INDICE
Paolo Fierro tabibfierro@hotmail.com
MANIFESTAZIONE A FRATTE (SALERNO) PER LE
FONDERIE PISANO
Controsservatorio Valsusa info@controsservatoriovalsusa.org
NOTIZIE DAL CONTROSSERVATORIO VALSUSA 29
SETTEMBRE 2015
Alessandra Cecchi alexik65@gmail.com
CONDANNATA MONSANTO: AGRICOLTORE AVVELENATO
DAI PESTICIDI
Franco Mugliari fmuglia@tin.it
VOGLIAMO FARE CHIAREZZA SUL REALE NUMERO DI
MORTI PER INFORTUNIO SUL LAVORO?
Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
REPORT MORTI SUL LAVORO DAL 1° GENNAIO AL
30 SETTEMBRE 2015
Silvia Cortesi sylvyacort@gmail.com
NON ACCETTEREMO MAI CHE LA CGIL DIVENTI UN
PADIGLIONE DI EXPO
Silvia Cortesi sylvyacort@gmail.com
AMIANTO, 55 AVVISI DI GARANZIA PER GLI
ELICOTTERI DELLA DIFESA ITALIANA
Gino Carpentiero ginocarpentiero@teletu.it
FIRENZE 19, 20, 21 NOVEMBRE: VIII CONGRESSO
NAZIONALE DI MEDICINA DEMOCRATICA
Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
IN OTTOBRE STANNO MORENDO SCHIACCIATI DAL
TRATTORE OLTRE DUE AGRICOLTORI AL GIORNO E NESSUNO DICE NIENTE
Voci della Memoria info@vocidellamemoria.org
NON PRENDETE IMPEGNI PER VENERDI’ 16
OTTOBRE SERA!
Franco Mugliari fmuglia@tin.it
LA DISNEYLAND DEL PERICOLO
Rete Nazionale Sicurezza sui luoghi di
lavoro e territori bastamortesullavoro@gmail.com
20 OTTOBRE: ADESIONE APPELLO PER L’INIZIO
DEL PROCESSO ILVA
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From: Paolo Fierro tabibfierro@hotmail.com
To:
Sent: Sunday, September 27, 2015 12:51 AM
Subject: MANIFESTAZIONE A FRATTE (SALERNO)
PER LE FONDERIE PISANO
Continua la mobilitazione degli abitanti
dei quartieri periferici di Salerno contro la permanenza in pieno centro
abitato di un impianto siderurgico tra i più antichi d’Italia (fondato in epoca
borbonica) e tra i più inquinanti del territorio campano.
Ieri sera, 26/09/15, il Comitato salute e
Vita ha organizzato una fiaccolata per ricordare le 58 vittime, alcune
giovanissime, dei tumori prodotti dall’inquinamento.
La chiesa locale si è schierata a fianco
della popolazione, cosa che non ha fatto né il sindacato né la politica in
genere per non parlare delle istituzioni che sono da sempre latitanti per il
timore reverenziale se non la complicità con un cittadino “eccellente”.
L’industriale ha prodotto materiali in
ghisa in grossi appalti nazionali (i tombini Pisano si ritrovano in gran parte
della Campania e in molte alte sedi nazionali) e ha in qualche modo in questi
anni garantito occupazione con la sua industria. I ricatto del lavoro che
azzera la paura delle malattie purtroppo domina anche le maestranze che non si
sono mai pronunciate ufficialmente se non attraverso i familiari dei lavoratori
deceduti.
Il parroco della frazione d Matierno ha
ricordato tutti i nomi noti delle vittime prima di dare inizio al corteo.
Nonostante il vento e la partita del
Napoli, il corteo è partito illuminato solo dalle fiaccole e con l’evidente
boicottaggio del Comune che non ha garantito la presenza dei vigili urbani. C’è
stato qualche momento di tensione con gli automobilisti abituati a correre nei
vialoni che portano alla fabbrica. Dopo un concitato battibecco telefonico tra
un responsabile del Comitato ed il comando dei vigili è arrivata una vettura
che ha scortato nell’ultimo tratto il corteo.
Paradossalmente proprio durante il presidio
sotto la Fonderia un vigile è stato urtato da una vettura che andava a velocità
sostenuta, nonostante le luci lampeggianti dell’auto del comune e le fiaccole
dei manifestanti in una strada (via dei Greci) priva di illuminazione
sufficiente.
Sotto la fabbrica che appariva deserta con
luci e impianti spenti, si sono dati degli appuntamenti in particolare al
palazzo del Comune per ottenere un consiglio tematico solo sul problema Pisano
e qualche intervento trai quali quello di Medicina Democratica di Napoli nel
quale si è garantito tutto l’appoggio e la condivisione degli obiettivi del
Comitato.
Napoli 27/09/15
Paolo Fierro
Medicina Democratica
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From: Controsservatorio Valsusa info@controsservatoriovalsusa.org
To:
Sent: Tuesday, September 29, 2015 2:21 PM
Subject: NOTIZIE DAL CONTROSSERVATORIO VALSUSA
29 SETTEMBRE 2015
DIRITTI FONDAMENTALI, PARTECIPAZIONE DELLE
COMUNITA’ LOCALI E GRANDI OPERE
Da giovedì 5 a domenica 8 novembre 2015 si
terrà la sessione conclusiva del Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) dedicata
a “Diritti fondamentali, partecipazione delle comunità locali e grandi opere”.
La Val di Susa sarà l’osservato speciale,
ma sarà in compagnia di altre realtà italiane ed europee. I soggetti sotto
accusa sono gli Enti promotori delle opere e le apposite società di attuazione,
il Governo italiano, in particolare nelle persone di alcuni funzionari preposti
alla realizzazione, la Commissione Petizioni del Parlamento europeo ed il
coordinatore UE del Corridoio Mediterraneo nell’ambito delle infrastrutture
Ten-T (Trans European Network – Transport).
La sessione di apertura si era tenuta a
Torino lo scorso 14 marzo (sul nostro sito trovate tutte le registrazioni
audio/video), aveva visto una qualificata presenza tra i giudici e un’ampia
partecipazione di cittadini e di esponenti del movimento No TAV.
Quella che si aprirà a novembre si
concluderà con una “sentenza” a cui guardiamo con speranza e ottimismo: come
sapete il TPP è un tribunale di opinione e le sue conclusioni non hanno
rilevanza sul piano legale, ma non può sfuggire il significato di un pronunciamento
da parte di organismo di grande rilievo internazionale.
Faranno parte della giuria giudici
provenienti da Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Equador, Chile, Colombia.
Saranno quattro giorni intensi: il primo
giorno sarà dedicato alle testimonianze dalla Valsusa, il secondo a quelle di
altre realtà che presentano analoghe specificità, dall’Italia e non solo. I
lavori proseguiranno anche il sabato (ovviamente sempre in sedute pubbliche!) e
la domenica pomeriggio ci sarà la lettura della sentenza nell’auditorium di
Almese (un comune della Valsusa).
Il programma dei lavori è al link:
Per ripercorrere intanto le diverse tappe
che ci hanno portato a coinvolgere il TPP e per approfondire vi rimandiamo al
nostro sito.
