giovedì 8 ottobre 2015

8 ottobre - SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS! “LETTERE DAL FRONTE” DEL 08/10/15



INDICE

MANIFESTAZIONE A FRATTE (SALERNO) PER LE FONDERIE PISANO

Controsservatorio Valsusa info@controsservatoriovalsusa.org
NOTIZIE DAL CONTROSSERVATORIO VALSUSA 29 SETTEMBRE 2015

Alessandra Cecchi alexik65@gmail.com
CONDANNATA MONSANTO: AGRICOLTORE AVVELENATO DAI PESTICIDI

Franco Mugliari fmuglia@tin.it
VOGLIAMO FARE CHIAREZZA SUL REALE NUMERO DI MORTI PER INFORTUNIO SUL LAVORO?

Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
REPORT MORTI SUL LAVORO DAL 1° GENNAIO AL 30 SETTEMBRE 2015

Silvia Cortesi sylvyacort@gmail.com
NON ACCETTEREMO MAI CHE LA CGIL DIVENTI UN PADIGLIONE DI EXPO

Silvia Cortesi sylvyacort@gmail.com
AMIANTO, 55 AVVISI DI GARANZIA PER GLI ELICOTTERI DELLA DIFESA ITALIANA

Gino Carpentiero ginocarpentiero@teletu.it
FIRENZE 19, 20, 21 NOVEMBRE: VIII CONGRESSO NAZIONALE DI MEDICINA DEMOCRATICA

Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
IN OTTOBRE STANNO MORENDO SCHIACCIATI DAL TRATTORE OLTRE DUE AGRICOLTORI AL GIORNO E NESSUNO DICE NIENTE

Voci della Memoria info@vocidellamemoria.org
NON PRENDETE IMPEGNI PER VENERDI’ 16 OTTOBRE SERA!

Franco Mugliari fmuglia@tin.it
LA DISNEYLAND DEL PERICOLO

Rete Nazionale Sicurezza sui luoghi di lavoro e territori bastamortesullavoro@gmail.com
20 OTTOBRE: ADESIONE APPELLO PER L’INIZIO DEL PROCESSO ILVA

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From: Paolo Fierro tabibfierro@hotmail.com
To:
Sent: Sunday, September 27, 2015 12:51 AM
Subject: MANIFESTAZIONE A FRATTE (SALERNO) PER LE FONDERIE PISANO

Continua la mobilitazione degli abitanti dei quartieri periferici di Salerno contro la permanenza in pieno centro abitato di un impianto siderurgico tra i più antichi d’Italia (fondato in epoca borbonica) e tra i più inquinanti del territorio campano.
Ieri sera, 26/09/15, il Comitato salute e Vita ha organizzato una fiaccolata per ricordare le 58 vittime, alcune giovanissime, dei tumori prodotti dall’inquinamento.
La chiesa locale si è schierata a fianco della popolazione, cosa che non ha fatto né il sindacato né la politica in genere per non parlare delle istituzioni che sono da sempre latitanti per il timore reverenziale se non la complicità con un cittadino “eccellente”.
L’industriale ha prodotto materiali in ghisa in grossi appalti nazionali (i tombini Pisano si ritrovano in gran parte della Campania e in molte alte sedi nazionali) e ha in qualche modo in questi anni garantito occupazione con la sua industria. I ricatto del lavoro che azzera la paura delle malattie purtroppo domina anche le maestranze che non si sono mai pronunciate ufficialmente se non attraverso i familiari dei lavoratori deceduti.
Il parroco della frazione d Matierno ha ricordato tutti i nomi noti delle vittime prima di dare inizio al corteo.
Nonostante il vento e la partita del Napoli, il corteo è partito illuminato solo dalle fiaccole e con l’evidente boicottaggio del Comune che non ha garantito la presenza dei vigili urbani. C’è stato qualche momento di tensione con gli automobilisti abituati a correre nei vialoni che portano alla fabbrica. Dopo un concitato battibecco telefonico tra un responsabile del Comitato ed il comando dei vigili è arrivata una vettura che ha scortato nell’ultimo tratto il corteo.
Paradossalmente proprio durante il presidio sotto la Fonderia un vigile è stato urtato da una vettura che andava a velocità sostenuta, nonostante le luci lampeggianti dell’auto del comune e le fiaccole dei manifestanti in una strada (via dei Greci) priva di illuminazione sufficiente.
Sotto la fabbrica che appariva deserta con luci e impianti spenti, si sono dati degli appuntamenti in particolare al palazzo del Comune per ottenere un consiglio tematico solo sul problema Pisano e qualche intervento trai quali quello di Medicina Democratica di Napoli nel quale si è garantito tutto l’appoggio e la condivisione degli obiettivi del Comitato.

Napoli 27/09/15
Paolo Fierro
Medicina Democratica

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From: Controsservatorio Valsusa info@controsservatoriovalsusa.org
To:
Sent: Tuesday, September 29, 2015 2:21 PM
Subject: NOTIZIE DAL CONTROSSERVATORIO VALSUSA 29 SETTEMBRE 2015

