Palermo - Slai cobas per il sindacato di classe... per un 1° maggio e oltre nelle mani dei lavoratori, operai, precari, disoccupati...



STATO, PADRONI, GOVERNO, CON I LORO "NUOVI" PROGRAMMI E RIFORME ANNUNCIATE, CONTINUERANNO A SCARICARE LA CRISI CONTRO NOI LAVORATORI, OPERAI, PRECARI, DISOCCUPATI...

 LA "NUOVA" FINANZIARIA REGIONALE DEL PRESIDENTE CROCETTA E' ANCORA UNA VOLTA SOLO E UNICAMENTE MACELLERIA SOCIALE SULLA PELLE DEI LAVORATORI E PROLETARI

GIUSTE E NECESSARIE SONO LA RIBELLIONE E LA LOTTA CONTRO QUESTO STATO DI POLIZIA CHE CI VUOLE FERMARE CON SEMPRE PIU' REPRESSIONE...vedi il caso gravissimo delle forze "dell'ordine" che hanno sparato contro gli operai Ex PIP in lotta in difesa del posto di lavoro

MENTRE I SINDACATI CONFEDERALI SONO SEMPRE PIU' ATTIVI A SALVAGUARDARE GLI INTERESSI DEI PADRONI E A CANCELLARE I DIRITTI DEI LAVORATORI NOI NON CI STIAMO! E NON CI FERMEREMO!

VERSO UN PRIMO MAGGIO... DI LOTTA NELLE MANI DEI LAVORATORI CONTRO LE POLITICHE ANTIPROLETARIE E ANTIPOPOLARI CHE PEGGIORANO ULTERIORMENTE LE NOSTRE CONDIZIONI DI LAVORO E DI VITA

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A Palermo si protesta ovunque!
Oggi, 29 aprile,  lavoratori, precari e disoccupati aderenti allo Slai Cobas per il Sindacato di Classe, hanno manifestato davanti al palazzo della Presidenza della Regione Siciliana per fare sentire ancora più forte il grido di protesta e la lotta contro tagli e licenziamenti. Erano presenti gli ex Pulizieri del Policlinico, i Precari delle Coop Sociali,  i lavoratori della scuola ATA, una rappresentanza dei lavoratori in cassa integrazione della Sonepar. Mentre una delegazione otteneva di incontrare i rappresentanti del  “Palazzo”, i lavoratori, precari... fuori, gridavano slogans contro i governi e le loro scellerate scelte contro le masse proletarie e popolari al servizio solo e unicamente dei padroni, ben accompagnati in questo dai sindacati confederali sempre più servi e venduti. "PER UN PRIMO MAGGIO DI LOTTA E OLTRE NELLE NOSTRE MANI!" NOI NON CI FERMEREMO!"
Giornale di Sicilia 01/05/2013 

A fine manifestazione/assemblea i lavoratori, precari e disoccupati Slai si sono diretti al Palazzo dei Normanni, l'Ars, dove contemporaneamente manifestavano  i precari exPIP, in piazza da giorni,  in difesa del posto di lavoro contro le annunciate manovre di annullamento del loro servizio da parte di Crocetta e company.
Forte e concreta è stata la solidarietà che i lavoratori Slai Cobas per il s.c. hanno espresso piazzandosi con il megafono al centro tra le centinaia di precari Ex Pip, ma non solo c'erano anche i lavoratori della formazione professionale, i precari dei Comuni..., denunciando tra l'altro con molta determinazione l'assurda repressione delle forze "dell'ordine" , che sono arrivate a sparare quasi ad altezza d'uomo sui precari Ex Pip in un vergognoso tentativo di reprimerne la lotta.  Ma i precari non si sono fermati e hanno giustamente risposto contro continuando la protesta ... Forti applausi di tutti i presenti hanno accompagnato l'intervento dei lavoratori Slai Cobas per il s.c., abbracci e strette di mano solidali, una lavoratrice si è avvicinata alle precarie Slai dicendo "mi avete fatto piangere con le vostre parole e il vostro gesto di solidarietà... grazie a nome di tutti...". In piazza è stato diffuso il volantino/locandina sul I maggio dello Slai Cobas per il s.c. nazionale

Slai Cobas per il sindacato di classe Palermo

lunedì 29 aprile 2013

1° maggio all'ilva taranto


Con volantinaggi e due comizi davanti alle portinerie A e D dell'Ilva lo Slai cobas per il sindacato di classe ILVA Taranto ha portato la linea e la pratica del 1° Maggio di lotta nelle giornate del 29 e 30 aprile. Serviva in questa occasione incontrare ed essere presenti alla fabbrica e tra gli operai, dato che non ci sono le condizioni per una manifestazione operaia e popolare, e certamente non poteva essere considerato un appuntamento operaio il concerto organizzato a Taranto per il 1° Maggio.
Nei comizi si è denunciato il nuovo governo dei padroni che nasce in continuità con quelli di Berlusconi e Monti per proseguire lo scarico della crisi sui lavoratori. Un governo che rigetta il voto di protesta popolare che tra astensione e voto alla lista Grillo ha superato ampiamente il 60%, a dimostrazione che non è con il voto che i lavoratori possono contrastare la volontà dei padroni di avere governi che difendano i propri interessi, né tantomeno che si riescono a mandare a casa politici e partiti legati da vincoli di casta fondati sulla corruzione, il malaffare e l'occupazione del potere. Serve una lotta e un'opposizione fuori dal parlamento che abbia come obiettivo il rovesciamento del sistema, dello Stato, dei governi dei padroni, per aprire un'alternativa di lotta e di potere operaio e popolare.
Ma nei comizi molto spazio è stato anche dato alla situazione sindacale, denunciando come padroni, governo e sindacati confederali vadano a braccetto in questo 1° Maggio, come vogliano cancellare e impedire la presenza del sindacalismo di base e di classe in seno alle fabbriche e su tutti i posti di lavoro, anche attraverso nuove regole fasciste per le elezioni delle RSU che blindino il monopolio confederale. Gli operai hanno bisogno di un sindacato di classe nelle loro mani, senza il quale gli interessi dei padroni e il fascismo padronale non può essere fermato.
Si è denunciato come all'Ilva quella che si prepara è una ristrutturazione sotto l'egida del nuovo amministratore Bondi, che non ha certo l'intenzione di mettere a norma l'azienda ma di ristrutturarla tagliando l'occupazione e dandola come fonte di profitti o ancora nelle mani di padron Riva o nelle mani di Stato e/o altri padroni che ne perseguano la stessa strada. I sindacati confederali sostengono questa linea attraverso i con tratti di solidarietà e vogliono conservare a tutti i costi il monopolio della rappresentanza, anche rinviando le nuove elezioni delle Rsu, il cui mandato scade a maggio.
Lo Slai cobas ha ribadito che gli operai Ilva da esso organizzati propongono una lista unitaria e alternativa a tutti gli operai che sono in dissenso con i sindacati confederali, perchè questa è l'unica strada per ricostruire una forte rappresentanza dei lavoratori.
Infine, è stato detto che bisogna organizzare la lotta e che la lotta non è un concerto, nonostante le buone intenzioni di chi lo organizza e ci partecipa; il concerto è una buona cosa perchè numerosi artisti guidati dall'attivissimo Michele Riondino, si schierano contro l'inquinamento e dalla parte dei cittadini di Taranto, mantenendo accesi i riflettori sulla situazione e la battaglia che si sta facendo a Taranto. Ma il problema che abbiamo è quello di ricostruire la forza materiale, di lotta degli operai in fabbrica e in città, il sindacato di classe, i comitati per la salute e il lavoro sul territorio. Questa strada e questa necessità non si percorre e né si affronta con grandi eventi mediatici e con la spettacolarizzazione della città, ma con l'organizzazione della lotta, dello sciopero generale, del blocco della fabbrica e della città, della rivolta operaia e popolare.

