento. Sono il segnale che i giochi non sono ancora fatti:
l'integrazione del M5S nelle istituzioni non è ancora compiuta. Ma se
resterà chiuso nel palazzo, non andrà lontano. A questo le
argomentazioni di Grillo e Casaleggio non aggiungono molto. Si
smentiscono da sole: un italiano su otto non ha i soldi per mangiare,
dicono a ragione Grillo e Casaleggio, cioè 7 milioni di persone: il
problema quindi non lo creano i 50 o 100 mila disperati che arrivano
ogni anno in Italia! Se Grillo e Casaleggio continueranno a rilanciare
con cinismo i criminali luoghi comuni dei fascisti, di Maroni e Bossi,
dei promotori della mobilitazione reazionaria, degli autori e
sostenitori della legge Turco-Napolitano e Bossi-Fini, loro finiranno
certamente male. Se cercheranno di fare del M5S il partito della
mobilitazione reazionaria, il movimento gli scoppierà tra le mani perché
non è adatto allo scopo.
Le cose in Italia vanno veramente male, come in Francia, negli Stati
Uniti, in Germania e altrove. Solo le masse popolari, mobilitandosi e
organizzandosi, possono cambiare il corso delle cose. Il M5S promosso da
Grillo e Casaleggio nelle elezioni di febbraio ha raccolto e dato voce
all'indignazione delle masse popolari per la putrefazione della
Repubblica Pontificia e alla loro rivolta contro gli effetti della crisi
del capitalismo. Già questo solo fatto ha sconvolto la manovra che i
vertici della RP avevano tentato con le elezioni. Sarà capace il M5S di
andare più avanti, di non disperdere in schermaglie istituzionali la
forza che le masse popolari gli hanno conferito e di usarla per
promuovere la mobilitazione degli operai e degli altri lavoratori perché
si organizzino e prendano in mano la situazione fino a costituire un
loro governo d'emergenza? Questa è la partita che si sta giocando.
Questa è la partita che bisogna giocare.
In questi giorni se non tutto, gran parte di quello che nelle masse
popolari del nostro paese vi è di già attivo sul terreno politico o
sindacale, di già cosciente e organizzato, sarà nelle strade e nelle
piazze. Queste manifestazioni avranno una grande importanza se
rafforzeranno l'orientamento delle masse popolari a prendere il loro
destino nelle proprie mani, a organizzarsi e lottare per costituire un
proprio governo d'emergenza e imporlo ai vertici della Repubblica
Pontificia. Su questo si gioca il futuro dei promotori delle
manifestazioni di questi giorni e anche del M5S.
_**************_
_Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste
nell'usare TOR [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html
[7]_], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle
caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica
del Partito [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html [7]_].
_
[2]
Se vuoi fare commenti proposte o critiche utilizza questo link [2]
Links:
------
[1] http://www.nuovopci.it/index.html
[2] https://nuovopci.wordpress.com
[3] http://www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2013/indcom13.htm
[4]
http://www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2013/com39-13/Com.CC_39_13.10.11_%20M5S_e_Grillo_Casaleggio.odt
[5]
http://www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2013/com39-13/Com.CC_39_13.10.11_%20M5S_e_Grillo_Casaleggio.pdf
[6]
http://www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2013/com39-13/Com.CC_39_13.10.11_%20M5S_e_Grillo_Casaleggio.doc
[7] http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html
--------------------------------------------------------------------------------
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Se volete essere cancellati dalla nostra lista di distribuzione:
- rispondete al nostro messaggio richiedendo la cancellazione
Saluti comunisti - Comitato Centrale del (n)PCI http://www.nuovopci.it
_______________________________________________
Redditolavoro mailing list
Redditolavoro@lists.ecn.org
http://lists.ecn.org/mailman/listinfo/redditolavoro
rete cgil per sciopero del 18
La Rete 28 Aprile aderisce e partecipa alla settimana di lotta dei movimentisociali che inizia il 12 ottobre e che si concluderà con la manifestazione
del 19 a Roma. La Rete esprime un giudizio positivo sulla decisione dei
sindacati di base di proclamare lo sciopero il 18 ottobre. Sarebbe
necessario che tutto il movimento sindacale, come avviene in altri paesi
europei, scendesse in lotta contro le politiche di austerità e di massacro
sociale volute dal governo e dalla Troika che comanda l'Europa. Ma questo
oggi non c'è per colpa delle scelte moderate e concertative del gruppo
dirigente della CGIL e di quelle complici di CISL e UIL . Per questo è
importante che comunque si scenda in lotta, perché sempre più crescono
precarietà e disoccupazione e con esse lo sfruttamento e l'attacco alle
condizioni di vita e ai diritti del mondo del lavoro.
