mercoledì 29 dicembre 2021

SCOPPIA UN IMPORTANTE INCENDIO ALLA MONTELLO SPA NEL SILENZIO GENERALE. LA SICUREZZA DEI LAVORATORI EVIDENTEMENTE A RISCHIO, MA LA CGIL FIRMA UN ACCORDO AZIENDALE (CON I SUOI DELEGATI) DOVE VENGONO PERSEGUITI I LAVORATORI CHE SI AMMALANO, NON I PADRONI CHE ROVINANO.


 INTANTO È TOTALMENTE IMPEGNATA A GESTIRE UN CAMBIO APPALTO FORTEMENTE NEGATIVO E RICATTATORIO PER I LAVORATORI, CHE PEGGIORA PERSINO IL GIÀ MISERO CCNL. E CON LA SOLITA CONCILIAZIONE TOMBALE SI FA GLI AFFARI DEL PADRONE. DOVE STA L’OPPOSIZIONE NELLA CGIL?

Aggiornamento su questi giorni frenetici e combattuti in fabbrica, mentre la lotta è ancora in corso.

Per il 28 dicembre, Cgil e la nuova cooperativa GHS hanno convocato i lavoratori per l’assunzione (talmente nuova che vi figura persino il presidente della precedente Selection)

Una convocazione senza nemmeno distribuire per tempo Statuto e Regolamento, senza fornire per tempo copia della lettera/contratto di assunzione, per una

SOLIDARIETA' CON I PRIGIONIERI POLITICI INDIANI

Lo slai cobas per il sindacato di classe aderisce alla campagna e invita lavoratori, organizzazioni sindacali, associazioni solidali con i prigionieri politici a parteciparvi.

1 gennaio 2022 - aderiamo alla campagna nazionale e internazionale in tutte le forme possibili

prepariamo un'azione a sorpresa nei prossimi giorni all'ambasciata a Roma e al consolato India a Milano

Fermare la repressione scatenata dal governo indiano!

Solidarietà con prigionieri politici in India!

Rilascio immediato di tutti coloro che sono stati illegalmente arrestati per il caso Bhima Koregaon!

Comitato Solidarietà India ha lanciato questa petizione anche in change.org e l'ha diretta a:

- La Federazione Internazionale dei Diritti Umani (FIDH)

- Ambasciata indiana a Roma, consolato India a Milano, 

- Ministero degli esteri e Ministero della giustizia Italia, 

- stampa nazionale


è pubblicata: 
https://chng.it/9KkyJnCD2n

Fermare la repressione scatenata dal governo indiano!

Solidarietà con prigionieri politici in India!

Rilascio immediato di tutti coloro che sono stati illegalmente arrestati per il caso Bhima Koregaon!

Negli ultimi anni a livello internazionale è cresciuto in diversi paesi e nella stessa india un movimento di solidarietà per il rilascio incondizionato del leader del Fronte Democratico Rivoluzionario (RDF), Prof. Saibaba, per l’intellettuale Prof. Anand Teltumbde, per lo scrittore rivoluzionario Varavara Rao e i tanti altri attivisti ingiustamente imputati nel caso Bhima Koregaon (BK-16).
Il 5 luglio scorso c’è stato l’omicidio di Stato di padre Stan Swamy, uno degli accusati nell’infame montatura Bhima Koregaon, a cui sono state cinicamente negate le cure mediche di cui necessitava.
Alcuni prigionieri politici maoisti sono stati uccisi in custodia e tanti altri ancora sono stati torturati.
Quella di Bhima Koregaon e del presunto piano per uccidere Modi non è che una montatura nell’interesse dei politici Hindutwa al potere e per coprire i criminali fascisti al loro servizio.
Sentiamo come nostra responsabilità difendere tutti gli attivisti sociali e oppositori politici falsamente accusati e imprigionati. Il solo loro crimine è essersi battuti e continuare a battersi per la democrazia e per tutti gli oppressi: i dalit, le minoranze tribali e religiose, le donne.
Varavara Rao, ottantenne, è stato rilasciato su cauzione per motivi di salute, ma il tribunale non gli ha concesso di vivere insieme alla sua famiglia nella sua residenza. Non è che un modo per mantenerlo sotto un altro tipo di detenzione.
Gowtam Navlakha e Sudha Bharadwaj soffrono gravi problemi di salute e hanno chiesto la libertà su cauzione ma il tribunale si è pronunciato a favore della polizia e non gliel’ha concessa. Giuristi di tutto il paese e all’estero hanno criticato questa decisione definendola niente di meno di un insulto alla Costituzione indiana.
Negli ultimi 20 anni quasi 2000 persone sono state uccise in custodia dalla polizia in tutta l’India. Ma solo 26 poliziotti sono stati riconosciuti colpevoli di questi omicidi.
Da quando il giudice Agarwal ha rivelato il suo rapporto, accusando la polizia dei massacri di Sarkenguda e Edsametta, in Chhattisgarh, sono trascorsi anni senza che un solo poliziotto sia stato arrestato.
Il mondo intero, la stessa ONU, ha condannato l'omicidio di padre Stan Swamy ma il governo indiano non ha intrapreso alcuna azione nei confronti dei responsabili.
Il Presidente della Corte Suprema dell'India, L. V. Ramana, ha dichiarato apertamente che gli articoli della Sezione 124A (sulla sedizione) sono obsoleti e che gli organi legislativi devono abrogare quella norma. Ma i legislatori non se ne curano.
Grazie a queste leggi draconiane possono mettere dietro le sbarre tutte le voci che contestano e si oppongono ai governi. Gli accusati sono richiusi in cella di isolamento, dette Anda.
Molte organizzazioni giornalistiche, tra cui Press Club of India, Editors' Guild of India, Press Association, Indian Women Press Corps e Delhi Union of Journals hanno condannato le accuse di sedizione mosse contro giornalisti e intellettuali e si stanno battendo per l’abrogazione della legge UAPA e simili.
A dicembre Ganatantrik Adhikar Suraksha Sangathan si è fatto avanti condannando il linciaggio del leader della "Unione degli studenti Asom" Animesh Bayan. La legge sui poteri speciali delle forze armate del 1958 è in vigore da decenni in Nagaland, Asom, Manipur e Arunachal Pradesh e negli ultimi decenni ha consentito omicidi, atrocità e torture impunite contro il popolo della regione per mano dell'esercito indiano.
Il 5 dicembre, 13 persone sono state uccise in una sparatoria nel villaggio di Voting, distretto di Mone, in Nagaland. L’incidente ha innescato una nuova ondata di proteste e lotta per la revoca della legge.
In questa situazione, tutte le forze democratiche a livello internazionale devono mobilitarsi per la liberazione immediata e incondizionata di tutti gli imputati nel caso Bhima Koregaon e per l’archiviazione della montatura giudiziaria contro di loro, per la fine delle operazioni repressive contro ogni voce di dissenso, la liberazione dei prigionieri politici e l’abrogazione delle leggi draconiane che danno “legalità” alla caccia alle streghe!

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info csgpindia@gmail.com

info slaicobasta@gmail.com

info srpitalia@gmail.com

disponibili testi, materiali foto video per ogni tipo di iniziativa

Stop the repression by the Indian government!
Solidarity with the political prisoners in India!
Immediate release for all those are illegally detained for the Bhima Koregaon case!