A QUESTO STIAMO LAVORANDO, PRIMA, DURANTE E OLTRE IL 1° MAGGIO.

SLAI COBAS ILVA
SLAI COBAS per il sindacato di classe – coordinamento provinciale
 1° Maggio 2013

sabato 27 aprile 2013

Bergamo 25 aprile 2013 "per gli operai la liberazione è ancora da fare....."



con questo slogan quanto mai attuale, una delegazione di lavoratori della logistica, impegnati nelle lotte per rivendicare i diritti contro lo schiavismo delle cooperative, ha partecipato al corteo del 25 aprile per ribadire la strada che i lavoratori immigrati indicano a tutta la classe operaia per rialzare la testa e costruire il sindacato di classe fondato sui cobas, come strumento necessario per non pagare la crisi che i padroni vogliono scaricare su lavoratori e proletari, ma anche per lottare in funzione di una rivoluzione politica e sociale che la faccia finita con il sistema capitalista, di cui il sistema degli appalti nelle logistiche è un tassello, che ancora oggi genera miseria, licenziamenti e repressione.


 Anche oggi serve una nuova resistenza proletaria e popolare perchè "per tutti gli sfruttati la liberazione è ancora da fare".

mercoledì 17 aprile 2013

LD Vignate: Giusta protesta dei lavoratori contro lettera di contestazione a delegato Cobas


Martedì 16 aprile si è tenuta una protesta dei lavoratori della Logicservice contro l'intenzione della cooperativa di sanzionare un lavoratore per la sua attività sindacale nel magazzino, con il chiaro intento di intimidire tutti i lavoratori nostri iscritti.
L'immediata risposta dei lavoratori che si sono fermati per 15 minuti davanti agli uffici speriamo abbia fatto desistere la cooperativa dal perseguire questo obbiettivo antisindacale.
Ricordiamo alla cooperativa che in questo magazzino lo Slai Cobas ha aperto, il 12 aprile, lo stato di agitazione sindacale al fine di ottenere il riconoscimento delle rivendicazioni decise in assemblea con i lavoratori.

Inoltre siamo venuti a conoscenza che in data 22 aprile 2013 si terrà un'incontro al CeDi di Vignate con la presenza dei rappresentanti della committente Lombardini, e visto che tra i punti della piattaforma sindacale   abbiamo richiesto l'avvio di un tavolo sul futuro dei lavoratori, con tutte le  organizzazioni sindacali presenti nel magazzino, chiediamo quindi di essere informati direttamente dell'ora in cui si effettuerà tale riunione per poter partecipare con il nostro rappresentante territoriale e le nostre RSA.

resta inteso che in caso contrario metteremo in campo le iniziative me sindacato appoggiamo tutte le forme di protesta che i lavoratori decideranno di mettere in campo.

S. Lamera
per lo Slai Cobas s.c. 

Capriate Bg: un nuovo grave attacco ai diritti dei lavoratori nella cooperativa della logistica Progress (magazzino LD)


COMUNICATO STAMPA 17/04/2013
 
Oggi a Capriate presso il magazzino LD (Lombardini) il responsabile operativo della cooperativa Progress ha tentato, per mezzo di minacce e aggressioni verbali, di impedire un’assemblea dei lavoratori indetta dallo Slai Cobas SC per discutere della grave situazione occupazionale che a breve i lavoratori si troveranno ad affrontare a causa della riorganizzazione della Lombardini.
 
Vedendo che le sue intimidazioni non sortivano alcun effetto e che quindi i lavoratori non recedevano dal loro intento, questo signore ha pensato bene di far intervenire le forze dell’ordine accusando il sindacato e i suoi iscritti di intimorire gli altri lavoratori.
Mentre, i carabinieri, giunti sul posto, non potevano far altro che constatare la falsità delle accuse mosse dal responsabile e che quindi l’assemblea, che si stava svolgendo con un’ampia adesione degli operai, era assolutamente legittima.
 
Denunciamo l’arroganza di questi personaggi che da mesi non forniscono risposte riguardo a situazioni di irregolarità che vanno dall’appropriazione indebita delle quote sindacali alla mancanza di informazioni rispetto al futuro occupazionale, all’utilizzo illegale di lavoratori presso altri magazzini del gruppo (LD Vignate) per vanificare la mobilitazione in atto.