Ilva/Riva: l'attuale situazione e i nostri compiti
dal blog tarantocontro
Mentre sono in via di conversione e applicazione i decreti precedenti, anche
l'ultima crisi dell'Ilva con il ricatto della chiusiura degli stabilimenti
'Riva Acciai' va verso il decreto.
Lo richiedono insieme Riva-Bondi e sindacati confederali al loro servizio,
nonostante ci sia stata una soluzione che, per quanto provvisoria, permette
il ritorno al lavoro degli operai della 'Riva Acciai' e, a quanto pare,
anche il pagammento dei fornitori.
Ma il decreto che si vuole fare ha lo scopo di blindare i poteri di
Riva-Bondi e di garantire la parte che a loro interessa di tutta la vicenda
Ilva, vale a dire, mano libera alla produzione per i profitti e
eventualmente usare questi profitti per pagare il tutto: materie prime,
fornitori, stipendi, circolazione delle merci, messa a norma, ecc. ecc.
Basta elencare queste fonti di spesa per capire che padroni e governo qui
vogliono che si affermi innanzitutto il principio di chi comanda in fabbrica
e di come si usano i soldi, dato che è evidente che in questa situazione dai
ricavi della produzione non potranno certo venire tutti i fondi necessari.
Questo vuol dire che si userà l'argomento del funzionamento della produzione
per il profitto per giustificare tutto in azienda, ristrutturazione, tagli,
mancata osservanza dei tempi dell'Aia, ecc.; per riproporre continuamente il
ricatto occupazionale e la pressione sul governo.
Questa storia ha un finale segnato, e non certo dalla "nazionalizzazione che
salva lavoro e ambiente", come propongono i riformisti anche estremi, ma
dalla continuità sotto qualsiasi veste dell'attacco al lavoro, al salario,
alle condizioni di sicurezza e salute.
Mentre sono in via di conversione e applicazione i decreti precedenti, anche
l'ultima crisi dell'Ilva con il ricatto della chiusiura degli stabilimenti
'Riva Acciai' va verso il decreto.
Lo richiedono insieme Riva-Bondi e sindacati confederali al loro servizio,
nonostante ci sia stata una soluzione che, per quanto provvisoria, permette
il ritorno al lavoro degli operai della 'Riva Acciai' e, a quanto pare,
anche il pagammento dei fornitori.
Ma il decreto che si vuole fare ha lo scopo di blindare i poteri di
Riva-Bondi e di garantire la parte che a loro interessa di tutta la vicenda
Ilva, vale a dire, mano libera alla produzione per i profitti e
eventualmente usare questi profitti per pagare il tutto: materie prime,
fornitori, stipendi, circolazione delle merci, messa a norma, ecc. ecc.
Basta elencare queste fonti di spesa per capire che padroni e governo qui
vogliono che si affermi innanzitutto il principio di chi comanda in fabbrica
e di come si usano i soldi, dato che è evidente che in questa situazione dai
ricavi della produzione non potranno certo venire tutti i fondi necessari.
Questo vuol dire che si userà l'argomento del funzionamento della produzione
per il profitto per giustificare tutto in azienda, ristrutturazione, tagli,
mancata osservanza dei tempi dell'Aia, ecc.; per riproporre continuamente il
ricatto occupazionale e la pressione sul governo.
Questa storia ha un finale segnato, e non certo dalla "nazionalizzazione che
salva lavoro e ambiente", come propongono i riformisti anche estremi, ma
dalla continuità sotto qualsiasi veste dell'attacco al lavoro, al salario,
alle condizioni di sicurezza e salute.
Lunedì 7 ottobre ore 13 presidio al Tribunale di Busto Arsizio per il processo alla lotta alla Bennet Origgio
la solidarietà militante dello slai cobas per il sindacato di classe siesprime con la circolazione sui posti di lavoro dove siamo presenti con i
lavoratori della bennet processati
slai cobas per il sindacato di classe
coordinamento nazionale
6 ottobre 2013
slai cobasta@gmail.com
Lunedì 7 ottobre ore 13 presidio al Tribunale di Busto Arsizio per il
processo alla lotta alla Bennet Origgio
A SOSTEGNO DI TUTTE LE LOTTE DEI LAVORATORI DELLE COOPERATIVE
LA SOLIDARIETÀ È UN'ARMA, USIAMOLA!
