mercoledì 3 maggio 2023

3 maggio - 1° MAGGIO: SU COMUNICATO SI COBAS, DA SLAI COBAS SC

Ma è cosi' ostico per il Si. Cobas citare a Napoli la partecipazione dello Slai Cobas per il sindacato di classe? Nel comunicato: "1 MAGGIO 2023: A MILANO E NAPOLI LA RADICALITÀ OPERAIA SBARAGLIA LE INUTILI PASSERELLE DEI CONFEDERALI!" scrivono sulla manifestazione a Napoli:

"in mattinata a Napoli circa 2 MILA sono scesi in piazza rispondendo all'appello del SI Cobas, di SGB e dei movimenti dei disoccupati organizzati… ...Seppur con dimensioni minori e in un contesto sociale estremamente diverso, la piazza di Napoli ha confermato lo stesso dato, qualitativo prima ancora che quantitativo. Il corteo ha visto centinaia di operai della logistica, dei porti, dell'igiene ambientale, del Multiservizi e dell'Ilva, giunti anche da Roma, Taranto, Salerno, Catanzaro e Palermo, sfilare a fianco dei disoccupati 7 novembre e Cantiere 167 Scampia..."

Tutti hanno potuto vedere e sentire negli interventi durante il corteo, sia la presenza ultravisibile dello Slai Cobas sc di Taranto e Palermo, tra l'altro quasi unica realtà organizzata non di Napoli/Campania presente alla manifestazione, e gli interventi dell'operaio dell'Ilva di Taranto e della compagna di Palermo. Avrebbero dovuto essere contenti di questa presenza unitaria e solidale in particolare con la lotta dei disoccupati di Napoli, che è un valore importante, non per le proprie "medagliette", ma per la lotta dei proletari... E invece NO, grande fatica a citare. E non è una svista, anche durante la manifestazione il compagno del Si Cobas respensabile della manifestazione si era "dimenticato" di nominare la presenza dello Slai Cobas (tanto che poi si è andato a scusare con la compagna di Palermo).

E per favore compagni, nessuna ipocrisia, quando poi nello stesso comunicato scrivete: "Chi in questo frangente, per mala fede o anche solo per mancanza di informazioni, ha accusato il SI Cobas di "settarismo" o di pretese "egemoniche" su tutto il movimento, nelle scorse settimane e ancora più nella giornata di ieri è stato clamorosamente smentito...". Purtroppo invece avete dimostrato che il "settarismo" e l'"egemonismo" c'è stato, altrimenti non avreste avuto problemi a dire che chi è giunto da Taranto e da Palermo non è stato per "volontà" di Dio, ma perché organizzato e rappresentante di un'altra organizzazione sindacale di classe e di base che ogni giorno dove è presente organizza lotte, scioperi, mobilitazioni.

Questo vizio non è certamente nuovo da parte del Si. Cobas, ma noi speriamo sempre in una logica che guarda alla necessita' per i proletari di un fronte unito, e che metta la propria organizzazione, la propria forza al servizio di questa battaglia che serve a tutti.

PS. Altri lavoratori e lavoratrici avrebbero potuto essere presenti a Napoli e a Milano, ma erano alla manifestazione di Parigi e rendere concreto il legame internazionalista tra proletari di Italia e proletari di Francia.