Ci aspettiamo che i lavori di questa
sessione vengano seguiti con grande interesse: sia da chi potrà partecipare
direttamente (l’invito è rivolto a tutti), sia da chi leggerà sul nostro sito
le conclusioni e avrà a disposizione le registrazioni audio/video.
Se condividete i nostri obiettivi vi
invitiamo a dare il massimo risalto a questo evento: per creare una adeguata
aspettativa prima, per favorire una buona partecipazione durante e per dare
infine alle conclusioni la maggior visibilità possibile. Noi confidiamo nel
riconoscimento che in Val di Susa, così come nelle altre realtà coinvolte,
venga accertato il deficit di democrazia e di partecipazione e venga
riconosciuto che le grandi opere, molto spesso inutili e dannose, si
accompagnano frequentemente ad una sistematica violazione di diritti
fondamentali di singoli cittadini e di intere comunità.
Se questa violazione verrà riconosciuta
anche dal TPP occorrerà valorizzare al massimo il risultato per poterlo poi
tradurlo in fatti concreti: chiediamo a ognuno, con gli strumenti a sua
disposizione, di fare il massimo sforzo in questo senso.
Vi rivolgiamo anche un appello per un
piccolo sostegno economico per aiutarci a coprire le ingenti spese che dovremo
sostenere. All’appello precedente (novembre 2014) avevano risposto una
cinquantina di persone, altre ci hanno sostenuto saltuariamente nei mesi
successivi.
Nelle iniziative che stiamo promuovendo a
Torino e in Val di Susa per sensibilizzare sulla prossima sessione del TPP
raccogliamo anche contributi che destiniamo in parte a sostegno delle ingenti
spese legali per la difesa dei tanti esponenti No TAV colpiti da provvedimenti
giudiziari.
Anche con la nostra iniziativa che ha
coinvolto il Tribunale Permanente dei Popoli intendiamo dimostrare che “il
problema TAV” non è un problema di ordine pubblico, ma di democrazia negata.
Per sostenerci:
Vi segnaliamo infine che a maggio 2015 è
uscito il Quaderno n. 3 del Controsservatorio Valsusa: “Il TAV Torino-Lione -
Le bugie e la realtà” a cura di Guido Rizzi e Angelo Tartaglia.
Il libro analizza la diffusione, da parte
dei promotori, di notizie e dati non veritieri e di previsioni fantasiose e
prive di ogni attendibilità scientifica. E smonta questi dati con il rigore di
due docenti del Politecnico di Torino.
Il libro è disponibile anche in forma
digitale, come i due precedenti.
Per richiederli inviate un e-mail a: info@controsservatoriovalsusa.org.
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From: Alessandra Cecchi alexik65@gmail.com
To:
Sent: Tuesday, September 29, 2015 6:14 PM
Subject: CONDANNATA MONSANTO: AGRICOLTORE
AVVELENATO DAI PESTICIDI
Da Terra Nuova
23 Settembre 2015
CONDANNATA MONSANTO: AGRICOLTORE AVVELENATO
DAI PESTICIDI
Davide contro Golia: la giustizia francese
ha confermato la condanna di Monsanto, il colosso mondiale dell’agricoltura,
nell’annosa battaglia giudiziaria che lo opponeva a Paul Francois, un
agricoltore di Bernac, nel dipartimento francese della Charente.
La Corte d’Appello di Lione ha
definitivamente dato ragione a quest’ultimo riconoscendo la multinazionale USA
come responsabile della sua intossicazione.
Motivo? Il Lasso, un erbicida, ormai
vietato, usato per anni nelle coltivazioni di mais. In primo grado, il gigante
dell’industria agricola era già stato condannato a “indennizzare interamente” l’agricoltore
transalpino parzialmente disabile da quando ha inalato quel prodotto altamente
tossico.
In conferenza stampa, Francois ha salutato
una “decisione storica”. Il suo legale, François Lafforgue, chiede invece la
creazione di un fondo per indennizzare le vittime dei pesticidi.
“Il riconoscimento della responsabilità di
Monsanto in questa vicenda è essenziale: i marchi che introducono nel mercato
questi prodotti devono capire che da oggi in poi non possono più sottrarsi alle
loro responsabilità. Prima o poi dovranno renderne conto”, avverte in una nota
Maria Pelletier, presidente della ONG Générations futures, secondo cui la
decisione del tribunale di Lione è una “tappa importante per tutte le altre
vittime dei pesticidi”.
Pur rifiutando di passare per un’icona
ecologista o no global, Paul Francois è il primo in Francia ad aver ottenuto la
definitiva condanna del colosso USA. Il primo ad aver rotto il silenzio sui
rischi legati a erbicidi, insetticidi e affini.
La vita di questo agricoltore di 47 anni,
titolare di una proprietà di 240 ettari, è improvvisamente cambiata il 27
aprile del 2004. Quel giorno, nel tentativo di verificare la pulizia del
contenitore in cui veniva inserito l’erbicida, ha inalato una forte dose di
vapori tossici. Colpito da un malore, ha giusto il tempo di spiegare alla
moglie ciò che gli è appena successo prima di finire al Pronto soccorso. L’uomo
sputa sangue. “Poi non ricordo più niente”, racconta oggi.
Dopo cinque settimane di stop, Paul
Francois riprende a lavorare ma soffre, tra l’altro, di gravi problemi di
elocuzione, accompagnati da violente cefalee. A fine novembre dello stesso
anno, crolla sul pavimento di casa, dove le figlie lo ritrovano incosciente.
Segue un lungo periodo di ricovero, i medici temono seriamente per la sua vita.
Dopo attenti esami, viene scoperta una grave carenza al livello celebrale.
Aiutato dai famigliari, Paul Francois
inizia ad indagare sul Lasso, a sue spese. Bisognerà attendere il 2005 per
identificare il colpevole, vale a dire il monoclorobenzene, un solvente
altamente tossico contenuto nell’erbicida della Monsanto. Alla lotta contro la
malattia, segue dunque la battaglia giuridica. L’agricoltore è infatti convinto
che la multinazionale fosse a conoscenza dei rischi legati al Lasso, anche
perché quel prodotto venne già bandito nel 1985 in Canada e nel 1992 in Belgio
e Regno Unito. Oggi l’agricoltore guarda al passato e riconosce di essere
appartenuto a una “generazione 100% pesticidi”. “L’agricoltura intensiva, era
meravigliosa, utilizzavamo prodotti chimici ma in realtà quella non era più una
vera produzione. Come tutti, ne andavo fiero”. Oggi ha cambiato idea: “Nella
terra c’è bisogno di vita”. E forse non è un caso se ha riconvertito un
centinaio di ettari in culture bio. Appena poche settimane fa, sempre in
Francia, la ministra dell’Ecologia, Segolène Royal, ha annunciato l’intenzione
di vietare la libera vendita al dettaglio del Roundup, un altro diserbante
simbolo della Monsanto, dal primo gennaio 2016.
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From: Franco Mugliari fmuglia@tin.it
To:
Sent: Tuesday, September 29, 2015 9:33 PM
Subject: VOGLIAMO FARE CHIAREZZA SUL REALE
NUMERO DI MORTI PER INFORTUNIO SUL LAVORO?
martedì 29 settembre 2015
VOGLIAMO FARE CHIAREZZA SUL REALE NUMERO DI
MORTI PER INFORTUNIO SUL LAVORO?
