Il sistema
operativo WCM (World Class Manufacturing) affronta le problematiche, siano esse
manutentive, logistiche, qualitative, di sicurezza, organizzative, di
organizzazione del posto di lavoro, sulle base della loro incidenza
economica. Le attività sono orientate alla realizzazione di progetti i cui
obiettivi sono: zero difetti, zero guasti, zero incidenti e zero scorte,
finalizzate ad una generale riduzione dei costi dello stabilimento.
La ricerca
del miglioramento continuo della produttività e dell’eccellenza operativa,
rappresentata dal sistema operativo WCM , impone di concentrare le azioni
dell’operaio sulle attività che trasformino il prodotto piuttosto che sulle
azioni accessorie. Queste ultime hanno infatti il solo scopo di creare le
condizioni per eseguire le azioni produttive. Le cosiddette attività a non
valore aggiunto sono per lo più rappresentate dagli spostamenti del corpo
per raggiungere i componenti da assemblare o gli attrezzi, da controlli
estetici o verifiche funzionali, da attività gestionali (letture documenti e
istruzioni) e così via. Tutte azioni di cui l’azienda farebbe volentieri a
meno perché costano ma non trasformano il prodotto .
La parola
World Class Manufacturing per gli operai della Sata è quasi un incubo. È un
piano che prevede una organizzazione della fabbrica partendo da due aspetti:
“Just in time” ed il coinvolgimento degli operai. Contestualmente il piano
prevede anche una sensibile riduzione dei “fattori di riposo”, ovvero la zona
pause (come detto) e il tempo per la mensa. L’obiettivo del piano è ridurre al
minimo le scorte di magazzino, lavorando quindi “in time” e allineando la
produzione alla richiesta di mercato. Ma è anche un piano per controllare
ritardi, errori e situazioni sgradevoli in tempo reale su ogni punto della
linea.
Ne deriva un
sistema dalla flessibilità non prevedibile, con gli operai stessi che devono
risolvere eventuali problemi. In quest’ottica quindi lavorare di squadra, come
un pit-stop, nelle fasi di costruzione delle auto è fondamentale per ridurre a
zero i tempi morti.
ERGO-UAS è
un sistema di progettazione e misurazione del lavoro pensato per la definizione
di
– analizza e
definisce la sequenza di movimenti necessari per eseguire un compito lavorativo
utilizzando un set di movimenti base di riferimento (prendere e piazzare,
azionare, maneggiare un attrezzo ecc.) di cui è noto un tempo standard di
riferimento predeterminato;
– misura il
livello di stress fisico (carico biomeccanico) causato dai movimenti richiesti;
– incrementa
i tempi per compiere i movimenti e genera pause per il lavoratore in base al
livello di fatica.
ERGO-UAS
misura e controlla la fatica del lavoratore, ossia il carico biomeccanico sul
sistema muscolo scheletrico tendineo.
“Grazie al
“sistema Ergo Uas” - racconta un'operaia - tutto il materiale ci arriva
direttamente in postazione su carrellini trainati dai robot automatizzati che
spesso perdono pezzi per strada o si fermano e non vogliono saperne di
ripartire. Loro non sentono le minacce dei capi, decidono di non lavorare più e
così è se vi pare. Le operazioni sono tutte cronometrate e le postazioni
saturate; in teoria dovremmo star ferme ad assemblare comodamente tutto ciò che
ci arriva ma in realtà si cammina, anzi, si insegue la linea e ci si
“imbarca”, ossia ci si allontana sempre di più dai confini della postazione
disegnati sul pavimento. Basta un qualunque imprevisto, una vite sfilettata o
un semplice starnuto, per rendere spasmodica la risalita”.
PERCHE’
ERGO-UAS
Per il
capitale, in un contesto competitivo come quello dell’auto (ma il ragionamento
è valido per quasi tutti i settori) è fondamentale utilizzare un sistema di
definizione dei tempi di lavoro che sia solido e trasparente. Solido perché
deve essere oggettivamente collegato alle azioni richieste al lavoratore: data
una certa azione infatti ne consegue un tempo di esecuzione certo ed equo.
Trasparente perché il tempo di esecuzione complessivo è frutto di aggregazioni
di fasi di lavoro di cui è noto il singolo tempo di esecuzione. Questo tempo a
sua volta è frutto di aggregazioni sottostanti (operazioni, sotto-operazioni
ecc.) fino a raggiungere la più piccola unità in cui il lavoro può essere
scomposto: il movimento elementare.
Il metodo
Ergo Uas consente di spingere al massimo la cadenza della linea e di ridurre le
pause fino al massimo consentito dalla fisiologia umana.
Teoricamente
la metodologia ERGO-UAS dovrebbe consentire di valutare il rischio da
sovraccarico biomeccanico di tutto il corpo, mediante un sistema molto sofisticato,
in modo da definire il tempo esatto che una certa funzione richiede e il tempo
di riposo necessario per evitare di pesare sulla salute degli operai.
In realtà
tale metodo ha il solo obiettivo di far lavorare di più gli operai, riducendo i
tempi morti o quelle operazioni “a non valore aggiunto”, pesando alla fine
moltissimo sulla salute.
Il sistema
Ergo Uas introduce una maggiore scientificità rispetto al sistema Tmc2:
l’oggetto e lo scopo sono sempre quelli: come e quanto la Fiat deve far
lavorare gli operai per aumentare la produttività; tradotto in termini poveri: fino
a quando e fino a quanto si può spremere un operaio perché garantisca il
massimo del pluslavoro, senza morirvi. Col sistema Ergo Uas viene stabilito
un rapporto tra la misurazione dei tempi alla catena di montaggio e l’effetto
che movimenti, sforzi e posizioni provocano sulla struttura
muscolo-scheletrica. Sulla base di questo sistema verranno calcolati i tempi di
pausa: “più alto sarà il carico in riferimento ad una determinata operazione,
più lungo sarà il recupero o il tempo necessario per compierla”.
Anche
volendo accettare il rapporto tra misurazione dei tempi di lavorazione ed
effetti sulla salute, i tempi di pausa dovrebbero già essere piuttosto
aumentati che ridotti – visto che il più “sano” degli operai alla Fiat Sata
soffre già almeno di un problema muscolo-scheletrico, che 2000 operai hanno
subito danni fisici irreversibili e 300 sono con Ridotte Capacità Lavorative a
causa dei ritmi e carichi di lavoro. Invece le pause vengono ridotte a
prescindere!
Il
risultato, quindi, dell’applicazione dell’Ergo Uas non è affatto una maggiore
attenzione del rapporto tra metrica del lavoro e effetti sulla salute dei
lavoratori – come viene presentato dalla Fiat - ma un aumento dei ritmi produttivi
e un aumento dell’attacco alla salute.
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