3.5.23

SLAI COBAS per il sindacato di classe

coord. nazionale

1 MAGGIO 2023: 
A MILANO E NAPOLI LA RADICALITÀ OPERAIA SBARAGLIA LE INUTILI PASSERELLE DEI
CONFEDERALI! 
Ieri, 1° Maggio, la presidente Giorgia Meloni ha convocato il Consiglio dei ministri 
per abrogare il reddito di cittadinanza, per rendere ancora più destrutturato e
precario il lavoro e sposare integralmente il programma di Confindustria.
Contro queste scelte, che si aggiungono all'approvazione del decreto Cutro (spacciato
come un aiuto alle donne) e all'abolizione del sostegno agli affitti, a Milano circa 
15 MILA tra lavoratori, lavoratrici, precari e studenti hanno preso parte alla
manifestazione unitaria, organizzata dal SI Cobas assieme quasi tutti i sindacati di
base e a svariati movimenti sociali, comitati e organizzazioni politiche, mentre in
mattinata a Napoli circa 2 MILA sono scesi in piazza rispondendo all'appello del SI
Cobas, di SGB e dei movimenti dei disoccupati organizzati.Due cortei dal carattere 
inequivocabilmente anticapitalista e internazionalista, con parole d'ordine chiare 
contro la guerra e contro ogni imperialismo, contro il governo Meloni che oggi 
rappresenta in pieno il governo dei padroni, per rivendicare aumenti salariali almeno
pari all'attuale tasso d'inflazione, e contro la repressione delle lotte sindacali e
sociali. In particolare, la straordinaria partecipazione al corteo di Milano ci
consegna un dato che è oggettivamente inoppugnabile: la crescente domanda di 
opposizione sociale, di lotta e di conflitto, che emerge con sempre più convinzione
dalla piazza. In quest'ottica, il raffronto tra il fiume di lavoratori combattivi (in
larghissima parte del SI Cobas e provenienti da tutte le principali province del 
centro-nord) che sfilavano per le vie del centro cittadino fino alla centralissima 
piazza del Duomo, e le due-tremila che a qualche chilometro di distanza si sono 
accodate alla fiacca e assonnata manifestazione della triplice Cgil-Cisl-Uil, appare 
quanto mai eloquente e impietoso. L'eclisse delle burocrazie confederali nelle aree a
maggior densità produttiva, e la contestuale crescita del sindacalismo conflittuale, 
col SI Cobas quale perno centrale, così come è emersa in una data-simbolo come il 1 
maggio, ieri è apparsa evidente a tal punto che nonostante il proverbiale silenzio di
tutti i media di stato e filopadronali, il TG3 regionale della Lombardia si è visto 
praticamente costretto a "svelare" (sia con le immagini sia nella cronaca) le reali 
proporzioni delle due piazze... Seppur con dimensioni minori e in un contesto sociale
estremamente diverso, la piazza di Napoli ha confermato lo stesso dato, qualitativo 
prim'ancora che quantitativo. Il corteo ha visto centinaia di operai della logistica,
dei porti, dell'igiene ambientale, del Multiservizi e dell'Ilva, giunti anche da Roma, Taranto, Salerno, Catanzaro e Palermo, sfilare a fianco dei disoccupati 7 novembre e Cantiere 167 Scampia, in un momento delicatissimo per la vertenza dei senza lavoro partenopei, da sempre sotto attacco di una dura repressione e in questi giorni oggetto di una campagna di criminalizzazione senza precedenti da parte del presidente della Regione De Luca. Proprio per questo motivo SI Cobas e Sgb hanno scelto di concludere la manifestazione con un comizio sotto la sede della giunta regionale.
La giornata di ieri ha dunque fatto chiarezza da tutti i punti di vista: da un lato ha
chiarito ancora una volta esistono due punti di vista differenti e nei fatti 
inconciliabili tra loro, sia per quanto riguarda la costruzione di un movimento di 
opposizione alle politiche del governo Meloni, sia per quanto riguarda la concessione
stessa del ruolo del sindacato: da un lato chi come Cgil-Cisl-Uil considera la classe
lavoratrice come un orpello inoffensivo dei padroni e dello stato borghese da
chiamare a raccolta "una tantum" senza mai brandire l'unica arma che i lavoratori 
hanno a disposizione: quella dello sciopero; dall'altro chi grazie agli scioperi ha 
conquistato migliori condizioni di lavoro e salariali, lotta quotidianamente nei 
luoghi di lavoro e del non lavoro, produce conflitto e non è disposto ad arretrare 
nella difesa dei propri diritti; dall'altro, ha definitivamente fatto luce sulla 
natura strumentale delle polemiche e dei pettegolezzi di corridoio che anche in 
questi mesi hanno tenuto banco nel variegato panorama del sindacalismo di base 
all'indomani dello sciopero generale del 2 dicembre e della manifestazione nazionale 
del giorno successivo a Roma.
Chi in questo frangente, per mala fede o anche solo per mancanza di informazioni, ha
accusato il SI Cobas di "settarismo" o di pretese "egemoniche" su tutto il movimento,
nelle scorse settimane e ancora più nella giornata di ieri è stato clamorosamente 
smentito.
Forti della partecipazione oceanica dei lavoratori del SI Cobas e/o del legame 
indissolubile che da tempo unica la nostra organizzazione e i disoccupati organizzati
di Napoli, avremmo potuto tranquillamente fare anche noi, come hanno fatto e stanno
facendo altri, "tutto da soli": chiamarci il nostro corteo, aprirlo col nostro 
striscione e le nostre bandiere in prima fila, e finanche proclamare, come qualcuno
ha frettolosamente fatto in questi giorni, un nostro "sciopero generale"...

No! A noi non interessano questi sterili giochini; non ci appassionano queste 
stucchevoli competizioni tra apparati: la giornata di ieri ha chiarito anche ai 
ciechi chi realmente pratica questi terreni e adotta questi metodi politicisti e 
autoreferenziali e chi come noi invece assume quali uniche discriminanti la 
chiarezza dei contenuti e delle parole d'ordine e la difesa dell'autonomia del 
movimento di classe da partiti, partitini e manovrine elettoraliste, di qualsiasi 
tipo esse siano.
A Milano e a Napoli gli striscioni di apertura dei cortei erano unitari, i microfoni
 aperti a tutti e la possibilità di parola (ferme restando la condivisione delle 
piattaforme di indizione e il rispetto per le realtà più rappresentative) garantita 
anche alle organizzazioni e alle realtà sociali numericamente più modeste...
Oggi è emerso chiaramente che l'unità che bisogna ricercare è quella della classe: 
dei lavoratori della logistica che lottano per difendere le conquiste strappate 
negli scorsi anni e ora si trovano sotto assedio, dei precari che non accettano più 
di essere tali, di chi vive ai margini nelle periferie delle città, di chi lotta per
un lavoro a salario pieno, per il diritto alla casa, per la sicurezza nei luoghi di 
lavoro, per collegare le nostre lotte con quelle dei lavoratori francesi e degli 
altri paesi, per contrastare la guerra e l'economia di guerra che produce una 
mattanza quotidiana in Ucraina e in tutto il mondo.
È questa l'unità che ci serve, ed è questa la "materia prima" necessaria ad innescare
una mobilitazione di massa unitaria che possa portare in tempi brevi all'indizione 
di un vero sciopero generale, a fare davvero "come in Francia".
Chi come noi si pone su questo terreno, non ha tempo da perdere nell'attesa illusoria
 che i bonzi sindacali si muovano contro i loro stessi interessi, e neanche a 
ricorrere un'unità di facciata con chi si illude di essere autosufficiente...
PACE TRA GLI OPPRESSI - GUERRA AGLI OPPRESSORI!
GOVERNO MELONI - GOVERNO DEI PADRONI!
COSTRUIAMO UN VERO SCIOPERO GENERALE A PARTIRE DALLE LOTTE E DAL PROTAGONISMO DEI 
LAVORATORI!
SI Cobas nazionale


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