Chi “urla” questa domanda è Carlo
Soricelli, tecnico metalmeccanico bolognese, in pensione.
Nel 2008, dopo la tragedia della
ThyssenKrupp di Torino, ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti
sul lavoro (http://cadutisullavoro.blogspot.it).
Egli considera l’attività di volontario
dell’Osservatorio come una naturale evoluzione della sua attività di artista. E’
infatti pittore-scultore da oltre quaranta anni e ha sempre cercato di creare
opere a contenuto sociale.
A lui ho rivolto alcune domande.
MLF: COME NASCE L’OSSERVATORIO INDIPENDENTE
DI BOLOGNA, DA CHI E’ GESTITO E PER QUALI SCOPI?
CS: L’Osservatorio è nato poche settimane
dopo la tragedia della ThyssenKrupp di Torino. Non trovavo dati recenti sul
numero di morti sul lavoro. Le notizie più recenti avevano 6/8 mesi. Per primi
in Italia il 1° gennaio 2008 abbiamo cominciato a monitorare tutte le morti per
infortuni sul lavoro. Con l’aiuto di mio figlio che mi ha impostato la parte
informatica ho cominciato a fare questo lavoro volontario. Lo scopo era quello
per l’appunto di fare conoscere in tempo reale agli italiani le dimensioni del
fenomeno.
MLF: CHE CRITERI APPLICHI PER LA
CLASSIFICAZIONE DEGLI INFORTUNI?
CS: L’Osservatorio Indipendente di Bologna
è l’unico in Italia a monitorare tutti i morti per infortuni sul lavoro,
nessuno escluso, indipendentemente dal lavoro che svolgeva la vittima, che
fosse o meno assicurato. Non si possono fare distinzioni tra chi ha un’assicurazione
e chi ne è privo, o che ha un’assicurazione diversa da quella dell’INAIL.
MLF: L’OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI
BOLOGNA, E’ STATO CREATO E VIENE COSTANTEMENTE AGGIORNATO DA VOLONTARI CHE NON
HANNO MAI VOLUTO CONTRIBUTI ECONOMICI DI NESSUN TIPO
CS: Si perché rispetto ad altri che hanno
cominciato successivamente questo lavoro di monitoraggio, non lavoriamo nel
settore e se finanziati si rischia di subire condizionamenti di ogni tipo.
MLF: INAIL, ANMIL, VEGA ENGINEERING ECC. PROPONGONO STATISTICHE CHE IN PARTE
SI DIFFERENZIANO PER UN DIVERSO MODO DI VALUTARE “L’INFORTUNIO SUL LAVORO”. SU
UNA COSA PERO’ CONCORDANO: SIAMO DI FRONTE A UN AUMENTO DEL FENOMENO
INFORTUNISTICO IMPRESSIONANTE
CS: Ma non è da adesso che i morti sono
aumentati, non c’è mai stato un calo dal 2008, se si considerano morti sul
lavoro tutti i lavoratori che muoiono lavorando. In questo momento siamo a un
+7,5% rispetto anche allo stesso giorno del 2008. L’importante è far
comprendere agli italiani le vere dimensioni del fenomeno e fare pressione
verso la politica tutta che, fino a questo momento, ha sottovalutato il
fenomeno e ha fatto leggi per far diminuire la sicurezza. In questi anni nessun
calo favoloso, ma aumenti, nonostante un numero enorme di lavoratori abbia
perso il lavoro. Le vere emergenze sono in agricoltura e in edilizia. Solo
schiacciati dal trattore ci sono già 105 morti dall’inizio dell’anno e le
cadute dall’alto in edilizia sono una vera emergenza. Se si facesse una
campagna d’informazione vera in queste due categorie e si adottassero misure
serie e controlli, le morti sul lavoro si potrebbero dimezzare. Oltre il 50%
delle morti per infortuni sui luoghi di lavoro si registrano in queste due
categorie.
MLF: QUAL E’ IL QUADRO CHE ESCE DALLA
LETTURA DEI DATI STATISTICI?
Dall’inizio dell’anno ad oggi (15 settembre
2015) ci sono stati 478 morti sui luoghi di lavoro (oltre 1.000 se si
aggiungono tutti quelli che muoiono in altri contesti). Erano stati 457 al 15 settembre
del 2014 (+4,6%), 437 allo stesso giorno del 2008 (+8,6%).
MLF: L’INAIL LEGGE IL DATO IN MANIERA
DIVERSA.
CS: E’ vero, ma i numeri non possono essere
contraddetti. Occorre ricordare che l’INAIL monitora solo i propri assicurati e
che l’anno scorso gli infortuni mortali sono stati 662, compresi quelli in
itinere. L’osservatorio che elabora gli infortuni mortali sul lavoro dell’INAIL
dice che le morti per infortuni sul lavoro sono state nei primi sette mesi del
2015 ben 643, compresi quelli in itinere. Anche tenendo conto dei “soli” 662
morti nell’intero 2014 registrati dall’INAIL, assistiamo ad un aumento
spaventoso. Ma io credo che alla fine dell’anno saranno poco meno di 700 quelli
che l’INAIL considererà morti sul lavoro. Io li monitoro tutti ma se fosse vero
il numero di 643 morti saremmo di fronte a un’autentica carneficina. Credo
peraltro che ci siano alcuni aspetti da chiarire, non certo da parte dell’Osservatorio
Indipendente di Bologna morti sul lavoro.
MLF: PER GLI “INFORTUNI IN ITINERE” LA DEFINIZIONE
E’ SEMPRE COMPLESSA.
CS: Infatti, occorre sempre ricordare che
se si aggiungono i lavoratori morti sulle strade e in itinere, il numero di
vittime per lo meno raddoppia.
MLF: CI SONO CARATTERISTICHE PARTICOLARI
CHE CONTRADDISTINGUONO IL FENOMENO INFORTUNISTICO ITALIANO?
CS: Ieri guardavo l’età dei morti per
infortuni sul lavoro. Un dato impressionate. Siamo alla fine di settembre e ho
guardato quanti sono i morti per infortuni sui luoghi di lavoro che hanno più
di sessant’anni. Pazzesco, abbiamo raggiunto in questa fascia d’età il totale
delle morti degli interi anni 2012, 2013 e 2014. Praticamente alla fine dell’anno
avremo un aumento a due cifre delle vittime tra i lavoratori anziani. Chissà se
la Fornero verserà una lacrima...Far svolgere lavori pericolosi ad un anziano
che ha acciacchi e riflessi poco pronti è da...
MLF: CHE COSA PROPONI PER PROVARE A
CONTRASTARE IL FENOMENO DELLE MORTI SUL LAVORO?
CS: Se si vuole fare prevenzione occorre
tenere conto di alcuni fattori.
-
L’indice
occupazionale non ha nessun valore statistico, a morire sono soprattutto
lavoratori atipici, in nero, Partite IVA e agricoltori.
-
E’
l’agricoltura con il 32,0% di tutte le morti sul lavoro che rappresenta la vera
emergenza del Paese. Seguono l’edilizia col 21,2%, l’industria con il 10,04%, l’autotrasporto
di tutte le categorie con il 7,3%.