 

In recent years, a movement of solidarity for the unconditional release of the leader of the Democratic Revolutionary Front (RDF), Prof. Saibaba, the intellectual Prof. Anand Teltumbde, the revolutionary writer and many other political prisoners in India has grown internationally in various countries and in India itself.
Varavara Rao and the many other activists unjustly accused in the Bhima Koregaon case (BK-16).
On 5 July, there was the state murder of Father Stan Swamy, one of the accused in the infamous Bhima Koregaon case, who was cynically denied the medical treatment he needed.
Some Maoist political prisoners were killed in custody and many others were tortured.
That of Bhima Koregaon and the alleged plan to kill Modi is only a hoax in the interests of the Hindutwa politicians in power and to cover the fascist criminals at their service.
We feel it is our responsibility to defend all the social activists and political opponents falsely accused and imprisoned. Their only crime is having fought and continuing to fight for democracy and for all the oppressed people: the Dalits, tribal and religious minorities, women.
Varavara Rao, 80, was released on bail for health reasons, but the court did not allow him to live with his family in his residence. It's just a way to keep him under another kind of detention.
Gowtam Navlakha and Sudha Bharadwaj suffer from serious health problems and have asked for bail but the court ruled in favor of the police. Jurists across the country and abroad have criticized this decision as nothing less than an insult to the Indian Constitution.
Over the past 20 years, nearly 2,000 people have been killed in police custody across India. But only 26 policemen were found guilty of these murders.
Since Judge Agarwal revealed his report, accusing the police of the Sarkenguda and Edsametta massacres in Chhattisgarh, years have passed without a single policeman having been arrested.
The whole world, the UN itself, has condemned the murder of Father Stan Swamy but the Indian government has not taken any action against those responsible.
The President of the Supreme Court of India, L. V. Ramana, has openly stated that the articles of Section 124A (on sedition) are obsolete and that the legislative bodies must repeal that rule. But lawmakers don't care.
Thanks to these draconian laws they can put behind bars all the voices that contest and oppose the governments. The accused are locked up in solitary confinement cells, called Anda.
Many news organizations, including Press Club of India, Editors' Guild of India, Press Association, Indian Women Press Corps and Delhi Union of Journals have condemned the sedition charges against journalists and intellectuals and are campaigning for the repeal of the draconian laws, UAPA and the like.
In December Ganatantrik Adhikar Suraksha Sangathan came forward condemning the lynching of the leader of the "Asom Student Union" Animesh Bayan. The Armed Forces Special Powers Act of 1958 has been in place for decades in Nagaland, Asom, Manipur and Arunachal Pradesh and has allowed unpunished killings, atrocities and torture against the people of the region at the hands of the Indian army. On 5 December, 13 people were killed in a shooting in the village of Voting, Mone district, Nagaland. The incident sparked a new wave of protests and a struggle for the withdrawal of the law.

In this situation, all the democratic forces at the international level must mobilize for the immediate and unconditional release of all the accused in the Bhima Koregaon case and for the dismissal of the case against them, for the end of repressive operations against every voice of dissent, the release of political prisoners and the repeal of the draconian laws that give "legality" to the witch hunt! 

lunedì 27 dicembre 2021

27 dicembre - L’ operaio a crepare, il borghese a sciare

 

di Mario Gangarossa * 

 

La rumorosa presenza dei no vax che ha ridotto tutto a una demenziale caciara reazionaria ha impedito finora una discussione e una critica severa sulla gestione criminale della crisi sanitaria.

Gestione criminale dovuta non a una presunta “malvagità” del “potere”, a oscure manovre miranti a sovvertire un idilliaco sistema di vita basato sull’impegno di tutti al raggiungimento del “bene comune, ma alla necessità delle classi dirigenti di evitare di essere travolti e di vedere travolta quell’economia su cui si basa il loro potere politico. In realtà non si è combattuta nessuna guerra contro la malattia. L’unica guerra è stata quella contro gli effetti dell’epidemia sulla struttura economica della società e la tenuta sociale che garantisce l’esistenza e la continuità del sistema di sfruttamento del lavoro. In un quadro in cui ogni individuo, ogni corporazione, ogni ceto, ha cercato di venirne fuori scaricando sugli altri i costi e i sacrifici. No vax e no green pass, la versione all’apparenza sinistrorsa della rivolta elitaria impregnata di feticismo democratico e di individualismo piccolo borghese, in realtà sono stati un comodo alibi per chi aveva la responsabilità di farci “uscire dal tunnel”. Di fronte alla becera canea reazionaria, perché di reazionari si tratta, si vince facile. E finora i governi a cui è delegata la gestione della crisi sanitaria hanno vinto facile.

Chi volete che si preoccupi, se qualche demente sfuggito al Tso straparla del 5G che ti trasforma in un’antenna televisiva o dei metalli pesanti che circolano nelle tue vene? Chi pensate possa preoccuparsi del “controllo sociale” attraverso un certificato virtuale quando non si è padroni degli strumenti per poter sopravvivere che sono monopolio di altri. Fatto questo che da solo rappresenta la forma più funzionante, e funzionale agli interessi della classe dominante, di un controllo totalizzante della vita dei proletari. Basta che vi chiudono i bancomat per una settimana e vedete le corse che fate per farvi controllare. Vincere facile. Ma il tempo e galantuomo. E alla fine a vincere è l’evidenza scientifica, quella che si nutre dell’esperienza, dell’obiettività, dei fatti. E il castello di carte truccate, oggi si dice narrazione, fatto di fuliggine ideologica e babbi natale in camice bianco, crolla miserabilmente. Ci avevano promesso una Ferrari capace di farci raggiungere tutti assieme il traguardo. Ci hanno procurato una bicicletta. Altro che 5G, siamo ancora ai segnali di fumo. E il fatto, ancora più dirompente, è che quella bicicletta serve solo per non farci tornare indietro. Per farci rimanere immobili al punto in cui eravamo 2 anni fa. Non chiuderemo più! Così come non abbiamo mai chiuso fabbriche officine e supermercati. Li chiuderà il virus, tenendo a casa le centinaia di migliaia di ammalati nel prossimo lockdown “involontario”. Con sintomi lievi “tranne” chi è “fragile” di per se che comunque “statisticamente” ha buone possibilità di crepare. Abbiate pazienza, ma le medicine mica si inventano e si mettono in commercio per curare quelli che potrebbero cavarsela comunque? Sul piano della narrazione cambia tutto. Gli arroganti difensori della politica “prima di tutto l’economia”, smetteranno di vincere facile. I soggetti con cui dovranno fare i conti non sono più quei quattro minchioni che credono al potere miracoloso del rosario recitato sotto la pioggia degli idranti. Non saranno i no vax ma i “vaccinati”. Quelli che hanno creduto alla capacità dello Stato, e dell’economia del libero mercato, di di affrontare e risolvere il problema. Quelli che hanno avuto fiducia nei ministri e nelle starlette in camice bianco.

Quelli che sono andati a lavorare tutti i santi giorni convinti che “chi governava” avrebbe ben governato e garantito la loro salute. Quelli che la mascherina, comprandosela di tasca sua, la portano ogni giorno e al cinema e al ristorante non ci vanno perché non hanno i soldi per farlo.

Quelli che i vaccini li hanno fatti e li continueranno a fare perché nulla di meglio passa il convento.

La maggioranza di chi ha continuato a lavorare e tenuto in piedi l’economia del paese a rischio della propria salute e della propria vita. Gli ospedali si riempiono e qualcuno si dovrà pure domandare perché non è stato investito un centesimo nel loro potenziamento. I medici mancano e ci si chiederà il perché si continua a imporre il numero chiuso nelle università. E gli infermieri, e le scuole, e gli autobus, e i treni, le metropolitane, le officine. E a mano a mano che il virus riprende a infuriare a qualcuno potrebbe sorgere pure il dubbio se hanno un senso tutti quei morti, quelli per covid e quelli non curati perché c’è l’emergenza e “non c’è posto per tutti”, per continuare a garantire a una minoranza una condizione ormai insopportabile di privilegio. L’operaio a crepare sotto una gru. Il borghese a sciare tra le neve. Se vale la pena morire per permettere ai bamboccioni di una borghesia senza domani di poter continuare a “masticare ananas e fagiani”.


venerdì 24 dicembre 2021

CAMBIO APPALTO MONTELLO SPA. CGIL A TUTTO CAMPO PER I PADRONI FAVORISCE LA COOP SELECTION CHE SE NE VUOLE ANDARE DOPO ANNI MILIONARI LASCIANDO AI LAVORATORI UNA MISERA CONCILIAZIONE DI 400 EURO, SOTTO LA PRESSIONE DELLA NUOVA ASSUNZIONE. DIFENDE L’APPALTO PER MONTELLO, QUANDO LA COOPERATIVA È PURA INTERMEDIAZIONE DI MANODOPERA, SENZA SCOPO INDUSTRIALE, UN RARO ESEMPIO DI MODERNO CAPORALATO.

