giovedì 24 luglio 2025

24 luglio - info 2: Stellantis/Iveco tra riconversione bellica (Leonardo) e cessione al gruppo indiano Tata

 

Il rebus Iveco tra il futuro della Difesa e le mire indiane

Iveco è in vendita: Exor ha deciso di aprire le trattative per la cessione di uno dei suoi principali asset, l’azienda leader in Italia per la produzione di veicoli commerciali e furgoni che negli anni ha rappresentato un perno importante degli affari del gruppo guidato da John Elkann.

Gli scenari per la vendita di Iveco


Si parla di una trattativa col gruppo indiano Tata Motors: “Exor starebbe valutando la cessione della propria quota di controllo (pari al 27,1% del capitale e al 43,1% dei diritti di voto) alla società indiana interessata ad acquisire l’intero perimetro industriale del gruppo, escludendo però la divisione militare”, nota Industria ItalianaSecondo la testata diretta da Filippo Astone si tratta di “un’operazione che potrebbe ridisegnare gli equilibri del settore automotive europeo e riaccende le preoccupazioni politiche e sindacali su un’altra possibile dismissione industriale a favore di gruppi stranieri”.

Indipendente dopo la scissione da Cnh Industrial sotto la galassia Agnelli-Elkann dal 2022, Iveco è un’azienda sana che, nonostante un primo trimestre difficile (-42% dell’utile netto) non ha mai mancato di generare flussi di cassa positivi: dal 2021 ad oggi ha generato oltre 2,2 miliardi di euro di utili operativi e poco meno di 1,5 miliardi di utile netto risultando inoltre capace di garantire la continuità dell’industria motoristica italiana in un contesto di elevata criticità per Stellantis.

Iveco è dunque un’azienda che si porta alle spalle anni di espansione delle capacità produttive e nonostante un difficile inizio di 2025 gioca un ruolo importante nell’industria italiana. La decisione di alienarla da parte di Exor non è una novità: già nel 2019 Elkann valutava la vendita ai cinesi di Faw. Oggi, la scelta di cederla può rientrare nell’ottica di un generale riassetto della galassia Exor, che vuole ridurre a livello generale il peso della manifattura di veicoli nel quadro di una generale transizione verso un ruolo crescente nella tecnologia, nelle scienze della vita, nell’investimento in venture capital.

Il nodo difesa

Va da sé che questo implica una grande attenzione per il futuro della divisione difesa del gruppo, Iveco Defense Vehicles (Idv), che tra Bolzano, Piacenza e il Brasile ha numerose importanti attività e la cui vendita sarà scorporata, nel caso, dalla cessione della casa madre.

Ad oggi, Idv è nel mirino di un consorzio formato da Leonardo e dalla tedesca Rheinmetall, del produttore di mezzi militari franco-tedesco Knds e dal ceco Czechoslovak Group. Bloomberg ha stimato in quasi 1,9 miliardi di euro il valore dato al gruppo. La sensazione è che la vendita di Iveco possa essere colta al balzo da Elkann per piazzare nel migliore dei modi l’asset sfruttando la corsa al riarmo e l’attenzione industriale che lo circonda. Resta, in ogni caso, tracciato un trend: il disaccoppiamento tra gli Agnelli-Elkann ed Exor da un lato e il settore motoristico dall’altro appare tracciato. E qualsiasi analisi sui piani di rilancio dell’auto italiana di cui si parla non può non tenere conto di dinamiche di cui Iveco è una manifestazione.



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