  La determinazione dei lavoratori non è stata scalfita da questo comportamento inaccettabile, la vertenza è solo all'inizio.
  I lavoratori non sono disposti a pagare di sulla propria pelle questa riorganizzazione che ha il fine di aumentare i profitti del gruppo Lombardini.
 
 
Sebastiano Lamera
Slai Cobas S.C.
3355244902
 

martedì 16 aprile 2013

Tavolo su cassa in deroga a Palazzo Chigi la prossima settimana. I sindacati: servono 1,5-1,7 mld in più


16 aprile 2013 sole24ore


Il tavolo sull'emergenza delle risorse per finanziare la cassa integrazione in deroga per il 2013 si sposterà a Palazzo Chigi probabilmente agli inizi della prossima settimana. È il risultato dell'incontro che il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha avuto oggi con i sindacati e le imprese. «Chiederò a Monti e a Grilli - ha detto il ministro, secondo quanto si apprende - una riunione da mettere in calendario per lunedì o martedì per esaminare il problema dettato dall'emergenza». Nessun provvedimento ad hoc per stanziare le risorse, ha spiegato Fornero, in quanto «il nostro è un Governo in scadenza. Non facciamo decreti». «Non é facile trovare le risorse in questo momento - ha poi ricordato il ministro al termine della riunione -. Certamente non le può trovare il ministro del Lavoro da solo». E a chi chiedeva se il ministero dell'Economia facesse resistenza sulle risorse, ha replicato: «No, no. Smusseremo le resistenze». Per i sindacati serve un finanziamento aggiuntivo di 1,5-1,7 miliardi.

lunedì 15 aprile 2013

"FiomLandini apre a Fim e Uilm, ma la democrazia? Convocare immediatamente il comitato centrale"


15.4.2013
Comunicato stampa

Sergio Bellavita (Portavoce Rete 28 aprile):
La proposta che Maurizio Landini ha avanzato a Fim e Uilm va discussa al Comitato Centrale. Landini ha proposto ai segretari di Fim e Uilm in cambio dei diritti sindacali d'organizzazione la reintroduzione del patto di solidarietà, che regala rappresentanza anche a chi non riceve voti ,disdettato nel 2009 a fronte della pesantissima rottura sul contratto nazionale. Sul terreno della democrazia, una testa un voto, la Fiom ha sostenuto una legge di iniziativa popolare, raccolto centinaia di migliaia di firme. Il  legame profondo tra battaglia sui contenuti e democrazia è stato il fulcro della nostra iniziativa di resistenza all'aggressione ai diritti del lavoro. Cosa è cambiato ora? Noi o Fim e Uilm ? Chiediamo una convocazione urgente del Comitato centrale.

Sergio Bellavita
Portavoce Rete 28 aprile Fiom

tecnova puglia -fotovoltaico uguale schiavismo



La rivincita degli schiavi del solare
in tribunale un esercito di sfruttati
Indagini chiuse, 438 le parti civili nel più grosso processo per riduzione
in schiavitù mai celebrato in Italia. Una vera e propria rivolta civile dei
braccianti dei campi di silicio contro i referenti di Tecnova e i caporali:
15 gli indagati

Hanno lavorato 12 ore al giorno, sotto il caldo torrido e la pioggia
battente, senza l'adeguata attrezzatura, immersi nel fango fino alle
ginocchia e con gli stivali troppo stretti tagliati sulle punte per riuscire
a calzarli. Niente contributi, ferie, malattie, straordinari, alla fine  -
dopo mesi trascorsi a posizionare pannelli fotovoltaici nei campi del
Salento - niente retribuzione.


Sono stati trattati come schiavi ma hanno reagito da cittadini, firmando
denunce su denunce, sottoponendosi a interrogatori fiume e preparandosi a
diventare testimoni nel più grosso processo per riduzione in schiavitù mai
celebrato in Italia. Sono 438 i lavoratori che compaiono come parti offese
nell'avviso di conclusione delle indagini preliminari fatto notificare dalla
Dda di Lecce a quindici persone, indagate a vario titolo per associazione a
delinquere, riduzione in schiavitù, estorsione, favoreggiamento della
permanenza irregolare di clandestini sul territorio italiano e truffa
aggravata ai danni dello Stato.


Un esercito di disperati, che da due anni e mezzo aspetta l'epilogo
giudiziario del calvario vissuto tra gli ulivi della Puglia, dove in pochi
mesi sono stati costruiti tredici parchi fotovoltaici dalla società spagnola
Tecnova. Uomini provenienti dal Ghana, Tunisia, Algeria, Marocco, Senegal,
reclutati con il passaparola e la chimera di un contratto da metalmeccanico
con stipendio da 1.200 euro al mese e finiti a fare gli schiavi nei campi di
silicio. Il capo d'imputazione, che inchioda alle loro responsabilità i
referenti italiani e spagnoli della Tecnova (Luis Cardenos, Luis Gutierrez,
Josè Martinez, Manuela Costabile e le collaboratrici di quest'ultima Anna
Maria Bonetti e Tatiana Tedesco), i titolari della B. D. Consulting che si
occupava di reclutare gli immigrati (Cosima De Michele e Bagnulo Marco
Damiano) e sette caporali stranieri, è la sintesi giudiziaria dei racconti
dell'orrore fatti dai lavoratori e raccolti per primi dai sindacalisti
dell'Ugl, poi dalla polizia e dalla guardia di finanza. Scientifico il
metodo che sarebbe stato attuato per utilizzare manodopera a bassissimo
costo: gli operai venivano individuati in varie regioni d'Italia e fatti
arrivare in Puglia, sistemati in abitazioni fatiscenti e da lì prelevati
ogni mattina dai caporali per essere condotti sui cantieri di Lecce,
Galatina, Collepasso, Francavilla, San Pancrazio e in ogni angolo di Salento
in cui Tecnova era riuscita a ottenere subappalti dal colosso delle
rinnovabili Gsf.

