Brignano,
che ha molte analogie con quello Usb a Piacenza
è una
critica costruttiva per l’unità di classe necessaria alla lotta
Slai Cobas
sc
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·
Pubblicato: Mercoledì, 27 Gennaio 2016 13:22 sul
sito si cobas
Apprendiamo che l’USB ha indetto a
Piacenza, per domenica 31 gennaio, una manifestazione contro il licenziamento
di 8 lavoratori operanti nel magazzino GLS ed il mancato rinnovo contrattuale
di altri 50 lavoratori a termine.
Secondo l’USB “un gruppo di lavoratori
migranti, da anni attivo nelle lotte per i diritti dei lavoratori della
logistica, viene licenziato perché non si piega alle decisioni dell’azienda”..
Se questo fosse il reale contenuto della vicenda il SICOBAS si unirebbe immediatamente a questa chiamata e, probabilmente, essendo da alcuni anni radicato nel territorio piacentino ed in particolare nei magazzini della logistica, compreso quello della GLS, avrebbe preso l’iniziativa in modo assai più tempestivo.
Se questo fosse il reale contenuto della vicenda il SICOBAS si unirebbe immediatamente a questa chiamata e, probabilmente, essendo da alcuni anni radicato nel territorio piacentino ed in particolare nei magazzini della logistica, compreso quello della GLS, avrebbe preso l’iniziativa in modo assai più tempestivo.
Le cose però stanno diversamente ed il
fatto che la stragrande maggioranza degli operai del magazzino GLS di Piacenza,
dei magazzini GLS delle altre città e del movimento dei lavoratori della
logistica organizzato nel SICOBAS non difenda 6 di questi 8 lavoratori
licenziati ha una ragione squisitamente politica: l’opportunismo. Da tempo
ormai il SICOBAS sta conducendo una battaglia contro quello che la USB
definisce “un sistema senza diritti, nel quale si cerca di cancellare anche la
dignità di chi lavora”. Una battaglia che a colpi di lotte reali ha portato un
crescente spaccato di operai, immigrati in particolare, a riconquistare la
dignità perduta ed una condizione salariale sottratta al super-sfruttamento
capitalistico perpetrato attraverso il “sistema della cooperazione”. Un
percorso virtuoso che mentre univa operai favoriva anche pratiche di
convergenza e ricomposizione di lotta sul piano sindacale tra esperienze
differenti, mettendo al centro non logiche di orticello ma battaglie concrete
tese a collegare sempre più ampi settori di lavoratori per costruire un
rapporto di forza più favorevole. Le piattaforme di lotta nazionali di
SICOBAS/ADLCOBAS e gli accordi quadro con alcuni grandi operatori del settore
(GLS inclusa), che introducono condizioni di miglior favore rispetto al CCNL di
settore, non sono stati partoriti nelle stanze di qualche elite benpensante, ma
sono il risultato di lotte reali che hanno permesso di costruire un rapporto di
forza in grado non solo di migliorare la condizione di vita e di lavoro di uno
spaccato dei lavoratori del settore ma anche un livello di coscienza ed
organizzazione più avanzato che ha fatto della solidarietà proletaria e dello
sciopero le sue armi fondamentali. La GLS è stato il primo gruppo a sottoscrive
un accordo quadro accettando richieste migliorative anche rispetto al CCNL di
settore. Altri grandi gruppi lo ha fatto a poca distanza. Tutto questo è stato
fatto contendendo alla controparte tutti i tentativi di far naufragare questa
battaglia, ivi inclusa la pratica dei licenziamenti pretestuosi per far fuori
le avanguardie di lotta. Attraverso queste lotte tutti hanno “ri-scoperto” la
rilevanza strategica di questo settore che, dopo la produzione, è sicuramente
uno dei più importanti ed intorno al quale ruotano giganteschi progetti di
sviluppo su scala nazionale, continentale ed internazionale ed un giro d’affari
stratosferico. A Piacenza battaglie come quelle alla TNT, alla GLS, all’IKEA …
hanno rappresentato un significativo contribuito allo sviluppo di questo
processo. Un processo virtuoso che soffre (come potrebbe essere altrimenti?)