-
Sono
già 75 dal giorno dell’inaugurazione dell’EXPO i morti schiacciati dal trattore
e 105 dall’inizio dell’anno, nel 2014 sono stati 152.
-
Il
22% di tutte le morti per infortuni sul lavoro ha più di 60 anni; il 28% da 50
a 59; il 24% ha da 40 a 49 anni,
-
Gli
stranieri morti sui luoghi di lavoro sono il 14,4% sul totale di tutte le morti
per infortunio.
Sarebbe ora di fare finalmente chiarezza su
queste tragedie e non giocare sui numeri e tirarli dalla parte che fa più
comodo
Il Jobs act non protegge dal licenziamento:
neppure i lavoratori che si rifiutano di svolgere lavori pericolosi, con una
scusa possono essere licenziati e questo farà aumentare ancora di più le morti
sul lavoro.
Per ricordare tutte le vittime del lavoro,
Carlo Soricelli ha scritto la poesia “Morti bianche”, letta e interpretata da
Flavio Insinna. La potete vedere al link:
Di mio ci aggiungo solo “grazie Carlo”.
Franco Mugliari alias Muglia La Furia
mail: fmuglia@tin.it
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From: Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
To:
Sent: Wednesday, September 30, 2015 6:56 PM
Subject: REPORT MORTI SUL LAVORO DAL 1°
GENNAIO AL 30 SETTEMBRE 2015
MORTI SUL LAVORO NEL 2015 DAL 1° GENNAIO AL
30 SETTEMBRE
Dall’inizio dell’anno sono morti sui luoghi
di lavoro 516 lavoratori, con le morti sulle strade e in itinere si superano i
1.080 morti complessivi (stima minima). Erano 462 lo stesso giorno del 2008 +10.2%,
lo stesso giorno del 2014 erano 501 morti +2,5%.
Occorre tener presente che nelle
statistiche delle morti sul lavoro lo Stato considera morti sul lavoro anche i
lavoratori che muoiono sulle strade e in itinere e che tantissime categorie
come per esempio le Partite IVA individuali, Vigili del Fuoco, Poliziotti,
Carabinieri, lavoratori in nero, pensionati in agricoltura e tanti altri non
rientrano nelle statistiche ufficiali.
All’INAIL nel 2015 le denunce per infortuni
sul lavoro tra i suoi assicurati dall’inizio dell’anno al 31 agosto sono state
complessivamente 752 (cliccare su Facebook “Ufficio Stampa INAIL”). Queste
morti comprendono anche i morti sulle strade e in itinere. Di queste 752
vittime 437 sono morte senza mezzo di trasporto. Come negli anni precedenti
solo una parte di queste morti verranno riconosciute come infortunio su lavoro.
Nelle statistiche dell’Osservatorio
Indipendente di Bologna Il 30,7% dei morti sui luoghi di lavoro ha un’età
superiore a 60 anni. Il 32,5% sono in agricoltura, di questi 106 sono stati
schiacciati dal trattore, 20,6% sul totale di tutte le morti per infortuni.
Praticamente un morto su 5 di tutte le morti sui luoghi di lavoro sono state
provocate dal trattore (è così tutti gli anni). L’edilizia 22,5%. Oltre il 50%
di tutte le morti per infortuni sono in queste due categorie. Gli stranieri
sono stati il 10,3% sul totale. I romeni sono come tutti gli anni la comunità
con più vittime.
A seguire i morti per infortuni sui luoghi
di lavoro per regione e provincia per ordine decrescente delle morti. Per ogni
regione [ma non per ogni provincia] tra parentesi tutte le vittime comprese
quelle in itinere e sulle strade.
Consigliamo a tutti quelli che si occupano
di queste tragedie di separare chi muore per infortuni sui luoghi di lavoro, da
chi muore sulle strade e in itinere con un mezzo di trasporto.
I secondi sono morti per infortunio sul
lavoro che richiedono interventi completamente diversi.
LOMBARDIA 68 (140): Milano (9), Bergamo
(10), Brescia (22), Como (3), Cremona (3), Lecco (1), Lodi (1), Mantova (1),
Monza (2), Brianza, Pavia (5), Sondrio (6), Varese (5).
TOSCANA 54 (110): Firenze (6), Arezzo (5),
Grosseto (9), Livorno (4), Lucca (3), Massa Carrara (8), Pisa? (7), Pistoia
(5), Siena (2), Prato (5).
CAMPANIA 41 (84): Napoli (12), Avellino
(3), Benevento (6), Caserta (4), Salerno (16).
VENETO 40 (83): Venezia (4), Belluno (2),
Padova? (5), Rovigo (4), Treviso (4), Verona (6), Vicenza (15).
SICILIA 38 (80): Palermo (12), Agrigento
(4), Caltanissetta (4), Catania (3), Messina (3), Ragusa (3), Siracusa (4),
Trapani? (5).
LAZIO 32 (67): Roma (13), Frosinone (6),
Latina (2), Rieti (2), Viterbo (9).
PIEMONTE 32 (64): Torino (14), Alessandria
(5), Asti (2), Biella (2), Cuneo (7), Novara (1), Verbano Cusio Ossola (1).
EMILIA ROMAGNA 27 (59): Bologna (6), Forlì
Cesena (2), Ferrara (2), Modena (5), Parma (1), Piacenza (3), Ravenna (4),
Reggio Emilia (3), Rimini (2).
PUGLIA 26 (54): Bari (16), Barletta Andria
Trani (2), Brindisi (2), Foggia (1), Lecce (3), Taranto (2).
TRENTINO-ALTO ADIGE 17 (35): Trento (9),
Bolzano (8).
ABRUZZO 15 (32): L’Aquila (4), Chieti (6),
Teramo(5).
MARCHE 14 (30): Ancona (4), Macerata (1),
Fermo (3), Pesaro Urbino (3), Ascoli Piceno (3).
LIGURIA 12 (25): Genova (3), Imperia (2),
La Spezia (4), Savona (3).
UMBRIA 12 (25): Perugia (9), Terni (3).
MOLISE 11 (23): Campobasso (10), Isernia
(1).
CALABRIA 10 (22): Catanzaro (4), Cosenza
(4), Reggio Calabria (1), Vibo Valentia (1).
SARDEGNA 9 (20): Cagliari (4), Carbonia
Iglesias (1), Medio Campisano (2), Oristano (2).
FRIULI-VENEZIA GIULIA 7 (15): Pordenone
(5), Udine (2).
BASILICATA 6 (14): Potenza (4), Matera (2).
VALLE D’AOSTA 1 (3).
I lavoratori morti sulle autostrade, all’estero
e in mare non sono segnalati a carico delle province.
L’INAIL ha registrato nel 2014
complessivamente 662 morti sul lavoro, di questi il 52% sono morti in itinere e
sulle strade, ma le denunce per infortuni mortali sono state 1.107.
Noi abbiamo registrato nel 2014 ben 661
morti sui luoghi di lavoro (tutti documentati) se si aggiungono i morti sulle
strade e in itinere si sono superati l’anno scorso i 1.300 morti. I morti per
infortuni sui luoghi di lavoro da noi registrati non sono mai stati così tanti
da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio.
