Da cinque
giorni oramai gli operai protestano contro la mancata applicazione dell’accordo
di programma che prevede la costruzione della bio-raffineria che permetta una
ripresa del lavoro per gli operai dell’indotto che sono quelli che stanno
animando la protesta e per gli operai Eni. La colossale presa in giro è stata
firmata personalmente da Renzi che nell’estate del 2014 fece il “giro
d’Italia” in stile mussolini per dire agli operai in crisi di varie aziende
che avrebbe risolto tutto lui! E infatti, da Gela a Termini Imerese la
situazione è di fatto peggiorata!
La protesta
degli operai nella città del Presidente della Regione Sicilia, Crocetta, ha
conseguito per adesso il risultato di fare convocare diverse riunioni a livello
nazionale e locale, al ministero dello sviluppo economico e alla Regione.
27 gennaio
incontro al Ministero del Lavoro a Roma.
1 febbraio
tavolo tecnico a Palermo.
Ma è chiaro
che la partita è abbastanza difficile, dato che non sembra affatto che
soprattutto l’Eni abbia intenzione di far partire nell’immediato la
riconversione, mentre i politici come lo stesso Crocetta che minaccia
da quel pagliaccio che è "clamorose proteste", alla sottosegretaria
Vicari ne approfittano per farsi campagna elettorale mostrando “interesse” e i
sindacati, che di fatto fiancheggiano il governo facendo finta di fare la voce
grossa, fanno sapere con il loro “ruggito del gattino”, come fa il segretario
della Filctem-Cgil Miceli, che si sappia che se non si costruisce la
bioraffineria loro non accetteranno “compensazioni”. Che cosa sarebbero queste
compensazioni, e per chi? chissà cosa intende dire… mentre si fanno capire bene
alcuni operai che dicono che non stanno lottando per altri ammortizzatori
sociali, ma perché vogliono il lavoro!
***
Energia.
Primo incontro il 27 gennaio
Raffineria
di Gela, via alla trattativa per la riconversione
Un tavolo
tecnico, già convocato per il primo febbraio a Palermo, e una serie di incontri
per sciogliere i nodi che rallentano gli interventi a Gela. Il primo incontro,
quello con il ministero del Lavoro, si terrà il 27 gennaio. Ed è uno dei più
attesi visto che al ministero del Lavoro tocca l’onere di trovare le risorse e
il modo di dare certezza di reddito a circa 350 operai dell’indotto del polo
energetico dell’ENI ai quali a fine gennaio scadrà la cassa integrazione in
deroga. Sono queste le prime risposte che arrivano da Roma ai sindacati e agli
operai che da quatto giorni bloccano le principali vie di comunicazione della
cittadina del nisseno e non sembra vi sia alcuna intenzione di smobilitare: una
protesta avviata per accelerare i processi di trasformazione della Raffineria e
gli altri interventi come le bonifiche così come previsto dal protocollo
d’Intesa firmato da tutte le parti in causa all’inizio di novembre del 2014 e
che prevede investimenti per 2,2 miliardi.
Al tavolo di
ieri al ministero, già convocato da tempo per discutere sui dettagli
dell’accordo di programma sull’area di crisi complessa di Gela, che deve esser
definito e firmato, hanno partecipato i rappresentanti del Governo nazionale
(sia del Mise che del ministero del Lavoro e dell’Ambiente), di Invitalia, il
presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, il sindaco di Gela Domenico
Messinese.
“Questo
incontro rappresenta un vero punto di svolta rispetto allo stallo di questi
ultimi giorni, e, ancora una volta, la mediazione del Mise è stata determinante
– ha detto il sottosegretario allo Sviluppo economico Simona Vicari che ha
presieduto quello che tecnicamente viene chiamato tavolo di coordinamento sulla
riconversione dell’impianto Eni di Gela -. Abbiamo deciso di costituire un
tavolo tecnico di lavoro tra Mise, Regione, Comune, Invitalia ed Eni per
definire il piano di riconversione industriale dell’area di Gela mentre il
prossimo 27 gennaio approfondiremo assieme al Ministero del Lavoro il tema
degli ammortizzatori sociali. Infine, sin da subito, assieme al ministero
dell’Ambiente e Regione siciliana, avvieremo tutte le verifiche sullo stato di
avanzamento delle diverse autorizzazioni in materia di Via, bonifica e
demissioning che interessano l’area industriale di Gela”.
Dal canto
suo Crocetta, che non nega le difficoltà, ha convocato un vertice per lunedì
con i rappresentanti dell’Eni, i sindacati, il sindaco di Gela e il prefetto di
Caltanissetta per definire una piattaforma da sottoporre al Ministero del
Lavoro in un incontro già messo in calendario mercoledì prossimo al Mise.
“Quello di ieri a Roma è stato un vertice a tratti molto teso – rivela-. Ho
dovuto persino minacciare clamorose proteste se non fosse stato convocato un
tavolo alla presenza del ministero del Lavoro per concordare interventi di
sostegno al reddito per i lavoratori che rischiano di perdere il posto. Do atto
al sottosegretario Simona Vicari dell’impegno che sta manifestando in questa
vicenda.”
Sul fronte
sindacale da registrare le dichiarazioni di Emilio Miceli, segretario nazionale
della Filctem-Cgil che è tornato, nel corso di un direttivo del sindacato che
si è tenuto a Gela, sulla questione della Green Refinery: “La scommessa di Gela
– ha detto – gira su un punto: si farà o no la bio-raffineria? Se non si farà,
a questo territorio verrà elargita qualche misera compensazione. Ma noi non
siamo quelli delle compensazioni.”
Il Sole 24
Ore 23/1/16
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