LA CGIL HA FIRMATO UN ACCORDO AZIENDALE APPLICANDO LIVELLI PIÙ BASSI, TAGLI DI PAGA, DIVENTANDO IL POLIZIOTTO DELLA FABBRICA CONTRO I LAVORATORI.

UN ACCORDO SINDACALE AZIENDALE SENZA IL VOTO DEI LAVORATORI

DOVE LE COSE IMPORTANTI SONO STATE DECISE TETE' A TETE' SOLO CON IL PADRONE (CON I DELEGATI CHE HANNO FIRMATO) AI LAVORATORI È CONCESSA SOLO LA SCELTA INDIVIDUALE DEL PUNTO 2, CHE DOVREBBE ESSERE INVECE COLLETTIVA, PERCHÈ COSÌ FINIRA’ PER ROMPERE L’UNITÀ DI CLASSE E PER INDEBOLIRE GLI OPERAI,                                        MENTRE IL RESTO DELL’ACCORDO È BLINDATO!

Sono in corso le iniziative dello Slai Cobas sc, prima di tutte assemblea unitaria operaia in fabbrica, per compattare le operaie e gli operai contro l'accorso aziendale,  contro il moderno caporalato in fabbrica, contro lo sfruttamento che consuma le lavoratrici fino ad essere licenziate volontariamente per esaurimento, per poche migliaia di euro con accordo sindacale, come già fatto dalla Cgil nel 2020.

Ancora un brutta situazione di monopolio sindacale, retto sull’intesa padrone/Cgil, che l’opposizione di classe in fabbrica non è ancora riuscita a rovesciare e quindi continua a dare i suoi frutti avvelenati.

Dopo due anni di resistenze dei soci lavoratori segnati dalla clamorosa l’assemblea a fine 2019 con la massa dei soci lavoratori trascinati dal gruppo combattivo delle operaie Slai Cobas sc, che hanno bocciato per acclamazione l’odg della coop per la sua trasformazione in spa, ora i piani aziendali avanzano agevolati da un accordo di cambio appalto gestito solo dall’apparato della Cgil e annunciato a cose fatte.

Per la cronaca due giorni fa la squadra dei delegati Cgil ha aderito all’accordo firmandolo.

Approfittando del cambio appalto, con il verbale per il passaggio tra le cooperative, la Cgil ha colto l’occasione nell’ignoranza generale, per far passare e

firmare un Verbale di Accordo Collettivo in Fabbrica, (accordo aziendale) che abbassa il livello degli inquadramenti, peggiorando anche alcuni termini

mercoledì 22 dicembre 2021

22 dicembre - TESSITURA MOTTOLA E ASSEMBLEA NAZIONALE

 

i rappresentanti delle lavoratrici e lavoratori in lotta della Tessitura Albini Mottola Taranto partecipano all'assemblea nazionale autoconvocata telematica del patto d'azione per il fronte unico di classe

per conoscere meglio la vertenza due registrazioni

-assemblea lavoratori e lavoratrici al presidio permanente della fabbrica -il link della registrazione audio:

https://drive.google.com/file/d/1l6jfDug5Rmac0ZNXjswBshYYM9fX22KN/view?usp=sharing


incontro regione slai cobas per tessitura albini Mottola taranto 20 dicembre- link

https://drive.google.com/file/d/1zfiEdjNHQwFhBEM6lkM04eH1pBTc0PZV/view?usp=sharing

Assemblea Autoconvocata
Sabato 8 gennaio 2022 · 09:00 – 13:00
Informazioni per partecipare di Google Meet
https://meet.google.com/esf-jfig-qeb


bisogna comunicare che si partecipa- bisogna prenotarsi per intervenire

a slaicobasta@gmail.com







incontro regione Slai Cobas per tessitura Albini Mottola Taranto 20 dicembre

https://drive.google.com/file/d/1zfiEdjNHQwFhBEM6lkM04eH1pBTc0PZV/view?usp=sharing






martedì 21 dicembre 2021

21 dicembre - RICOSTRUIRE LA RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA E SALUTE SUI POSTI DI LAVORO E SUL TERRITORIO. APPELLO PER UNA GIORNATA DI LOTTA SU QUESTO TEMA DI TUTTI I SINDACATI CONFEDERALIO E DI BASE

 

Assemblea Autoconvocata
sabato, 8 gennaio 2022 · 09:00 – 13:00
 per partecipare link
https://meet.google.com/esf-jfig-qeb

Torino: chi uccide gli operai e chi lascia fare

di Vito Totire (*).

Filippo Falotico, in primo piano sulla destra, con 

Roberto Peretto e Marco Pozzetti in una foto tratta dal profilo Instagram di Falotico

Strage di Torino: occorre una inchiesta pubblica;

 non crediamo all’ipotesi della “imprevedibilità”. 

Nella città della Tyssenkrupp impunita non c’è 

spazio per la rimozione.

Chiediamo venga istituito, sull’esempio dei 

mesoteliomi, il registro nazionale infortuni 

mortali sul lavoro (RENAINFMORTALI) che sia 

retroattivo – per gli ultimi 5 anni – con la 

speranza di non doverlo compilare con nuovi 

eventi e con l’aspettativa di mettere in campo 

uno strumento utile per la prevenzione.

Impossibile spiegare “dall’esterno” l’ultima strage sul 

lavoro a Torino (**): se riconducibile a una causa 

fisica o a un problema di organizzazione del lavoro. Le 

dinamiche degli infortuni sono sempre più complesse 

per la frammentazione dell’organizzazione del lavoro 

e dell’aleatorietà delle procedure per la “valutazione 

del rischio”. Alcune fonti asseriscono che non vi è 

stato cedimento del punto di appoggio della gru. Il 

servizio di medicina del lavoro della Ausl è intervenuto

 con i suoi primi rilievi di cui ovviamente non 

sappiamo ancora nulla. Quello che ci pare da 

escludere è che il tragico evento fosse davvero 

imprevedibile. Basta con la consolatoria teoria della 

“calamità”. Altri eventi analoghi, spesso meno tragici,

 hanno a volte rivelato subito le cause: per esempio, 

smottamenti del terreno dopo forti piogge e 

cedimento del punto d’appoggio; oppure cedimenti di

 attrezzature non adeguatamente omologate.

Alcuni fattori di contesto sono stati già segnalati da 

alcuni sindacalisti: la “fretta” indotta dalla gestione 

del superbonus (sappiamo dalle cronache che a 

Bologna si è verificata una rissa fra esponenti di due 

imprese che si litigavano un punteggio). Se questa 

“fretta” è diffusa occorre che il governo rassicuri su 

una gestione del 110% su tempi più lunghi e 

comunque meno tassativi che consentano a tutti i 

potenziali fruitori di non essere esclusi. Se invece , 

per carenza di strumentazione, si verifica la tendenza 

a utilizzare attrezzature difettose occorre che anche 

questo aspetto sia tenuto preventivamente sotto 

controllo “il giorno prima”.

