Secondo
la Cisl, il dipendente che aveva sempre evidenziato le criticità ha
perso il lavoro perché identificato nell’operatore anonimo che
aveva rilasciato le dichiarazioni al telegiornale. Lui, però, ha
sempre smentito. Furlan: "Si ritiri il provvedimento,
immotivato"
di
Giacomo Salvini |
21 GIUGNO 2020
Negli
ultimi mesi aveva denunciato a più riprese l’assenza
di dispositivi individuali e
l’inadeguatezza delle mascherine all’ospedale San Giovanni di Dio
Torregalli di Firenze.
Accuse di mala gestione rivolte alla Asl Toscana Centro, e ripetute
da un dipendente anonimo della struttura al Tg2 del 17 aprile, che
sono costate all’operatore
sanitario e sindacalista Rsu della
Cisl il
licenziamento in tronco.
La vicenda è stata denunciata dal segretario generale della Cisl
Funzione Pubblica, Maurizio
Petriccioli,
che chiede il reintegro immediato del lavoratore parlando di “azione
vergognosa,
antisindacale ed arbitraria, fondata esclusivamente sul sospetto”.
Anche la segretaria generale Cisl, Anna
Maria Furlan,
in un tweet è sulla stessa linea: “L’azienda ritiri
questo provvedimento immotivato nei
confronti di chi rappresenta e difende i propri colleghi in prima
linea in queste settimane contro il Covid”. Il sindacalista, che al
momento preferisce non esporsi, ha sempre negato di essere stato lui
a fare quelle dichiarazioni in tv. Dalla Asl Toscana centro invece
per il momento non è arrivata alcuna replica.
Sulla vicenda si butta
a capofitto tutto il centrodestra. Il segretario della Lega Matteo
Salvini dice
che “se fosse successo in una regione governata dalla Lega sarebbe
scoppiato il putiferio” e poi sfrutta l’occasione per fare
campagna elettorale in vista delle regionali di settembre:
“Solidarietà al dipendente censurato. In Toscana è arrivato il
momento di cambiare aria” twitta il leader del Carroccio. Il
componente forzista della Commissione di Vigilanza Rai, Maurizio
Gasparri,
invece accusa la Asl di licenziamento “sovietico
e inaccettabile” annunciando
un’interrogazione ai ministri di Salute e Lavoro mentre di
“provvedimento in perfetto metodo stalinista” parla anche il
segretario toscano di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, secondo
cui il governatore Rossi e il Pd “ancora una volta si comportano
come dei veri censori: come sempre non tollerano la verità”.
L’operatore
socio sanitario lavorava all’ospedale
Torregalli,
tra Firenze e Scandicci, e nelle settimane dell’emergenza Covid-19,
anche in ragione del suo ruolo di Rsu
sindacale, aveva
denunciato a più riprese l’assenza di protezioni individuali,
le mascherine
non adatte per lavorare in corsia –
FFP2 al posto delle FFP3 – e di altro materiale come le tute e le
visiere. Poi il 17 aprile, il Tg2 delle 20.30 diretto da Gennaro
Sangiuliano aveva mandato in onda un servizio in cui un operatore
sanitario anonimo aveva denunciato la gravità della situazione
nell’ospedale: “I dirigenti non sono stati all’altezza –
aveva detto – il Torregalli è composto da tre ‘ali’ e sono
riusciti a mettere pazienti Covid positivi in tutte e tre le diverse
zone, non
creando un percorso ‘pulito-sporco’.
Così tutti i pazienti passano dappertutto”. Il cronista del Tg2
aveva anche riferito che, secondo altre testimonianze, la gestione
dell’ospedale era stata buona ricavando 16 posti letto in più
tutti dedicati ai pazienti Covid. Dopo il servizio, accusa la Cisl,
il sindacalista che aveva sempre denunciato la situazione è stato
licenziato perché la Asl lo avrebbe identificato nell’operatore
anonimo che aveva rilasciato le dichiarazioni al Tg2.
Lui, però, ha sempre smentito. Non è la prima volta che la Asl
Toscana Centro e la Regione si scontrano con il Tg diretto dal
giornalista in quota Lega Sangiuliano.
Proprio in quel periodo, secondo molti per fare da contralto alle
inchieste e alla gestione delle Rsa in Lombardia, il Tg2 aveva
mandato in onda una serie di servizi in cui veniva denunciata
la malagestione
delle strutture per anziani anche nelle regioni “rosse” d’Italia
come la Toscana.
In quel periodo il Tg2 aveva trasmesso otto servizi su altrettante
Rsa toscane e il governatore Enrico
Rossi il
17 aprile, lo stesso giorno del servizio su Torregalli, aveva
mandato una
lettera di lamentele ai vertici Rai e
alla Commissione di Vigilanza in cui si lamentava della “dose di
superficialità nel confezionamento dei servizi, dalla scelta degli
interlocutori alle parole allusive utilizzate, alle tecniche di
montaggio fino alla presentazione di dati completi o inesatti, a
partire dal numero non veritiero di decessi”. Rossi poi si era
lamentato anche di non
essere mai stato interpellato per una replica.
“Questo è un tentativo di censura bello
e buono” aveva fatto sapere il direttore Sangiuliano. Nei giorni
scorsi è arrivato il licenziamento del sindacalista.
Nessun commento:
Posta un commento