Torino, la vittoria della prof
con la sclerosi: licenziata perché malata torna a insegnare
All'istituto
alberghiero. La commissione medica ha dato l'ok al reintegro
di STEFANO
PAROLA
16 gennaio
2016
SI può
insegnare anche con la sclerosi multipla. Per farlo, però, bisogna lottare.
Poco più di un anno fa Antonia era stata dichiarata “totalmente inabile” e
aveva perso il lavoro da professoressa di lingue all’Alberghiero di Torino. Nel
giro di pochi giorni era diventata malata e povera al tempo stesso. Lei però ha
combattuto e pochi giorni fa ha vinto: si è sottoposta a vari esami clinici, ha
chiesto di rientrare in servizio e una commissione medica l’ha riammessa. Ora
può tornare in cattedra, perché la malattia le starà anche debilitando il
corpo, ma non la mente.
Repubblica
aveva raccontato la sua storia lo scorso febbraio. Antonia (il nome è di
fantasia) rischiava davvero di perdere tutto. Non solo la salute, che le viene
portata via lentamente e inesorabilmente dalla sclerosi multipla, ma pure tutto
il resto: i contributi che aveva messo da parte in 20 anni di insegnamento le
garantivano una pensione da 600 euro, con cui avrebbe dovuto mantenere la
figlia dodicenne e la mamma di ottant’anni.
«Fu colpita
da un provvedimento ingiusto e discriminatorio » dice Maria Giovanna Musone,
l’avvocato che l’ha seguita nella sua lotta per riottenere il lavoro. Alla base
della sua disavventura c’è una norma creata nel 2011 dall’allora governo
Berlusconi per disciplinare i casi di licenziamento nelle amministrazioni
pubbliche: «Prevede la risoluzione del rapporto di lavoro per chi è
destinatario di un provvedimento permanente di inidoneità psicofisica»,
evidenzia il legale. In pratica, aggiunge, «un individuo colpito da una
malattia invalidante durante il servizio sarà costretto alla disoccupazione e
all’indigenza ».
Antonia ci
ha messo un anno, però è riuscita a dimostrare di essere perfettamente in grado
di insegnare. Ha fatto diverse visite specialistiche alle Molinette, che hanno
evidenziato soltanto problemi a camminare e una lieve depressione causata
proprio dalla perdita del lavoro. Ha allegato tutte le diagnosi nella richiesta
di riammissione in servizio e, anche grazie alla collaborazione dell’Ufficio
scolastico di Torino, ha ottenuto una nuova visita dalla Commissione medica di
verifica del ministero dell’Economia. Alla fine i camici bianchi hanno detto
tutti sì: Antonia può tornare in cattedra, anche se è malata.
«È la
conferma di ciò in cui abbiamo sempre creduto, ma è anche una speranza per chi
è affetto da sclerosi multipla» dice l’avvocato Musone. E aggiunge: «Il lavoro
rappresenta per tutti una priorità assoluta, specie per chi è malato, perché è
un motivo per continuare a sperare e a vivere serenamente la propria vita».
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