La “fretta” è una costante micidiale quasi 

sempre presente nei cantieri e foriera di 

infortuni o danni alla salute con più o meno 

lunga latenza. Si monta il ponteggio male o si 

vernicia a spruzzo piuttosto che a pennello perché si

 “deve” consegnare prima: la fretta è un fattore di 

rischio quotidiano.

 Nel formulare le più vive condoglianze ai 

familiari dei lavoratori caduti – Filippo Falotico, 

Roberto Peretto e Marco Pozzetti – avanziamo 

l’istanza di riconoscimento di parte civile nel 

procedimento di indagine: per capire e cercare in

 futuro di prevenire analoghe tragedie.

 (*) Vito Totire è medico del lavoro, portavoce della 

«Rete europea per l’ecologia sociale»

(**) Le vittime del crollo della gru hanno sono Roberto Peretto (52 anni), Marco Pozzetti (54 anni) e Filippo Falotico (20 anni). Ferito anche un altro gruista, Mirzad Svrka (39 anni, bosniaco e residente a Chivasso).






20 dicembre - INTERVISTA ALLE OPERAIE DELLA TESSITURA DI MOTTOLA

"...soprattutto donne al presidio... lottiamo perchè vogliamo continuare ad essere indipendenti..."

Invitiamo a far girare questo video per far conoscere questa lotta, di cui purtroppo poco si parla, ma che è importante anche per il ruolo attivo che hanno le operaie nel portarla avanti. 

Facciamo appello soprattutto alle operaie di altre fabbriche - dalle fabbriche tessili sempre in provincia di Taranto che da un giorno all'altro chiudono sempre per delocalizzazione, alle fabbriche in lotta come la Saga Coffee, a tante altre - a contattarci. Ora più che mai serve unire le nostre forze.

Per noi donne il lavoro è anche indipendenza, per questo siamo e dobbiamo essere sempre più determinate

A gennaio vogliamo organizzare un'assemblea telematica nazionale delle operaie in lotta contro le delocalizzazioni, i licenziamenti, l'attacco al salario, le condizioni di lavoro che vanno peggiorando. 

Per contatti: slaicobasta@gmail.com

                    

(L'intervista è stata fatta nel giorno dello sciopero generale; purtroppo l'audio è disturbato per il forte vento che vi era al presidio davanti alla fabbrica)



lunedì 20 dicembre 2021

19 dicembre - Basta morti sul lavoro! - STRAGE DI LAVORATORI A TORINO - SEMPRE NELL'EDILIZIA, NON E' UN CASO

 

"Tre morti e tre feriti in un cantiere a Torino dove una gru è crollata schiacciando Roberto 50 anni, Marco 54 anni e Filippo 20. Le grida e l'orrore: "Sono morti tutti" 
È questa l'altra faccia della corsa ai profitti delle imprese edili drogata dal bonus del 110% che ha alimentato un gigantesco, vorticoso ed opaco giro di appalti truccati e subappalti in cui si spremono i lavoratori con ritmi, condizioni e carichi di lavoro insostenibili. È ora di approvare una legge contro gli omicidi sul lavoro! È ora di fermare la strage permanente di lavoratori! È ora di bastonare davvero chi manda i lavoratori al macello perché non rispetta le più elementari norme di sicurezza pur di risparmiare quattro soldi sulla pelle di chi, per altri quattro soldi, non sa più se torna vivo a casa la sera o morto oppure mutilato per sempre..." - Sergio Scorza

In questi maledetti giorni altri due operai sono morti per il crollo, o spostamento delle gru. E anche questo non può essere un caso.
Il via libera a questa corsa ai profitti, maledetti e subito, alla "legale" violazione delle norme di sicurezza, alla liberalizzazione degli appalti, l'ha data il governo Draghi. Padroni grandi e piccoli si stanno buttando su questo "filone d'oro", avviato dal decreto sulle liberalizzazioni e dalla massima corsa/apertura dei cantieri - questi sì tutti aperti alla faccia della stessa pandemia.
Chi è il principale e generale responsabile di questi assassinii non può certo essere il "risolutore".

La battaglia della Rete per la sicurezza sul lavoro "Basta morti sul lavoro!", assolutamente necessaria e da riprendere su scala nazionale, a partire dai luoghi principali delle stragi, i cantieri, le fabbriche, deve costruire soprattutto la lotta, che deve vivere non solo sulle manifestazioni ma sulla organizzazione dal basso della protesta, ribellione quotidiana a lavorare in ogni condizione, sull'unità dei posti di lavoro, sugli scioperi, fermate, con delegati dei lavoratori imposti contro i padroni e spesso le stesse segreterie sindacali.
La Rete per la sicurezza è una battaglia strategica contro la legge "naturale" dei vampiri di sangue di questo sistema di sfruttamento. In questo deve avere la sua forza e continuità generale, alimentata da precise e concrete battaglie e obbiettivi.

sabato 18 dicembre 2021

18 dicembre - SANITÀ

 

Sabato 18 dicembre dalle ore 15.00 alle ore 18.00 presidio e volantinaggio in Piazza Campioni a Viareggio (lungo la passeggiata nei pressi di Tito del molo).

Iniziativa sulla sanità, PER la sanità pubblica, solidale e universale.

In questi giorni il volantino/comunicato “Sanità: liste d’attesa o in attesa … della lista?!” è stato diffuso all’Ospedale unico della Versilia, ai distretti socio-sanitari degli ex ospedali di Viareggio e Pietrasanta, al mercato in centro città.


… … Prima del ‘Covid-19’, pretesto ufficiale per ogni mancanza, nel 2016 undici (11!) milioni di italiani avevano rinunciato alle cure del SSN, causa le infinite liste d'attesa.

Come Comitato Sanità Pubblica Versilia abbiamo il compito di denunciare la gravità del problema per ostacolare il sistematico smantellamento che, con i tagli alla sanità (37 mld), dovuti a una concezione aziendalista ha trasformato Usl in Asl (aziende), che perseguono il profitto e non l'interesse generale.

Per garantire a tutti/e le cure in modo universale, equo e trasparente, bisogna tornare a una concezione pubblica e nazionale del sistema sanitario, investendo in primis nelle assunzioni di personale, nei posti letto, anziché continuare a scippare danaro pubblico per "donarlo" alla sanità privata convenzionata che non riesce a garantire un servizio adeguato e necessario.

Non dobbiamo tornare come prima, perché il prima è stato il problema!


- Comitato Sanità Pubblica Versilia contro il depotenziamento dell'Ospedale Unico e dei servizi sanitari territoriali

Per contatti:comitatosanitapubbli@virgilio.it


venerdì 17 dicembre 2021

17 dicembre - SCIOPERO GENERALE E SINDACALISMO DI CLASSE

 

Lo sciopero generale è riuscito nelle fabbriche, questa è la notizia e il fatto più importante - questo sarebbe stato impossibile senza che si arrivasse a questa proclamazione.

Nelle altre realtà nulla di particolarmente importante se non che la strada per uno sciopero generale vero è aperta e i lavoratori come massa hanno finalmente cominciato a prendere le distanze dal governo Draghi e dal sistema dei partiti che lo regge in particolare PD e Salvini.

Questo è importante perchè il sindacato di classe come linea e pratica del sindacalismo classista e combattivo senza acqua non può nuotare, altrimenti è come la mosca in un bicchiere.

Lo Slai Cobas per il sindacato di classe dove ha partecipato, in alcune fabbriche e alle manifestazioni di Milano, Palermo e Bari ha tratto vantaggi, apprezzamenti e contatti nuovi da questa partecipazione e anche questo è importante... nella battaglia che stiamo facendo per l'unità del/per il sindacato di classe con base nelle fabbriche e nelle lotte, per il fronte unico di classe da ricostruire.

