"Quelle coperture in
amianto da rimuovere"
"Nessuna
criticità", dicono Aso e Regione, per le coperture in amianto sui tetti
dell'ospedale infantile di Alessandria. Ora il tema verrà affrontato dalla
consulta delle associazioni no profit, presieduta da Pier Luigi Cavalchini
ALESSANDRIA
- "Nessuna criticità". Gli enti rassicurano ma quelle coperture
in amianto sui tetti dell'ospedaletto "vanno rimosse". Lo dice la Regione,
nel piano Amianto, lo chiede la consulta delle associazioni ambientaliste
di volontariato di Alessandria. Alcuni coperture dei tetti dell'ospedale
infantile sono in eternit, materiale bandito dagli anni Novanta. L'Aso,
azienda ospedaliera, ha presente la questione, ma non ci sono indicazioni sui
lavori di rimozione e sostituzione.
"In riferimento alla copertura del tetto del presidio Infantile, si comunica che l’Azienda Ospedaliera effettua una stima del rischio periodica, a seguito della quale viene stilata una relazione sullo stato di conservazione inviata allo Spresal. Tale verifica viene effettuata da esperti e riguarda l’indice di degrado e l’indice di esposizione; anche l’ultima verifica di ottobre non manifesta evidenze di criticità", si limitano a dire dalla direzione. A mettere a nudo la problematica era stata la recente mappatura, ancora in corso, effettuata da Arpa Piemonte che attraverso un sistema di telerilevamento ha censito oltre 124 mila punti in tutta la Regione, rilevando 11.726 casi nella sola provincia di Alessandria. Il passo successivo al telerilevamento, è la verifica sul campo. I tecnici Arpa hanno riscontrato 6.257 punti in cui la copertura era effettivamente costituita da materiale in eternit. Di questi 1.264 punti sono già stati bonificati, altre interventi sono in corso.
All'infantile, le coperture sono ancora presenti e non è dato sapere quando saranno rimosse. Esiste tuttavia un piano di controllo con sopralluoghi periodici per tenere monitorato lo stato di salute della coperture, le quali sono considerate pericolose solo in caso di sfaldamento.
"Come Arpa – spiega il direttore Alberto Maffiotti – abbiamo effettivamente rilavato la presenza di coperture in amianto. Non siamo stati tuttavia interessati dall'Aso per effettuare controlli specifici".
Arpa, in genere, interviene su segnalazione di enti pubblici o privati e redige una relazione. Spetta poi il Comune ad intervenire con ordinanze per intimare la rimozione in caso di pericolo, per quanto riguarda i privati. Per gli enti pubblici, compresi gli stessi edifici comunali, spetta a questi mettere a bilancio le risorse per la bonifica. La Regione, dopo l'approvazione del piano amianto, lo scorso marzo, ha previsto delle risorse: l'ultima tranche in ordine di tempo è di 1,1 milioni assegnati a consorzi di comuni per la raccolta, il trasporto e lo smaltimento di manufatti contenenti asbesto. Alessandria non è contemplata tra i beneficiari. La vicenda Ospedaletto è parallela al lavoro di ricognizione, sempre in regione, delle strutture ospedaliere da alienare o ammodernare. "Siamo consapevoli della problematica – dice il presidente della commissione Sanità Domenico Ravetti – e non riguarda solo Alessandria. A breve chiederò una relazione completa delle presenza di amianto nelle strutture delle Asl. E' bene che siano sotto costante controllo ma è altrettanto evidente che occorre programmarne la rimozione". Pier Luigi Cavalchini dell'associazione Pro-Natura chiede però, a questo punto, di vederci chiaro: "metteremo la questione della bonifica all'ordine del giorno della prossima riunione della consulta comunale della associazioni No profit, di cui ne sono il presidente. Eravamo, come Pro natura, a conoscenza della presenza di amianto e ci hanno assicurato che la copertura è sotto controllo. A questo punto, però, va rimossa".
(si
ringrazia Michelangelo Serra per l'immagine)
27/06/2016
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