DIRITTI FONDAMENTALI, PARTECIPAZIONE DELLE COMUNITA’ LOCALI E GRANDI OPERE
Da giovedì 5 a domenica 8 novembre 2015 si terrà la sessione conclusiva del Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) dedicata a “Diritti fondamentali, partecipazione delle comunità locali e grandi opere”.
La Val di Susa sarà l’osservato speciale, ma sarà in compagnia di altre realtà italiane ed europee. I soggetti sotto accusa sono gli Enti promotori delle opere e le apposite società di attuazione, il Governo italiano, in particolare nelle persone di alcuni funzionari preposti alla realizzazione, la Commissione Petizioni del Parlamento europeo ed il coordinatore UE del Corridoio Mediterraneo nell’ambito delle infrastrutture Ten-T (Trans European Network – Transport).
La sessione di apertura si era tenuta a Torino lo scorso 14 marzo (sul nostro sito trovate tutte le registrazioni audio/video), aveva visto una qualificata presenza tra i giudici e un’ampia partecipazione di cittadini e di esponenti del movimento No TAV.
Quella che si aprirà a novembre si concluderà con una “sentenza” a cui guardiamo con speranza e ottimismo: come sapete il TPP è un tribunale di opinione e le sue conclusioni non hanno rilevanza sul piano legale, ma non può sfuggire il significato di un pronunciamento da parte di organismo di grande rilievo internazionale.
Faranno parte della giuria giudici provenienti da Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Equador, Chile, Colombia.
Saranno quattro giorni intensi: il primo giorno sarà dedicato alle testimonianze dalla Valsusa, il secondo a quelle di altre realtà che presentano analoghe specificità, dall’Italia e non solo. I lavori proseguiranno anche il sabato (ovviamente sempre in sedute pubbliche!) e la domenica pomeriggio ci sarà la lettura della sentenza nell’auditorium di Almese (un comune della Valsusa).
Il programma dei lavori è al link:
Per ripercorrere intanto le diverse tappe che ci hanno portato a coinvolgere il TPP e per approfondire vi rimandiamo al nostro sito.
Ci aspettiamo che i lavori di questa sessione vengano seguiti con grande interesse: sia da chi potrà partecipare direttamente (l’invito è rivolto a tutti), sia da chi leggerà sul nostro sito le conclusioni e avrà a disposizione le registrazioni audio/video.
Se condividete i nostri obiettivi vi invitiamo a dare il massimo risalto a questo evento: per creare una adeguata aspettativa prima, per favorire una buona partecipazione durante e per dare infine alle conclusioni la maggior visibilità possibile. Noi confidiamo nel riconoscimento che in Val di Susa, così come nelle altre realtà coinvolte, venga accertato il deficit di democrazia e di partecipazione e venga riconosciuto che le grandi opere, molto spesso inutili e dannose, si accompagnano frequentemente ad una sistematica violazione di diritti fondamentali di singoli cittadini e di intere comunità.
Se questa violazione verrà riconosciuta anche dal TPP occorrerà valorizzare al massimo il risultato per poterlo poi tradurlo in fatti concreti: chiediamo a ognuno, con gli strumenti a sua disposizione, di fare il massimo sforzo in questo senso.
Vi rivolgiamo anche un appello per un piccolo sostegno economico per aiutarci a coprire le ingenti spese che dovremo sostenere. All’appello precedente (novembre 2014) avevano risposto una cinquantina di persone, altre ci hanno sostenuto saltuariamente nei mesi successivi.
Nelle iniziative che stiamo promuovendo a Torino e in Val di Susa per sensibilizzare sulla prossima sessione del TPP raccogliamo anche contributi che destiniamo in parte a sostegno delle ingenti spese legali per la difesa dei tanti esponenti No TAV colpiti da provvedimenti giudiziari.
Anche con la nostra iniziativa che ha coinvolto il Tribunale Permanente dei Popoli intendiamo dimostrare che “il problema TAV” non è un problema di ordine pubblico, ma di democrazia negata.
Per sostenerci:
Vi segnaliamo infine che a maggio 2015 è uscito il Quaderno n. 3 del Controsservatorio Valsusa: “Il TAV Torino-Lione - Le bugie e la realtà” a cura di Guido Rizzi e Angelo Tartaglia.
Il libro analizza la diffusione, da parte dei promotori, di notizie e dati non veritieri e di previsioni fantasiose e prive di ogni attendibilità scientifica. E smonta questi dati con il rigore di due docenti del Politecnico di Torino.
Il libro è disponibile anche in forma digitale, come i due precedenti.
Per richiederli inviate un e-mail a: info@controsservatoriovalsusa.org.

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From: Alessandra Cecchi alexik65@gmail.com
To:
Sent: Tuesday, September 29, 2015 6:14 PM
Subject: CONDANNATA MONSANTO: AGRICOLTORE AVVELENATO DAI PESTICIDI

Da Terra Nuova
23 Settembre 2015

CONDANNATA MONSANTO: AGRICOLTORE AVVELENATO DAI PESTICIDI
Davide contro Golia: la giustizia francese ha confermato la condanna di Monsanto, il colosso mondiale dell’agricoltura, nell’annosa battaglia giudiziaria che lo opponeva a Paul Francois, un agricoltore di Bernac, nel dipartimento francese della Charente.
La Corte d’Appello di Lione ha definitivamente dato ragione a quest’ultimo riconoscendo la multinazionale USA come responsabile della sua intossicazione.
Motivo? Il Lasso, un erbicida, ormai vietato, usato per anni nelle coltivazioni di mais. In primo grado, il gigante dell’industria agricola era già stato condannato a “indennizzare interamente” l’agricoltore transalpino parzialmente disabile da quando ha inalato quel prodotto altamente tossico.
In conferenza stampa, Francois ha salutato una “decisione storica”. Il suo legale, François Lafforgue, chiede invece la creazione di un fondo per indennizzare le vittime dei pesticidi.
“Il riconoscimento della responsabilità di Monsanto in questa vicenda è essenziale: i marchi che introducono nel mercato questi prodotti devono capire che da oggi in poi non possono più sottrarsi alle loro responsabilità. Prima o poi dovranno renderne conto”, avverte in una nota Maria Pelletier, presidente della ONG Générations futures, secondo cui la decisione del tribunale di Lione è una “tappa importante per tutte le altre vittime dei pesticidi”.
Pur rifiutando di passare per un’icona ecologista o no global, Paul Francois è il primo in Francia ad aver ottenuto la definitiva condanna del colosso USA. Il primo ad aver rotto il silenzio sui rischi legati a erbicidi, insetticidi e affini.
La vita di questo agricoltore di 47 anni, titolare di una proprietà di 240 ettari, è improvvisamente cambiata il 27 aprile del 2004. Quel giorno, nel tentativo di verificare la pulizia del contenitore in cui veniva inserito l’erbicida, ha inalato una forte dose di vapori tossici. Colpito da un malore, ha giusto il tempo di spiegare alla moglie ciò che gli è appena successo prima di finire al Pronto soccorso. L’uomo sputa sangue. “Poi non ricordo più niente”, racconta oggi.
Dopo cinque settimane di stop, Paul Francois riprende a lavorare ma soffre, tra l’altro, di gravi problemi di elocuzione, accompagnati da violente cefalee. A fine novembre dello stesso anno, crolla sul pavimento di casa, dove le figlie lo ritrovano incosciente. Segue un lungo periodo di ricovero, i medici temono seriamente per la sua vita. Dopo attenti esami, viene scoperta una grave carenza al livello celebrale.
Aiutato dai famigliari, Paul Francois inizia ad indagare sul Lasso, a sue spese. Bisognerà attendere il 2005 per identificare il colpevole, vale a dire il monoclorobenzene, un solvente altamente tossico contenuto nell’erbicida della Monsanto. Alla lotta contro la malattia, segue dunque la battaglia giuridica. L’agricoltore è infatti convinto che la multinazionale fosse a conoscenza dei rischi legati al Lasso, anche perché quel prodotto venne già bandito nel 1985 in Canada e nel 1992 in Belgio e Regno Unito. Oggi l’agricoltore guarda al passato e riconosce di essere appartenuto a una “generazione 100% pesticidi”. “L’agricoltura intensiva, era meravigliosa, utilizzavamo prodotti chimici ma in realtà quella non era più una vera produzione. Come tutti, ne andavo fiero”. Oggi ha cambiato idea: “Nella terra c’è bisogno di vita”. E forse non è un caso se ha riconvertito un centinaio di ettari in culture bio. Appena poche settimane fa, sempre in Francia, la ministra dell’Ecologia, Segolène Royal, ha annunciato l’intenzione di vietare la libera vendita al dettaglio del Roundup, un altro diserbante simbolo della Monsanto, dal primo gennaio 2016.