In questi otto anni di monitoraggio delle
vittime i morti per infortunio si sono solo trasferiti dall’INAIL ad altre
categorie, sono aumentati i morti in nero, in grigio, ma soprattutto nelle
Partite IVA individuali.
Ma perché questa enorme differenza? L’INAIL
occorre ricordarlo ancora una volta, registra le morti solo dei propri
assicurati e in tantissimi non lo sono. Sta a noi che svolgiamo un lavoro
volontario, senza interesse di nessun tipo far conoscere anche questo aspetto
ai cittadini italiani.
Carlo Soricelli
Curatore dell’Osservatorio Indipendente di
Bologna morti sul lavoro
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From: Silvia Cortesi sylvyacort@gmail.com
To:
Sent: Thursday, October 01, 2015 10:36 PM
Subject: NON ACCETTEREMO MAI CHE LA CGIL
DIVENTI UN PADIGLIONE DI EXPO
Da: Il Sindacato è un’altra cosa
di Sergio Bellavita
Susanna Camusso ha deciso di tenere una
delle due giornate del massimo organismo dirigente CGIL dentro EXPO.
Il senso di questa scelta è chiaro,
affermare una precisa posizione di campo rispetto al tema delle grandi opere,
del rapporto con il territorio e l’ambiente, ma si potrebbe dire rispetto, più
in generale, alle politiche economiche e sociali.
Camusso porta il direttivo CGIL dentro un
luogo ormai simbolo, laboratorio, delle nuove frontiere dello sfruttamento del
lavoro. Migliaia di giovani hanno lavorato gratis, grazie all’indecente accordo
sindacale che ha reso possibile, per la prima volta nella storia della
Repubblica, il lavoro gratuito. Lo ha fatto utilizzando il famigerato articolo
8 di Sacconi che consente di derogare alle leggi dello stato, in peius
ovviamente.
A breve calerà il buio totale sul futuro di
quei migliaia di giovani a cui le multinazionali hanno dato una mancetta. Così
come l’enorme area perderà ogni interesse per gli avvoltoi del cemento e della
costruzione.
Nulla di nuovo, è il paese piccolo piccolo
di sempre. Il parterre di EXPO ha già ospitato il Partito Democratico e gli
industriali di Confindustria riuniti nella loro assemblea annuale. Entrambi
autori e complici del saccheggio perpetrato ai danni della collettività,
entrambi smaniosi di ricavare il massimo profitto dall’ipocrita esposizione
internazionale governata dalle multinazionali.
Forse Susanna Camusso si sente in buona
compagnia, noi no. La distanza che intercorre tra i vertici della CGIL e i
movimenti di popolo che difendono il territorio, l’ambiente e la salute
combattendo contro la voracità e la violenza di corposi interessi, con questa
scelta diventa abissale. E per questo la combatteremo. Non accetteremo mai che
la CGIL diventi un padiglione di EXPO.
* * * * *
NO EXPO!
NO AL LAVORO PRECARIO!
NO AL LAVORO GRATUITO!
EXPO 2015: L’ITALIA FONDATA SULLO
SFRUTTAMENTO!
Sono circa 16.000 i cosiddetti “volontari”
che hanno reso pos¬sibile EXPO 2015. Quando chiuderanno i battenti resteranno
con poche prospettive e speranze di un inserimento stabile (e chissà? magari
retribuito) nel mondo del lavoro.
Sì, perché per la prima volta nella storia
della Repubblica, grazie a un vergognoso accordo sindacale CGIL, CISL, UIL,
Confindustria che lo ha reso legale, è stato possibile la¬vorare gratis, senza
contratto di lavoro e senza retribuzione!
Che fine faranno ora tutti quei giovani “volontari”?
Verranno rottamati insieme a tutte le costosissime strutture costruite solo per
EXPO?
La verità è che quando scenderà il silenzio
su EXPO si river¬seranno sulla popolazione tutti gli assurdi costi economici e
sociali di quest’ennesima grande opera. La fiera dell’ipocrisia di un mondo eco
sostenibile governato dalle multinazionali ha avuto il volto dello sfruttamento
del lavoro umano, dell’am¬biente e del territorio. Un’opera di devastazione e
saccheggio che pagheremo salata per molti anni.
Per questo non possiamo che essere No EXPO
ed è inaccet¬tabile che la CGIL abbia deciso di tenere il suo Direttivo
nazionale del 5 ottobre proprio dentro EXPO, tempio del peggiore modello di
sviluppo italiano, fondato sullo sfrut¬tamento del lavoro, sulla
cementificazione, sullo spreco di da¬naro pubblico e sulla corruzione.
OPPOSIZIONE CGIL
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From: Silvia Cortesi sylvyacort@gmail.com
To:
Sent: Friday, October 02, 2015 11:17 AM
Subject: AMIANTO, 55 AVVISI DI GARANZIA PER
GLI ELICOTTERI DELLA DIFESA ITALIANA
Da: Controlacrisi
Sono 55 gli avvisi di garanzia emessi dalla
procura di Torino in un’inchiesta sulla presenza di amianto negli elicotteri
delle forze armate. L’ipotesi di reato è quella di disastro colposo. I
destinatari sono dirigenti ed ex dirigenti della Agusta Westland e della
Piaggio Aerospace, azienda che non appartiene più al gruppo produttrice di
motocicli. Di questa, ci sono anche alti dirigenti originari del Kuwait e degli
Emirati Arabi Uniti.
A partire dalla prossima settimana dovranno
tutti dare una serie di spiegazioni. Non tanto sul perché gli elicotteri in
dotazione all’Esercito, alla Marina, all’Aeronautica, ai Carabinieri, alla
Polizia e alla Guardia forestale fossero assemblati con delle parti (le
guarnizioni, le pastiglie dei freni, i rotori, le ruote, le condotte)
contenenti il minerale cancerogeno. Se i velivoli sono stati costruiti prima
del 1992 quando entrò in vigore la legge anti-amianto, i dirigenti sono
scagionati. Ma se non sono state fornite tutte le informazioni, se il fenomeno
è stato volutamente lasciato sottotraccia, può sorgere un problema.
Nel 1996, in base alle carte raccolte dal
Pubblico Ministero Raffaele Guariniello e dalla sua squadra di Polizia
Giudiziaria, Agusta inoltrò alle autorità italiane una segnalazione che adesso,
secondo quanto è emerso, è giudicata lacunosa. Eppure già nel 1994, due anni
prima, la Marina Militare aveva sollevato la questione dell’amianto sugli
elicotteri.
Fra gli indagati, comunque, ci sono anche
funzionari ed ex funzionari ministeriali: alle compagnie furono impartite delle
prescrizioni, ma non è chiaro se, in seguito, siano stati svolti i controlli
per verificarne il rispetto.
La Difesa ha ottenuto l’elenco completo del
materiale pericoloso presente negli elicotteri nel settembre del 2013. Ed è
stata avviata una bonifica. I laboratori dell’Aeronautica, però, avrebbero
scoperto che su alcuni velivoli le parti in amianto sono state sostituite con
altre parti in amianto. E così, sotto il profilo della salute e della sicurezza
sul lavoro, gli inquirenti si stanno concentrando su chi ha dovuto installare
le nuove guarnizioni. Il numero delle persone che potrebbero essere entrate in
contatto con l’amianto nel corso degli anni, infatti, è semplicemente
incalcolabile.