Le giornate erano infinite, le condizioni di lavoro pessime, gli infortuni
continui, le minacce di licenziamento costanti e molto dure anche le
pressioni per non denunciare i torti subiti. I lavoratori del silicio erano
trattati alla stregua degli schiavi, scrivono i pm Alessio Coccioli e
Pierpaolo Montinaro nell'avviso di conclusione delle indagini, bollando
nuovamente gli indagati come gli schiavisti del Terzo millennio, nonostante
il parere negativo del Riesame e della Cassazione in merito alla
contestazione dell'articolo 600 del Codice penale. Il reato di riduzione in
schiavitù, nato per punire lo sfruttamento della prostituzione e poi esteso
a quello dei lavoratori agricoli, è già arrivato alla sua prova
dibattimentale davanti al Tribunale di Lecce, dove è in corso il processo a
7 imprenditori salentini e 9 caporali stranieri accusati di avere
trasformato i migranti in schiavi nei campi di angurie di Nardò. E se in
quel fascicolo le parti offese individuate sono poche decine, nel caso
Tecnova si parla di un numero enorme di vittime, che renderà inevitabilmente
difficile lo svolgimento del maxi-processo.

Alcuni di loro hanno già annunciato che saranno in aula per guardare negli
occhi i loro aguzzini e testimoniare, con le loro parole, come lo
sfruttamento avesse stravolto ogni diritto di lavoratori e cittadini e come
proprio lo stato di bisogno e di soggezione impedisse loro di ribellarsi e
lasciare quell'inferno. "Ci trattavano peggio di quanto avveniva ai nostri
nonni nelle piantagioni di cotone, ma avevamo bisogno di soldi per poter
mangiare", usavano dire molti di loro durante le manifestazioni in cui
chiedevano il pagamento degli stipendi, mostrando sul corpo e sul viso i
segni degli incidenti. Alla fine la maggior parte degli schiavi del
fotovoltaico ha lasciato il Salento. E a ricordare il loro dramma sono
rimaste solo lunghe colonne di pannelli tra gli ulivi e un processo ancora
tutto da scrivere.

(09 aprile 2013) © Riproduzione riservata

Un inutile referendum - serve l'altra strada: 20 aprile assemblea


Il referendum sulla chiusura totale o parziale dell'Ilva non è passato per 
mancato raggiungimento del quorum. Appena il 19,5% ha votato.
Perché il referendum sia valido dovevano recarsi alle urne il 50 per cento
più uno degli aventi diritto che in termini assoluti sono 86.500 elettori.

Nel rione Tamburi, il più esposto all'inquinamento prodotto dagli impianti
del Siderurgico, si è recato ai seggi solo il 9,7% degli aventi diritto;
anche a Paolo VI, altro quartiere a rischio, con forte presenza operaia,
l'affluenza è stata molto bassa.
Più alta invece l'affluenza nell'area centrale di Taranto: nelle sezioni dei
quartieri Borgo-Città vecchia è stata infatti pari al 14,4 per cento.
Chiaramente, tra i votanti la maggioranza è stata per il SI.

Lo Slai cobas per il sindacato di classe ILVA ha sempre detto che contro
false e illusorie strade, la strada era e resta un'altra:

unire la lotta per lavoro e salute contro i padroni, lo Stato e il governo
dei padroni. Contro chi vuole chiudere la fabbrica e contro chi la vuole
lasciare nelle mani di padroni e Stato - anche se si traveste da difensore
di lavoratori e cittadini..
Unire di operai e masse popolari per una rivolta operaia e popolare a
Taranto. Contro chi in nome dei cittadini nega l'autonomia operaia e la
lotta di classe
Unire gli operai dell'Ilva, con le realtà autorganizzate operaie e sociali
su scala nazionale su basi di classe per una lotta sola!

Questo lo sta praticando fin dall'inizio della grande questione Ilva, sia in
fabbrica che in città,  e ha fortemente contribuito alla riuscita
dell'iniziativa nazionale del 22 marzo all'Ilva e ai Tamburi organizzata
dalla Rete nazionale per la sicurezza e la salute sui posti di lavoro e
territorio.
ORA PROSEGUE L'INIZIATIVA.

SABATO 20 APRILE ALLE 0RE 9,30 presso sede Slai cobas per il sindacato di
classe, via RINTONE, 22 TARANTO
ASSEMBLEA per:

- portare avanti le proposte emerse il 22 marzo;
- organizzare la costituzione di parte civile per risarcimenti al processo
contro Riva;
- nuove proposte e iniziative sul fronte sicurezza in fabbrica, dopo i
continui recenti infortuni;
- info processi cambio tuta e iniziativa in Procura;
- info ricorso art. 28 contro il mancato riconoscimento deleghe dell'Ilva;
- punto sul rientro in fabbrica, e iniziative/proposte su contratto di
solidarietà;
- mobilitazione dei lavoratori cimiteriali;
- organizzazione ai Tamburi per unire bonifiche e rivendicazione lavoro per
i disoccupati.

SLAI COBAS per il sindacato di classe ILVA
3475301704 - via Rintone, 22 TA
slaicobasta@gmail.com

15.4.13

lettera aperta proposta

riceviamo e pubblichiamo



pc 24 marzo - per il 1° maggio 2013 - proposta
dal testo  'per una analisi comunista del voto' seconda parte

'La lotta contro il grillismo nelle fila del movimento è anche positiva
perchè può permettere di unire le forze di classe, cioè chiamare le forze
classiste a mettere da parte il secondario per unirsi sul principale.
La lotta al grillismo va sfruttata anche come opportunità per rilanciare
l'unità dei comunisti, perchè quella soggettività organizzata e agente in
grado di essere la vera alternativa si chiama costruzione/ricostruzione del
partito comunista, come reparto d'avanguardia organizzato della classe
operaia e nucleo dirigente della lotta delle masse popolari.
Ma, chiaramente, questa costruzione domanda anche ai proletari avanzati, ai
classisti, ai comunisti una pulizia interna da idee e metodi di lavoro che
possono essere di ostacolo al profilo programmatico,strategico,politico e di
organizzazione del partito comunista che ci serve oggi'