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From: Franco Mugliari fmuglia@tin.it
To:
Sent: Tuesday, September 29, 2015 9:33 PM
Subject: VOGLIAMO FARE CHIAREZZA SUL REALE NUMERO DI MORTI PER INFORTUNIO SUL LAVORO?

martedì 29 settembre 2015
VOGLIAMO FARE CHIAREZZA SUL REALE NUMERO DI MORTI PER INFORTUNIO SUL LAVORO?
Chi “urla” questa domanda è Carlo Soricelli, tecnico metalmeccanico bolognese, in pensione.
Nel 2008, dopo la tragedia della ThyssenKrupp di Torino, ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro (http://cadutisullavoro.blogspot.it).
Egli considera l’attività di volontario dell’Osservatorio come una naturale evoluzione della sua attività di artista. E’ infatti pittore-scultore da oltre quaranta anni e ha sempre cercato di creare opere a contenuto sociale.
A lui ho rivolto alcune domande.
MLF: COME NASCE L’OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI BOLOGNA, DA CHI E’ GESTITO E PER QUALI SCOPI?
CS: L’Osservatorio è nato poche settimane dopo la tragedia della ThyssenKrupp di Torino. Non trovavo dati recenti sul numero di morti sul lavoro. Le notizie più recenti avevano 6/8 mesi. Per primi in Italia il 1° gennaio 2008 abbiamo cominciato a monitorare tutte le morti per infortuni sul lavoro. Con l’aiuto di mio figlio che mi ha impostato la parte informatica ho cominciato a fare questo lavoro volontario. Lo scopo era quello per l’appunto di fare conoscere in tempo reale agli italiani le dimensioni del fenomeno.
MLF: CHE CRITERI APPLICHI PER LA CLASSIFICAZIONE DEGLI INFORTUNI?
CS: L’Osservatorio Indipendente di Bologna è l’unico in Italia a monitorare tutti i morti per infortuni sul lavoro, nessuno escluso, indipendentemente dal lavoro che svolgeva la vittima, che fosse o meno assicurato. Non si possono fare distinzioni tra chi ha un’assicurazione e chi ne è privo, o che ha un’assicurazione diversa da quella dell’INAIL.
MLF: L’OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI BOLOGNA, E’ STATO CREATO E VIENE COSTANTEMENTE AGGIORNATO DA VOLONTARI CHE NON HANNO MAI VOLUTO CONTRIBUTI ECONOMICI DI NESSUN TIPO
CS: Si perché rispetto ad altri che hanno cominciato successivamente questo lavoro di monitoraggio, non lavoriamo nel settore e se finanziati si rischia di subire condizionamenti di ogni tipo.
MLF: INAIL, ANMIL, VEGA ENGINEERING ECC. PROPONGONO STATISTICHE CHE IN PARTE SI DIFFERENZIANO PER UN DIVERSO MODO DI VALUTARE “L’INFORTUNIO SUL LAVORO”. SU UNA COSA PERO’ CONCORDANO: SIAMO DI FRONTE A UN AUMENTO DEL FENOMENO INFORTUNISTICO IMPRESSIONANTE
CS: Ma non è da adesso che i morti sono aumentati, non c’è mai stato un calo dal 2008, se si considerano morti sul lavoro tutti i lavoratori che muoiono lavorando. In questo momento siamo a un +7,5% rispetto anche allo stesso giorno del 2008. L’importante è far comprendere agli italiani le vere dimensioni del fenomeno e fare pressione verso la politica tutta che, fino a questo momento, ha sottovalutato il fenomeno e ha fatto leggi per far diminuire la sicurezza. In questi anni nessun calo favoloso, ma aumenti, nonostante un numero enorme di lavoratori abbia perso il lavoro. Le vere emergenze sono in agricoltura e in edilizia. Solo schiacciati dal trattore ci sono già 105 morti dall’inizio dell’anno e le cadute dall’alto in edilizia sono una vera emergenza. Se si facesse una campagna d’informazione vera in queste due categorie e si adottassero misure serie e controlli, le morti sul lavoro si potrebbero dimezzare. Oltre il 50% delle morti per infortuni sui luoghi di lavoro si registrano in queste due categorie.
MLF: QUAL E’ IL QUADRO CHE ESCE DALLA LETTURA DEI DATI STATISTICI?
Dall’inizio dell’anno ad oggi (15 settembre 2015) ci sono stati 478 morti sui luoghi di lavoro (oltre 1.000 se si aggiungono tutti quelli che muoiono in altri contesti). Erano stati 457 al 15 settembre del 2014 (+4,6%), 437 allo stesso giorno del 2008 (+8,6%).
MLF: L’INAIL LEGGE IL DATO IN MANIERA DIVERSA.
CS: E’ vero, ma i numeri non possono essere contraddetti. Occorre ricordare che l’INAIL monitora solo i propri assicurati e che l’anno scorso gli infortuni mortali sono stati 662, compresi quelli in itinere. L’osservatorio che elabora gli infortuni mortali sul lavoro dell’INAIL dice che le morti per infortuni sul lavoro sono state nei primi sette mesi del 2015 ben 643, compresi quelli in itinere. Anche tenendo conto dei “soli” 662 morti nell’intero 2014 registrati dall’INAIL, assistiamo ad un aumento spaventoso. Ma io credo che alla fine dell’anno saranno poco meno di 700 quelli che l’INAIL considererà morti sul lavoro. Io li monitoro tutti ma se fosse vero il numero di 643 morti saremmo di fronte a un’autentica carneficina. Credo peraltro che ci siano alcuni aspetti da chiarire, non certo da parte dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro.
MLF: PER GLI “INFORTUNI IN ITINERE” LA DEFINIZIONE E’ SEMPRE COMPLESSA.
CS: Infatti, occorre sempre ricordare che se si aggiungono i lavoratori morti sulle strade e in itinere, il numero di vittime per lo meno raddoppia.
MLF: CI SONO CARATTERISTICHE PARTICOLARI CHE CONTRADDISTINGUONO IL FENOMENO INFORTUNISTICO ITALIANO?
CS: Ieri guardavo l’età dei morti per infortuni sul lavoro. Un dato impressionate. Siamo alla fine di settembre e ho guardato quanti sono i morti per infortuni sui luoghi di lavoro che hanno più di sessant’anni. Pazzesco, abbiamo raggiunto in questa fascia d’età il totale delle morti degli interi anni 2012, 2013 e 2014. Praticamente alla fine dell’anno avremo un aumento a due cifre delle vittime tra i lavoratori anziani. Chissà se la Fornero verserà una lacrima...Far svolgere lavori pericolosi ad un anziano che ha acciacchi e riflessi poco pronti è da...
MLF: CHE COSA PROPONI PER PROVARE A CONTRASTARE IL FENOMENO DELLE MORTI SUL LAVORO?
CS: Se si vuole fare prevenzione occorre tenere conto di alcuni fattori.
-         L’indice occupazionale non ha nessun valore statistico, a morire sono soprattutto lavoratori atipici, in nero, Partite IVA e agricoltori.
-         E’ l’agricoltura con il 32,0% di tutte le morti sul lavoro che rappresenta la vera emergenza del Paese. Seguono l’edilizia col 21,2%, l’industria con il 10,04%, l’autotrasporto di tutte le categorie con il 7,3%.
-         Sono già 75 dal giorno dell’inaugurazione dell’EXPO i morti schiacciati dal trattore e 105 dall’inizio dell’anno, nel 2014 sono stati 152.
-         Il 22% di tutte le morti per infortuni sul lavoro ha più di 60 anni; il 28% da 50 a 59; il 24% ha da 40 a 49 anni,
-         Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro sono il 14,4% sul totale di tutte le morti per infortunio.
Sarebbe ora di fare finalmente chiarezza su queste tragedie e non giocare sui numeri e tirarli dalla parte che fa più comodo
Il Jobs act non protegge dal licenziamento: neppure i lavoratori che si rifiutano di svolgere lavori pericolosi, con una scusa possono essere licenziati e questo farà aumentare ancora di più le morti sul lavoro.

