Si arrampicano sulle
impalcature
Lavoratori chiedono incontro al prefetto
Lavoratori chiedono incontro al prefetto
Si sono arrampicati, in via Camozzi a Bergamo, sulle impalcature del
grattacielo Rinaldi in fase di ristrutturazione per protestare perché, secondo
la loro posizione, il prefetto avrebbe negato un nuovo incontro, che era stato
promesso, dopo un primo tavolo sulla vertenza lo scorso 7 gennaio.
Sono i lavoratori del magazzino Kamila (Italtrans) di Brignano che
movimentano le merci del supermercato Tigross del gruppo Agorà. Venerdì 5 febbraio
avrebbero voluto vedere il prefetto per continuare il tavolo di lavoro teso
a garantire i posti di lavoro, ma non è stato così. Ecco il perché
della protesta, con tanto di striscione: «Prefetto vergogna». Sul posto Digos e
carabinieri.
Ecco il comunicato del sindacato Slai Cobas che sta seguendo la vertenza. «Dietro le merci che
trovate nei supermercati, ci sono i lavoratori dei grandi magazzini della
logistica, che operano dietro le quinte della grande distribuzione. Infatti
grazie al sistema del subappalto a consorzi e a cooperative di facchinaggio, le
grandi catene di supermercati realizzano guadagni milionari sulla loro pelle».
In questo modo, i padroni dei supermercati hanno migliaia di uomini che
lavorano per loro, ma che ufficialmente non risultano, perchè sono dipendenti
di cooperative, che non danno tutele sui diritti, sul lavoro, sul salario. È il vecchio
sistema del caporalato, diventato legale sotto il nome di cooperativa».
«È un sistema, che con il Jobs/Act del governo Renzi/Poletti, si sta
allargando a tutti i lavoratori. È contro questo sistema schiavistico
che da mesi lottano i lavoratori del magazzino Kamila (Italtrans) di Brignano,
dove si movimentano le merci che trovate ogni giorno sugli scaffali del
supermercato Tigross del gruppo Agorà. Un lavoro che non ha orari e dove ci si
rompe la schiena spostando migliaia di colli ogni giorno a cottimo».
«Col sindacato Cobas, da mesi, con scioperi, manifestazioni, incontri in
Prefettura, esposti agli organi di controllo (che hanno già accertato pesanti
mancanze di sicurezza e pericolo per la salute), chiedono, la garanzia
del posto di lavoro, ma anche che venga rispettata la loro dignità. Con un
lavoro senza condizioni e ritmi bestiali, in cui i diritti non vengano
calpestati ogni giorno con discriminazioni, intimidazioni e
licenziamenti che colpiscono, guarda caso, proprio gli iscritti del sindacato».
«Per questo, mentre acquistate un pacco di pasta o un barattolo di
marmellata, vi chiediamo di essere solidali con questi lavoratori, di pensare
al sistema di sfruttamento che ci sta dietro».
Il clima tra i lavoratori si è fatto
sempre più incerto a partire da metà settembre, quando la Kuehne Nagel ha
ceduto il ramo d’azienda alla piattaforma logistica Kamila, detenuta al 55% da
un network di supermercati chiamato Agorà Network e al 45% da una società
legata a Italtrans
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