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From: Gino Carpentiero ginocarpentiero@teletu.it
To:
Sent: Friday, October 02, 2015 3:51 PM
Subject: FIRENZE 19, 20, 21 NOVEMBRE: VIII
CONGRESSO NAZIONALE DI MEDICINA DEMOCRATICA
Cari amici ,
come avevo già anticipato nei mesi scorsi l’VIII
Congresso Nazionale di Medicina Democratica si terrà a Firenze dal 19 al 21
novembre ed è organizzato insieme al Dipartimento di Statistica dell’Università
di Firenze (professor Annibale Biggeri).
E’ un programma ambizioso che vuole unire
gli aspetti scientifici (continuando però a sottolineare la presa di distanza
da una presunta neutralità della Scienza) con le Lotte concrete per la Salute
dei lavoratori e dei cittadini (compresi i migranti).
Ci saranno interventi in plenaria e lavori
di gruppo (6 gruppi: Lavoro, Ambiente, Agricoltura e Alimentazione, Donne e
Salute, Difesa e riqualificazione della Sanità pubblica, Salute Mentale e chiusura
OPG).
Sono invitati Associazioni, Comitati,
gruppi, singoli, politici.
Ci sarà la proiezione di un film di una
giovane regista Maura Crudeli “I Vaiont” su alcune delle peggiore stragi degli
ultimi 50 anni in Italia (dal Vajont a Viareggio).
Ci sarà anche una tavola rotonda su
Pesticidi zero, per un’alimentazione sana e senza chimica.
Medicina Democratica vuole tessere una rete
che ricrei un Movimento di Lotta per la Salute unitario: dalle fabbriche, alle
città inquinate, all’agricoltura inquinata. Contro ogni scarto (rifiuti zero),
ma non dimentichiamo gli ultimi, come ci ricorda l’enciclica Laudato Sì di Papa
Francesco e contro ogni discriminazione!
Saluti a tutti
Gino Carpentiero
VIII° CONGRESSO NAZIONALE DI MEDICINA
DEMOCRATICA
Organizzato con il Dipartimento di
Statistica dell’Università di Firenze
FIRENZE 19 – 21 NOVEMBRE 2015
Sala Convegni Villa Ruspoli Piazza
Indipendenza 9 – Firenze
PARTECIPAZIONE PREVENZIONE SALUTE
Fattori di rischio per la Salute dei
Lavoratori e dei Cittadini: dalla ricerca, alla comunicazione, all’eliminazione:
rischio statistico e rischio zero.
GIOVEDI’ 19 NOVEMBRE
REGISTRAZIONI 10:00
SESSIONE MATTINA
Coordinano Piergiorgio Duca e Gino
Carpentiero
INTRODUZIONE 11:00
Dipartimento di Statistica Università di
Firenze: Lucia Buzzigoli
Medicina Democratica: Piergiorgio Duca
RELAZIONI 11:30 - 13:00
Epidemiologia, informazione e salute della
popolazione: Annibale Biggeri
La transizione epidemiologica del XX
secolo, dalla genetica all’epigenetica: Ernesto Burgio
SESSIONE POMERIGGIO
Coordinano Piergiorgio Duca e Gino
Carpentiero
RELAZIONI 14:30 - 17:00
Sistema Sanitario, sostenibilità e salute:
Gavino Maciocco
Movimenti e lotte per la difesa del
Servizio Sanitario e la promozione della salute: Paola Sabatini e Giuseppe
Lippi
Valutazione Impatto Sanitario e
partecipazione: Giancarlo Sturloni (Borsa di Studio Michelangiolo Bolognini)
Assicurazioni rischio medico e iniquità:
Marco Marchi
TAVOLA ROTONDA 17:00 - 18:30
Il Progetto Casa Gabriella
Coordinano Beppe Banchi, Laura Valsecchi
EVENTO PUBBLICO 21:00 - 23:30
Cinema Alfieri
Proiezione dei film “I Vaiont” di Maura
Crudeli (durata 80 minuti)
Dibattito pubblico con: Luigi Mara,
Alessandro Santoro, Mariella Cao, Mirco Maiorino, Daniela Rombi, Riccardo
Antonini
Coordinano: Maria Luisa Clementi e Fulvio
Aurora
VENERDI’ 20 NOVEMBRE
SESSIONE MATTINA
CONTRIBUTI SEZIONI TERRITORIALI DI MEDICINA
DEMOCRATICA 9:00 – 11:30
Coordinano Marco Caldiroli e Maurizio
Marchi
Le Sezioni territoriali di Medicina
Democratica presenteranno contributi in forma di interventi o poster: Toscana
(Firenze, Livorno, Viareggio); Lombardia (Milano, Brescia, Castellanza);
Piemonte (Alessandria, Torino); Liguria (Savona, Genova, La Spezia); Emilia
(Bologna, Ferrara, Reggio Emilia); Veneto (Vicenza, Padova, Venezia); Abruzzo
(Vasto); Campania (Napoli); Basilicata (Matera); Puglia (Brindisi).
CONTRIBUTI DI ASSOCIAZIONI, COMITATI,
GRUPPI 11:30 - 13,00
Coordinano: Marco Caldiroli, Maurizio
Marchi e Gino Carpentiero
Le Associazioni che partecipano al
Congresso di Medicina Democratica presenteranno contributi in forma di
interventi o poster
SESSIONE POMERIGGIO
CONTRIBUTI DI ASSOCIAZIONI, COMITATI,
GRUPPI 14:00 – 15:30
Coordinano: Marco Caldiroli, Maurizio
Marchi e Gino Carpentiero
Le Associazioni che partecipano al
Congresso di Medicina Democratica presenteranno contributi in forma di
interventi o poster
GRUPPI DI LAVORO 15:30 – 18:30
I gruppi di lavoro verteranno sui seguenti
temi:
-
partecipazione,
prevenzione e salute: i diritti sotto attacco e la loro difesa
-
agricoltura,
alimentazione, salute, sovranità alimentare e multinazionali
-
ambiente,
inquinamento urbano e salute: il ruolo della partecipazione nella ricerca per l’identificazione
e nella lotta per la rimozione dei fattori di rischio
-
donna,
salute e lavoro: doppio lavoro, assenza di lavoro, negazione di servizi e
diritti
-
lavoro,
nocività e prevenzione: mobbing, tumori, infortuni, strategie di lotta e
iniziative di legge e giudiziarie
-
la
salute mentale e la chiusura degli OPG: interventi e proposte
EVENTO PUBBLICO 20:30 – 23:30
Tavola Rotonda
Rischi per la salute nell’alimentazione e
rischio zero
Coordinano: Gianluca Garetti e Katia
Lumachi
Ne discutono: Patrizia Gentilini, Vittorio
Agnoletto, Alberto Bencistà, Antonio Lupo, Gianluigi Salvador e Alberto Alfieri
SABATO 21 NOVEMBRE
SESSIONE MATTINA
PRESENTAZIONE E DISCUSSIONE DEI RISULTATI
DEI LAVORI DI GRUPPO 9:00 – 12:00
RELAZIONE CONCLUSIVA 12:00 - 13:00
Il contributo dell’Università e delle
Istituzioni in termini di ricerca, formazione, comunicazione e consulenza
SESSIONE POMERIGGIO
ASSEMBLEA GENERALE DI MEDICINA DEMOCRATICA
14:00 – 16:00
Consuntivo del triennio: Piergiorgio Duca
Rinnovo del direttivo e della presidenza
Bozza di programma per il prossimo triennio
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From: Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
To:
Sent: Monday, October 05, 2015 9:46 AM
Subject: IN OTTOBRE STANNO MORENDO
SCHIACCIATI DAL TRATTORE OLTRE DUE AGRICOLTORI AL GIORNO E NESSUNO DICE NIENTE
In ottobre stanno morendo più di due
agricoltori al giorno a causa dello schiacciamento provocate dai trattori, due
di questi su strada.