proletari comunisti è pronto a sottoscrivere per il 1° maggio 2013 una
dichiarazione comune con tutti i compagni, le forze comuniste, proletarie e
rivoluzionarie del nostro paese da diffondere in tutte le manifestazioni del
primo maggio
non poniamo alcune pregiudiziale, chiediamo che proposte in questo senso
giungano al nostro indirizzo
pcro.red@gmail.com
la decisione finale in merito verrà presa il 21 aprile 2013

proletari comunisti
24 marzo 2013 

domenica 14 aprile 2013

Per l'Ilva referendum flop: troppo pochi alle urne


14 aprile 2013


L'affluenza alle urne a Taranto per il referendum sulla chiusura totale o parziale dell'Ilva alle 19 (si vota solo oggi fino alle 22) era del 13,1%. Nel rione Tamburi, il più esposto all'inquinamento prodotto dagli impianti del Siderurgico, si è recato ai seggi il 9,7% degli aventi diritto e nella zona Borgo-città vecchia il 14.4%. 
Più alta invece l'affluenza nell'area centrale di Taranto: nelle sezioni dei quartieri Borgo-Città vecchia è stata infatti pari al 14,4 per cento. Perché il referendum sia valido devono recarsi alle urne il 50 per cento più uno degli aventi diritto che in termini assoluti sono 86.500 elettori.

San Raffaele, partite le prime 40 lettere di licenziamento


14 aprile 2013 sole 24ore

Dopo le notizie circolate sulle prime lettere di licenziamento partite per 40 dipendenti dell'ospedale San Raffaele di Milano, i sindacati si sono messi in movimento per valutare la linea da seguire per tentare di scongiurare i tagli. Domani è prevista l'assemblea dei lavoratori e in quella sede verranno anche discusse le iniziative di protesta messe in cantiere.

Intanto, per ora nessuno ha riferito ai sindacati di aver ricevuto la lettera di licenziamento. Le 40 missive sono state inviate venerdì a 20 lavoratori dell'area sanitaria e a 20 dell'area amministrativa. Un atto «inevitabile» secondo l'amministrazione dell'ospedale. 

Monti dall'Italia alla Palestina


15 aprile 2013

Monti: l'Italia non cresce per lacune della politica, ma anche dei sindacati e delle imprese

Se venisse tolta l'Imu, come auspica il presidente del Pdl Silvio Berlusconi, potrebbe essere necessaria una nuova manovra correttiva dell'ecomomia, come ha ipotizzato Stefano Fassina, responsabile economico del Pd. Lo ha detto il premier Mario Monti, rispondendo a una domanda di Fabio Fazio, durante la trasmissione 'Che tempo che fa' che andrà in onda questa sera. «Più avanti - ha spiegato Monti - se venisse tolto l'Imu temo di sì» potrebbe servire una nuova manovra.
Affrontare l'emergenza dell'economia reale 
«Il primo compito del «nuovo governo sarà affrontare l'emergenza dell'economia reale», ha detto il presidente del Consiglio dimissionario, Mario Monti,

SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA' E' PRONTA AD ENTRARE NEL PARTITO (SEDICENTE) DEMOCRATICO


Il ventiquattro e venticinque febbraio scorsi si sono tenute le elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento; il risultato ha dato ben poche indicazioni chiare: per dirla con Lorenzo De' Medici - signore di Firenze dal 1469 al 9 aprile 1492, data della sua morte - "del doman non v'è certezza".
Un quarto degli italiani non si è recato alle urne, mentre i restanti si sono divisi equamente tra le due destre, moderata e radicale, ed il voto di protesta, quello per il Movimento Cinque Stelle.

Ilva: questione nazionale per unire la lotta per lavoro e salute contro i padroni, lo Stato e il governo dei padroni.

Ilva: questione nazionale per unire la lotta per lavoro e salute contro i
padroni, lo Stato e il governo dei padroni.

Contro chi vuole chiudere la fabbrica e contro chi la vuole lasciare nelle
mani di padroni e stato - anche se si traveste da difensore di lavoratori e
cittadini.

Piattaforma di classe su sicurezza sui posti di lavoro e salute sul
territorio.

Contro demagoghi e populisti di turno

Unita operai e masse popolari per una rivolta operaia e popolare a Taranto
contro chi in nome dei cittadini nega l'autonomia operaia e la lotta di
classe

Questa è stata la iniziativa nazionale -sfida di Taranto della rete il 22
marzo

Unire gli operai dell'Ilva con le realtà autorganizzate operaie su scala
nazionale su basi di classe per una lotta sola!


La piattaforma approvata dall’assemblea

La Rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro  e sul
territorio, a conclusione  dell'iniziativa nazionale di sfida, di
indicazione e di lotta realizzata nella giornata del 22 marzo all'Ilva  -
con il combattivo e rappresentativo presidio della direzione Ilva, con

Repressione a Taranto


decine e decine di compagni con i dirigenti e attivisti dello slai cobas
per il sindacato di classe
ne subiscono ormai al ritmo di uno al mese, per le forme di lotta
sviluppate per il lavoro e il salario garantito a taranto blocchi stradali

Ilva contro riva con lo slaicobas sc


La famiglia riva si affida a bondi per ristrutturare e mantenere ilcontrollo dell.azienda non certo per metterla a norma come è dimostrat dall'attacco ai giudici e dalla continua inosservanza delle norme sulla sicurezza che provocano infortuni i contratti di solidarieta nonpossono essere la foglia di fico dei piani dell'azienda che  accompagninola ristrutturazione e gli inevitabili tagli
lo slaicobas ilva  per il sindacato di classe
il 20 aprile in uno attivo ore 9:30 via RINTONE 22  proporra nuovė
iniziative di lotta

SLAi cobas per il sindacato di classe ilva taranto
347 5301704
slaicobasta@gmail.com

Squinzi ai sindacati: «Tempo degli scontri finito, seguire il modello tedesco»


sole24ore

La crisi è sempre più pesante ed è finito ormai il tempo degli scontri tra le parti sociali che hanno invece la «responsabilità storica» di mettere fine alle incomprensioni e «remare nella stessa direzione». Lo ha sottolineato il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nel corso di un dibattito all'ambasciata tedesca. «È finito - ha detto Squinzi - il tempo degli scontri, dei confronti e delle incomprensioni. Bisogna andare tutti nella stessa direzione, è una responsabilità storica». 
«Dobbiamo sederci - ha aggiunto Squinzi - in vista anche dell'incontro con i leader dei sindacati confederali al convegno biennale di Confindustria sabato a Torino, e cercare di trovare soluzioni condivise. Il modello tedesco può essere una direzione da seguire ma dobbiamo muoverci».
«Siamo in una tempesta perfetta - ha proseguito il presidente di Confindustria - e siamo tutti nella stessa barca e dobbiamo remare tutti nella stessa direzione. Il momento è tale che dobbiamo dare prova di grande responsabilità».

