Scuola-lavoro, a Genova
polemica sui docenti a lezione in Confindustria
Le ore
obbligatorie nelle aziende, volute da Renzi, non piacciono in molti istituti. E
al Pertini preside nel mirino
di MICHELA
BOMPANI
15 febbraio
2016
Studenti in stage
in azienda: ma è polemica sull'estensione ai docenti
Professori in stage a Confindustria. Il liceo
Pertini di Genova ha aderito al progetto “Stage docenti in azienda” e le
associazioni di genitori e diversi gruppi di insegnanti, legati nella rete Sos
Scuola, si ribellano.«Indottrinano noi, così poi noi indottriniamo meglio i
ragazzi», accusa uno dei docenti del liceo Pertini. Con gli indirizzi Scienze
umane, Scienze umane economico-sociale, Linguistico e Musicale, sulle
barricate, come molte se ne stanno formando nelle scuole superiori genovesi e
liguri contro l'introduzione dell'alternanza scuola-lavoro resa obbligatoria
dalla legge la Buona Scuola . Il preside del Pertini, Alessandro Cavanna, ha
inviato una circolare agli insegnanti, nei giorni scorsi, non soltanto
invitando chi si era già dichiarato disponibile a partecipare al primo
appuntamento dello stage in Confindustria, ma caldeggiando un'adesione più
ampia del corpo docenti. «Ecco come va a finire la scuola pubblica: va a
lezione da Confindustria - attacca Matteo Viviano, responsabile Cogede Liguria,
il coordinamento dei genitori democratici - la gravità di questo fatto sta
tutta nella legge 107, la cosiddetta "Buona scuola" e
nell'introduzione di 200 ore di alternanza-scuola lavoro nei licei e 400 ore
negli istituti tecnici e professionali: obbligatorie. Questo enorme monte-ore
non è aggiuntivo, ma compreso nell'orario: significa che le ore rimangono le
stesse, ma una buona fetta viene sottratta alla didattica per mandare i ragazzi
in azienda». Il progetto Confindustria-Ufficio scolastico regionale, che
prevede lo "Stage docenti in azienda" è attivo da diversi anni, ma
l'introduzione dell'alternanza scuola-lavoro con la legge 107 ha fatto cambiare
idea a molti sull'operazione ed ha fatto da detonatore per i malumori che già
montavano tra i docenti delle scuole secondarie di secondo grado di Genova. «A
dover organizzare gli stage in azienda - aggiunge Viviano - non deve certo
essere Confindustria, ma il dirigente, almeno secondo la legge, e qui pare che
i ruoli si stiano confondendo troppo. Dovrebbe essere il dirigente a
selezionare una serie di aziende, con cui siglare convenzioni su determinati
progetti e poi cominciare a inviare i ragazzi. E il ruolo di Confindustria
semmai potrebbe essere consultivo. La situazione è sempre più grave. Non solo i
docenti non possono più contare sulle proprie ore di didattica frontale,
scippate dal tempo che i ragazzi passeranno in stage, ma pure vengono spediti a
formarsi, anziché aggiornarsi sulle proprie competenze, direttamente a
Confindustria». I mal di pancia, al Pertini, si diffonde e non è un male di
stagione, anche perché sta dilagando tra licei e istituti tecnici e
professionali, in cui le ore da svolgere in stage sono addirittura il doppio. E
nei corridoi di Confindustria, si sussurra che anche le aziende, alla fine, non
siano del tutto entusiaste di "dover" accogliere stagisti così
giovani ed inesperti. «I ragazzi e le famiglie vengono scippati di ore di
didattica con l'alternanza scuola-lavoro - attacca Viviano, che sta lavorando
da mesi anche come membro del comitato referendario nazionale che elabora
quattro quesiti proprio sulla scuola - uno dei referendum sarà dedicato proprio
all'alternanza, che chiediamo sia sganciata dall'obbligo e ne vengano ridotte
drasticamente le ore». Altro nodo della novità introdotta dalla 107 e
contestata dal Cogede è la gratuità con cui gli studenti saranno impiegati
nelle aziende: «In Francia, in Germania, dove esiste l'alternanza
scuola-lavoro, ai ragazzi viene comunque corrisposto un piccolo compenso,
simbolico, ma importante perché altrimenti dobbiamo parlare di sfruttamento
minorile e i ragazzi si abituano a venire sfruttati. Ad aprile partirà la
raccolta firme per il pacchetto referendario».
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