Per ricordare tutte le vittime del lavoro, Carlo Soricelli ha scritto la poesia “Morti bianche”, letta e interpretata da Flavio Insinna. La potete vedere al link:
Di mio ci aggiungo solo “grazie Carlo”.

Franco Mugliari alias Muglia La Furia

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From: Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
To:
Sent: Wednesday, September 30, 2015 6:56 PM
Subject: REPORT MORTI SUL LAVORO DAL 1° GENNAIO AL 30 SETTEMBRE 2015

MORTI SUL LAVORO NEL 2015 DAL 1° GENNAIO AL 30 SETTEMBRE
Dall’inizio dell’anno sono morti sui luoghi di lavoro 516 lavoratori, con le morti sulle strade e in itinere si superano i 1.080 morti complessivi (stima minima). Erano 462 lo stesso giorno del 2008 +10.2%, lo stesso giorno del 2014 erano 501 morti +2,5%.
Occorre tener presente che nelle statistiche delle morti sul lavoro lo Stato considera morti sul lavoro anche i lavoratori che muoiono sulle strade e in itinere e che tantissime categorie come per esempio le Partite IVA individuali, Vigili del Fuoco, Poliziotti, Carabinieri, lavoratori in nero, pensionati in agricoltura e tanti altri non rientrano nelle statistiche ufficiali.
All’INAIL nel 2015 le denunce per infortuni sul lavoro tra i suoi assicurati dall’inizio dell’anno al 31 agosto sono state complessivamente 752 (cliccare su Facebook “Ufficio Stampa INAIL”). Queste morti comprendono anche i morti sulle strade e in itinere. Di queste 752 vittime 437 sono morte senza mezzo di trasporto. Come negli anni precedenti solo una parte di queste morti verranno riconosciute come infortunio su lavoro.
Nelle statistiche dell’Osservatorio Indipendente di Bologna Il 30,7% dei morti sui luoghi di lavoro ha un’età superiore a 60 anni. Il 32,5% sono in agricoltura, di questi 106 sono stati schiacciati dal trattore, 20,6% sul totale di tutte le morti per infortuni. Praticamente un morto su 5 di tutte le morti sui luoghi di lavoro sono state provocate dal trattore (è così tutti gli anni). L’edilizia 22,5%. Oltre il 50% di tutte le morti per infortuni sono in queste due categorie. Gli stranieri sono stati il 10,3% sul totale. I romeni sono come tutti gli anni la comunità con più vittime.
A seguire i morti per infortuni sui luoghi di lavoro per regione e provincia per ordine decrescente delle morti. Per ogni regione [ma non per ogni provincia] tra parentesi tutte le vittime comprese quelle in itinere e sulle strade.
Consigliamo a tutti quelli che si occupano di queste tragedie di separare chi muore per infortuni sui luoghi di lavoro, da chi muore sulle strade e in itinere con un mezzo di trasporto.
I secondi sono morti per infortunio sul lavoro che richiedono interventi completamente diversi.
LOMBARDIA 68 (140): Milano (9), Bergamo (10), Brescia (22), Como (3), Cremona (3), Lecco (1), Lodi (1), Mantova (1), Monza (2), Brianza, Pavia (5), Sondrio (6), Varese (5).
TOSCANA 54 (110): Firenze (6), Arezzo (5), Grosseto (9), Livorno (4), Lucca (3), Massa Carrara (8), Pisa? (7), Pistoia (5), Siena (2), Prato (5).
CAMPANIA 41 (84): Napoli (12), Avellino (3), Benevento (6), Caserta (4), Salerno (16).
VENETO 40 (83): Venezia (4), Belluno (2), Padova? (5), Rovigo (4), Treviso (4), Verona (6), Vicenza (15).
SICILIA 38 (80): Palermo (12), Agrigento (4), Caltanissetta (4), Catania (3), Messina (3), Ragusa (3), Siracusa (4), Trapani? (5).
LAZIO 32 (67): Roma (13), Frosinone (6), Latina (2), Rieti (2), Viterbo (9).
PIEMONTE 32 (64): Torino (14), Alessandria (5), Asti (2), Biella (2), Cuneo (7), Novara (1), Verbano Cusio Ossola (1).
EMILIA ROMAGNA 27 (59): Bologna (6), Forlì Cesena (2), Ferrara (2), Modena (5), Parma (1), Piacenza (3), Ravenna (4), Reggio Emilia (3), Rimini (2).
PUGLIA 26 (54): Bari (16), Barletta Andria Trani (2), Brindisi (2), Foggia (1), Lecce (3), Taranto (2).
TRENTINO-ALTO ADIGE 17 (35): Trento (9), Bolzano (8).
ABRUZZO 15 (32): L’Aquila (4), Chieti (6), Teramo(5).
MARCHE 14 (30): Ancona (4), Macerata (1), Fermo (3), Pesaro Urbino (3), Ascoli Piceno (3).
LIGURIA 12 (25): Genova (3), Imperia (2), La Spezia (4), Savona (3).
UMBRIA 12 (25): Perugia (9), Terni (3).
MOLISE 11 (23): Campobasso (10), Isernia (1).
CALABRIA 10 (22): Catanzaro (4), Cosenza (4), Reggio Calabria (1), Vibo Valentia (1).
SARDEGNA 9 (20): Cagliari (4), Carbonia Iglesias (1), Medio Campisano (2), Oristano (2).
FRIULI-VENEZIA GIULIA 7 (15): Pordenone (5), Udine (2).
BASILICATA 6 (14): Potenza (4), Matera (2).
VALLE D’AOSTA 1 (3).
I lavoratori morti sulle autostrade, all’estero e in mare non sono segnalati a carico delle province.
L’INAIL ha registrato nel 2014 complessivamente 662 morti sul lavoro, di questi il 52% sono morti in itinere e sulle strade, ma le denunce per infortuni mortali sono state 1.107.
Noi abbiamo registrato nel 2014 ben 661 morti sui luoghi di lavoro (tutti documentati) se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere si sono superati l’anno scorso i 1.300 morti. I morti per infortuni sui luoghi di lavoro da noi registrati non sono mai stati così tanti da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio.
In questi otto anni di monitoraggio delle vittime i morti per infortunio si sono solo trasferiti dall’INAIL ad altre categorie, sono aumentati i morti in nero, in grigio, ma soprattutto nelle Partite IVA individuali.
Ma perché questa enorme differenza? L’INAIL occorre ricordarlo ancora una volta, registra le morti solo dei propri assicurati e in tantissimi non lo sono. Sta a noi che svolgiamo un lavoro volontario, senza interesse di nessun tipo far conoscere anche questo aspetto ai cittadini italiani.