LUNEDI’ 7 OTTOBRE 2013
alle ore 13.00 PRESIDIO
al TRIBUNALE di BUSTO ARSIZIO
Solidarietà agli imputati per
la lotta alla Bennet di Origgio
Lunedì 7 ottobre 2013 alle ore 13 si terrà presso il Tribunale di Busto
Arsizio la quarta udienza del processo che vede imputati 20 compagne e
compagni del sindacalismo di base e del Coordinamento di sostegno, solidali
con la lotta dei lavoratori delle cooperative in appalto ai magazzini Bennet
di Origgio iniziata nel mese di luglio del 2008 e durata diversi mesi.
giovedì 10 ottobre 2013
Noi siamo per il sindacato di classe e di massa all'Ilva, senza personaggi, senza funzionari, con soldi che siano quelli degli iscritti reali. I sindacati di base devono essere coerenti con questo, e non che prima danno spazio a profittatori e poi non chiariscono adeguatamente le questioni
"L’esecutivo nazionale dell’Usb (Unione sindacale di base) in una nota fa presente di essere venuto a conoscenza, attraverso Facebook, di un’aggressione subita l’1 ottobre scorso da Lorenzo Semeraro, ex operaio dell’Ilva, affrontato da tre persone (altre due facevano da palo) che lo avrebbero picchiato con calci e pugni.
IL SINDACATO - Il sindacato di base, nel condannare l’aggressione, comunica di ”aver interrotto ogni rapporto sindacale con Semeraro gia’ dal mese di agosto per insanabili contrasti sul piano comportamentale prima che politico”. L’Esecutivo Usb ”respinge ogni tentativo di mettere in relazione tale vicenda con l’attivita’ sindacale da lui svolta con la nostra organizzazione”. In un altro comunicato l’Usb Puglia precisa che ”Semeraro non rappresenta piu’ ad alcun titolo l’organizzazione e che qualunque sua presa di posizione esprime esclusivamente il proprio convincimento personale”. L’Usb esprime ”tutta la solidarieta’ umana e la propria vicinanza per questo grave e inqualificabile episodio. Nel contempo, respinge ogni tentativo di accostamento del nome del sindacato ad eventi criminosi che non potranno essere in alcun modo tollerati”. Infine, la segreteria della Uilm di Taranto ”condanna con fermezza il vile agguato” nei confronti di Semeraro. ”Lo considera un atto squadristico, i cui responsabili devono essere subito individuati e perseguiti con la massima severita’. Episodi del genere – conclude l’organizzazione sindacale – non possono e non devono appartenere alla cultura del sindacato e della citta’. La Uilm biasima ogni forma di violenza, soprattutto nel difficile momento che l’intera area jonica sta attraversando”. (ANSA)
"Una cordata italiana per salvare l'Ilva"... se non si fa come quando si è data l'italsider a Riva, se si salvano i posti di lavoro, una reale messa a norma della fabbrica in materia di salute e sicurezza dei lavoratori e dei quartieri inquinati, se contribuisce al fondo bonifiche e risarcimenti
"Sono pronto a dar vita, con le banche e con quegli imprenditori che saranno disponibili a condividere il progetto, una cordata per rilevare l'Ilva". E' l'ultimo giorno di Salone Nautico, a Genova, e Beniamino Gavio, figlio ed erede di Marcellino, a capo di un gruppo con interessi diversificati, dall'industria ai servizi, dalle costruzioni alla logistica fino all'economia del mare, si gode il rientro sulla scena della sua ultima creatura, i cantieri Baglietto (fresco di una lunga battaglia perduta con Salini per il controllo del costruttore Impregilo - ndr).
richiesta incontro al Ministero
TA. 9.10.2013
Al Ministro del Lavoro, Prof. Enrico Giovannini
via V. Veneto, 56
ROMA
OGGETTO – richiesta di incontro per VENERDI' 18 OTTOBRE
Illustre Sig. Ministro,
Lei è ben a conoscenza dell'emergenza lavoro, nel Sud in particolare, che investe centinaia di migliaia di disoccupati, precari, lavoratori che hanno perso il lavoro, a cui si aggiungono lavoratori ultraprecari soprattutto negli appalti pubblici che hanno occupazioni ridotte a pochi mesi, addirittura settimane e con orari da vergogna anche di 45 minuti di lavoro al giorno (in contrasto con ogni CCNL e con i principi dell'art. 36 della Costituzione).
