Riportiamo i temi principali
che sono stati posti nell'assemblea di parti civili e avvocati,
tenutasi ieri alla Provincia.
Prima di iniziare vi è stato
un forte saluto/ricordo di Massimo Battista, operaio, delegato
Ilva, morto il 7 ottobre, che ha combattuto contro i Riva, i padroni
pubblici e privati dell'ex Ilva e che nella sua lunga battaglia
soprattutto in fabbrica è stato un riferimento per tanti operai.
Noi avevamo detto
dall'inizio che questo processo "Ambiente svenduto" era ed
è un processo storico. Non
andava visto, quindi, come un processo normale, sia pur necessario,
contro padroni, ma anche rappresentanti complici delle istituzioni,
della politica, ecc.. E' un processo storico sia per la quantità di
imputati, chiaramente prima di tutto i Riva e le società che hanno
gestito l'Ilva per vari anni, poi tutta la catena che in un certo
senso dà un'immagine concreta di quello che è il sistema del
capitale, perché ci sono i politici, ci sono i rappresentanti
istituzionali, gli Enti che dovevano controllare, c'è la Chiesa, le
forze dell'ordine; sia per l'insieme dei reati che in un certo senso
coprono tutto l'arco di violazioni sulla sicurezza e la salute per
cui i lavoratori sono colpiti e
viene messa in pericolo la vita degli operai e delle popolazioni
- dalle violazioni che avvengono
nei cantieri edili a quelle nella siderurgia, a quelle nei porti, nei
trasporti ferroviari, eccetera.
E anche questa sentenza di
annullamento, fa diventare questo un processo storico.
Il 13 settembre è
stata scritta una brutta pagina per la città di Taranto, per la
difesa del diritto alla salute dei cittadini, per la difesa dei
diritti dei lavoratori, della sicurezza.
Sono
stati cancellati 7 anni del processo di primo grado. Ma in realtà di
più, perché dal 2012 che la
questione
generale dell’Ilva è balzata sul fronte giudiziario.
Altrettanto
esemplare in negativo è stato l'atteggiamento del Presidente della
Corte d'appello. Fin dall'inizio, Del Coco ha fatto sollevare, da
parte nostra ma non solo nostra, parecchi sospetti circa una
posizione di costante imparzialità.
Fin
dalla seconda udienza il presidente Del Coco ha fatto un’ordinanza
con cui, per la prima volta in un processo del genere, ha sospeso la
provvisionale. Questo è stato un segnale abbastanza pesante, non
solo per gli effetti sulle parti civili – qui stiamo parlando di
più di 1500 parti civili di cui l’80% si tratta di lavoratori,
donne, uomini che hanno subito nella loro vita anche pesanti risvolti
economici, sia per lo sfruttamento sul lavoro e la mancanza di
sicurezza, sia per il problema proprio della salute, con tutti gli
iter della catena di sofferenze, fatte di ospedali, viaggi per la
salute ecc - ma per la motivazione che c'è stata dietro questa
ordinanza. Una motivazione visibilmente di parte, politica, che va al
di là delle motivazioni giuridiche. Perché si diceva che se gli
imputati, i Riva e gli altri, fossero stati assolti, per loro sarebbe
stato un enorme danno economico aver sborsato questa provvisionale e
non poter riuscire a recuperare questi soldi. Una motivazione,
quindi, che non c'entrava per niente con le norme giudiziarie.
Questa
sentenza è molto grave perché insieme a cancellare tanti anni di
udienze, ha buttato a mare tante testimonianze di operai, di
cittadini abitanti nei quartieri inquinati, di lavoratori
cimiteriali, veramente importanti. Queste testimonianze hanno dato un
quadro anche del fatto che non è che non era possibile “un'altra
fabbrica”. Il problema, era ed è, che la fabbrica è gestita
chiaramente ai soli fini del massimo profitto, e tutto il sistema
politico, istituzionale è sostenitore di questo interesse dei
padroni. Ma dalle testimonianze degli operai emerge un’altra
realtà; gli operai nel denunciare quello che succedeva in fabbrica
dicevano anche cosa loro proponevano, quantomeno per limitare
l'inquinamento, le violazioni continue di normative sulla salute,
sulla sicurezza. Loro lo dicevano ma per questo venivano puniti,
declassati, trasferiti, anche se erano delegati.