Carlo Soricelli
Curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

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From: Silvia Cortesi sylvyacort@gmail.com
To:
Sent: Thursday, October 01, 2015 10:36 PM
Subject: NON ACCETTEREMO MAI CHE LA CGIL DIVENTI UN PADIGLIONE DI EXPO

Da: Il Sindacato è un’altra cosa
di Sergio Bellavita

Susanna Camusso ha deciso di tenere una delle due giornate del massimo organismo dirigente CGIL dentro EXPO.
Il senso di questa scelta è chiaro, affermare una precisa posizione di campo rispetto al tema delle grandi opere, del rapporto con il territorio e l’ambiente, ma si potrebbe dire rispetto, più in generale, alle politiche economiche e sociali.
Camusso porta il direttivo CGIL dentro un luogo ormai simbolo, laboratorio, delle nuove frontiere dello sfruttamento del lavoro. Migliaia di giovani hanno lavorato gratis, grazie all’indecente accordo sindacale che ha reso possibile, per la prima volta nella storia della Repubblica, il lavoro gratuito. Lo ha fatto utilizzando il famigerato articolo 8 di Sacconi che consente di derogare alle leggi dello stato, in peius ovviamente.
A breve calerà il buio totale sul futuro di quei migliaia di giovani a cui le multinazionali hanno dato una mancetta. Così come l’enorme area perderà ogni interesse per gli avvoltoi del cemento e della costruzione.
Nulla di nuovo, è il paese piccolo piccolo di sempre. Il parterre di EXPO ha già ospitato il Partito Democratico e gli industriali di Confindustria riuniti nella loro assemblea annuale. Entrambi autori e complici del saccheggio perpetrato ai danni della collettività, entrambi smaniosi di ricavare il massimo profitto dall’ipocrita esposizione internazionale governata dalle multinazionali.
Forse Susanna Camusso si sente in buona compagnia, noi no. La distanza che intercorre tra i vertici della CGIL e i movimenti di popolo che difendono il territorio, l’ambiente e la salute combattendo contro la voracità e la violenza di corposi interessi, con questa scelta diventa abissale. E per questo la combatteremo. Non accetteremo mai che la CGIL diventi un padiglione di EXPO.

* * * * *

NO EXPO!
NO AL LAVORO PRECARIO!
NO AL LAVORO GRATUITO!
EXPO 2015: L’ITALIA FONDATA SULLO SFRUTTAMENTO!
Sono circa 16.000 i cosiddetti “volontari” che hanno reso pos¬sibile EXPO 2015. Quando chiuderanno i battenti resteranno con poche prospettive e speranze di un inserimento stabile (e chissà? magari retribuito) nel mondo del lavoro.
Sì, perché per la prima volta nella storia della Repubblica, grazie a un vergognoso accordo sindacale CGIL, CISL, UIL, Confindustria che lo ha reso legale, è stato possibile la¬vorare gratis, senza contratto di lavoro e senza retribuzione!
Che fine faranno ora tutti quei giovani “volontari”? Verranno rottamati insieme a tutte le costosissime strutture costruite solo per EXPO?
La verità è che quando scenderà il silenzio su EXPO si river¬seranno sulla popolazione tutti gli assurdi costi economici e sociali di quest’ennesima grande opera. La fiera dell’ipocrisia di un mondo eco sostenibile governato dalle multinazionali ha avuto il volto dello sfruttamento del lavoro umano, dell’am¬biente e del territorio. Un’opera di devastazione e saccheggio che pagheremo salata per molti anni.
Per questo non possiamo che essere No EXPO ed è inaccet¬tabile che la CGIL abbia deciso di tenere il suo Direttivo nazionale del 5 ottobre proprio dentro EXPO, tempio del peggiore modello di sviluppo italiano, fondato sullo sfrut¬tamento del lavoro, sulla cementificazione, sullo spreco di da¬naro pubblico e sulla corruzione.
OPPOSIZIONE CGIL

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From: Silvia Cortesi sylvyacort@gmail.com
To:
Sent: Friday, October 02, 2015 11:17 AM
Subject: AMIANTO, 55 AVVISI DI GARANZIA PER GLI ELICOTTERI DELLA DIFESA ITALIANA

Da: Controlacrisi

Sono 55 gli avvisi di garanzia emessi dalla procura di Torino in un’inchiesta sulla presenza di amianto negli elicotteri delle forze armate. L’ipotesi di reato è quella di disastro colposo. I destinatari sono dirigenti ed ex dirigenti della Agusta Westland e della Piaggio Aerospace, azienda che non appartiene più al gruppo produttrice di motocicli. Di questa, ci sono anche alti dirigenti originari del Kuwait e degli Emirati Arabi Uniti.
A partire dalla prossima settimana dovranno tutti dare una serie di spiegazioni. Non tanto sul perché gli elicotteri in dotazione all’Esercito, alla Marina, all’Aeronautica, ai Carabinieri, alla Polizia e alla Guardia forestale fossero assemblati con delle parti (le guarnizioni, le pastiglie dei freni, i rotori, le ruote, le condotte) contenenti il minerale cancerogeno. Se i velivoli sono stati costruiti prima del 1992 quando entrò in vigore la legge anti-amianto, i dirigenti sono scagionati. Ma se non sono state fornite tutte le informazioni, se il fenomeno è stato volutamente lasciato sottotraccia, può sorgere un problema.
Nel 1996, in base alle carte raccolte dal Pubblico Ministero Raffaele Guariniello e dalla sua squadra di Polizia Giudiziaria, Agusta inoltrò alle autorità italiane una segnalazione che adesso, secondo quanto è emerso, è giudicata lacunosa. Eppure già nel 1994, due anni prima, la Marina Militare aveva sollevato la questione dell’amianto sugli elicotteri.
Fra gli indagati, comunque, ci sono anche funzionari ed ex funzionari ministeriali: alle compagnie furono impartite delle prescrizioni, ma non è chiaro se, in seguito, siano stati svolti i controlli per verificarne il rispetto.
La Difesa ha ottenuto l’elenco completo del materiale pericoloso presente negli elicotteri nel settembre del 2013. Ed è stata avviata una bonifica. I laboratori dell’Aeronautica, però, avrebbero scoperto che su alcuni velivoli le parti in amianto sono state sostituite con altre parti in amianto. E così, sotto il profilo della salute e della sicurezza sul lavoro, gli inquirenti si stanno concentrando su chi ha dovuto installare le nuove guarnizioni. Il numero delle persone che potrebbero essere entrate in contatto con l’amianto nel corso degli anni, infatti, è semplicemente incalcolabile.