Prossimo appuntamento assemblea telematica nazionale del patto d'azione autoconvocata 8 gennaio ore 9-13 -, per contribuire, orientare, sviluppare la lotta sindacale e politica contro il governo Draghi, i padroni, la linea dei sindacati confederali a guida Landini.

Slai Cobas per il sindacato di classe

coordinamento nazionale 

slaicobasta@gmail.com

17 dicembre 2021

15 dicembre - aggiornamento da TA: GLI OPERAI DELLA TESSITURA DI MOTTOLA (GRUPPO ALBINI) RESPINGONO L'ACCORDO PER L'AUTOLICENZIAMENTO/SVENDITA DEGLI OPERAI

 Ieri la stragrande maggioranza dei operai e operaie della Tessitura di Mottola in assemblea ha respinto  l’accordo fatto il 6 dicembre tra Azienda e Sindacati confederali su incentivo all’autolicenziamento.

Determinante è stata l'azione di opposizione e chiarimento verso gli operai fatta dai lavoratori iscritti allo Slai Cobas sc. Questa bocciatura di massa è importante in una fase in cui purtroppo anche in altre fabbriche gli operai sono ricattati con questi cosiddetti "incentivi", accettati dai sindacati confederali come alternativi al diritto al lavoro e alternativi alla lotta.

GIOVEDI' 16 DICEMBRE in occasione dello sciopero generale ALLE ORE 14,30 assemblea davanti alla fabbrica per discutere e decidere iniziative, prima di tutto sul lavoro per tutti e sul salario.

SEGUE UN COMMENTO DELL'ACCORDO DELLO SLAI COBAS SC E UNA LETTERA DI UN OPERAIO SLAI COBAS AI SUOI SULL'ASSEMBLEA


L'accordo fatto dai sindacati confederali con l’azienda, Tessitura di Mottola srl, per incentivare l'"autolicenziamento" di max 40 lavoratori e lavoratrici (circa il 40% degli attuali lavoratori) era negativo per tutti.

L'incentivo al licenziamento sarebbe la miseria di 14mila euro lorde, suddiviso pure in 4 rate mensili.

Questo accordo serviva solo gli interessi aziendali, e delle Istituzioni, non certo i lavoratori.

Con questo accordo la Tessitura di Mottola si libera di buona parte dei lavoratori (la sua Agenzia Vertus che stava cercando altre "soluzioni occupazionali", ora avrà un problema minore); L'accordo va inoltre incontro alle eventuali aziende che volessero acquisire la fabbrica, dato che tutte finora hanno comunque posto problemi per occupare tutti gli attuali operai. L'accordo toglie una parte delle "castagne dal fuoco" a Regione, Governo, che finora hanno annunciato unicamente piani di ricollocazione individuale, corsi di formazione inutili e anche grotteschi, e che soprattutto hanno permesso al gruppo Albini che ha goduto di vari fondi pubblici di chiudere una fabbrica, senza alcuna conseguenza.

Per i lavoratori e le lavoratrici, invece:

-l'accordo è di fatto un ricatto, vengono presi per "fame", visto che questi ultimi due mesi sono stati drammatici non avendo ricevuto neanche la miseria (700 euro) di cig/covid; a fronte, poi, di un futuro incerto e di probabili esuberi;

-l'accordo è offensivo: una elemosina di 14mila euro con cui non puoi vivere neanche un anno nè tantomeno avviare progetti di attività alternativi - una grande multinazionale come la Tessitura Albini, che non è in crisi, ma delocalizza la produzione all’estero solo per fare più profitti, vuole liberarsi degli con poche briciole – questo è inaccettabile! (Basti pensare che l’Ilva Spa ha dato all'inizio 100mila euro, la Whirpool 95mila…). Si tratta di una svendita sotto costo dei lavoratori che hanno permesso in 17 anni grossi profitti al gruppo Albini -

Solo respingendo l’accordo è possibile anche imporre di alzare l’incentivo per chi volesse andare via;

-L’accordo prevede inoltre una conciliazione individuale che è “tombale”, per cui il lavoratore non può più richiedere o far ricorso per inadempienze contrattuali, di livello, qualifica, ecc. o per ogni diritto contrattuale non rispettato dall’azienda;

-l'accordo è di fatto un messaggio negativo a tutti i lavoratori di "liquidazione" della lotta (che comunque finora è stata molto, ma molto debole - lo stesso presidio non è stato mai utilizzato per avviare iniziative di lotta visibili e che potessero pesare nella trattativa). Chi avesse voluto poteva licenziarsi e col sindacato concordare un incentivo; in questa maniera invece, attraverso l’accordo, si indebolisce la forza complessiva dei lavoratori.

Slai Cobas per il sindacato di classe

LETTERA DI UN OPERAIO

Considerazioni in merito l'assemblea sindacale tenuta presso la sala della cultura di Mottola, per l'accordo sindacale chiesto dalla Tessitura di Mottola in liquidazione, che prevede un n° massimo pari a 40 risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro a fronte di una misera cifra di 14 mila euro, retribuite in 4 comode rate, come se stessero vendendo una batteria di pentole. 

Quello che mi sento di fare a caldo è un grandissimo complimento a tutti i lavoratori presenti che hanno dimostrato unione e alta consapevolezza dei propri meriti nel rifiutare quella miseria, a differenza di alcuni segretari sindacali che sembrava spingessero per la firma di questo accordo; senza pensare al fatto che non hanno esteso l'invito allo Slai Cobas e di conseguenza agli iscritti a questa organizzazione sindacale, tanto da dire addirittura in assemblea "chi vi ha invitati!". Bene adesso avete preso consapevolezza e coscienza che l'invito è stato esteso dagli rsu e dai nostri colleghi, che a differenza vostra che decantate unione, solo a parole, nella realtà discriminate e non accettate le visioni differenti dalla vostra; quindi un grande ringraziamento va a chi ha voluto la presenza di operai con colore di tessera differente.

Mi preme ricordare che il gruppo Albini ha potuto aumentare i ricavi anche grazie ai nostri 17 anni di operato e ad oggi non è in perdita ma sta delocalizzando, in virtù di tutto questo non si può minimamente accettare una cifra come incentivo all'esodo così ridicola, senza tenere conto della situazione in cui ci troviamo, l'alta età anagrafica ai fini del mercato del lavoro, la disoccupazione elevata che ci circonda e senza minimamente avere rispetto per tutti i sacrifici fatti dagli operai per raggiungere determinati risultati lavorativi. 

Di questo dovevate tenere conto voi segretari. Al solo sentire una cifra del genere dovevate abbandonare la call conference con l'azienda ed invece per voi questo è il miglior accordo che siete riusciti ad ottenere, a vostro dire. 

Adesso mi pongo alcune domande, ma non è che voi segretari volevate fare una assemblea ristretta per far accettare a tutti i costi l'accordo sindacale? Anche perché in assemblea avete più volte ripetuto che il passaggio odierno per voi era inutile e che potevate firmare direttamente senza chiedere consulto agli operai, la cosa più insindacale che ci possa essere, come lo è anche il fatto di non accettare che gli operai chiedono di alzare la posta dell'incentivo ed invece voi fate trattative al ribasso! 

Questo accordo serve solo per gli interessi aziendali e delle Istituzioni, non certo per i lavoratori!!! 

Detto questo, come vi è stato fatto notare nella riunione odierna, dovete perdere del tempo ad ottenere il massimo ed il meglio per gli operai e non ad occuparlo per criticare altri lavoratori o sigle sindacali, come avete fatto in presenza del prefetto e adesso per giorno 20 c.m. anche alla Regione Puglia - i lavoratori è giusto che sappiano che la richiesta per i tavoli separati è stata chiesta da voi mentre la nostra richiesta parla chiaro di volere un tavolo unico.

Per i lavoratori della Tessitura di Mottola la lotta continua. 