delle contraddizioni generali e specifiche legate alla condizione operaia. L’opportunismo,
per il SICOBAS, è un terreno di battaglia altrettanto importante quanto quello
dello sfruttamento, perché il suo manifestarsi ed il suo sviluppo lede principi
e prassi fondamentali quali lotta, unità, solidarietà di classe. Mesi prima del
licenziamento degli otto lavoratori alla GLS di Piacenza, alle critiche che il
sindacato ha rivolto ad alcuni delegati in relazione al loro comportamento
opportunista, gli stessi, sentendosi incalzati hanno cercato di smarcarsi nel
modo più becero. In occasione dello sciopero generale del settore del 29-30
ottobre 2015 indetto da SI-COBAS/ADL-COBAS in vista della fase di rinnovo del
CCNL e contro le politiche antiproletarie del governo Renzi, alcuni delegati,
hanno lavorato affinché il magazzino di Piacenza non scioperasse, tentando a
più riprese di non far scioperare le altre piattaforme della GLS, ivi inclusa
quella di Roma dove è presente anche USB. Dopo lo sciopero generale, dove il
solo magazzino GLS di Piacenza non ha partecipato, tutti gli altri hanno
pesantemente criticato questa loro scelta esprimendo seri dubbi sull’onesta dei
delegati che si erano prodigati a sabotare lo sciopero generale. Da lì a poco
si determinò il travaso dell’intero magazzino alla CGIL convincendo, per le vie
brevi e con false motivazioni, gli altri ad aderire. Questa operazione ha
tenuto per poche settimane in quanto la stragrande maggioranza del magazzino è
tornata sui suoi passi isolando la minoranza. Il fatto di sentirsi scoperti ed
intoccabili li ha portati a perdere ogni barlume di ragione e a fargli
commettere altri errori incluso il fatto di passare dalle continue provocazioni
all’aggressione premeditata ad alcuni loro compagni ritenuti colpevoli di
“averli traditi”. Tutti gli otto licenziamenti sono legati alle aggressioni
avvenute nella serata del 22/12/15 che ha determinato, a più riprese,
l’intervento delle ambulanze e della polizia nel magazzino, con un nostro
compagno portato all’ospedale colpito violentemente alla testa con una sedia di
ferro che gli ha fatto perdere conoscenza per diverse ore ed ha fatto pensare
al peggio. Perdendo ogni credibilità ed ogni consenso, escluso quello di
qualche parente ed amico; isolati dai loro compagni di lavoro e di sindacato in
città ed altrove; trovandosi nella mani di una CGIL ormai impotente, messa in
difficoltà dagli eventi che i suoi nuovi iscritti avevano messo in atto, alla
quale rimase solo il fardello di fare le audizioni in sede sindacale
all’indomani dell’aggressione… hanno tentato di fare una marcia indietro. Hanno
chiesto di tornare al SICOBAS, hanno chiesto ai lavoratori degli Hub GLS di
aiutarli scioperando per loro. Bruciati e senza credibilità, la risposta è
stata univoca: siete fuori perché vi siete messi fuori con le vostre mani. L’ultima
spiaggia si chiama USB, arrivata da Roma successivamente alle audizioni fatte,
ai suoi nuovi iscritti, dalla CGIL, per prendere in mano questa splendida
battaglia. I nostri due compagni che hanno subito il licenziamento per colpa
della follia di qualche opportunista li difenderemo a modo nostro, senza fare
di tutta un’erba un fascio, e mai saranno abbandonati dal SICOBAS. Riguardo ai
50 lavoratori a cui è scaduto il contratto informiamo l’USB che in realtà si
tratta di 20 lavoratori a chiamata e 17 part-time per un totale di 37 operai,
che con la ripresa dei volumi successivi allo stacco post natalizio sarà
sicuramente nostra cura favorire nuova possibilità di occupazione.
Il SICOBAS non parteciperà quindi alla
manifestazione indetta dalla USB a Piacenza domenica prossima, mentre
convergerà in massa da varie sezioni del paese alla manifestazione indetta per
sabato 30 gennaio 2015 a Parma contro la repressione delle lotte nella
logistica, contro l'attacco del governo Renzi alle nostre condizioni di vita e
di lavoro e per sostenere l’immediato reintegro dei nostri compagni in lotta
alla Bormioli che hanno tenacia e dignità da vendere e che meritano tutto il
nostro appoggio.
Sindacato Intercategoriale Cobas –
Esecutivo Nazionale
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