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From: Gino Carpentiero ginocarpentiero@teletu.it
To:
Sent: Friday, October 02, 2015 3:51 PM
Subject: FIRENZE 19, 20, 21 NOVEMBRE: VIII CONGRESSO NAZIONALE DI MEDICINA DEMOCRATICA

Cari amici ,
come avevo già anticipato nei mesi scorsi l’VIII Congresso Nazionale di Medicina Democratica si terrà a Firenze dal 19 al 21 novembre ed è organizzato insieme al Dipartimento di Statistica dell’Università di Firenze (professor Annibale Biggeri).
E’ un programma ambizioso che vuole unire gli aspetti scientifici (continuando però a sottolineare la presa di distanza da una presunta neutralità della Scienza) con le Lotte concrete per la Salute dei lavoratori e dei cittadini (compresi i migranti).
Ci saranno interventi in plenaria e lavori di gruppo (6 gruppi: Lavoro, Ambiente, Agricoltura e Alimentazione, Donne e Salute, Difesa e riqualificazione della Sanità pubblica, Salute Mentale e chiusura OPG).
Sono invitati Associazioni, Comitati, gruppi, singoli, politici.
Ci sarà la proiezione di un film di una giovane regista Maura Crudeli “I Vaiont” su alcune delle peggiore stragi degli ultimi 50 anni in Italia (dal Vajont a Viareggio).
Ci sarà anche una tavola rotonda su Pesticidi zero, per un’alimentazione sana e senza chimica.
Medicina Democratica vuole tessere una rete che ricrei un Movimento di Lotta per la Salute unitario: dalle fabbriche, alle città inquinate, all’agricoltura inquinata. Contro ogni scarto (rifiuti zero), ma non dimentichiamo gli ultimi, come ci ricorda l’enciclica Laudato Sì di Papa Francesco e contro ogni discriminazione!
Saluti a tutti
Gino Carpentiero

VIII° CONGRESSO NAZIONALE DI MEDICINA DEMOCRATICA
Organizzato con il Dipartimento di Statistica dell’Università di Firenze
FIRENZE 19 – 21 NOVEMBRE 2015
Sala Convegni Villa Ruspoli Piazza Indipendenza 9 – Firenze
PARTECIPAZIONE PREVENZIONE SALUTE
Fattori di rischio per la Salute dei Lavoratori e dei Cittadini: dalla ricerca, alla comunicazione, all’eliminazione: rischio statistico e rischio zero.
GIOVEDI’ 19 NOVEMBRE
REGISTRAZIONI 10:00
SESSIONE MATTINA
Coordinano Piergiorgio Duca e Gino Carpentiero
INTRODUZIONE 11:00
Dipartimento di Statistica Università di Firenze: Lucia Buzzigoli
Medicina Democratica: Piergiorgio Duca
RELAZIONI 11:30 - 13:00
Epidemiologia, informazione e salute della popolazione: Annibale Biggeri
La transizione epidemiologica del XX secolo, dalla genetica all’epigenetica: Ernesto Burgio
SESSIONE POMERIGGIO
Coordinano Piergiorgio Duca e Gino Carpentiero
RELAZIONI 14:30 - 17:00
Sistema Sanitario, sostenibilità e salute: Gavino Maciocco
Movimenti e lotte per la difesa del Servizio Sanitario e la promozione della salute: Paola Sabatini e Giuseppe Lippi
Valutazione Impatto Sanitario e partecipazione: Giancarlo Sturloni (Borsa di Studio Michelangiolo Bolognini)
Assicurazioni rischio medico e iniquità: Marco Marchi
TAVOLA ROTONDA 17:00 - 18:30
Il Progetto Casa Gabriella
Coordinano Beppe Banchi, Laura Valsecchi
EVENTO PUBBLICO 21:00 - 23:30
Cinema Alfieri
Proiezione dei film “I Vaiont” di Maura Crudeli (durata 80 minuti)
Dibattito pubblico con: Luigi Mara, Alessandro Santoro, Mariella Cao, Mirco Maiorino, Daniela Rombi, Riccardo Antonini
Coordinano: Maria Luisa Clementi e Fulvio Aurora
VENERDI’ 20 NOVEMBRE
SESSIONE MATTINA
CONTRIBUTI SEZIONI TERRITORIALI DI MEDICINA DEMOCRATICA 9:00 – 11:30
Coordinano Marco Caldiroli e Maurizio Marchi
Le Sezioni territoriali di Medicina Democratica presenteranno contributi in forma di interventi o poster: Toscana (Firenze, Livorno, Viareggio); Lombardia (Milano, Brescia, Castellanza); Piemonte (Alessandria, Torino); Liguria (Savona, Genova, La Spezia); Emilia (Bologna, Ferrara, Reggio Emilia); Veneto (Vicenza, Padova, Venezia); Abruzzo (Vasto); Campania (Napoli); Basilicata (Matera); Puglia (Brindisi).
CONTRIBUTI DI ASSOCIAZIONI, COMITATI, GRUPPI 11:30 - 13,00
Coordinano: Marco Caldiroli, Maurizio Marchi e Gino Carpentiero
Le Associazioni che partecipano al Congresso di Medicina Democratica presenteranno contributi in forma di interventi o poster
SESSIONE POMERIGGIO
CONTRIBUTI DI ASSOCIAZIONI, COMITATI, GRUPPI 14:00 – 15:30
Coordinano: Marco Caldiroli, Maurizio Marchi e Gino Carpentiero
Le Associazioni che partecipano al Congresso di Medicina Democratica presenteranno contributi in forma di interventi o poster
GRUPPI DI LAVORO 15:30 – 18:30
I gruppi di lavoro verteranno sui seguenti temi:
-         partecipazione, prevenzione e salute: i diritti sotto attacco e la loro difesa
-         agricoltura, alimentazione, salute, sovranità alimentare e multinazionali
-         ambiente, inquinamento urbano e salute: il ruolo della partecipazione nella ricerca per l’identificazione e nella lotta per la rimozione dei fattori di rischio
-         donna, salute e lavoro: doppio lavoro, assenza di lavoro, negazione di servizi e diritti
-         lavoro, nocività e prevenzione: mobbing, tumori, infortuni, strategie di lotta e iniziative di legge e giudiziarie
-         la salute mentale e la chiusura degli OPG: interventi e proposte
EVENTO PUBBLICO 20:30 – 23:30
Tavola Rotonda
Rischi per la salute nell’alimentazione e rischio zero
Coordinano: Gianluca Garetti e Katia Lumachi
Ne discutono: Patrizia Gentilini, Vittorio Agnoletto, Alberto Bencistà, Antonio Lupo, Gianluigi Salvador e Alberto Alfieri
SABATO 21 NOVEMBRE
SESSIONE MATTINA
PRESENTAZIONE E DISCUSSIONE DEI RISULTATI DEI LAVORI DI GRUPPO 9:00 – 12:00
RELAZIONE CONCLUSIVA 12:00 - 13:00
Il contributo dell’Università e delle Istituzioni in termini di ricerca, formazione, comunicazione e consulenza
SESSIONE POMERIGGIO
ASSEMBLEA GENERALE DI MEDICINA DEMOCRATICA 14:00 – 16:00
Consuntivo del triennio: Piergiorgio Duca
Rinnovo del direttivo e della presidenza
Bozza di programma per il prossimo triennio

