Paderno Dugnano, resta lo
spettro della riapertura di Eureco
No del Tar, ma l'azienda fa ricorso. Il comitato
vittime al sidaco Sala: "Mai più, per rispetto dei morti"
di DANIELA
SALERNO
Pubblicato
il 23 novembre 2017
Paderno
Dugnano, 23 novembre 2017 - Il Comune di Paderno Dugnano si è costituito
in giudizio al Consiglio di Stato contro il ricorso alla sentenza
del Tar che bloccava di fatto l’autorizzazione rilasciata dalla Città
Metropolitana all’apertura di una nuova azienda di stoccaggio rifiuti a
Paderno Dugnano. In un primo momento sembrava che a fianco dell’azienda, la
Tecnologia&Ambiente, ci fosse anche la Città Metropolitana, ma ieri gli
uffici hanno comunicato la decisione di non “accompagnare” la società in questa
battaglia legale.
«Mi aspettavo il ricorso dell’azienda, che sta provando a
tutelare i propri interessi», commenta il sindaco Marco Alparone,
seguito dai cittadini che fanno parte del comitato a sostegno delle vittime
dell’Eureco: i quattro operai che nel novembre del 2011 morirono nell’esplosione
che sconvolse l’Italia intera. L’azienda, con sede a Palazzolo a due
passi dalla superstrada Milano-Meda, trattava rifiuti urbani anche
pericolosi. Dopo la condanna a cinque anni di carcere per omicidio
colposo al titolare Giovanni Merlino sembrava che l’incubo fosse finito, ma
lo spettro di una nuova apertura non permette ancora di dormire sonni
tranquilli ai residenti. Il Comune i cittadini si sono da sempre opposti a
un nuovo insediamento industriale e grazie al ricorso presentato dal Comune e
da Medicina Democratica le autorizzazioni rilasciate dalla Città Metropolitana
erano state annullate. «Avevamo più volte incontrato anche il sindaco
Giuseppe Sala per spiegargli la nostra situazione – svela Lorena Tacco,
la rappresentante del comitato che in questi mesi ha sostenuto i lavoratori
dell’Eureco e le famiglie delle vittime –. Bisogna rispettare quel luogo e non
si possono dimenticare i morti rilasciando nuove autorizzazioni a un’azienda
così simile».
«La Città Metropolitana aveva notificato
prudenzialmente il ricorso in appello per il rispetto dei termini prescritti
dalla legge a pena di decadenza – hanno spiegato dagli uffici milanesi –.
L’istruttoria, che è stata svolta nel frattempo, ha evidenziato che non ci sono
però sostanziali motivazioni per proseguire nel giudizio, per cui la Città
Metropolitana non depositerà il ricorso. Tutto ciò anche in coerenza con quanto
già deciso di non costituzione nel ricorso promosso dall’azienda». Ora resta
l’opposizione al ricorso presentato dall’azienda, che oggi non si dà per vinta.
Sulla questione l’attenzione della comunità padernese è molto alta e già il
Comitato a sostegno delle vittime sta pensando a diverse iniziative volte a
smuovere sul tema l’opinione pubblica e a chiedere maggiori controlli nell’area.
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