La mattanza di agricoltori schiacciati dal
trattore ha in ottobre un’impennata incredibile nell’indifferenza della
politica. Sono 9 gli agricoltori morti a causa del trattore in questi primi 4
giorni di ottobre. Una strage dal nord al sud d’Italia. isole comprese.
Le tragedie nelle varie province di Roma,
dell’Ogliastra in Sardegna, in quella di Benevento, di Brescia, di Trento,
ancora di Benevento, questa volta sulla strada, di Foggia, di Arezzo e ancora a
Roma sbalzato dal trattore e morto in seguito a un incidente stradale.
Sono complessivamente 111 dall’inizio dell’anno
i morti in questo modo atroce e 81 dal 1° maggio Festa dei Lavoratori e inaugurazione
dell’EXPO. alla politica.
Adesso neppure un twitter contro queste
tragedie sul lavoro. Ma il Ministro delle Politiche Agricole dov’è?
E’ bello andare all’EXPO a farsi vedere, ma
la vita di chi lavora nei campi non conta niente?
Sono pochi i giornalisti che hanno il
coraggio d’affrontare a viso aperto queste tragedie e denunciare l’indifferenza
di chi ci governa. ma di Santo della Volpe ce ne sono pochi.
Come del resto di politici che hanno l’etica
che aveva Sandro Pertini.
Carlo Soricelli
Curatore dell’Osservatorio Indipendente di
Bologna morti sul lavoro
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From: Voci della Memoria info@vocidellamemoria.org
To:
Sent: Monday, October 05, 2015 5:19 PM
Subject: NON PRENDETE IMPEGNI PER VENERDI’
16 OTTOBRE SERA!
Car* Tutt*,
tre anni fa abbondanti abbiamo sposato la
causa degli abitanti delle valli che stanno fra Alessandria e Genova perché SI
SAPEVA che c’era l’amianto là dove stava per iniziare la costruzione di un’opera
inutile, dannosa e assurda.
In questi tre anni come Voci della Memoria,
come casalesi che hanno imparato dagli errori del passato e che non si voltano
dall’altra parte, abbiamo marciato per le strade di Arquata Scrivia, Genova,
Novi Ligure, Voltaggio, Scrivia e Alessandria, abbiamo parlato in assemblee
pubbliche negli stessi posti che ci hanno visto per le strade e a Isoverde,
Pozzolo Formigaro, Serravalle Scrivia e Tortona.
Ora che la presenza dell’amianto è
ufficiale, che sono partite le denunce a carico di addetti ai lavori per
carenze nella tutela della salute, che i rifiuti di scavo contenendo amianto
sono classificati come “speciali” e probabilmente dovranno essere portati sino
in Germania per lo smaltimento, che finalmente il tema salute (per i lavoratori
e non) è diventato centrale, che dopo un primo protocollo fantasma a lungo
invocato dagli attivisti e millantato dalle autorità locali dei comuni
interessati è oramai diventato sui giornali un curioso “protocollo 3.0”, le
chiacchiere stanno a zero e chi c’è stato aveva ragione mentre chi ha ignorato
o, peggio ancora, negato, dovrà fare i conti con la Storia.
Fra le persone che hanno sempre raccontato
come stavano le cose c’è il giornalista Mauro Ravarino, scrive per il Manifesto
e ha lavorato a Il Secolo XIX e collaborato a Diario, Repubblica Tv, l’Unità e
Linkiesta occupandosi di lavoro, movimenti, politica, ambiente e cultura. Ha
seguito le questioni Eternit Casale Monferrato e processo di Torino dall’inizio
sino alla sentenza di Cassazione in Roma di un anno fa, TAV e FIAT, al racconto
di parole spesso accompagna quello per immagini come videoreporter.
Mauro Ravarino venerdì 16 ottobre alle ore
21.00 presso la libreria il Labirinto di Casale Monferrato, insieme a Egio
(professore di lettere, attivista del comitato di Arquata Scrivia sin dall’inizio
della vicenda amianto-Terzo Valico), presenterà il suo bel libro “Terzo Valico.
L’altra TAV”, edito da Round Robin Editore.
Vi aspettiamo una volta di più numerosi
perchè un domani nessuno potrà dire: “Io non sapevo”, vi aspettiamo tutti
perché la Storia è sempre meglio viverla che farsela raccontare.
Associazione Voci della Memoria
Su Twitter: https://twitter.com/Voci_Memoria
---------------------
From: Franco Mugliari fmuglia@tin.it
To:
Sent: Monday, October 05, 2015 11:41 PM
Subject: LA DISNEYLAND DEL PERICOLO
Su “La Lettura”, inserto domenicale del
Corriere della Sera di domenica 27 settembre, è apparso un interessante
articolo di Federica Colonna dal titolo “Il Luna park per imparare a gestire i
pericoli. Una sfida all’ossessione della sicurezza”.
L’articolo prende le mosse dal progetto di
realizzazione, nella Corea del Sud, del Risk Theme Park, un parco tematico per
esaltare il “potere educativo delle minacce”. L’idea di Hong Soon-min parte
dalla convinzione che “un costante deficit di rischio affligge gli adulti
contemporanei. Ossessionati dalla sicurezza abbiamo perso il piacere del
pericolo e, a differenza dei bambini che lo sperimentano nel gioco, non siamo
più capaci di metterci alla prova”.
Già Paul Watzlawick, nel suo libro “Di Bene
in peggio: Istruzioni per un successo catastrofico” sul rapporto tra l’essere umano,
il pericolo e la sicurezza, scriveva: “Se in precedenza si era abbandonato alla
vita con una sorta di fiducia originaria e di infantile innocenza, da quel
momento in poi divenne una maniaco della sicurezza. Talvolta, tuttavia, egli
stesso si chiedeva come mai si fosse sentito per tanto tempo sicuro e
soddisfatto quando ancora non aveva riflettuto sulla sicurezza, mentre ora, pur
adottando in aggiunta alle sue ricerche, misure concrete per fronteggiare i
pericoli che con crescente frequenza identificava, si sentiva sempre più
insicuro”.
Ma torniamo al Risk Park Theme in cui il
visitatore avrà modo di sperimentare incidenti simulati e imparare a reagire. “Nessuna
lezione teorica sulla sicurezza, solo pratica del rischio, e al posto delle
tecniche di difesa, simulazioni pratiche della minaccia”.
Secondo l’autrice dell’articolo, la ragione
per la quale dovremmo essere interessati a visitare il RPT, sarebbe la stessa
per la quale amiamo i film horror, twittiamo le immagini degli uragani, ci
fermiamo a guardare un incidente per strada.
