Châtillon, possibili contaminazioni causate da rifiuti
speciali vicino alla stazione
Via alle
analisi dopo il sequestro della Forestale. La Regione: “Serve una messa in
sicurezza d’emergenza”.
In basso a
destra l’area dove viene indicata la potenziale contaminazione da rifiuti
speciali di origine industriale
19/03/2016
daniele
mammoliti
chatillon
«Potenziale contaminazione». Serve una «messa in
sicurezza d’emergenza» per un’area nei pressi della stazione ferroviaria di
Châtillon dove quasi due anni fa sono stati ritrovati, seppelliti, rifiuti
speciali di origine industriale.
La pratica potrebbe portare a un processo di
bonifica e l’11 marzo la Regione, con un provvedimento dirigenziale, ha avviato
le pratiche per un «piano di caratterizzazione», cioè un’analisi del terreno e
del sottosuolo per valutare il problema. Tutto è iniziato il 9 maggio 2014
quando la Forestale ha rilevato la «giacenza di vari rifiuti da demolizione
composti da calcinacci, miscele bituminose, piastrelle di colore azzurro semirotte,
plastici, tubi neri, cementizi, calcestruzzo, mattoni autobloccanti di colore
grigio e di colore rosso, pietrame e terrosi, tombini arrugginiti e ferrosi
vari». Materiali «presumibilmente riconducibili all’attività della società
Montefibre», un tempo operante a Châtillon. Lo stesso giorno la Forestale ha
disposto il sequestro dell’area, divenuta negli anni precedenti deposito
dell’azienda edile Mc di Antonio Cordisco. Il 15 luglio 2014 il presidente
della Regione ha firmato un’ordinanza con «disposizioni urgenti per la
presentazione del piano della caratterizzazione» dell’area, ma l’azienda di
Cordisco ha presentato ricorso al Tar per annullarla. Il giudice
amministrativo, nell’agosto 2015, dà ragione alla Regione: dovrà essere la
ditta edile a dover «porre in essere le necessarie procedure operative e
amministrative finalizzate alla verifica o meno dell’avvenuto superamento dei
valori di concentrazione soglia di contaminazione delle aree interessate dalla
presenza di rifiuti». Una settimana fa il provvedimento dirigenziale che
avvia il piano di caratterizzazione: «I rifiuti dovranno essere inviati a
recupero presso un impianto autorizzato, raggruppati per categorie omogenee» e
«dovrà essere conservata una aliquota dei campioni di terreno prelevati nella proprietà
Cordisco per un’eventuale analisi dei metalli». Inoltre, se le acque
sotterranee risulteranno contaminate «si potrà procedere al campionamento del
pozzo presente nell’area di proprietà Structure VdA presso l’ex stabilimento
Tecdis».
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