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From: Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
To:
Sent: Monday, October 05, 2015 9:46 AM
Subject: IN OTTOBRE STANNO MORENDO SCHIACCIATI DAL TRATTORE OLTRE DUE AGRICOLTORI AL GIORNO E NESSUNO DICE NIENTE

In ottobre stanno morendo più di due agricoltori al giorno a causa dello schiacciamento provocate dai trattori, due di questi su strada.
La mattanza di agricoltori schiacciati dal trattore ha in ottobre un’impennata incredibile nell’indifferenza della politica. Sono 9 gli agricoltori morti a causa del trattore in questi primi 4 giorni di ottobre. Una strage dal nord al sud d’Italia. isole comprese.
Le tragedie nelle varie province di Roma, dell’Ogliastra in Sardegna, in quella di Benevento, di Brescia, di Trento, ancora di Benevento, questa volta sulla strada, di Foggia, di Arezzo e ancora a Roma sbalzato dal trattore e morto in seguito a un incidente stradale.
Sono complessivamente 111 dall’inizio dell’anno i morti in questo modo atroce e 81 dal 1° maggio Festa dei Lavoratori e inaugurazione dell’EXPO. alla politica.
Adesso neppure un twitter contro queste tragedie sul lavoro. Ma il Ministro delle Politiche Agricole dov’è?
E’ bello andare all’EXPO a farsi vedere, ma la vita di chi lavora nei campi non conta niente?
Sono pochi i giornalisti che hanno il coraggio d’affrontare a viso aperto queste tragedie e denunciare l’indifferenza di chi ci governa. ma di Santo della Volpe ce ne sono pochi.
Come del resto di politici che hanno l’etica che aveva Sandro Pertini.

Carlo Soricelli
Curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

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From: Voci della Memoria info@vocidellamemoria.org
To:
Sent: Monday, October 05, 2015 5:19 PM
Subject: NON PRENDETE IMPEGNI PER VENERDI’ 16 OTTOBRE SERA!

Car* Tutt*,
tre anni fa abbondanti abbiamo sposato la causa degli abitanti delle valli che stanno fra Alessandria e Genova perché SI SAPEVA che c’era l’amianto là dove stava per iniziare la costruzione di un’opera inutile, dannosa e assurda.
In questi tre anni come Voci della Memoria, come casalesi che hanno imparato dagli errori del passato e che non si voltano dall’altra parte, abbiamo marciato per le strade di Arquata Scrivia, Genova, Novi Ligure, Voltaggio, Scrivia e Alessandria, abbiamo parlato in assemblee pubbliche negli stessi posti che ci hanno visto per le strade e a Isoverde, Pozzolo Formigaro, Serravalle Scrivia e Tortona.
Ora che la presenza dell’amianto è ufficiale, che sono partite le denunce a carico di addetti ai lavori per carenze nella tutela della salute, che i rifiuti di scavo contenendo amianto sono classificati come “speciali” e probabilmente dovranno essere portati sino in Germania per lo smaltimento, che finalmente il tema salute (per i lavoratori e non) è diventato centrale, che dopo un primo protocollo fantasma a lungo invocato dagli attivisti e millantato dalle autorità locali dei comuni interessati è oramai diventato sui giornali un curioso “protocollo 3.0”, le chiacchiere stanno a zero e chi c’è stato aveva ragione mentre chi ha ignorato o, peggio ancora, negato, dovrà fare i conti con la Storia.
Fra le persone che hanno sempre raccontato come stavano le cose c’è il giornalista Mauro Ravarino, scrive per il Manifesto e ha lavorato a Il Secolo XIX e collaborato a Diario, Repubblica Tv, l’Unità e Linkiesta occupandosi di lavoro, movimenti, politica, ambiente e cultura. Ha seguito le questioni Eternit Casale Monferrato e processo di Torino dall’inizio sino alla sentenza di Cassazione in Roma di un anno fa, TAV e FIAT, al racconto di parole spesso accompagna quello per immagini come videoreporter.
Mauro Ravarino venerdì 16 ottobre alle ore 21.00 presso la libreria il Labirinto di Casale Monferrato, insieme a Egio (professore di lettere, attivista del comitato di Arquata Scrivia sin dall’inizio della vicenda amianto-Terzo Valico), presenterà il suo bel libro “Terzo Valico. L’altra TAV”, edito da Round Robin Editore.
Vi aspettiamo una volta di più numerosi perchè un domani nessuno potrà dire: “Io non sapevo”, vi aspettiamo tutti perché la Storia è sempre meglio viverla che farsela raccontare.

Associazione Voci della Memoria

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From: Franco Mugliari fmuglia@tin.it
To:
Sent: Monday, October 05, 2015 11:41 PM
Subject: LA DISNEYLAND DEL PERICOLO