Eric Wilson spiega come la curiosità verso
i disastri abbia una funzione evolutiva: “essere ben informati riguardo al
pericolo, anche potenziale, ci aiuta a sopravvivere...non ci sentiamo mai così
vivi come quando prendiamo parte a una calamità senza subirne, in concreto, le
conseguenze”.
E ancora i ricercatori della Università
della Pennsylvania, nel 2013 nel loro “Felice di essere triste” hanno scritto
che “alle persone piace fare quello che la logica vieterebbe...”. Le esperienze
negative, infatti, vengono trasformate in positive quando sappiamo di disporre
di una rete di sicurezza. Gran parte del piacere risiederebbe poi nella sfida
che il corpo, mettendosi in una condizione pericolosa, ingaggia con la mente. E
vince.
La visionaria “Disneyland del pericolo”
potrebbe essere completata nel 2021.
Nel frattempo potremmo invitare tutti a
visitare l’Italia e a fare un giro in alcune zone del “Bel Paese” in cui le
minacce sono all’ordine del giorno e spesso si sono trasformate, e si trasformano,
“realmente” in tragedia.
Tappe consigliate del “Tour del pericolo”:
(suddivise per aree tematiche):
-
rischi
ambientali: ILVA di Taranto, Porto Marghera, severo, Terra dei Fuochi;
-
incendi
ed esplosioni: Aeroporto Fiumicino, Teatri La Fenice e Petruzzelli,
ThyssenKrupp, fabbriche fuochi d’artificio;
-
terremoti:
L’Aquila (soprattutto per vedere come si è intervenuti);
-
crolli
e franamenti: i viadotti in Sicilia, le strade di Napoli, Pompei, le Mura
Aureliane o di Volterra;
-
alluvioni:
Genova, Rossano e Corigliano Calabro, Nuoro;
-
rischio
in montagna e in mare: le Alpi e il mar Mediterraneo;
-
rischi
stradali: La Strada Statale Romea e la Napoli-Caserta (giorno consigliato: il
sabato notte);
-
rischio
infortuni sul lavoro: le campagne italiane (per quanto riguarda i trattori); i
cantieri edili (per le cadute dall’alto);
-
rischio
malattie professionali: vedi rischi ambientali.
Capitolo a parte la “Sicurezza a scuola”
che con il 60% delle scuole italiane fuori norma (Censis), oltre al Liceo
Darwin di Torino e alla scuola di San Giuliano, abbiamo a disposizione
moltissime sedi privilegiate per provare ad applicare le teorie che i
ricercatori americani ci insegnano. Infatti le nostre scuole, più che fabbriche
di cervelli, potremmo definirle dei veri e propri “centri di addestramento alla
minaccia”.
Siamo infine certi che se si organizzassero
“Le olimpiadi del rischio”, l’Italia potrebbe candidare quale sede ospitante
con buone probabilità di aggiudicazione.
Franco Mugliari alias Muglia La Furia
mail: fmuglia@tin.it
---------------------
From: Rete Nazionale Sicurezza sui luoghi
di lavoro e territori bastamortesullavoro@gmail.com
To:
Sent: Wednesday, October 07, 2015 6:33 AM
Subject: 20 OTTOBRE: ADESIONE APPELLO PER L’INIZIO
DEL PROCESSO ILVA
Il Coordinamento Lavoratori della scuola “3
ottobre” di Milano aderisce all’appello per un presidio/manifestazione all’avvio
il 20 ottobre del processo ILVA di Taranto e invita tutte le realtà organizzate
e singoli studenti, lavoratori e cittadini a partecipare e a solidarizzare con
l’iniziativa.
Da sempre questo Coordinamento porta avanti
lotte che non si limitano a rivendicazioni corporative. E’ quindi chiaro e
necessario sostenere e costruire mobilitazioni trasversali contro gli attacchi
generalizzati a tutto il mondo del lavoro, alla salute dei cittadini e all’ambiente
minacciato da logiche di profitto.
Coordinamento “3 ottobre” Milano
APPELLO PER UN PRESIDIO/MANIFESTAZIONE ALL’AVVIO
IL 20 OTTOBRE DEL PROCESSO ILVA DI TARANTO.
Il 20 ottobre comincia dopo una lunghissima
e combattuta udienza preliminare il vero e proprio processo alla famiglia di
padron Riva e a tutti i suoi complici che hanno reso tristemente famosa l’ILVA
come “fabbrica della morte” e Taranto come “capitale del popolo inquinato”.
Il processo ILVA mostra esemplarmente il
sistema del capitale ed è il “padre” di tutti i processi di questo tipo. Gli
imputati sono tutte le espressioni del sistema economico, politico,
istituzionale, dai grandi capitalisti ai loro agenti, dai rappresentanti delle
Istituzioni, parlamentari, regionali e locali, a esponenti della DIGOS e delle
Forze dell’Ordine, dai dirigenti degli Enti che dovevano controllare, fino a
preti vicino ai vertici della Chiesa.
Mancano, ed è una grave lacuna del
processo, i vertici e i rappresentanti in fabbrica dei sindacati confederali. E
il quadro del sistema borghese sarebbe completo.
L’ILVA è al centro oggi della
contraddizione epocale tra gli interessi del capitale e gli interessi degli
operai e delle masse popolari, tra la logica del profitto e la salute e la vita
degli operai e delle masse popolari.
Ma il processo ILVA è oggi soprattutto
espressione dell’azione dei governi, e oggi in particolare del governo Renzi,
che in nome di salvare gli interessi dei padroni e gli interessi dell’economia
nazionale dei padroni legati alla produzione dell’ILVA non hanno esitato e non esitano
ad agire contro il processo con Decreti e azioni ad hoc che ne vogliono
impedire lo svolgimento, mettere al riparo gli imputati e negare giustizia e
risarcimento a operai e masse popolari.
L’ILVA mostra in maniera esemplare come lo
Stato sia sempre e solo al servizio del capitale.
La gestione attuale di Stato e di governo
dell’ILVA mostra che l’intervento dello Stato borghese serve solo per
socializzare le perdite e in futuro, nuovamente, privatizzare i profitti.
Per questo il processo ILVA è una grande
scadenza nazionale.
E’ a questa scadenza nazionale che
chiamiamo come operai dell’Ilva, lavoratori del cimitero luogo di massima
concentrazione di inquinamento ai Tamburi, proletari e famiglie dei quartieri
Tamburi e Paolo VI, costituitisi parte civile autorganizzati al processo con l’appoggio
dello Slai Cobas per il sindacato di classe e la Rete nazionale per la
sicurezza e la salute sui posti di lavoro e territori, a un
presidio/manifestazione nazionale al Tribunale, alla fabbrica e al quartiere Tamburi
per il 20 ottobre.
Chiamiamo tutte le realtà collettive e
individuali, impegnate nella lotta anticapitalista e contro le devastazioni
ambientali e territoriali, a mandare l’adesione, a propagandare la scadenza in
tutte le forme e in tutti i luoghi di lavoro, territori, scuole, università,
ecc. e a partecipare con delegazione all’iniziativa.
Per informazioni
cellulare: 347
11 02 638
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