Nico Caragnano 

per lo Slai Cobas 


lunedì 13 dicembre 2021

13 dicembre - SCIOPERO DEL 16

 


lo Slai Cobas per il sindacato di classe aderisce allo sciopero del 16

con proprie iniziative, piattaforma e materiali alle fabbriche e ai posti di lavoro interessati e partecipa alle manifestazioni di

Milano/Palermo/Bari

le manifestazioni ufficiali e i concentramenti

Le Segreterie confederali nazionali di CGIL e UIL hanno proclamato lo sciopero generale di 8 ore per il 16 dicembre, con manifestazione nazionale a Roma e con il contemporaneo svolgimento di analoghe e interconnesse iniziative interregionali in altre 4 città, Bari, Cagliari, Milano e Palermo.

Alla manifestazione nazionale di Roma convocata a Piazza del Popolo alle ore 10 intervengono, tra gli altri, Maurizio Landini, segretario generale CGIL e PierPaolo Bombarieri, segretario generale UIL.Qui confluiscono le delegazioni di Lazio, Campania, Toscana, Abruzzo, Molise, Umbria, Marche, Romagna.

A Bari la manifestazione si svolge in Piazza Libertà alle ore 10 con la partecipazione delle delegazioni di Puglia, Molise, Basilicata, Calabria. Previsti, tra gli altri, gli interventi di Gianna Fracassi, vice segretaria generale CGIL e Domenico Proietti, segretario confederale UIL.

A Milano il concentramento è in Piazza Castello alle ore 9, al corteo confluiscono le delegazioni di Lombardia, Piemonte, Liguria, Trento e Bolzano, Valle d'Aosta, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia. Al comizio di Piazza Sempione all'Arco della Pace intervengono, tra gli altri, Tania Scacchetti, segretaria confederale CGIL e Ivana Veronese, segretaria confederale UIL.

A Cagliari il concentramento è in Piazza dei Centomila dove interviene Roberto Ghiselli, segretario confederale CGIL.  
Alla manifestazione di Palermo, convocata alle 9.30 in Piazza Verdi, l'intervento per la segreteria confederale della CGIL è affidato a Emilio Miceli.

Per tutte le manifestazioni interregionali è previsto alle 11.45 il collegamento video con Piazza del Popolo per le conclusioni di Maurizio Landini e PierPaolo Bombardieri


13 dicembre - RIDERS IN SCIOPERO A TORINO

 

E' il secondo sabato di seguito che viene proclamata l'astensione a Torino. La protesta anche dopo la nevicata di mercoledì e la richiesta di interrompere il servizio

Sarà un nuovo sabato di mobilitazione per i rider torinesi di Just Eat.  Lo sciopero è indetto dal Si Cobas per chiedere “sicurezza, salario,salute e dignità”. Il sindacato lancia da Torino una chiamata alla mobilitazione nazionale. È il secondo sabato di sciopero consecutivo in città.

“L’azienda non risponde alle nostre richieste di incontro - denunciano i sindacati - questo dimostra che per l’azienda i profitti e le consegne siano più importanti dei lavoratori e delle condizioni di chi, tutti i giorni, rischia la propria incolumità per la strada”. Proprio durante lo sciopero un fattorino peruviano, che invece, stava lavorando, è stato investito in corso Umbria.

Molti incidenti si sono verificati mercoledì, con la nevicata che è caduta su Torino e ha reso difficile e pericoloso pedalare per le strade della città. La piattaforma aveva accettato di interrompere il servizio a pranzo “dopo numerose proteste e  rifiuti di prestare servizio da parte dei lavoratori, mentre a Torino nevicava abbondantemente e le strade per cicli e motocicli erano di fatto impraticabili”, precisano i sindacati. Ma a cena tutto era tornato attivo “nonostante le strade completamente ghiacciate e pericolose, in cui si sono segnalati diversi incidenti di colleghi che lavoravano”.

Oltre alla sicurezza le rivendicazioni del sindacato riguardano il salario dei rider. Il Si Cobas chiede la cancellazione dell’accordo integrativo firmato dai sindacati confederali e chiede che i rider vengano inquadrati con il contratto della logistica che garantisce una paga oraria di almeno 9,64 euro l’ora.  

I rider sono fattorini che lavorano quasi sempre a cottimo, con spostamenti - denunciano i sindacati - che a volte superano i 20 chilometri di distanza. Per questo i lavoratori chiedono che Torino venga divisa in 4 zone di competenza in modo da ridurre la distanza degli spostamenti.
“Dallo sciopero di oggi vogliamo lanciare un messaggio ai colleghi e alle colleghe delle altre città: per ottenere i nostri diritti dobbiamo organizzarci e lottare contro l'azienda in tutto il paese. Da Torino stiamo facendo un ulteriore passo avanti, ma è necessario che si generalizzi questa battaglia”.


12 dicembre - Sciopero Generale - Dal collettivo di fabbrica lavoratori GKN Firenze - convergiamo su Roma il 16 dicembre

 

Pubblichiamo con un punto di dissenso espresso alla fine del comunicato

Slai Cobas per il sindacato di classe CN

Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze

16 dicembre, sciopero generale. Convergiamo su Roma Per i pullman messaggiare (whatsapp, telegram, signal) il numero del collettivo 3478646481.

Questo sciopero è nostro, anche se non è ancora “il nostro” sciopero.

E’ nostro perché ne abbiamo sostenuto la necessità. Diciamo di più: abbiamo spiegato - nell’incredulità generale – come la sua necessità si stesse affermando nei fatti. Contro la volontà e le previsioni delle stesse direzioni sindacali. E le ragioni per lo sciopero si moltiplicano mentre scriviamo: ultima notizia, l'incredibile delocalizzazione annunciata alla Caterpillar di Jesi.

Ma non è ancora “il nostro” sciopero. Non solo per le evidenti carenze programmatiche, ma anche per le modalità.

Per noi il punto non è mai stato la convocazione di “uno” sciopero generale, ma la costruzione dello sciopero generale e generalizzato. Di uno sciopero che sappia penetrare in profondità nella società, che si

alimenti di convergenza di movimenti e di lotte, che cambi forma e sostanza delle modalità con cui siamo organizzati sindacalmente nelle aziende. E per questo, ancor prima di essere una data, lo sciopero generalizzato è un processo.

Ma lo sciopero del 16 è comunque “nostro”, anche nelle sue ripercussioni. Il suo eventuale fallimento ricadrebbe su di noi. E con “noi” intendiamo non solo e non tanto i soli iscritti Cgil, ma l’intero movimento di classe nel paese. Ne uscirebbero vittoriose le ipotesi più regressive nella società. Ne uscirebbe vittoriosa la Cisl e l’intero arco confindustriale che osanna Draghi.

Dopo aver bloccato ogni ipotesi di sciopero, la Cisl non solo si smarca. Ma attacca duramente lo stesso sciopero generale. Era lecito aspettarsi qualcosa di diverso da un sindacato che non ha scioperato nemmeno un minuto ai tempi del Jobs Act?

Ed è per questo drammatico che lo sciopero arrivi tardivo e pasticciato.

Poteva essere convocato sulla scia della manifestazione di Firenze del 18 settembre o ancora insieme al sindacalismo di base l’11 ottobre o ancora dopo l’attacco di Forza Nuova alla sede di Roma o ancora dopo che Draghi si era alzato dal tavolo sulle pensioni. Si poteva cominciare con scioperi regionali e includere nella piattaforma anche la critica alla gestione pandemica del Governo.

E quando lo si è convocato lo si è fatto con ogni genere di confusione: i metalmeccanici hanno dovuto sconvocare piazze e date già fissate, la scuola l’ha mantenuto il 10. E infine c’è stato lo scivolone sul preavviso di convocazione, con l’intervento dell’Authority a sbandierare la presunta irregolarità dello sciopero. E anche qui, invece che prendere di petto la situazione per denunciare il ruolo delle leggi antisciopero, si è di fatto accettato di dare vita a uno sciopero generale ancora più monco con alcune categorie che ne vengono escluse.

