domenica 20 marzo 2016

20 marzo - In Val D'Aosta i padroni inquinano impunemente



Châtillon, possibili contaminazioni causate da rifiuti speciali vicino alla stazione
Via alle analisi dopo il sequestro della Forestale. La Regione: “Serve una messa in sicurezza d’emergenza”.


In basso a destra l’area dove viene indicata la potenziale contaminazione da rifiuti speciali di origine industriale
19/03/2016
daniele mammoliti
chatillon
«Potenziale contaminazione». Serve una «messa in sicurezza d’emergenza» per un’area nei pressi della stazione ferroviaria di Châtillon dove quasi due anni fa sono stati ritrovati, seppelliti, rifiuti speciali di origine industriale.
La pratica potrebbe portare a un processo di bonifica e l’11 marzo la Regione, con un provvedimento dirigenziale, ha avviato le pratiche per un «piano di caratterizzazione», cioè un’analisi del terreno e del sottosuolo per valutare il problema. Tutto è iniziato il 9 maggio 2014 quando la Forestale ha rilevato la «giacenza di vari rifiuti da demolizione composti da calcinacci, miscele bituminose, piastrelle di colore azzurro semirotte, plastici, tubi neri, cementizi, calcestruzzo, mattoni autobloccanti di colore grigio e di colore rosso, pietrame e terrosi, tombini arrugginiti e ferrosi vari». Materiali «presumibilmente riconducibili all’attività della società Montefibre», un tempo operante a Châtillon. Lo stesso giorno la Forestale ha disposto il sequestro dell’area, divenuta negli anni precedenti deposito dell’azienda edile Mc di Antonio Cordisco. Il 15 luglio 2014 il presidente della Regione ha firmato un’ordinanza con «disposizioni urgenti per la presentazione del piano della caratterizzazione» dell’area, ma l’azienda di Cordisco ha presentato ricorso al Tar per annullarla. Il giudice amministrativo, nell’agosto 2015, dà ragione alla Regione: dovrà essere la ditta edile a dover «porre in essere le necessarie procedure operative e amministrative finalizzate alla verifica o meno dell’avvenuto superamento dei valori di concentrazione soglia di contaminazione delle aree interessate dalla presenza di rifiuti». Una settimana fa il provvedimento dirigenziale che avvia il piano di caratterizzazione: «I rifiuti dovranno essere inviati a recupero presso un impianto autorizzato, raggruppati per categorie omogenee» e «dovrà essere conservata una aliquota dei campioni di terreno prelevati nella proprietà Cordisco per un’eventuale analisi dei metalli». Inoltre, se le acque sotterranee risulteranno contaminate «si potrà procedere al campionamento del pozzo presente nell’area di proprietà Structure VdA presso l’ex stabilimento Tecdis».


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