Bloccati i pullman dei
lavoratori. Ecco lo Stato Penale all’opera
Nella foto, uno dei pullman bloccati dalla polizia
questa mattina alle porte di Roma. Balza agli occhi che gli occupanti dei
pullman sono lavoratori, in particolare Vigili del Fuoco. Sabato scorso hanno
bloccato i pullman dei manifestanti perchè temevano l'arrivo dei black block al
corteo contro il vertice dell'Unione Europea. Hanno fermato e rinchiuso
arbitrariamente in una caserma di periferia tutto il giorno 150 persone per la
"loro appartenenza ideologica". Questa mattina hanno fermato 9 pullman
di lavoratori e lavoratrici precari che stavano venendo a Roma per una
manifestazione sindacale della Usb. Sarà per la "loro appartenenza
sindacale"? Adesso basta! Questo clima di intimidazione, assedio e stato
di polizia non può e non sarà accettato. A meno che non venga dichiarato
l'inizio dello Stato Penale. Ma allora tutto cambia.
I lavoratori Lsu della Campania, bloccati, sono
risuciti infine ad arrivare con tre ore ritardo alla manifestazione sindacale
che li attendeva in piazza. GUARDA IL VIDEO
Una serie di fatti accaduti negli ultimi
giorni ripropone con forza ed urgenza il problema della repressione e
dell'utilizzo di polizia e carabinieri nella normale dialettica sociale in
Italia. Un problema che è prima di tutto politico e che implica una valutazione
sul livello di democrazia che si vive nel paese prima ancora che sui singoli
eventi.
Il Ministro Minniti è l'artefice primo di
tale svolta autoritaria ma è del tutto evidente che è l'intera compagine
governativa che è ormai in piena crisi politica e non riesce a gestire una fase
delicata e difficile nella quale i diktat dell'Unione Europea, della BCE e
della grande finanza internazionale si fanno sempre più stringenti, aumenta la
disoccupazione e le condizioni di una larga parte della popolazione si fanno
sempre più pesanti dal punto di vista della sostenibilità economica e sociale. Si ricorre quindi al manganello e ai
blindati da mandare in piazze colme di lavoratori, si fermano pullman
sull'autostrada, si procede a fermi e a riconoscimenti immotivati, si tenta di
provocare scontri con i manifestanti per poi giustificare repressione, fogli di
via ed arresti. Solo negli ultimi giorni
si sono succeduti alcuni eventi gravi e preoccupanti.
Si è iniziato nei giorni precedenti la
manifestazione del 25 marzo con una campagna “terroristica” di partiti,
istituzioni e stampa che preannunciava scontri di piazza, black-bloc, e una
messa a fuoco della città che non c'è stata. C'è stata invece una pacifica
manifestazione di Eurostop con uno schieramento di "forze
dell'ordine" mai visto, ci sono stati pullman fermati sull'autostrada e
centinaia di manifestanti riconosciuti e portati nel CIE di Tor Cervara, c'è
stato un percorso circondato minacciosamente con blindati e poliziotti, c'è
stato alla fine un corteo spezzato in due con un intervento del tutto
immotivato sperando in una reazione che non c'è stata. Poi attivisti della NO TAV, tra i quali
Nicoletta Dosio, in un clima esasperato di continua repressione, sono stati
condannati per aver difeso la loro terra dalla speculazione e dalla distruzione
ambientale.
In questi giorni a Melendugno in Puglia
una manifestazione con donne, bambini e sindaci che protestavano per l’espianto
degli ulivi e la realizzazione del gasdotto Tap sono stati brutalmente
aggrediti dalle forze di polizia. Ieri durante una manifestazione sindacale nello
stabilimento della Coca Cola di Nogara alla quale partecipavano i lavoratori
della logistica in lotta contro i licenziamenti, le loro mogli e i loro figli,
alcune guardie private hanno usano pistole elettriche per disperdere i
manifestanti e ferendone alcuni.
La notte scorsa a Roma sono stati
effettuati fermi, perquisizioni e provvedimenti cautelari nei confronti di
militanti antifascisti sembrerebbe per fatti risalenti a un anno fa. Oggi, 30 marzo, in occasione dello
sciopero dei precari della pubblica amministrazione indetto da Usb si è svolto
un presidio presso Palazzo Vidoni. Molti pullman che portavano manifestanti a
Roma sono stati fermati dalla polizia. Riconosciuti e fotografate le
lavoratrici ed i lavoratori quasi fossero pericolosi delinquenti, mentre
centinaia di carabinieri e agenti di polizia con caschi, scudi e tanti blindati
hanno accerchiato i manifestanti a Palazzo Vidoni. Sono tutti fatti gravi e assolutamente
inaccettabili, fuori da ogni logica democratica e che ricordano altri decenni e
anche infausti "ventenni" per il nostro paese. Pensare di poter ridurre le vertenze
sindacali, gli scioperi e le manifestazioni a problemi di ordine pubblico
dimostra l'assoluta mancanza di volontà politica di affrontare i problemi
sociali e una sempre più marcata caratterizzazione autoritaria di questo
governo e della gestione del paese. Il Ministro Minniti ha evidentemente l'intenzione di
imprimere un ulteriore forte restringimento delle libertà democratiche per
nascondere con la repressione poliziesca ed una vergognosa campagna mediatica,
l'estrema debolezza politica del governo e la forte ventata di autoritarismo
che sta investendo l'intero paese. Abbiamo chiesto alle forze politiche e parlamentari di
prendere parola contro tale assurdo ricorso alla repressione ma è chiaro che
soltanto una ferma e determinata mobilitazione generale potrà impedire che i
problemi politici e sociali si affrontino con blindati e manganello.
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