Noi, in particolare negli ultimi tre anni, siamo testimoni del grande disagio che la mancanza di lavoro ha provocato per tante persone e tante famiglie, in città di trincea, quali Napoli, Taranto e Palermo. Soprattutto in queste ultime due città noi come organizzazione sindacale di base abbiamo cercato di trasformare questo grande disagio in lotta organizzata e collettiva.
Lo abbiamo fatto in uno spirito costruttivo di stimolo e di soluzione dei problemi, trovando un'interlocuzione a livello di Istituzioni locali. Ma non solo. Nel periodo in cui vi è stato il governo Prodi, questa interlocuzione per la città di Taranto è arrivata nelle stanze del governo centrale, realizzando momenti di confronto con l'allora sottosegretario E. Letta e con il Consigliere economico della Presidenza del Consiglio, Dr. Boccia, che permisero di trovare una soluzione alle vertenze originate dal dissesto di Taranto.
Vogliamo riprendere quello spirito e quel confronto costruttivo con l'attuale governo, rappresentato appunto dal Pres. Letta, e con Lei personalmente.
Sono cinque i temi principali su cui chiediamo il Suo particolare interessamento.
Primo, chiediamo che al problema sempre più vasto delle fabbriche in crisi (che spesso non sono affatto in crisi, ma chiudono per cercare lidi più convenienti) non si risponda solo con ammortizzatori sociali, ma con una RIDUZIONE DELL'ORARIO DI LAVORO A PARITA' DI SALARIO, alternativa ai Contratti di solidarietà; in questo caso l'intervento dell'Inps potrebbe coprire non le ore di “solidarietà” bensì la riduzione d'orario per mantenere il salario degli operai al 100%
Secondo, per i disoccupati, in particolare al Sud, occorre un intervento legislativo che porti subito all'occupazione di centinaia di migliaia di disoccupati – un esempio che vogliamo ricordare è in questo senso la Legge n.285 del 1.6.1977. Ci sono settori di attività assolutamente necessari che devono creare occupazione. Parliamo di un PIANO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA 'PORTA A PORTA' all'interno della questione più generale del ciclo dei rifiuti, che coniughi lavoro-ambiente; insieme ad un piano di SOSTEGNO ALLE BONIFICHE AMBIENTALI per farne una risorsa lavorativa, in città in cui essa assume anche un significato di risarcimento sociale, a fronte del pesante inquinamento che ha provocato e provoca tuttora tante vittime, malattie professionali, degrado territoriale (vedi Taranto).
Nello stesso tempo chiediamo – come accade nella maggiorparte dei paesi europei – nelle more di attività lavorative, l'istituzione anche in Italia del SALARIO MINIMO GARANTITO per i disoccupati e coloro che hanno una difficile ricollocazione lavorativa. Questo potrebbe coniugarsi ad un piano di FORMAZIONE FINALIZZATA AL LAVORO e di LAVORI SOCIALMENTE UTILI.
Terzo, chiediamo che negli appalti pubblici, da un lato sia posto un LIMITE AL ”MASSIMO RIBASSO”, dall'altro si ponga nei capitolati di appalto una CLAUSOLA SOCIALE che obblighi le ditte vincitrici ad assumere dal bacino dei disoccupati della realtà in cui si svolgono i lavori e al rispetto dei CCNL.
Per questo, come Slai cobas per il sindacato di classe LE CHIEDIAMO UN INCONTRO PER IL 18 OTTOBRE PRESSO IL SUO MINISTERO per confrontarci sui punti suddetti, per essere ascoltati e ascoltare.
Siamo certi della Sua disponibilità e attenzione, e restiamo in attesa di un Suo riscontro positivo e tempestivo.
Chiediamo questo incontro per il 18, non certo, ne ce lo permetteremmo, per fissarLe una data, ma semplicemente perchè in quella giornata saremo a Roma alla manifestazione nazionale indetta dai sindacati di base.
Può ben capire che per noi che veniamo da varie città, utilizzando fondi personali per partecipare a questo tipo di iniziative, non è facile venire a Roma frequentemente.
In attesa, Le porgiamo distinti saluti
per SLAI COBAS per il sindacato di classe
Margherita Calderazzi
per comunicazione:
via Rintone, 22 – 74100 Taranto
T/F 0994792086 – slai HYPERLINK "mailto:cobasta@libero.it"cobasta@gmail.com - 3475301704
lunedì 7 ottobre 2013
PER IL 18 OTTOBRE PIATTAFORMA DELLO SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE
Riduzione di orario di lavoro a parità di salario
NO ai licenziamenti, NO a Cig senza fine, NO a contratti di solidarietà, per spartirsi la miseria e non intaccare i profitti dei padroni.