Perfino sulle modalità di piazza c’è stata incertezza. Prima si è parlato di una manifestazione nazionale e non di cortei regionali. E poi si è mantenuta Roma ma con altre piazze macro-regionali.
La direzione Cgil arriva a questo sciopero dopo aver visto cadere non tanto il dialogo con il Governo – dialogo che non c’è mai stato a partire dal blocco dei licenziamenti – ma anche solo la parvenza di contare qualcosa nei diversi tavoli aperti.

Ma la convocazione tardiva e pasticciata dello sciopero generale del 16 dicembre, non rischia di minare la data del 16 in sè. Rischia di minare l’idea stessa di sciopero generale. E non capiamo come si possa trarre compiacimento dalla cosa. C’è chi crede che il fallimento dello sciopero generale del 16 determinerebbe uno spostamento in avanti dei rapporti di forza a nostro favore?

Il punto è che invece che cullarsi nell’idea che “la Cgil tanto non avrebbe mai convocato uno sciopero generale”, era necessario prepararsi a convergere sulle date e le occasioni che ci fossero state messe davanti.
Non lo diciamo per polemica di parte. Noi siamo una vertenza che sulla base dei rapporti di forza deve costruire ogni giorno la propria stessa sopravvivenza. E non ci piace aver ragione da soli, quando è il movimento nel suo insieme che rischia di avere torto.

Il punto non è mai stato per noi se la Cgil fosse in grado o avesse la volontà di dare vita a un serio percorso di mobilitazione. Il punto è se dal basso cresce un movimento e una pressione in grado di sostenere un serio percorso di mobilitazione. “Insorgiamo” non è una concessione del quartiere generale. E’ un moto di indignazione, protagonismo, riscatto, consapevolezza e rabbia. Sei tu il protagonista della tua emancipazione. Tu in quanto organizzatore collettivo, membro di un collettivo, di una comunità.

Infine è francamente inaccettabile l’uso unilaterale della pandemia volto alla limitazione al diritto a manifestare. Se potete licenziare, noi possiamo scioperare. Se si può accalcarsi nei centri commerciali o per lo shopping natalizio, si può e si deve manifestare.

Noi non possiamo determinare in pochi giorni la natura del prossimo sciopero generale. Possiamo solo dire quel che sarebbe giusto con le nostre parole e con i nostri corpi. E le nostre parole e i nostri corpi il 16 saranno in sciopero e in corteo. Convergiamo su Roma (per i pullman messaggiare il numero del collettivo 3478646481). E invitiamo tutti a farlo. Se decidessimo di cambiare le modalità di partecipazione, sarete i primi a saperlo.
#insorgiamo

Abbiamo proposto lo sciopero generale la prima volta il 18 settembre, alla fine di un corteo di 40.000 persone convocato da una fabbrica. L'11 ottobre era già previsto quello del sindacalismo di base. I motivi di allora? Gli stessi di oggi: morti sul lavoro, carovita, delocalizzazioni e crisi aziendali, pensioni, precariato, crisi automotive, situazione di scuola, sanità e pubblico impiego.

E del resto c'era già stato lo sblocco dei licenziamenti a luglio. E sarebbe bastato questo. E invece niente. Lo sciopero generale veniva bollato come utopia. Nel nome di una parvenza di dialogo con il Governo, delle compatibilità con la Cisl e di un enorme conformismo.
E passavano i sabati, lasciando spazio ad una polarizzazione divisiva della classe tutta incentrata su green pass sì, green pass no. Tema su cui è lecito dibattere, ma che non può vivere al di fuori di un programma sociale complessivo.
E poi l'attacco di Forza Nuova alla sede della Cgil. E poi Draghi che si alza dal tavolo sulle pensioni. E poi i licenziamenti definitivi a Gianetti, Whirlpool ecc.. E poi, e poi, e poi...
Oggi la Cisl non solo non sciopera ma esplicita una spaccatura. Del resto stiamo parlando di un sindacato che non ha scioperato un minuto nemmeno sul Jobs Act.
E così, oggi si scopre che questo nostro movimento è stato tra i pochi che ha preparato coerentemente questo momento. E adesso farebbe tanto comodo avere non una ma mille testuggini, pronte a riempire di studenti, movimenti, lavoratrici e lavoratori le piazze.
Ma noi non siamo qua a rivendicare primogeniture. Questo è uno sciopero tardivo e non ancora generalizzato. Ma è nostro anche se non è ancora "il nostro". E la cosa non ci stupisce: nessuno ti regala un percorso di convergenza e insorgenza. Starà a te, come sempre.
La testuggine si rimette in moto.
Ci vediamo a Roma il 16 dicembre. Invitiamo tutti i movimenti, tutto l'arco del sindacalismo ad aderire.
Le disponibilità a venire con noi possono essere date con sms, whatsapp, telegram, signal al numero del collettivo di fabbrica: 3478646481 

Questo punto non lo condividiamo e alimenta confusione e non chiarezza e alimenta divisione e non unità nella lotta di classe:

"...E passavano i sabati, lasciando spazio ad una polarizzazione divisiva della classe tutta incentrata su green pass sì, green pass no. Tema su cui è lecito dibattere, ma che non può vivere al di fuori di un programma sociale complessivo.questo punto non lo condividiamo e alimenta confusione e non chiarezza..."

I no green pass sono in generale No vax e chi aderisce a questa posizione va isolato e combattuto anche tra i lavoratori

noi siamo per la vaccinazione obbligatoria e molto altro e nello sciopero generale porteremo anche questo.


sabato 11 dicembre 2021

Tessitura di Mottola - Invece che lavoro e salario, accordo azienda/sindacati per i licenziamenti

 Tessitura di Mottola - Invece che lavoro e salario, accordo aziende/sindacati per i licenziamenti

Il 6 dicembre i sindacati Cisl, Cgil, Uil, Ugl, e le Rsu (Cisl e Uil) della fabbrica di Mottola hanno firmato un accordo con l'azienda Tessitura di Mottola srl, per incentivare l'"autolicenziamento" di max 40 lavoratori e lavoratrici (circa il 40% degli attuali lavoratori). 

L'incentivo al licenziamento sarebbe la miseria di 14mila euro, suddiviso pure in 4 rate mensili.

Lo Slai cobas è nettamente contrario a questo accordo, e chiama i lavoratori e le lavoratrici a respingerlo.

Invece che accordi sul lavoro, che resta ancora assolutamente generico e senza tempi, i sindacati della fabbrica fanno accordi per tagliare posti di lavoro.

Questo accordo serve solo gli interessi aziendali, e delle Istituzioni, non certo i lavoratori.

Con questo accordo la Tessitura di Mottola si libera di buona parte dei lavoratori (la sua Agenzia Vertus stava cercando altre soluzioni occupazionali, ora avrà un problema minore);

L'accordo va incontro alle eventuali aziende che volessero acquisire la fabbrica, che tutte finora hanno comunque posto problemi di non poter occupare tutti gli attuali operai.

L'accordo toglie una parte delle "castagne dal fuoco" a Regione, Governo, che finora hanno annunciato unicamente piani futuristici di ricollocazione individuale, corsi di formazione inutili e anche grotteschi, e che soprattutto hanno permesso al gruppo Albini che ha goduto di vari fondi pubblici di chiudere una fabbrica senza alcuna conseguenza.