Questo
processo non è da vedere solo come processo ambientale, ma è un
processo che ha messo in luce il rapporto tra produzione, attività
produttiva, e operai. Cioè è un processo al modo di produzione
capitalista.
Un processo sintetizzato da una concezione espressa da alcuni
avvocati degli imputati: “Voi parlate di giustizia, noi parliamo
di diritto”. Un diritto che in questo sistema capitalista è
fondato sul diritto borghese, non certo su un diritto per gli operai
e le masse popolari. Un diritto che in questo processo d’appello si
è basato su veri e propri cavilli giuridici (che precedentemente la
Cassazione aveva già respinto. Per esempio, come ha detto ieri
un'avvocata, come mai la Corte d’appello ha dato valore alla
costituzione di parte civili di due giudici onorari, ma non al ritiro
di queste costituzioni?) li amplificano al massimo e sulla base di
questi cavilli buttano a mare un impianto di circa 3800 pagine del
processo di primo grado.
In
questo senso quello che è alla fine più grave è che annullando
questo processo, è come se si fosse detto: il modo di produzione
capitalista non si tocca. Padroni e complici sono stati accusati
di “associazione a delinquere”? Ma è un’ “Associazione a
delinquere” che può continuare e che padroni, governo, Stato
portano avanti ogni giorno; e una parte della magistratura dice
che i capitalisti che sfruttano, uccidono, inquinano l’ambiente,
mettono in pericolo la vita di operai, donne, bambini… devono
poterlo fare, senza che ci siano giudici, pochissimi, lavoratori o
cittadini che pretendano giustizia, che li intralcino.
Ma,
come abbiamo detto fin dal 13 settembre: non finisce qui; cercheremo
di opporci in ogni modo a questo annullamento.
Per
questo ieri abbiamo organizzato l'assemblea delle parti civili con
gli avvocati di Taranto – Fabrizio Lamanna e Antonietta Ricci – e
gli avvocati di Torino in collegamento telematico – Gianluca Vitale
e Enzo Pellegrin, e altre realtà interessate a opporsi a questo
“schiaffo”, tra queste principalmente Marescotti di Peacelink.
E
i nostri avvocati dal 13 settembre non sono stati fermi. E ieri
nell’assemblea hanno annunciato, e argomentato, il deposito di
una istanza ex art. 572 CPP, con cui chiedono alla Procura
Generale presso la Corte d’Appello di Taranto di proporre ricorso
per Cassazione avverso la sentenza del 13 settembre.
Nello
stesso tempo – come ha detto Marescotti - le perizie, la
documentazione scientifica a base del processo “Ambiente svenduto”
restano; come restano le disposizioni/ordinanze di sequestro fatte
dalla Todisco.
D’altra
parte, questa sentenza di annullamento sembra “caduta a fagiolo”.
Il governo in questo periodo ha al centro il problema della vendita
dell'Ilva. Ci sono addirittura 15 possibili acquirenti, in generale
multinazionali estere, qualcuna italiana, che hanno fatto la propria
offerta per l'Ilva.
Ecco,
è come se questa sentenza incide anche su questo. Cioè si vuole
consegnare l'ex Ilva, oggi Acciaierie d'Italia a nuovi padroni, come
una fabbrica che non sia sotto il “tallone di Achille” di
condanne, di ordinanze della Procura. Ritorna anche con questa
sentenza il discorso della depenalizzazione. La questione è che i
nuovi padroni devono stare “liberi e franchi” da ogni catenaccio.
Oggi è annunciata
la ripartenza dell’Afo 1 con la presenza del Min. Urso, accensione
celebrata in modo trionfalista, mentre non c’è tuttora un piano
che coniughi l’aumento della produzione con la salute dei
lavoratori, dei cittadini, con la tutela dell’ambiente. Quindi è
una ripartenza – come è stato detto in assemblea - per continuare
la “morte” e lo sfruttamento
Questa
sentenza, quindi, va colta in tutta la sua importanza e gravità.
Chi
deve essere veramente interessato a questa nuova fase della battaglia
che è di lotta di classe, devono essere gli operai, devono essere i
lavoratori cimiteriali, devono essere i cittadini dei tamburi, ma
devono essere anche tutti lavoratori delle altre fabbriche, delle
altre città a livello nazionale.
Per
questo, per portare la questione Ilva livello nazionale, è stato
annunciato che il 21 ottobre un'assemblea, organizzata da Medicina
democratica e Slai Cobas
sc, si terrà a Torino