Riduzione d'orario a partire dalle fabbriche in crisi, ma con estensione in tutte le fabbriche e posti di lavoro con processi di ristrutturazione in corso – es. Fiat
“Decreto operaio” per l'Ilva e situazioni similari
NO alla falsa e interessata alternativa tra lavoro e salute, basta coi decreti pro-padroni, vogliamo un decreto che stabilisca che nessun posto di lavoro si deve perdere, che gli operai devono essere impiegati nella messa a norma delle fabbriche, che 20 anni di lavoro bastano in una fabbrica a rischio salute e vita per il profitto
Per la sicurezza, postazioni ispettive fisse
nelle fabbriche e nei lavori a rischio infortuni
Contratto nazionale per gli operai della logistica
NO allo schiavismo verso i lavoratori immigrati delle cooperative legate ai partiti di governo e parlamentari, NO alle discriminazioni salariali e normative, all'attacco ai diritti sindacali
Lavoro o salario garantito ai disoccupati e a chi ha perso il lavoro
Vogliamo una legge per un piano immediato di lavoro di massa, e di formazione retribuita per l'occupazione, in particolare, nella raccolta differenziata, nelle bonifiche territoriali;
esenzione dal pagamento di tasse, tariffe, ticket, ecc
Clausola sociale negli appalti pubblici per assunzioni e contro la precarietà
NO ad appalti al massimo ribasso, NO a contratti a termine con orari e salari da fame, anche in violazione di CCNL e principi della Costituzione
Rappresentanza sindacale decisa dai lavoratori
Tutte le organizzazioni sindacali, di base, decise dai lavoratori devono essere riconosciute e avere i diritti previsti dallo Statuto dei lavoratori, in proporzione ai numero di iscritti in ogni realtà lavorativa.
Rinnovo contratti nel Pubblico Impiego
Basta col blocco dei contratti che hanno impoverito i lavoratori del PI, dalla Scuola alla Sanità-ecc., e che stanno cancellando il Diritto allo studio e il Diritto alle cure per i giovani-pensionati-chi perde il lavoro o chi un lavoro non l’ha
Su questa piattaforma, nello sciopero e manifestazione del 18 ottobre, oltre il 18 ottobre, costruiamo una mobilitazione unitaria organizzata /lotte/vertenze, a livello nazionale e in ogni realtà di lavoro e territoriale, dandoci strumenti collettivi di rete, FINO A RISULTATI CONCRETI.
18 ottobre 2013
Indizione sciopero Istituto Tumori Milano
SLAI COBAS per il sindacato di classe
Sede legale e nazionale: Taranto v. Rintone, 22 tel/fax 099/4792086 - 347/5301704 cobasta@libero.it
Sede regionale: Dalmine Viale Marconi,1 - 24044 (Bergamo) Fax 035/19968666 Cell. 335/5244902
Slai Cobas “INT” per il sindacato di classe cobasint@tiscali.it; cell. 338-7211377
MI. 08-10-013
Alla Direzione Amministrativa “Fondazione IRCSS Istituto Nazionale Tumori”
Via Giacomo Venezian,1 20135 Milano
Fax 02-239003311
epc Direzione Medica
Sede fax 02-23902854
Direzione Sanitaria
Sede fax 02-23903094
OGGETTO: indizione sciopero 18 ottobre 2013 – Legge 300/70
La scrivente Organizzazione Sindacale comunica che il giorno 18 ottobre 2013, per l’intera giornata, è indetto lo sciopero dei lavoratori dell’Istituto Nazionale dei Tumori, con astensione dal lavoro di 8 ore in tutti i turni di lavoro.
Questa astensione dal lavoro è interna allo sciopero generale e nazionale indetto dai sindacati di base, sulle seguenti tematiche:
Lavoro-Diritti
Sicurezza-salute
Salario Garantito
Rappresentanza Sindacale
Si fa presente che ai sensi dell’art. 28 dello Statuto dei Lavoratori nessun lavoratore che aderisca allo sciopero deve subire limitazioni o essere oggetto di interventi disciplinari per aver esercitato questo diritto tutelato da Leggi e Costituzione.
Slai Cobas per il sindacato di classe, Milano
Coordinatore Sanità
Gaglio Giuseppe
Per com. Viale Marconi,1 Dalmine-24044 (BG). Fax 035-19968666 Cell. 338-7211377