venerdì 5 febbraio 2016

5 febbraio - La protesta dei lavoratori Kamila/Brignano sull'Eco di Bergamo



Si arrampicano sulle impalcature
Lavoratori chiedono incontro al prefetto
Si sono arrampicati, in via Camozzi a Bergamo, sulle impalcature del grattacielo Rinaldi in fase di ristrutturazione per protestare perché, secondo la loro posizione, il prefetto avrebbe negato un nuovo incontro, che era stato promesso, dopo un primo tavolo sulla vertenza lo scorso 7 gennaio.
Sono i lavoratori del magazzino Kamila (Italtrans) di Brignano che movimentano le merci del supermercato Tigross del gruppo Agorà. Venerdì 5 febbraio avrebbero voluto vedere il prefetto per continuare il tavolo di lavoro teso a garantire i posti di lavoro, ma non è stato così. Ecco il perché della protesta, con tanto di striscione: «Prefetto vergogna». Sul posto Digos e carabinieri.
Ecco il comunicato del sindacato Slai Cobas che sta seguendo la vertenza. «Dietro le merci che trovate nei supermercati, ci sono i lavoratori dei grandi magazzini della logistica, che operano dietro le quinte della grande distribuzione. Infatti grazie al sistema del subappalto a consorzi e a cooperative di facchinaggio, le grandi catene di supermercati realizzano guadagni milionari sulla loro pelle».

In questo modo, i padroni dei supermercati hanno migliaia di uomini che lavorano per loro, ma che ufficialmente non risultano, perchè sono dipendenti di cooperative, che non danno tutele sui diritti, sul lavoro, sul salario. È il vecchio sistema del caporalato, diventato legale sotto il nome di cooperativa».
«È un sistema, che con il Jobs/Act del governo Renzi/Poletti, si sta allargando a tutti i lavoratori. È contro questo sistema schiavistico che da mesi lottano i lavoratori del magazzino Kamila (Italtrans) di Brignano, dove si movimentano le merci che trovate ogni giorno sugli scaffali del supermercato Tigross del gruppo Agorà. Un lavoro che non ha orari e dove ci si rompe la schiena spostando migliaia di colli ogni giorno a cottimo».
«Col sindacato Cobas, da mesi, con scioperi, manifestazioni, incontri in Prefettura, esposti agli organi di controllo (che hanno già accertato pesanti mancanze di sicurezza e pericolo per la salute), chiedono, la garanzia del posto di lavoro, ma anche che venga rispettata la loro dignità. Con un lavoro senza condizioni e ritmi bestiali, in cui i diritti non vengano calpestati ogni giorno con discriminazioni, intimidazioni e licenziamenti che colpiscono, guarda caso, proprio gli iscritti del sindacato».
«Per questo, mentre acquistate un pacco di pasta o un barattolo di marmellata, vi chiediamo di essere solidali con questi lavoratori, di pensare al sistema di sfruttamento che ci sta dietro».
Il clima tra i lavoratori si è fatto sempre più incerto a partire da metà settembre, quando la Kuehne Nagel ha ceduto il ramo d’azienda alla piattaforma logistica Kamila, detenuta al 55% da un network di supermercati chiamato Agorà Network e al 45% da una società legata a Italtrans
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