L’albergo quattro stelle lusso, che
nel 2018 aveva vinto una puntata del programma Sky “4 Hotel” con
Bruno Barbieri, ha chiuso l’attività il 20 giugno. La protesta dei
dipendenti lasciati a casa: “Nessuno ci ha avvisato. Un trattamento
disumano”
A cura di Francesca Del Boca
"Non siamo lavoratori, siamo
servitù. Scarti da lasciare sulla strada all'improvviso, senza
troppe spiegazioni, come ha fatto la proprietà dell'Hotel Milano
Scala". È la protesta dei dipendenti dell'albergo quattro
stelle lusso di via dell'Orso, tra il Duomo e il quartiere di Brera,
che venerdì 20 giugno ha chiuso per sempre il portone d'ingresso.
Tutto fermo, dalle prenotazioni sul sito per i clienti alle mansioni
dei 30 lavoratori regolarmente assunti, rimasti a casa da un giorno
all'altro.
"C'erano già stati dei segnali: non era più
possibile effettuare prenotazioni nel periodo estivo, ad
esempio, ma nessuno si aspettava questo. Non ci sono stati incontri
ufficiali, un tavolo con i sindacati, solo voci. Non è arrivata
nemmeno una comunicazione scritta sulla chiusura forzata",
racconta a Fanpage.it Greta, addetta alla reception dell'hotel, sulla
carta eccellenza dell'ospitalità meneghina con la medaglia di
unico albergo a emissioni zero della città e la vittoria del
programma Sky con Bruno Barbieri 4 Hotel. Con il cambio di proprietà,
dalla società Capoberta a una holding che fa capo a una delle
famiglie più importanti della città, sono arrivati però anche la
crisi definitiva e la chiusura nel giro di poche settimane.
"Siamo
in un limbo, non sappiamo cosa sarà di noi. Ho lavorato in tutto il
mondo, sono rientrato in Italia per lavorare qui. Non mi è mai
successa una cosa del genere", è la testimonianza di Gianmarco,
reparto food and beverage. "Nessuno ci ha
avvisato, accompagnato. C'è chi ha acceso un mutuo, chi ha
deciso di avere un bambino, chi ha preparato le carte per far
arrivare i parenti dall'estero basandosi su uno stipendio fisso per
sostenere i propri cari. È umiliante, i proprietari ci hanno buttato
in mezzo alla strada. Hanno scelto la via meno costosa per le loro
tasche. Ma noi siamo esseri umani".
"La maggior parte
di noi però non riesce a stare con lo stipendio decurtato per così
tanto tempo. Vogliono costringerci a cercare un altro lavoro,
così non devono sobbarcarsi i costi del licenziamento. Una manovra
studiata a tavolino per non pagare. La proprietà ci aveva assicurato
che non ci sarebbero stati problemi, ed eccoci qui. Non
sono stati neanche chiamati in causa i sindacati",
parla anche Rodrigo, chef dell'esclusivo ristorante menzionato nella
guida Michelin. "È incredibile. Sono un professionista, lavoro
con serietà da decenni. E soprattutto ho un figlio, una casa da
mantenere".
Una situazione comune a tantissimi lavoratori
dell'Hotel Milano Scala. "Lavoravo lì dal primo giorno di
apertura, ero affezionata all'albergo: si può dire che ci sono
cresciuta dentro. Ma questo trattamento è davvero disumano",
spiega Violetta, responsabile del reparto colazioni. "Ho un
figlio piccolo e sono una mamma single, ma non ho mai mancato un
giorno di lavoro per la famiglia: se il bimbo era malato, gli davo
una medicina e chiamavo qualcuno. E oggi vengo ripagata così, con
questa indifferenza. Vengo lasciata a casa dall'oggi al domani,
senza sapere quale sarà la mia fine. Non sapevo nemmeno che il 20
giugno sarebbe stato l'ultimo giorno".


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