Per i lavoratori e le lavoratrici, invece:

l'accordo è di fatto un ricatto, vengono presi per "fame", visto che questi ultimi due mesi sono stati drammatici non avendo ricevuto neanche la miseria (700 euro) di cig/covid; a fronte, poi, di un futuro incerto e di probabili esuberi,

l'accordo è offensivo: una miseria di 14mila euro con cui non puoi vivere neanche un anno nè tantomeno avviare progetti di attività alternativi - una grande multinazionale come la Tessitura Albini, che non è in crisi, ma delocalizza la produzione all’estero per fare più profitti, si libera di operai , chiude una fabbrica produttiva, con poche briciole – questo è inaccettabile basti pensare che l’Ilva Spa ha dato all'inizio 100mila euro, la Whirpool 95mila... - qui c'è la svendita sotto costo dei lavoratori che hanno permesso in 18 anni grossi profitti ai padroni,

L’accordo prevede una conciliazione individuale che è “tombale”, per cui il lavoratore non può eventualmente richiedere o far ricorso per inadempienze contrattuali, di livello, qualifica, ecc. o per ogni diritto contrattuale non rispettato dall’azienda,

l'accordo è di fatto un messaggio negativo a tutti i lavoratori di "liquidazione" della lotta (che comunque finora è stata molto, ma molto debole - lo stesso presidio non è stato mai utilizzato per avviare iniziative di lotta visibili e che potessero pesare nella trattativa).

QUESTA SERA A MOTTOLA VI SARA' UNA RIUNIONE DEI LAVORATORI SLAI COBAS DELLA TESSITURA, PER NON MOLLARE, PER AVVIARE NUOVE INIZIATIVE

Slai cobas per il sindacato di classe

9.12.21

venerdì 10 dicembre 2021

10 dicembre - COMUNICATO SLAI COBAS sc PALERMO sulla lotta delle/degli ASSISTENTI IGIENICO PERSONALE: LA LOTTA CONTINUA, LA VOSTRA REPRESSIONE NON CI FA PAURA

 Comunicato

Le precarie e i precari Assistenti di Palermo nei giorni scorsi hanno protestato con forza negli uffici Politiche Sociali della Citta Metropolitana di Palermo... l'irresponsabilità di alcuni funzionari è indecente e assolutamente contro i diritti degli studenti disabili e delle lavoratrici/lavoratori
E POSSONO CHIAMARE TUTTE LE FORZE DELL'ORDINE che vogliono( come hanno fatto)... noi stiamo lottando per diritti sacrosanti e NON CI FERMEREMO PERCHE' SIAMO NEL GIUSTO!
I VOSTRI TENTATIVI REPRESSIVI COME UNICA RISPOSTA AI PROBLEMI SOCIALI LI RIMANDIAMO AL MITTENTE!
Anche la nuova udienza del processo a nostro carico di metà dicembre per noi è nuova occasione di denuncia e lotta giusta e necessaria che stiamo portando avanti da anni e non abbiamo alcuna paura!
Il servizio di assistenza igienico-personale specializzato deve essere garantito a tutti gli studenti e tutti le/gli assistenti devono rientrare a scuola!
Assistenti SLAI COBAS PER IL SC PALERMO/SICILIA




Si è sbloccato a Palermo il servizio di assistenza specializzata igienico-personale per altri 21 studenti disabili delle scuole superiori (tra gli studenti non in possesso di UVM), dopo che da ottobre si è avviato, grazie ad una costante, determinata e resistente lotta degli Assistenti e di famiglie di quasi due anni dallo scoppio della pandemia, il servizio per 131 studenti con certificazione UVM.

MA NON BASTA! STIAMO LOTTANDO PER SBLOCCARE IL SERVIZIO PER ALTRI 117 STUDENTI DISABILI SENZA UVM e su questo apprezziamo che il Sindaco Orlando ha dato chiare direttive per estendere il servizio anche a questi studenti, per non mettere in atto discriminazioni come ha scritto, ma funzionari dell'Ufficio delle Politiche Sociali, come odiosamente sono soliti fare, cercano ancora di mettere illegittimamente bastoni tra le ruote per ostacolare... le precarie e i precari a inizio settimana hanno "invaso" il palazzo protestando più che legittimamente contro questi funzionari vigliacchi che chiudendosi a chiave nelle loro stanze hanno fatto chiamare i carabinieri, ma i precari non si sono affatto fatti intimidire rivendicando con forza le ragioni della protesta... stiamo comunque valutando di mettere in atto le opportune denunce.

NOI NON CI FERMEREMO PROPRIO,PERCHE' ABBIAMO RAGIONE DA VENDERE SUI DIRITTI SACROSANTI DEGLI STUDENTI DISABILI E DELLE/DEGLI ASSISTENTI SPECIALIZZATI CHE ANCORA NON LAVORANO E CHE VANNO DIFESI FINO IN FONDO.

Questa questione della richiesta della certificazione UVM è SOLO ILLEGALE, ed è stata "inventata" in primis dal becero Assessore Scavone del nero governo ragionale Musumeci e dal suo lacchè Greco, e poi fatta propria da diversi Enti intermedi come diversi Comuni e alcune Città Metropolitane, per continuare a risparmiare al massimo su un servizio essenziale che hanno provato a cancellare due anni fa ma non riuscendoci grazie alla lotta di Assistenti in Sicilia, con la prima linea combattiva delle precarie e precari dello Slai di Palermo, e di diverse famiglie di studenti.

IL SERVIZIO SPECIALIZZATO DI ASSISTENZA IGIENICO- PERSONALE DEVE ESSERE EROGATO A TUTTI GLI STUDENTI DISABILI CHE NE ABBISOGNANO, A PALERMO COSI' COME IN TUTTA LA SICILIA. SENZA ODIOSE ETICHETTATURE E DIVISIONI TRA GRAVISSIMI, GRAVI ECC

LA LOTTA STA CONTINUANDO!

Slai Cobas per sc Palermo/Sicilia

Sulla grave mancata attivazione del Servizio di assistenza igienico-personale specializzato verso gli studenti disabili delle scuole di primo grado del Comune di Piazza Armerina

La nostra O.S., in rappresentanza delle precarie Assistenti igienico-personale specializzate denuncia con forza che ad oggi, a tre mesi dall’inizio dell’anno scolastico, il Comune di Piazza Armerina non ha ottemperato ad un obbligo di legge.

Visto che Leggi regionali e nazionali vigenti , Circolari, documentazione varia da noi fornita direttamente al Sindaco, oltre ai chiarimenti in presenza, cui si aggiunge una ulteriore nota del 30.11.2021 prot. n. 45703 dell’Assessorato della Famiglia delle Politiche sociali e del Lavoro della Regione Siciliana, non sembrano sufficienti affinché il Comune di Piazza Armerina dia l’avvio al servizio per gli studenti disabili, e vista anche la disponibilità dei fondi, si può solo supporre che ci sia una NON VOLONTA’ in questo senso.

Ricordiamo al Comune di Piazza Armerina e non solo ancora una volta che questo tipo di assistenza secondo sentenza di Cassazione non è comunque sottoposta a vincolo di bilancio, ribadiamo che il mancato avvio si configura come interruzione di pubblico servizio, cui fa riferimento l’Odg approvato dall’Assemblea Regionale a proposito del Comune gravemente omissivo di Trapani che elenca le leggi vigenti, denuncia l’interruzione di pubblico servizio e chiede il commissariamento del Comune.

La posizione del Comune di Piazza Armerina attualmente rientra, quindi, tra quelle di “persistente illegalità” (in riferimento al sindaco di Trapani), come si legge proprio nel suddetto ODG (approvato nella seduta n. 296 del 3 novembre 2021)!

Per quanto sopra, visto il danno grave che subiscono gli studenti disabili e le loro famiglie, e le Assistenti specializzate la nostra O.S. si vedrà costretta ad adire anche le vie legali, valutando la denuncia alla Procura della Repubblica.

Slai Cobas per il sc Palermo/Sicilia