Squinzi: non c'è tempo per tornare al voto. L'economia reale non può attendere ulteriori traccheggiamenti



Non ci sono i tempi per nuove elezioni in autunno. L'Italia potrebbe cadere nuovamente vittima della speculazione. Lo ha sottolineato il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, intervenuto a Radio Anch'io su Rai Radio1. «Non tocca a me indicare quale tipo di governo sia migliore. La serietà del momento è tale che pensiamo a un governo di uomini di buona volontà che vogliano vedere uscire il Paese dalle sabbie mobili in cui si è impantanato», ha detto Squinzi. «Non credo - ha aggiunto - che un ritardo all'autunno metta tranquilla la speculazione internazionale che tornerà ad accanirsi. Non abbiamo i tempi per aspettare indenni fino all'autunno».
«L'economia reale è a un punto tale che non può attendere ulteriori traccheggiamenti», ha aggiunto Squinzi. «Bisogna intervenire subito, e mettere in cantiere provvedimenti che possano dare un segnale di un cambiamento di tendenza perché la situazione economica del Paese è veramente pesante, le aziende chiudono, la disoccupazione cresce».
Nel corso del programma, Squinzi ha risposto anche sui timori espressi dall'Unione europea sulla tenuta del sistema industriale italiano, che il presidente di Confindustria giudica «esagerati»: «È un giudizio che non condivido, credo che da Bruxelles ci sia una prevenzione nei nostri confronti. Siamo il secondo paese manifatturiero al mondo in termini di valore aggiunti procapite. Tutti i paesi rallentano, anche la Germania».

Crisi, Regina (Confindustria): perdiamo 40 imprese al giorno, serve terapia d'urto

Quaranta aziende al giorno chiudono. «L'economia italiana é stagnante e sprofondata in una delle crisi più acute della sua storia, basti pensare che la produzione industriale dal 2007 ad oggi é scesa del 25 per cento, abbiamo perso 70mila imprese manifatturiere dal 1997». Il vicepresidente di Confindustria Aurelio Regina ai microfoni de "L'Economia prima di tutto" su Radio1 Rai lancia l'allarme: «La crisi si riacutizza, perdiamo 40 aziende al giorno, davanti a questa situazione serve una terapia d'urto che riduca il cuneo fiscale, sul costo del lavoro, liberi dei costi eccessivi il monde delle imprese e si riprenda immediatamente una via di crescita e sviluppo». Oggi e domani il convegno delle Pmi a Torino.
«Decreto Pa, provvedimento utile ma non risolutivo» 
Regina ricorda che il decreto sui pagamenti della pubblica amministrazione è «utile ma non risolutivo» poiché le imprese sono al «collasso». «È già singolare che bisogna emettere un decreto legge per pagare i debiti - afferma Regina - noi crediamo che sia un intervento importante e utile grazie al Capo dello stato e alla Commissione europea. Tuttavia è solo un primo passo, davanti a 100 miliardi di euro di crediti, operare con 40 in due anni non è abbastanza risolutivo». «Nel decreto - osserva ancora il vicepresidente di Confindustria - permangono procedure molto complesse ed è previsto un processo di coordinamento tra stato ed enti locali che non si preannuncia facile e tutto questo rischia di rallentare fortemente il processo di liquiidazione, limitando l'incisività del provvedimento. Noi chiediamo flussi costanti, regolari e molto forti in questa prima fase, perché il tema della liquidità diventerà ancora più urgente quando ad aprile le piccole imprese chiuderanno i bilanci, e ci si renderà conto che i loro bilanci 2012 sono molto negativi e questo cambierà ancora una volta i parametri per laccesso al credito bancario».

Sequestrata area Italsider


Napoli, sequestrata area ex Italsider
la procura: "Disastro ambientale"

Sotto accusa la mancata bonifica. Il quartiere illuso per anni con i progetti di riconversione. Indagati 21 fra ex dirigenti di Bagnolifutura e funzionari anche del ministero dell'Ambiente. Sequestrato anche il sito ex Eternit di DARIO DEL PORTO  

 

Un'indagine della Procura di Napoli mette sotto accusa la mancata bonifica di Bagnoli. Su richiesta del pm Stefania Buda, è stato disposto il sequestro dell'area dell'ex Italsider ed ex Eternit, compresa la colmata mai rimossa dal quartiere illuso per anni dai progetti di riconversione dell'area industriale. Il provvedimento è stato emesso dal collegio dell'ufficio Gip presieduto da Bruno D'Urso. Il pm Buda, del pool coordinato dal procuratore aggiunto Francesco Greco, ipotizza i reati di disastro ambientale e truffa. Gli indagati sono 21 fra i quali ex vertici di Bagnolifutura, funzionari Arpac e del Ministero dell'Ambiente. Il decreto di sequestro è stato notificato dai carabinieri del comando provinciale e dai carabinieri del Noe. I giudici hanno individuato come custode dell'area l'attuale presidente di Bagnolifutura, il magistrato in pensione Omero Ambrogi.

