Ikea: sciopero spontaneo a Brescia e Bologna
Sciopero
spontaneo dalla tarda mattinata di oggi, venerdì 31 luglio 2015, allo store
Ikea di Roncadelle, alle porte occidentali di Brescia.
Dopo due ore di assemblea una settantina di lavoratori
e lavoratrici, gran parte di quelli di turno questa mattina, hanno deciso di
scendere in sciopero spontaneo.
Nella giornata di ieri, giovedì 30 luglio, i sindacati
confederali avevano annunciato, in una nota congiunta, che “a fronte della
disdetta unilaterale del contratto integrativo aziendale effettuata
dall’azienda, della comunicazione di una disapplicazione dello stesso a
decorrere dal 1° settembre, dell’indisponibilità a rivedere le proprie
rigidità sui temi del premio aziendale e sulle maggiorazioni domenicali e festive
, e a fronte del rifiuto a valutare proposte alternative a quelle del
taglio indiscriminato degli elementi retributivi, proclamano: un pacchetto
di 24 ore di sciopero da gestirsi a livello territoriale e le cui modalità
saranno comunicate di volta in volta”.
Oggi, venerdì 31 luglio, lavoratori e lavoratrici
dell’Ikea di Roncadelle (Brescia) hanno deciso di passare subito alle vie di
fatto, scendendo direttamente sul terreno della lotta.
Già lo scorso 6 giugno i “co-workers” di Ikea Italia
(oltre seimila) avevano incrociato le braccia in tutta Italia, per la
prima volta in 25 anni dopo che il 29 maggio l’azienda aveva annunciato la
disdetta unilaterale di tutta la contrattazione integrativa, quella che prevede
a esempio le indennità in caso di lavoro festivo o straordinario.
BOLOGNA – Oggi, venerdì, anche i dipendenti del punto
vendita di Casalecchio di Reno (Bologna) sono entrati in sciopero fin dalle
prime ore del mattino, per poi riunirsi in assemblea dalle 9.00 alle 10.00. I
lavoratori hanno deciso alla unanimità la prosecuzione dello sciopero e sono
usciti fermandosi a dialogare con i clienti. “Stasera alle 18 – dice una nota
della Filcams bolognese – si terrà l’assemblea dei turni serali e si deciderà
se praticare la protesta pure su detti turni. I dipendenti hanno pure deciso
una sorta di “sciopero bianco”, attenendosi rigidamente alle loro mansioni ed
alle regole formali stabilite dall’azienda, facendo cessare ogni loro
collaborazione che nella informalità ha da sempre garantito la piena efficacia
organizzativa”.
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