Su “La Lettura”, inserto domenicale del Corriere della Sera di domenica 27 settembre, è apparso un interessante articolo di Federica Colonna dal titolo “Il Luna park per imparare a gestire i pericoli. Una sfida all’ossessione della sicurezza”.
L’articolo prende le mosse dal progetto di realizzazione, nella Corea del Sud, del Risk Theme Park, un parco tematico per esaltare il “potere educativo delle minacce”. L’idea di Hong Soon-min parte dalla convinzione che “un costante deficit di rischio affligge gli adulti contemporanei. Ossessionati dalla sicurezza abbiamo perso il piacere del pericolo e, a differenza dei bambini che lo sperimentano nel gioco, non siamo più capaci di metterci alla prova”.
Già Paul Watzlawick, nel suo libro “Di Bene in peggio: Istruzioni per un successo catastrofico” sul rapporto tra l’essere umano, il pericolo e la sicurezza, scriveva: “Se in precedenza si era abbandonato alla vita con una sorta di fiducia originaria e di infantile innocenza, da quel momento in poi divenne una maniaco della sicurezza. Talvolta, tuttavia, egli stesso si chiedeva come mai si fosse sentito per tanto tempo sicuro e soddisfatto quando ancora non aveva riflettuto sulla sicurezza, mentre ora, pur adottando in aggiunta alle sue ricerche, misure concrete per fronteggiare i pericoli che con crescente frequenza identificava, si sentiva sempre più insicuro”.
Ma torniamo al Risk Park Theme in cui il visitatore avrà modo di sperimentare incidenti simulati e imparare a reagire. “Nessuna lezione teorica sulla sicurezza, solo pratica del rischio, e al posto delle tecniche di difesa, simulazioni pratiche della minaccia”.
Secondo l’autrice dell’articolo, la ragione per la quale dovremmo essere interessati a visitare il RPT, sarebbe la stessa per la quale amiamo i film horror, twittiamo le immagini degli uragani, ci fermiamo a guardare un incidente per strada.
Eric Wilson spiega come la curiosità verso i disastri abbia una funzione evolutiva: “essere ben informati riguardo al pericolo, anche potenziale, ci aiuta a sopravvivere...non ci sentiamo mai così vivi come quando prendiamo parte a una calamità senza subirne, in concreto, le conseguenze”.
E ancora i ricercatori della Università della Pennsylvania, nel 2013 nel loro “Felice di essere triste” hanno scritto che “alle persone piace fare quello che la logica vieterebbe...”. Le esperienze negative, infatti, vengono trasformate in positive quando sappiamo di disporre di una rete di sicurezza. Gran parte del piacere risiederebbe poi nella sfida che il corpo, mettendosi in una condizione pericolosa, ingaggia con la mente. E vince.
La visionaria “Disneyland del pericolo” potrebbe essere completata nel 2021.
Nel frattempo potremmo invitare tutti a visitare l’Italia e a fare un giro in alcune zone del “Bel Paese” in cui le minacce sono all’ordine del giorno e spesso si sono trasformate, e si trasformano, “realmente” in tragedia.
Tappe consigliate del “Tour del pericolo”: (suddivise per aree tematiche):
-         rischi ambientali: ILVA di Taranto, Porto Marghera, severo, Terra dei Fuochi;
-         incendi ed esplosioni: Aeroporto Fiumicino, Teatri La Fenice e Petruzzelli, ThyssenKrupp, fabbriche fuochi d’artificio;
-         terremoti: L’Aquila (soprattutto per vedere come si è intervenuti);
-         crolli e franamenti: i viadotti in Sicilia, le strade di Napoli, Pompei, le Mura Aureliane o di Volterra;
-         alluvioni: Genova, Rossano e Corigliano Calabro, Nuoro;
-         rischio in montagna e in mare: le Alpi e il mar Mediterraneo;
-         rischi stradali: La Strada Statale Romea e la Napoli-Caserta (giorno consigliato: il sabato notte);
-         rischio infortuni sul lavoro: le campagne italiane (per quanto riguarda i trattori); i cantieri edili (per le cadute dall’alto);
-         rischio malattie professionali: vedi rischi ambientali.
Capitolo a parte la “Sicurezza a scuola” che con il 60% delle scuole italiane fuori norma (Censis), oltre al Liceo Darwin di Torino e alla scuola di San Giuliano, abbiamo a disposizione moltissime sedi privilegiate per provare ad applicare le teorie che i ricercatori americani ci insegnano. Infatti le nostre scuole, più che fabbriche di cervelli, potremmo definirle dei veri e propri “centri di addestramento alla minaccia”.
Siamo infine certi che se si organizzassero “Le olimpiadi del rischio”, l’Italia potrebbe candidare quale sede ospitante con buone probabilità di aggiudicazione.

Franco Mugliari alias Muglia La Furia

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From: Rete Nazionale Sicurezza sui luoghi di lavoro e territori bastamortesullavoro@gmail.com
To:
Sent: Wednesday, October 07, 2015 6:33 AM
Subject: 20 OTTOBRE: ADESIONE APPELLO PER L’INIZIO DEL PROCESSO ILVA

Il Coordinamento Lavoratori della scuola “3 ottobre” di Milano aderisce all’appello per un presidio/manifestazione all’avvio il 20 ottobre del processo ILVA di Taranto e invita tutte le realtà organizzate e singoli studenti, lavoratori e cittadini a partecipare e a solidarizzare con l’iniziativa.
Da sempre questo Coordinamento porta avanti lotte che non si limitano a rivendicazioni corporative. E’ quindi chiaro e necessario sostenere e costruire mobilitazioni trasversali contro gli attacchi generalizzati a tutto il mondo del lavoro, alla salute dei cittadini e all’ambiente minacciato da logiche di profitto.
Coordinamento “3 ottobre” Milano

APPELLO PER UN PRESIDIO/MANIFESTAZIONE ALL’AVVIO IL 20 OTTOBRE DEL PROCESSO ILVA DI TARANTO.
Il 20 ottobre comincia dopo una lunghissima e combattuta udienza preliminare il vero e proprio processo alla famiglia di padron Riva e a tutti i suoi complici che hanno reso tristemente famosa l’ILVA come “fabbrica della morte” e Taranto come “capitale del popolo inquinato”.
Il processo ILVA mostra esemplarmente il sistema del capitale ed è il “padre” di tutti i processi di questo tipo. Gli imputati sono tutte le espressioni del sistema economico, politico, istituzionale, dai grandi capitalisti ai loro agenti, dai rappresentanti delle Istituzioni, parlamentari, regionali e locali, a esponenti della DIGOS e delle Forze dell’Ordine, dai dirigenti degli Enti che dovevano controllare, fino a preti vicino ai vertici della Chiesa.
Mancano, ed è una grave lacuna del processo, i vertici e i rappresentanti in fabbrica dei sindacati confederali. E il quadro del sistema borghese sarebbe completo.
L’ILVA è al centro oggi della contraddizione epocale tra gli interessi del capitale e gli interessi degli operai e delle masse popolari, tra la logica del profitto e la salute e la vita degli operai e delle masse popolari.
Ma il processo ILVA è oggi soprattutto espressione dell’azione dei governi, e oggi in particolare del governo Renzi, che in nome di salvare gli interessi dei padroni e gli interessi dell’economia nazionale dei padroni legati alla produzione dell’ILVA non hanno esitato e non esitano ad agire contro il processo con Decreti e azioni ad hoc che ne vogliono impedire lo svolgimento, mettere al riparo gli imputati e negare giustizia e risarcimento a operai e masse popolari.
L’ILVA mostra in maniera esemplare come lo Stato sia sempre e solo al servizio del capitale.
La gestione attuale di Stato e di governo dell’ILVA mostra che l’intervento dello Stato borghese serve solo per socializzare le perdite e in futuro, nuovamente, privatizzare i profitti.
Per questo il processo ILVA è una grande scadenza nazionale.
E’ a questa scadenza nazionale che chiamiamo come operai dell’Ilva, lavoratori del cimitero luogo di massima concentrazione di inquinamento ai Tamburi, proletari e famiglie dei quartieri Tamburi e Paolo VI, costituitisi parte civile autorganizzati al processo con l’appoggio dello Slai Cobas per il sindacato di classe e la Rete nazionale per la sicurezza e la salute sui posti di lavoro e territori, a un presidio/manifestazione nazionale al Tribunale, alla fabbrica e al quartiere Tamburi per il 20 ottobre.
Chiamiamo tutte le realtà collettive e individuali, impegnate nella lotta anticapitalista e contro le devastazioni ambientali e territoriali, a mandare l’adesione, a propagandare la scadenza in tutte le forme e in tutti i luoghi di lavoro, territori, scuole, università, ecc. e a partecipare con delegazione all’iniziativa.

Per informazioni
cellulare: 347 11 02 638

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