Alla situazione di Bagnoli sono dedicate oltre trenta pagine della relazione conclusiva della commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti depositata alla fine della precedente legislatura. Scrive la commissione, riguardo ad esempio all'area della colmata, compresa tra il pontile nord ed il pontile sud dell'ex centro siderurgico,  "E' costituita da rifiuti e, in particolare, da scorie e loppe d'altoforno derivanti dalle lavorazioni dell'ex Ilva-Eternit di Bagnoli, smaltite su una superficie di circa 170.000 metri quadrati del litorale marino e di circa 50.000 metri quadrati della spiaggia originaria, a partire dal 1962 fino all'interruzione delle lavorazioni.
 

mercoledì 10 aprile 2013

Della Valle: “Destinare l’1% degli utili delle imprese alla solidarietà” - Il Fatto Quotidiano

Della Valle: “Destinare l’1% degli utili delle imprese alla solidarietà” - Il Fatto Quotidiano


"L’impegno degli imprenditori è definito “doveroso” perché “la disperazione vera ha bisogno di avere un pò di conforto”.La visione del padrone tifoso di Renzi su come uscire dalla crisi

LE PARANOIE DEI PADRONI


10 aprile 2013 sole 24 0re

Squinzi: senza Governo perso un punto di Pil

«Non importa il colore politico. Contro la crisi serve subito un governo di uomini di buona volontà che abbia interesse a dare una svolta alla situazione». Lo ha detto stamane il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, durante la visita ai padiglioni del Salone internazionale del Mobile a Milano. «Sul piano sociale», ha affermato, l'assenza di un governo e di una guida politica «non potrà proseguire a lungo senza portare a conclusioni violente. Sono anche molto preoccupato perchè la situazione è quella che sappiamo: ad oggi contiamo 62 casi di suicidi di imprenditori».
«L'assenza di un governo ci costa un punto di Pil» 
«L'assenza attuale di un governo e l'allentamento dell'azione riformatrice dell'esecutivo Monti nella seconda metà del 2012 si può calcolare che ci sia costato un punto percentuale di Pil», ha poi affermato Squinzi nel corso della conferenza al Salone del mobile. «Oggi vari istituti di ricerca - ha proseguito - prevedono un calo dell'1,4-1,5 per cento di Pil nel 2013. Se continueremo a non avere un governo rischiamo di dover rivedere di nuovo al ribasso le stime».
Commentando i dati sui fallimenti forniti oggi dal Sole 24Ore (4218 aziende chiuse nel primo trimestre 2013, 58 solo in un giorno), Squinzi ha ribadito: «Le statistiche confermano la sensazione che già avevamo espresso e voluto affrontare con il documento in cui chiediamo alla politica una "terapia d'urto", dal momento che il dato sulla disoccupazione giovanile si sta pericolosamente avvicinando al 40 per cento. Ed è indispensabile anche far ripartire l'edilizia. Personalmente - ha concluso Squinzi - sarei favorevole ad aumentare oltre la soglia del 50 per cento la detrazione fiscale per le ristrutturazioni, includendo anche l'arredamento».
Il presidente di Confindustria: tirare fuori il coraggio 
«Non è quello che ci aspettavamo. Ci aspettavamo un po' più di coraggio». È questo il commento del presidente di Confindustria a proposito delle modalità previste nel decreto legge per il rimborso alle imprese. Certamente, ha affermato, «se non tiriamo fuori il coraggio, il paese continuerà a essere in grande difficoltà». Insomma, il provvedimento varato dal governo per la restituzione dei debiti della pubblica amministrazione alle imprese «non è sufficiente, bisogna metterci mano subito». Il debito, osserva Squinzi, «è probabilmente almeno tre volte i 40 miliardi, che peraltro vengono dati in forma molto diluita».

autisti in lotta



L'Assemblea del 10 aprile successiva ai fatti della notte precedente a Rovolon è stata molto partecipata.
Si è deciso di mantenere il presidio, si sono valutate altre possibilità per ora rimaste in sospeso, e si
è deciso che alcuni delegati procedano penalmente rispetto a quanto accaduto.
Nel corso della assemblea ci sono state delle telefonate tra RSA prima e poi il coordinatore Dorigo, con
la proprietà. Queste non avevano portato ad alcun risultato positivo, ma dopo l'arrivo del Vice Sindaco,
con il quale si è svolto un incontro con i lavoratori, questi si è attivato per portare alla trattativa il padrone
della Busatta & Cecchin.
Trattativa che ha portato ad un verbale di consultazione sindacale approvato dall'assemblea e successivamente
firmato dal padrone e dal sindacato, in cui la azienda si è impegnata a pagare
le retribuzioni arretrate in due soluzioni, una entro il 18 aprile, ed il saldo al 30 aprile.
A condizione che il 18 aprile siano pagate le retribuzioni fino all'intero mese di gennaio, quindi, il presidio
verrebbe tolto solo il 19 aprile.
Il Cobas/FAO ha dimostrato notevole tenuta e livello di autorganizzazione, anche nelle relazioni con la polizia
stradale atte a bloccare il maggior numero di mezzi possibili dopo il "blitz" della notte scorsa.
In nessun caso si è fatta vedere la Cgil.
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martedì 9 aprile 2013

Consulta: la legge salva-Ilva è costituzionale


La legge 231 del 2012, la cosiddetta "salva-Ilva", è costituzionale. Lo ha deciso la Corte Costituzionale, che ha dichiarato in parte inammissibili in parte infondate le questioni di legittimità sollevate dal Gip e dal Tribunale di Taranto sulla legge salva-Ilva.
La nota della Consulta: la legge non viola i parametri della Costituzione 

Coop sociali, ex pulizieri policlinico, ATA ex enti locali DI NUOVO IN PROTESTA ALLA REGIONE Sicilia



COMUNICATO STAMPA
Palermo, 09/04/2013

SIT-IN DI PROTESTA MERCOLEDI' 10 APRILE ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE DALLE ORE 15,30

DAL PRESIDENTE CROCETTA/TARSK FORCE FINO AD OGGI SOLO "BELLE PAROLE" MA NIENTE FATTI CONCRETI!

IL PRESIDENTE CROCETTA QUANDO E' SCESO TRA LE LAVORATRICI IN FORTE PROTESTA E LOTTA L'8 MARZO SCORSO A PIAZZA INDIPENDENZA NON PENSI CHE CI ILLUDIAMO DEI "BEI DISCORSI" CHE  "... LA REGIONE NON LASCERA' NESSUNO FUORI O AL PALO..."  NOI NON CI STIAMO!

