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CONTAGIATI NELLA SANITÀ
DECINE
E DECINE DI MORTI
12%
DEGLI OPERATORI CONTAGIATI A LIVELLO NAZIONALE
A
BERGAMO ALCUNE STRUTTURE RAGGIUNGONO IL 30%
TUTTI
LAVORATORI MANDATI
ALLO SBARAGLIO,
SENZA MEZZI, SENZA ISTRUZIONI. MEDICI
ED INFERMIERI TRASFORMATI IN VEICOLO DI CONTAGIO INVOLONTARI TRA
PAZIENTI COLLEGHI E FAMILIARI.
PERCHÈ
NEGLI ANNI PRECEDENTI, LOMBARDIA IN TESTA, LA PREVENZIONE È STATA
AZZERATA NELLA SANITÀ PRIVATIZZATA E
NEL PUBBLICO PIEGATO ALLA LOGICA DEL PROFITTO.
CI
SIAMO SEMPRE PRESI CURA DEI NOSTRI PAZIENTI. CONTINUIAMO A FARLO E LO
FAREMO ANCORA AD EMERGENZA FINITA.
I NUMERI PERO' CI DICONO CHE LAVORARE
NON BASTA. DOBBIAMO
REAGIRE ADESSO,
PER NON MORIRE, PER
UNA SANITA' MIGLIORE E PIU' IN GENERALE PER UNA SOCIETA' MIGLIORE.
NELLE
VOCI DEI COLLEGHI, IN UNA SORTA DI RIUNIONE VIRTUALE, ANCHE QUANDO SI
RIFERISCONO AI PICCOLI EPISODI QUOTIDIANI, ABBIAMO TROVATO LO SBANDO
DELLA SANITÀ, LA RABBIA NELLE CORSIE E NEI PRONTO SOCCORSO, CHE
RISCHIA DI RESTARE UNO SFOGO, SE NON AGIAMO ORA !!!
“Le
direttive cambiano di giorno in giorno, ma
non al servizio dei lavoro.
Per l’immagine, per i
pazienti/clienti. Ci è
stato vietato l'uso delle mascherine, benché disponibili,
definendole
inutili. Poi ci hanno dato quelle chirurgiche per due giorni, quelle
si, inutili. Poi ce le hanno vietate nuovamente ed ora invece ci
impongono una vestizione rigida, con
protezione completa...
“Ci
istruiscono a cambiarci ad ogni paziente, ma cosi' facendo a metà
mattina i DPI scarseggiano ed ecco che le direttive diventano meno
rigide e si finisce con il cambiarsi ogni tanto, quando c'è tempo,
in modo da razionare i materiali”.
Un’altra
cosa che mi ha lasciato molto basita è stata la trovata di qualche
giorno fa, in accordo con le radio nazionali, di trasmettere l’inno
di Mameli in tutto l’ospedale come supporto per tutte le persone
che ci lavorano. Mi è sembrata tutta una grande “presa per il
culo” (se si può dire), pensando soprattutto per quelle persone
che lavorano al ps e ai pazienti ricoverati. Semplicemente non mi è
sembrato il modo piu adatto per dimostrare il “supporto” che
dovrebbero darci. Non dopo che non abbiamo a disposizione nemmeno i
rifornimenti per cambiarci i DPI.
si
punta subito il dito contro chi esce a correre o porta a spasso il
cane facendo un giro più lungo di quello consentito e così via,
eppure non si dice nulla sui numerosissimi operai costretti a
continuare a lavorare in fabbriche che non chiudono nonostante
l’emergenza in cui ci troviamo. Ecco io penso che proprio in questi
luoghi di lavoro, in cui si crea inevitabilmente un assembramento di
persone, si possa diffondere il contagio anche perché i lavoratori
coinvolti non sempre, anzi leggendo varie testimonianze direi quasi
mai, sono dotati dei dispositivi di protezione individuale necessari.
E si riempiono gli ospedali.
Inizialmente
la confusione è nata sull’uso dei dispositivi di protezione, quali
usare, quando e chi avrebbe dovuto indossarli. Una volta chiarito
questo punto erano già passati giorni fondamentali in cui molti
operatori sono venuti a contatto con il virus cosa che, se fosse
stata definita a tempo debito, si sarebbe potuta limitare... Ma anche
al di fuori del mondo ospedaliero la confusione ha regnato sovrana
per molto, forse troppo tempo… zone rosse che non vengono chiuse,
decreti che cambiano praticamente ogni giorno e pareri discordanti
dei vertici hanno portato pian piano alla situazione drammatica in
cui siamo ora.
