Caro Operai Contro,
la Fiom comunica che a Mirafiori aumentano gli esuberi. A Melfi da oltre
due mesi è ripartita la cassa integrazione con operai trasferiti a Termoli. A
Pomigliano centinaia di operai in cassa integrazione sono costretti da mesi in
trasferta a Cassino, mentre quelli di Cassino rimangono in cassa integrazione.
E’ solo un cenno alle note situazioni fra le più gravi e stridenti per gli
operai della Fca in Italia, ex Fiat. Mi chiedo cosa debba succedere perché il
sindacato decida mobilitazioni e iniziative, appropriate alla gravità delle
situazioni. E mi rispondo se quella “flemma” dell’azione sindacale di cui
parlano alcuni lettori nelle loro corrispondenze, non sia una “flemma”
interessata. O meglio una “flemma” non frutto di pazienza, o del tentativo di
convincere il padrone a cambiare posizione “a bocce ferme”, bensì una “flemma”
dettata da interessi materiali di elementi dell’aristocrazia operaia,
disseminati nell’apparato sindacale, dentro e fuori la fabbrica. Mi chiedo
anche come sia possibile a Mirafiori, sedersi al tavolo con il padrone il
quale, mentre ottiene altra cassa integrazione e contratti di solidarietà, ti
comunica che gli “esuberi” passano da 867 a 1.245!
Come si può trattare,
concedere ammortizzatori sociali davanti a una lista di proscrizione di esuberi
sempre più lunga, quando “esuberi” è risaputo che è il timbro dei
licenziamenti? La Fiom prende atto che a Mirafiori, mentre l’occupazione è
diminuita ancora di 46 lavoratori, scendendo da 3.796 a 3.750 occupati, i
lavoratori coinvolti nei contratti di solidarietà salgono da 1.791 a 2.110. La
riduzione media dell’orario di lavoro sale dal 48% al 59%, “così come gli
esuberi salgono da 867 a 1.245”, ossia gli esuberi crescono del 44%. Scusate se
è poco. Ho fatto l’esempio di Mirafiori per restare alla Fca, ma succede un po’
ovunque. A prescindere dal numero, se il padrone si presenta con liste di
proscrizione di operai, bollandoli “esuberi”, il sindacato deve rifiutarsi di
discuterne. Non ci si oppone ai licenziamenti, portando in “dote” gli operai che
il padrone ha bollato come esuberi, e che Marchionne alla Fca aumenta da una
trattativa all’altra.
Saluti O. V.
Allego
articolo da La Stampa 14/09/2017
La Fiom: aumentano i contratti di solidarietà alle
Carrozzerie di Mirafiori, crescono gli esuberi «I contratti di solidarietà alle
Carrozzerie di Mirafiori sono in aumento e «il numero degli esuberi è in
crescita». Lo sostiene la Fiom dopo l’incontro sull’avvio, dal 28 settembre,
dei prossimi 6 mesi di contratto di solidarietà. «Le notizie – afferma la Fiom
– non sono buone: a fronte di un organico che scende da 3.796 a 3.750, i
lavoratori coinvolti dalla solidarietà passano da 1.791 a 2.110, la percentuale
media di riduzione dell’orario di lavoro cresce dal 48% al 59%, così come gli
esuberi salgono da 867 a 1.245. Inoltre è previsto che gli addetti al Levante,
non coinvolti dalla solidarietà, siano però interessati, per la prima volta
dall’avvio del Suv Maserati, da una settimana di cassa integrazione ordinaria
dal 16 al 20 ottobre, senza escludere altre fermate successive. «Il quadro che
ci è stato prospettato oggi – dichiarano Federico Bellono, segretario
provinciale della Fiom-Cgil, e Ugo Bolognesi, responsabile delle Carrozzerie di
Mirafiori – non è per nulla tranquillizzante. Una cosa è certa: solo un
investimento nuovo e in tempi brevi può dare prospettive al cosiddetto polo del
lusso torinese e a tutti i suoi lavoratori. Il tempo non è un fattore
secondario, perché non è per nulla scontato che tra un anno ci sia ancora
disponibilità di ammortizzatori sociali. Chissà se le notizie di oggi
riusciranno a scuotere un’opinione pubblica, innanzitutto torinese, tutta
concentrata sui risultati finanziari di Fca e molto distratta sugli
investimenti produttivi». «Serve un nuovo modello per Mirafiori» hanno ribadito
dal canto loro Fim e Uilm torinesi dopo l’incontro per la proroga dei contratti
di solidarietà alle carrozzerie. «Abbiamo chiesto di siglare sei mesi di
solidarietà anziché un anno per consentire più approfondite verifiche sul
futuro di Mirafiori perché non è più rinviabile l’assegnazione del secondo
modello. Fca deve sciogliere il nodo se sarà un modello Alfa o Maserati, anche
in collaborazione con lo stabilimento di Grugliasco», dice Claudio Chiarle,
segretario generale della Fim Torino e Canavese. «È necessario -osserva – avere
al più presto un incontro a livello nazionale con l’ad Marchionne per discutere
il futuro modello a Mirafiori per dare certezza e continuità occupazionale e
produttiva». «Siamo consci del fatto che ci stiamo avvicinando alla scadenza
degli ultimi ammortizzatori disponibili, dato il regime restrittivo del Jobs
Act. È quindi arrivato il momento che le enunciazioni dell’amministratore
delegato mettano gambe, per garantire la piena occupazione nel 2018», dichiara
il segretario generale della Uilm di Torino Dario Basso.
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