Precarie e precari Coop Sociali, assistenti igienico-personale agli studenti disabili nelle scuole superiori, a scadenza di contratto (con appalto di appena tre mesi!) dalla metà di giugno prossimo e ancora senza alcun avvio del percorso di riqualificazione  richiesto per l'assistenza all'autonomia ...  e poi??? visto che si aboliranno le province che fino ad oggi hanno gestito l'erogazione del servizio di assistenza 

Ex puliziere e pulizieri buttati in mezzo alla strada dal Policlinico per via dei tagli alle risorse destinate alla gestione tramite appalti del servizio di pulizia ...  un ospedale in cui le condizioni dell'igiene e della sanificazione rasentano il vero e proprio stato di emergenza... a tutt'oggi, nonostante le tante denunce ed esposti, non sono stati reintegrati

Lavoratrici e lavoratori Ata della scuola (assistenti tecnici ex enti locali) a tutt'oggi veri e propri lavoratori fantasma nelle scuole perchè privati illegalmente dalle istituzioni di un diritto previsto per legge, quello della sede di titolarità, da acquisire a seguito corsi obbligatori di riconversione che il MIUR deve organizzare in collaborazione con la Regione. 

VOGLIAMO RISPOSTE IMMEDIATE E SOLUZIONI AI PROBLEMI - AVVIARE SIN DA SUBITO I TAVOLI TECNICI DA NOI RICHIESTI

Slai Cobas per il sinadacato di classe
340/8429376


Ilva, una catena infinita di insicurezza e incidenti!


Nella notte tra l'8 e il 9 aprile, Una pensilina in ferro e cemento lunga una trentina di metri e larga una decina presso una palazzina di laboratori di vetreria e falegnameria, è crollata all’interno dello stabilimento Ilva di Taranto per ancora da accertare.
In quell'ora notturna la struttura era vuota, ma abitualmente vi lavorano oltre 350 operai del turno di mattina.
I lavoratri avevano segnalato lo stato precario di quella pensilina guà dopo il tornado del 28 novembre scorso che ha devastato parte dello stabilimento, uccidendo un lavoratore delle gru del porto.
Oggi gli operai che lavorano nella palazzina, che dista qualche centinasio di metri dala direzione generale, sono stati rimandati a casa dall’azienda
Già la settimana scorsa, dopo altri due incidenti, di cui uno con un ferito piuttosto grave, avevamo denunciato come la situazione in Ilva sta diventando insostenibile.
Oggi ancora di più è evidente che solo la massima vigilianza e mobilitazione immediata dei lavoratori si possono evitare nuovi morti.
Ripetiamo:
Bisogna denunciare e fermarsi ad ogni inadempienza e pericolo.
Bisogna organizzare il sindacato, i delegati, degli rls veri e non le persone inutili attuali.
Gli accordi inadeguati e pericolosi firmati dai confederarli devono essere disdetti.
Dobbiamo imporre una postazione ispettiva interna, che come slai cobas chiediamo da 10 anni.

SlaiCOBAS Ilva

lunedì 8 aprile 2013

la proposta indecente di Napolitano



Napolitano: “Campagne moralizzatrici distruttive”. Ed evoca le larghe intese

Il presidente della Repubblica attacca frontalmente il "fanatismo" che si rivela "distruttivo" della politica. Ricordando in Senato Gerardo Chiaromonte, spinge nuovamente per un governo di larghe intese "come nel 1976", quando il Pci ebbe il "coraggio" di collaborare con la Dc

Giorgio Napolitano

Taranto ....chi li ha visti!


Ormai il 'comitato liberi e pensanti a taranto partecipa solo alle proprie iniziative...
Alla manifestazione della rete del 22 niente...
Alla grande manifestazione degli ambientalisti di domenica..niente
Agli scioperi e iniziative del sindacalismo di base in fabbrica.
sempre difficili e frutto di scontro con padroni e sindacati confederali sempre assenti, da quelle sulla.sicurezza contro le morti in fabbrica a quelle contro cassintegrazione e contratti di solidarieta',
ormai ragionano in termini arroganti..settari..autoreferenziale..come la eterna tradizione dei gruppetti..anche quando si tratta.di un gruppetto tuttora molto grosso..
Per di piu su posizioni non.classiste pressocche su nulla.
Noi naturalmente ci battiamo che operai e cittadini organizzati e facenti riferimento al comitato,cambino strada..
Ma a taranto come a livello nazionale serve sulla questione ilva unita.di.classe..lotta e chiarezza e non fare gli interessi del proprio gruppo..con la pretesa che siano quelli di tutti

slai cobas sc taranto

Taranto, in piazza contro la 'salva Ilva' cinquemila contro la salute negata "


La grossa manifestazione cittadina contro l'inquinamento di domenica ha posto con forza innanzitutto l'emergenza sanitaria.
La rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e territorio con la iniziativa nazionale del 22 marzo all'ilva e a tamburi ha gia trasformato questa domanda in richiesta di un piano e fondi d 'emergenza per monitoraggio' prevenzione cura strutture sanitarie, ma il governo e lo stato pronti a salvare riva con decreti ad hoc nulla fanno di concreto su questo fronte.
Il 9 aprile a roma e a taranto questa richiesta deve essere portata con decisione.
Su tutte queste richieste si deve mobilitare la classe operaia ilva e indotto a fianco delle masse popolari perche lavoro e salute si difendono insieme o  non  vince nessuno.
La rete a taranto e a livello nazionale e' strumento essenziale per questa unita di lotta - la assemblea a tamburi del 22 marzo lo ha dimostrato
Ora dobbiamo andare fino in fondo a taranto come a livello nazionale


rete nazionale sicurezza sul lavoro 

domenica 7 aprile 2013

Taranto non si possono seppellire i morti


convocata l'assemblea dei lavoratori cimiteriali dallo slai cobas per il sindacato di classe di taranto

tutelare lavoro e salute dei lavoratori

risarcire i lavoratori

o sara sciopero !

lavoratori cimiteriali cooperativa ancora
slai cobas per il sindacato di classe taranto


Cimitero inquinato dall’Ilva
le salme restano nel freezer