Ma
non è finita: dopo 25 (VENTICINQUE) giorni dal primo caso a Bergamo,
la direzione sanitaria fornisce al reparto in cui lavoro i
dispositivi di protezione per evitare il contagio da Covid-19...
Alcuni
colleghi interpretano la distribuzione delle protezioni come un
“regalo” dell’ospedale’.
In realtà reputo molto grave
che ci hanno obbligato a lavorare per ben tre settimane utilizzando
semplicemente una mascherina di carta e un misero paio di guanti.
Il
risultato è che molti operai si sono ammalati e hanno rappresentato
una fonte di contagio per gli altri, in uno scenario sanitario già
molto grave. I padroni dovranno spiegarci pure questo!
Anche
in periodo di emergenza, noto una disparità di classe che mi fa
schifo; il coronavirus mi ricorda il Titanic: anche i ricchi sono
morti, ma almeno hanno avuto la possibilità di salvarsi (e si
parlava di un secolo fa).
Siamo
invece sempre più simili alle catene di montaggio, spesso
identifichiamo i pazienti con la loro patologia e a malapena li
guardiamo in faccia o scambiamo due parole.
In
contrasto con i cartelloni ipocriti che tappezzano le strutture
ospedaliere in merito ai diritti dei pazienti, il chiaro obiettivo
aziendale è quello di produrre, fare sempre più numeri e per farlo
siamo “obbligati” a correre perché il personale presente
evidentemente non basta.
…
un po' stanchi ma si va avanti. Sul saturimetro la pensano come me
anche alcuni medici che ho sentito. È utile ma definirlo salvavita e
dire che l'Ats dovrebbe fornirlo alle famiglie è un po' troppo. Il
problema centrale è che per gestire le epidemie serve una rete
sanitaria territoriale che in Lombardia manca totalmente. La sanità
non è solo ospedale, in questa situazione è palese che l'ospedale è
fondamentale per i malati gravi ma l’assistenza "a domicilio",
sul territorio, inteso per tutti quelli chiusi in casa a morire da
soli.
La
chiusura di tantissimi ospedali e centri Ats megli ultimi anni non ha
certo aiutato.
Veniamo
ai tamponi: ancora non si capisce perchè non vengano eseguiti a
tappeto sugli operatori ma solo su coloro che presentano dei sintomi.
Pare assodato che questo virus possa essere asintomatico per alcuni
pazienti e lo è comunque per un periodo di incubazione che può
arrivare sino a 20 giorni, giorni in cui l'operatore può contagiare
altri colleghi e pazienti…
PER
NOI È OGGI IL TEMPO DI FARE I CONTI CON QUESTA SITUAZIONE.
RITENIAMO
MOLTO PERICOLOSO CIO’ CHE SI STA INSINUANDO COME BUON SENSO, COME
L’UNICA COSA DA FARE ORA PER FAR FRONTE ALL’EMERGENZA ‘ADESSO
LAVORIAMO, POI VEDREMO COME SISTEMARE, VEDREMO LE RESPONSABILITA’,
NON
SIAMO PER NIENTE D’ACCORDO; VOGLIAMO
LAVORARE, CONTINUEREMO A FARLO CON PASSIONE, MA VOGLIAMO LA SICUREZZA
DAL CONTAGIO, CHE NON ABBIAMO AVUTO FIN’ORA. PER NOI, PER I
PAZIENTI, PER I NOSTRI FAMILIARI...
E
RACCOGLIERE MATERIALI, DOCUMENTARE TUTTO IL MALAFFARE.
E
FARLO ORA AL TEMPO
DEL CORONAVIRUS, ‘INVENTANDOCI’ FORME DI MOBILITAZIONE EFFICACI
E
Basta “elogi” e basta “grazie”.
CONTINUIAMO
QUESTO CONFRONTO A DISTANZA E IN TUTTE LE FORME POSSIBILI, SCRIVETE,
RACCOGLIAMO E GIRIAMO
gli
interventi importanti di cui abbiamo bisogno sono molti, tanti ora ne
parlano, ma dobbiamo far sentire il nostro peso
DPI
EFFICACI E IN MISURA ADEGUATA
TAMPONI
AUMENTO
DEGLI ORGANICI CON ASSUNZIONI MASSICCE STABILI E FORMAZIONE, QUALCOSA
IN PIÙ DEGLI STUDENTI PUR NECESSARI NELL’EMERGENZA
REQUISIRE
LE CLINICHE PRIVATE, PER UN INTERVENTO CENTRALIZZATO DI RINFORZO AGLI
OSPEDALI
Lavoratori
Sanità Bergamo, SLAI COBAS Per il sindacato di classe
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